Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiviso
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Gianni, Paolo ha fatto la Comunione, l'ha fatta quando gli è apparso Gesù, ha avuto con Lui la fondamentale esperienza di Comunione che gli ha permesso di capire il vero senso delle Scritture, che prima non capiva, pur avendole studiate a fondo, come ogni buon fariseo.
Inoltre è vero quello che dici, fu Gesù a voler incontrare sia Paolo che i discepoli di Emmaus. La stessa cosa vale per noi, Gesù vuole sempre incontrarci, Lui ci chiama sempre, vuole sempre camminare con noi, anche se noi non lo riconosciamo. La scelta se credere in Lui oppure no è solo nostra, siamo noi a scegliere se entrare o non entrare in Comunione con Lui.
Inoltre è vero quello che dici, fu Gesù a voler incontrare sia Paolo che i discepoli di Emmaus. La stessa cosa vale per noi, Gesù vuole sempre incontrarci, Lui ci chiama sempre, vuole sempre camminare con noi, anche se noi non lo riconosciamo. La scelta se credere in Lui oppure no è solo nostra, siamo noi a scegliere se entrare o non entrare in Comunione con Lui.
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Vittorio, capisco che tu credi davvero in quello che dici. Ciò ti fa onore.
Di più non posso dire, se non che sono convinto che tu sia - pur in buonafede - vittima e prigioniero di una religione.
Di più non posso dire, se non che sono convinto che tu sia - pur in buonafede - vittima e prigioniero di una religione.
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
La religione è qualcosa che rende prigionieri, è un insieme di regole, di precetti a cui bisogna attenersi scrupolosamente, altrimenti la divinità in cui si crede non concede salvezza. Al contrario il cristianesimo non è una religione, chi lo vede solo come una religione non ne ha compreso l'essenza profonda. Il cristianesimo è un incontro personale, è l'incontro personale con Cristo Risorto. Chi crede in Lui compie questo incontro, conosce la Verità e diventa libero:
"Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,31-32).
Chi dice di credere in Gesù e si sente schiavo di un'istituzione religiosa piena di regole e precetti da rispettare, in realtà non crede in Lui.
"Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,31-32).
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Caro Vittorio credo che invece valga il viceversa. Affermare che il cristianesimo non sia una religione è un tantino risibile. Per il resto non commento più perchè ripetendo la stessa tiritera vuol dire aver sorvolato tutti i commenti altrui e non rendersi nemmeno conto che anche l'evidenza smentisce ciò che affermi .





Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
L'evidenza mostra che esiste una notevole differenza tra una religione e l'incontro con una persona viva. Una religione è un insieme di riti, di preghiere, di regole, di comandamenti da rispettare. Mentre l'incontro con una Persona viva ci permette di toccare con mano quella Persona, di parlare con lei e di ottenere delle risposte. Il cristianesimo fa parte di questo tipo di esperienze, chi lo vede solo come una religione in realtà non lo conosce.
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Vittorio, faccio un solo intervento perché non mi interessa partecipare a questa discussione, né voglio convincere nessuno.
Yeshua disse: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui" (Gv 6:56). Questo non significa che perché Cristo dimori in noi e noi in lui dobbiamo costantemente ricevere l'eucarestia da un prete; infatti, durante la Cena, Cristo non dice di ripeterla per avere la salvezza, ma "in memoria" del suo sacrificio, per renderlo vivo nel presente tramite quel segno; ma l'avvenimento salvifico per noi è già avvenuto, una volta e per sempre, nel momento in cui lui muore e risorge e nel momento in cui noi scegliamo coscientemente di far morire l'io vecchio per risorgere nuovi, in Cristo. Ricevere Cristo ed essere in lui significa voler diventare lui, parte di lui, morire e rinascere con lui. Come lui ha offerto il suo corpo e versato il suo sangue per riscattarci, morendo spontaneamente come olocausto, noi dobbiamo morire con lui e rinascere in lui. Questa morte non è un atto che deve essere ripetuto all'infinito, e più lo si ripete più si riceve Cristo; questo avviene interiormente una volta e per sempre con il battesimo, in cui si muore con lui e si va sotto, per rinascere con lui. La Cena del Signore ripete questo segno: la morte dell'uomo e la rinascita in spirito. Non si ottiene salvezza dall'eucarestia, né dal mettere in pratica la Cena; la salvezza la otteniamo se moriamo con lui e rinasciamo con lui, simbolicamente, spiritualmente e nella vita di tutti i giorni, mettendo in pratica i suoi insegnamenti. Non dobbiamo "incontrarlo" per mezzo di un rito, dobbiamo trasformarci interiormente e diventare lui, una volta e per sempre, e lui diventa noi. Anzi, dobbiamo farci mettere sotto terra insieme a lui, spiritualmente parlando.
Infatti, Yeshua disse: "se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio" (Gv 3:3), e "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio" (Gv 3:5). E disse anche: "Un discepolo non è più grande del maestro; ma ogni discepolo ben preparato sarà come il suo maestro" (Lc 6:40). Se moriamo con lui coscientemente (non da neonati), rinasciamo nuovi in spirito e lo seguiamo passo passo, saremo salvi, perché diventeremo come lui.
Credere in lui significa voler essere come lui, diventare lui, non seguire la Chiesa. E' molto diverso.
