Buonasera noiman e a tutti
noiman ha scritto: ↑sabato 6 gennaio 2024, 19:59 Buona osservazione ….. il concetto di anima e di vita intesa come nèfesh ẖayà e di neshimà sono in origine già diversi, non dobbiamo mai dimenticare che la struttura del pensiero ebraico riguardo a come “vanno i cieli”, (sostituto della parola religione) e da non confondere come si va in cielo, è profondamente discorde già iniziando dal libro di Bereshit quando si confrontano Logos di Giovanni e Davar, la formula “In principio era il Logos”, “ è in contrasto con davar che si manifesta nella vita e non nelle idee”, il Logos greco appare intangibile, invisibile e astratto perché trascendente”, l’origine di questo metodo e poi pensiero potrebbe dipendere da come i greci consideravano “ex nihilo” , i greci odiavano il nulla perché lo rinviavamo al “caos” e questo ha influenzato la loro cosmogonia, per il pensiero ebraico il “caos” è la mancanza della “parola”, e qui ritorniamo di nuovo a “davar”, secondo l’ebraismo la creazione è stata letteralmente un atto linguistico che pone la relazione fra un se stesso e il prossimo.
Io direi che le due teologie potrebbero anche abbracciarsi, perché gli uni studiano come funziona il cielo, gli altri come raggiungerlo. In altre parole gli uni studiano la Deità, gli altri come raggiungerla. "Logos e Davar" potrebbero sembrare discordi, ma se consideriamo con più discernimento questi termini dicono la stessa cosa. Davar intesa come parola viene esplicata pienamente dal Logos che è il pensiero che diventa parola. In Gn.1 è vero che la creazione è un atto linguistico, ma la parola è emanata dal pensiero, prima si pensa e poi si parla.
La stessa cosa vale per:
ψύχω/psycho=respiro, = נפח/naphach;
ψυχή/Psiche=anima, = נפש/nephesh;
πνεῦμα/pneuma=soffio,spirito, = נשמה/neshamah.
Il testo ebraico ne dà il significato più semplice coerente con l'intendimento di quel periodo. La filosofia greca non si ferma alla semplice "parola" o al semplice "respiro" e "soffio" ma ne dà un intendimento più profondo come ho espresso nel post precedente.
Il pensiero greco tutt'oggi influenza il nostro concetto di anima e corpo, Platone pensava che il corpo è la prigione dell’anima, per l’ebraismo è possibile una forma triplice, la materia e la nèfesh rendono la creatura vivente nella sua interezza, il valore aggiunto è il dono della neshamà , il dito del creatore nella ruàch .i
Quindi la tua descrizione è perfettamente apprezzabile e anche interessante.
Noiman non fermarti a Platone. Platone non ha determinato l’inizio e la fine della filosofia greca. Ai tempi di Platone non c'era ancora una vera distinzione tra anima/psyché e spirito/pnèuma.
I filosofi presocratici VΙ secolo a.C indicavano con pnèuma l'anima intesa come principio originario e universale, l'archè /ἀρχή, connesso alla vita, impalpabile e invisibile, immateriale ma anche materiale. Ancora ai tempi di Platone era questo il concetto. Poi Platone sviluppò la sua teologia dell'anima prigioniera del corpo; ma era sua non condivisa da tutti.
Fu solo con lo stoicismo che si fa per la prima volta una differenza tra anima e spirito.
È con gli stoici che il termine pnèuma viene accostato a quello di spirito, inteso come aria, o meglio elemento eterico purissimo, appartenente al Dio che dà vita alle realtà del mondo, e le guida secondo i suoi voleri.
"Gli stoici dividevano la filosofia in tre discipline: la logica, la fisica, e l'etica. la logica, che si interessa del procedimento del conoscere; la fisica, che si occupa dell'oggetto del conoscere; l'etica, che si interessa della condotta conforme alla natura razionale dell'oggetto. A differenza di quanto avveniva nel pensiero greco precedente, per "logica" infatti gli stoici intendevano non solo le regole formali del pensiero che si conformano correttamente al Lògos, ma anche quei costrutti del linguaggio con cui i pensieri vengono espressi. "
Per gli stoici Dio è un pensiero che, nel pensare se stesso, pensa e crea anche l'universo, in un'unità inscindibile di spirito e materia. Questo spirito/ pneuma, che è riscaldato dal fuoco, raffreddandosi dà quindi origine all'acqua, e infine all'elemento solido (terra): sono i quattro elementi che compongono l'universo.
Mi viene in mente Gv. 3,5 e Mat. 3,11. In questi passi, sembrerebbe che l'acqua sia simbolo di spirito raffreddato. Quindi bisogna rigenerare fuori da uno spirito freddo.
Aggiungo ancora che la rivelazione per i greci era visiva, quella ebraica è da sempre nell’ascolto, le divinità greche possono essere viste, ma non il D-o di Israele che può essere solo ascoltato ma non visto.
Ernest Renan diceva “Per i greci ciò che è bello è buono, per gli ebrei ciò che buono è bello” 87hh
Per i greci ciò che è bello è buono, per gli ebrei ciò che è buono è bello, quando D-o in Bereshit affermò che la sua opera era buona, non intendeva dire che era bella superando il senso dell’estetica, agli ebrei fu detto di ascoltare prima di vedere, e così facciamo.
Noiman
Vero è che i greci amavano la bellezza. Ma, che per loro la rivelazione era visiva ho dei dubbi. Cercavano solo di raffigurare la Deità con sculture e dipinti, ma loro si basavano sulla conoscenza interiore ed esteriore e anche l'ascolto.
Gualtiero