da matteo97 » venerdì 2 agosto 2019, 13:13
Anzichè confutare la dottrina della Trinità rapportandola alla Scrittura, operiamo in maniera differente, ad esempio tracciandone la sua origine. Anzitutto occorre dire che in nessun luogo nelle Scritture è mai fatta menzione di una trinità. Il termine Trinità deriva dal latino Trinitas che significa ‘la riunione di tre’, una parola coniata da Tertulliano di Cartagine alla fine del II secolo d.C. Dalla sua biografia apprendiamo che egli nacque a Cartagine nel 155 da genitori pagani. Non conobbe mai il cristianesimo delle origini tanto che ci viene detto che si convertì solamente attorno al 195 quando il giudeo-cristianesimo ormai era stato largamente soppiantato da culti e dottrine pagane. Nonostante la sua dottrina divenne poi quella ufficiale in seno alla Chiesa cattolico-romana, questa non lo riconobbe mai come "Padre della Chiesa" probabilmente a causa della sua adesione alla setta montanista. Il concetto della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo che costituiscono la deità in tre distinte persone) appartiene alla filosofia greca, in particolare alla corrente del neoplatonismo, da cui è stato tratto trasponendolo poi alla Scrittura. Nelle Enneadi, Plotino (205 - 270) afferma che le ipostasi sono le tre sostanze principali del mondo intelligibile, e cioè gerarchicamente:
- l'Uno, del quale nulla è lecito dire se non che è uno e bene.
- l'Intelletto, che procede dall'Uno, ed è assimilabile al mondo delle idee di Platone, poiché consiste di tutte le forme e i modelli del pensiero, oltre che della realtà ontologica;
- l'Anima, che procede a sua volta dall'Intelletto, e sta a fondamento della vita: essa è l'ultimo grado della realtà effettiva, oltre la quale si trova la materia che è un semplice non-essere, un'apparenza priva di vera consistenza.
L'Uno corrisponde a Dio Padre, l'Intelletto al Dio Figlio (incarnatosi poi nella persona di Yeshùa) e lo Spirito Santo all'Anima. A riguardo del termine persona che è utilizzato sia per Dio Padre, che per il Figliuolo che per lo Spirito Santo è opportuno che si sappia che la parola latina persona significa ‘maschera’ o ‘personaggio di rappresentazione’. Agli ebrei dei primi secoli era inviso il teatro in quanto nel recitare l'attore doveva intercalarsi nei panni del personaggio rappresentato spogliandosi della sua personalità. Paolo di Tarso ammonì i suoi discepoli dall'utilizzare la recitazione come mezzo per evangelizzare. Secondo il dogma della Chiesa cattolica, il termine incarnazione indica l'atto con cui il Dio trino ha assunto direttamente una realtà umana nella persona del Verbo eterno quale autoespressione eterna del Padre, al fine di entrare mediante essa in maniera personale nella creazione, per la salvezza dell'umanità. "Riprendendo l'espressione di san Giovanni ("Il Verbo si fece carne": Gv 1,14), la Chiesa chiama "incarnazione" il fatto che il Figlio di Dio abbia assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra salvezza". (Catechismo della Chiesa Cattolica, 461).
Questo concetto di incarnazione è stato tratto dalle dottrine visnuite. "Dal punto di vista teologico un avatara è la forma fisica assunta da Visnù, il dio presente nella tradizione vedica e brahmanica, ma qui inteso come Bhagavat, Dio, la Persona suprema, forma fisica assunta per restaurare l'ordine cosmico, il Dharma. Portata a compimento tale missione, l'avatara scompare o viene assorbito in Visnù". (da wikipedia) Ho evidenziato in grassetto le parti simili alla dottrina trinitaria che vuole anch'essa la divinità come incarnazione umana, operata al fine di riavvicinare l'umanità a Dio. Ognuno tragga da sè le proprie conclusioni.