Aggiunta postuma. Caro Vittorio, ripeto che non voglio convincerti di nulla. Tu sei una persona intelligente e profonda, sei un credente: ma rifletti sulla differenza tra credere tramite "filtri" e credere con tutto te stesso, volendo trasformarti in Cristo una volta e per sempre. Ti chiedo solo di riflettere su ciò che ti ho scritto, da solo, leggendo e meditando su quei versetti; poiché sono cose su cui io ho riflettuto a lungo prima di comprenderle pienamente. Metti a confronto il rito eucaristico con la rinascita una volta e per sempre, scruta le Scritture e il tuo cuore, senza paura di inoltrarti in territorio sconosciuto o di "tradire" alcuna chiesa; poiché la cosa peggiore che puoi fare non è tradire la chiesa cattolica, ma Gesù Cristo.
Yeshua disse: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui" (Gv 6:56). Questo non significa che perché Cristo dimori in noi e noi in lui dobbiamo costantemente ricevere l'eucarestia da un prete; infatti, durante la Cena, Cristo non dice di ripeterla per avere la salvezza, ma "in memoria" del suo sacrificio, per renderlo vivo nel presente tramite quel segno; ma l'avvenimento salvifico per noi è già avvenuto, una volta e per sempre, nel momento in cui lui muore e risorge e nel momento in cui noi scegliamo coscientemente di far morire l'io vecchio per risorgere nuovi, in Cristo. Ricevere Cristo ed essere in lui significa voler diventare lui, parte di lui, morire e rinascere con lui. Come lui ha offerto il suo corpo e versato il suo sangue per riscattarci, morendo spontaneamente come olocausto, noi dobbiamo morire con lui e rinascere in lui. Questa morte non è un atto che deve essere ripetuto all'infinito, e più lo si ripete più si riceve Cristo; questo avviene interiormente una volta e per sempre con il battesimo, in cui si muore con lui e si va sotto, per rinascere con lui. La Cena del Signore ripete questo segno: la morte dell'uomo e la rinascita in spirito. Non si ottiene salvezza dall'eucarestia, né dal mettere in pratica la Cena; la salvezza la otteniamo se moriamo con lui e rinasciamo con lui, simbolicamente, spiritualmente e nella vita di tutti i giorni, mettendo in pratica i suoi insegnamenti. Non dobbiamo "incontrarlo" per mezzo di un rito, dobbiamo trasformarci interiormente e diventare lui, una volta e per sempre, e lui diventa noi. Anzi, dobbiamo farci mettere sotto terra insieme a lui, spiritualmente parlando.
Infatti, Yeshua disse: "se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio" (Gv 3:3), e "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio" (Gv 3:5). E disse anche: "Un discepolo non è più grande del maestro; ma ogni discepolo ben preparato sarà come il suo maestro" (Lc 6:40). Se moriamo con lui coscientemente (non da neonati), rinasciamo nuovi in spirito e lo seguiamo passo passo, saremo salvi, perché diventeremo come lui.
Credere in lui significa voler essere come lui, diventare lui, non seguire la Chiesa. E' molto diverso.
Aggiunta postuma. Caro Vittorio, ripeto che non voglio convincerti di nulla. Tu sei una persona intelligente e profonda, sei un credente: ma rifletti sulla differenza tra credere tramite "filtri" e credere con tutto te stesso, volendo trasformarti in Cristo una volta e per sempre. Ti chiedo solo di riflettere su ciò che ti ho scritto, da solo, leggendo e meditando su quei versetti; poiché sono cose su cui io ho riflettuto a lungo prima di comprenderle pienamente. Metti a confronto il rito eucaristico con la rinascita una volta e per sempre, scruta le Scritture e il tuo cuore, senza paura di inoltrarti in territorio sconosciuto o di "tradire" alcuna chiesa; poiché la cosa peggiore che puoi fare non è tradire la chiesa cattolica, ma Gesù Cristo.
Ultima modifica di bgaluppi il martedì 28 luglio 2015, 11:08, modificato 1 volta in totale.
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Infatti è così, Antonio.
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Vittorio parla del suo metodo interpretando le scritture. Ma ancor prima di definire il metodo cosa interpreti? L evidenza mostra che la maggior parte della gente devoti alla messa anche giornaliera di scritture non sa nulla, chi ha letto ha compreso a suo modo e vista la divergenza di spiegazioni, facilmente verificabile, proprio nessuno ha spiegato nulla. La maggior parte Non sa nemmeno comprendere cosa sta scritto nel libretto dottrina cristiana.
Si è mostrato che i passi interpretati da Vittorio, inoltre, affermano altro. A quei discepoli realmente si è mostrato il risorto ma a nessuno oggi. Si legge questo. A cosa è servito? Vittorio continuerá con la solita tiritera senza riconoscere che il primo metodo per comprendere la scrittura è la capacità di lettura e comprensione.
Si è mostrato che i passi interpretati da Vittorio, inoltre, affermano altro. A quei discepoli realmente si è mostrato il risorto ma a nessuno oggi. Si legge questo. A cosa è servito? Vittorio continuerá con la solita tiritera senza riconoscere che il primo metodo per comprendere la scrittura è la capacità di lettura e comprensione.
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Io direi di passare alla pratica invece E chiedo a Gianni se può continuare il discorso che ha dovuto interrompere.
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Mi è passata la voglia, Naza. 
