Michele, non stiamo cercando di identificare le profezie in qualcosa avvenuto nella storia, anche perche' di tentativi di identificazione ce ne sono stati moltissimi. Vogliamo capire cosa intende Yeshua con "questa generazione". Anche se, ripensandoci, forse in questo caso non e' cosi' importante per comprendere a fondo il testo mattaico e il problema che presenta. Ti rispondo con la mia interpretazione del v.24:3, che naturalmente puo' anche essere errata (anche se il greco fa capire cose precise). La cosa che mi fa dubitare che Yeshua parli solamente della distruzione di Gerusalemme e del tempio del 70 EV, e' il fatto che i discepoli chiedono
quale sara' il segno della sua venuta. Quale venuta? Poiche' lui e' li, che sta parlando con loro. E questa richiesta specifica del segno e della venuta, e' presente solo in Matteo. Strano? Vediamo.
I discepoli, preoccupati dalle parole di Yeshua, gli si avvicinano timorosi e gli pongono due domande precise, che e' necessario rimarcare (e che troviamo soltanto in Matteo): 1)
quando avverranno queste cose, ossia la distruzione del tempio che Yeshua ha profetizzato appena prima; 2)
quale sara' il segno della sua venuta e della fine dell'eta' presente, il che non e' riferibile alla distruzione di Gerusalemme ma a qualcosa di diverso. In Luca e Marco (Lc 21:7; Mc 13:4), nonostante ambedue i testi riportino la medesima profezia del testo mattaico (in Lc c'e' qualche dettaglio apocalittico in meno), la richiesta dei discepoli non tocca due situazioni temporali diverse, ma sembra incentrarsi unicamente intorno alla distruzione del tempio; il che, fa propendere per l'ipotesi che anche in Matteo Yeshua stia parlando della distruzione di Gerusalemme. Ma in Matteo la differenziazione temporale e' chiara, e per questo assai interessante. Inoltre (e questo e' importante), lo scritto Mattaico, a differenza di Luca, ad esempio,
raggruppa gli argomenti per tema, non temporalmente, e mette sempre in evidenza la potenza del Messia; e' possibile, dunque, che Matteo abbia messo insieme
due profezie? Una sul 70 EV e una sulla fine dei tempi? Possibile che abbia voluto riferire le parole di Yeshua anche a tempi ben oltre la distruzione di Gerusalemme?
Le prime domande da farsi, dunque, riguardano piuttosto la seconda richiesta dei discepoli: a che periodo storico fanno riferimento? Cosa sono esattamente il
segno, la
venuta e la
fine dell'eta' presente? Per rispondere, dobbiamo innanzitutto analizzare il testo greco del v.3 e il significato proprio dei termini.
Εἰπὲ ἡμῖν, πότε ταῦτα ἔσται, καὶ τί
τὸ σημεῖον τῆς σῆς
παρουσίας καὶ
συντελείας τοῦ
αἰῶνος;
Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il
segno della tua
venuta e della
fine dell'
età presente?
Il termine segno e'
σημεῖον (Strong 4592, semèion), "segno", dato specialmente per confermare, corroborare o autenticare. Il segno
"enfatizza lo scopo finale che esalta colui che lo da'. E' utilizzato dozzine di volte nel NT per cio' che autentica il Signore (Dio) e il Suo scopo eterno, specialmente facendo cio' che il semplice uomo non puo' replicare o per cui non puo' ricevere credito" (HELPS). Trattasi, quindi, di un
segno divino, non realizzabile dall'uomo.
Il segno "sarà", quindi deve ancora manifestarsi.
Il termine venuta e'
παρουσία (Strong 3952, parusía), da
πάρειμι (pàreimi, "sono vicino, sono presente, sono arrivato"):
"essere presente, arrivare ad entrare in una situazione" (HELPS). Propriamente
"l'arrivo del padrone che e' l'unico che puo' occuparsi di una certa situazione" (HELPS),
"la visita di un re" (SOUTER). E' usato con speciale riferimento alla
seconda venuta del Cristo ed e' a questa che, secondo me, il testo si riferisce in modo inequivocabile, poiche' la prima venuta si e' gia' verificata e non e' stata accompagnata da "segni miracolosi" (se non la sua "stella", individuata dai Magi che erano astrologi). Inoltre, è necessario ribadire che i discepoli chiedono "quale sarà" il segno, al futuro, quindi non è ancora stato.
Il termine eta' presente e'
αἰών (Strong 165, aiòn), "eta', era, ciclo" (temporale),
"specialmente relativo all'era presente in contrasto con quella futura, una di una serie di ere che si estende all'infinito" (STRONG),
"caratterizzata da una qualita' specifica (tipo di esistenza)" (HELPS). Il termine e' usato anche in riferimento al periodo del patto rinnovato, stabilito con la morte e resurrezione di Cristo (Gal 3:23-25; 1Pt 2:5,9); da escludersi in questo caso, poiche' nel momento in cui Yeshua e i discepoli parlano, il Messia e' ancora vivo e vegeto e non e' ancora stato glorificato, e quindi il rinnovamento del patto non e' definitivamente realizzato.
Il termine fine qui e'
συντέλεια (Strong 4930, syntèleia), "completamento, esaurimento, fine":
"una fine che coinvolge diverse parti" (B.F. Westcott),
"non strettamente termine ma esaurimento (completamento), che apre la strada ad una nuova era" (HELPS). Non la fine del mondo, ma la fine di un'era che vede l'inizio di un'altra, specialmente quando συντέλεια e' usato in riferimento ad αἰών.
Alla luce del significato di questi termini, comprendiamo che la domanda dei discepoli fa riferimento si alla distruzione di Gerusalemme e del tempio, come specificato, ma forse anche alla fine dei tempi, ossia al momento della seconda venuta del Cristo (παρουσία), che sara' accompagnata da un segno sovrumano e miracoloso (σημεῖον) e che portera' al completamento (συντέλεια) dell'era presente (αἰών), ossia del mondo attuale, fino all'instaurazione di una nuova era (Ap 20:4).
Inoltre, ai vv.30-33 si parla di "segno del Figlio dell'uomo", della sua venuta nella gloria e di riunione della ekklesia degli eletti, quindi,
decisamente, non si sta parlando del 70 EV.
