può*
AEnim grazie per la risposta!AEnim ha scritto: ↑sabato 13 maggio 2023, 0:27Non me la ricordo benissimo, ma molto approssimativamente e prendendomi molto con beneficio d'inventario, il mangiare polvere o sabbia starebbe per mangiare qualcosa totalmente privo di sapore, quindi il vivere secondo l'istinto produce un'esistenza senza sapore, come dire senza significato e senza soddisfazione (piacere di vivere), insipida.
C'è forse anche un'altra associazione possibile, cioè considerare anche l'esser stato fatto con "polvere della terra" dell'uomo. Io qui capisco che lo yetzer-ha-ra si nutre della 'materia prima' con cui l'uomo è stato fatto, ovvero da un lato si potrebbe intendere che divora l'uomo, dall'altro gli è connaturato ovvero esiste in quanto l'uomo possiede una fisicità, quindi si attacca, è attaccato/connesso in qualche modo a questa.
Alcuni ebrei sembra leggano lo yetzer-ha-ra come istinto di sopravvivenza, quindi necessario ed ineliminabile, soprattutto qualora l'uomo sia sprotetto (voglia vivere autonomamente e non sotto la protezione divina).
Riguardo a "camminerai sul tuo ventre", tale espressione potrebbe indicare che tale istinto sarà considerato qualcosa di umiliante o da disprezzare (penso al verso 7 del Salmo 22) e di conseguenza sarà da considerare nel medesimo modo anche la persona soggetta a tale istinto?
Nell'ultima frase mi sarei aspettato il contrario, intendo cioè che mi sarei aspettato: "Il vero testo è quello orale. Quello scritto serve solo per creare problemi", ha (lei Shay) sbagliato a scrivere o Besàseà ha detto come lei ha scritto?Shay ha scritto: ↑sabato 13 maggio 2023, 0:45 La risposta di Besasea fu pressappoco questa: se leggi il testo vocalizzato וְלֹ֥א יָסָֽפוּ questa espressione ti appare oscura. Se lo leggi normalmente come hai imparato a scuola, senza i segni vocalici, allora lo leggerai יספו (vocalizzato yasufu), allora tutto torna. "Il vero testo è quello scritto. Quello orale serve solo per creare problemi". Parola di Besasea.
Gianni grazie per la risposta!Gianni ha scritto: ↑sabato 13 maggio 2023, 8:14
LuigiS, in Es 24:3 è detto che Mosè riferì al popolo “tutte le parole di Yhvh e tutti i mishpatìm”, poi è detto nello stesso versetto che “tutto il popolo all’unisono disse: Tutte le parole che Yhvh che disse Yhvh faremo”. Quindi, al v. 4: “Mosè scrisse le parole di Yhvh”. I mishpatìm sono statuti. La radice ebraica shafat indica il giudicare, quindi i mishpatìm sono criteri di giudizio atti a regolare la vita sociale ebraica. Essi includono le norme sulla schiavitù, le pene per gli omicidi, i rapimenti, i furti e gli assalti, cose così. Sono tutte norme che troviamo scritte nella Bibbia. I mishpatìm sono mitzvòt (precetti) da un punto di vista razionale. Al v. 12 Yhvh dice a Mosè: “Ti darò tavole della pietra e la Toràh e la mitzvàh che scrissi”. Ho tradotto letteralmente dall’ebraico.
Ora, se si fanno passare i mishpatìm, mitzvòt, per una presunta Toràh orale che orale rimase, ciò entrerebbe in con contraddizione col v. 12. In più, i mishpatìm furono comunicati al popolo che li accettò insieme a “tutte le parole di Yhvh”, per cui sarebbe il popolo ebraico intero il depositario di una presunta Toràh orale, non i postumi rabbini. Ora la domanda è: il popolo ebraico ha il diritto di intervenire sui mishpatìm oppure ha solo il dovere di ubbidire? Quello biblico rispose: “Faremo”.
Avrei delle domande, magari in giornata "le organizzo" meglio e le posto.