Marcelle ha scritto: ↑martedì 20 giugno 2023, 2:38
chelaveritàtrionfi ha scritto: ↑martedì 20 giugno 2023, 1:37
Diciamo che in realtà non sappiamo con estrema certezza, anche utilizzando il metodo storico/critico, il motivo per il quale gli autori dei testi antichi abbiano scritto le loro opere (non solo il nuovo testamento, ma il vecchio e tutti i testi definiti religiosi)...
Quando scrivi: "diciamo", a chi ti riferisci esattamente?
Chi sosterebbe l'idea che, allo storico sia precluso, usando gli strumenti della moderna ricerca storica, di individuare la natura dell'opera che esamina, attraverso l'analisi critica del testo?
Perché parli di “preclusione”? Il ricercatore (meglio parlare di équipe) esamina i dati con tutti i mezzi che ha a disposizione per trarre delle conclusioni. Esse saranno più o meno attendibili a seconda della loro natura e della loro numerosità. Non è che lo storico sia precluso in qualcosa, ma la questione riguarda limiti e difficoltà nella ricostruzione del passato. Per esempio un limite possono essere le stesse fonti poche e lacunose ed anche le fonti più chiare non esauriscono necessariamente tutti gli aspetti della vicenda. C’è poi la soggettività personale del singolo storico. Questi sono tutti aspetti relativi a qualunque indagine che si fonda su dati o fonti. Una parte di dati o fonti (primarie e secondarie, scritte e non scritte) è sempre un campione e porta l’indagine a conclusioni probabilistiche. Tale probabilità può essere elevatissima (vicina ad 1) oppure scarsa (tendente allo zero). Queste sono considerazioni generali su qualunque ricerca si possa fare. Ciò non vuol dire che una ricerca storica non possa portare chiarezza su una questione specifica, anzi. E’ sicuramente possibile, richiamando diverse metodologie, determinare con estrema probabilità (che è diverso da estrema certezza) se un testo sia scritto dal medesimo autore o sia un artefatto. Ad esempio la comparazione con altre fonti aumenta il grado di attendibilità di una specifica fonte. Il richiamo ad altre discipline come la paleogragia, la filologia ecc. riducono il rischio di scambiar il vero con il falso.
Nella risposta che ti ho dato con “diciamo” ho anche specificato “non possiamo con estrema certezza” facendo riferimento ai limiti dell’indagine in generale, che gli autori del NT abbiano scritto per quelle motivazioni o solo per quelle motivazioni.
Concordo certamente quando scrivi:
“Allo storico del cristianesimo diciamo che spetta indagare e ricostruire storicamente lo sviluppo di questa credenza, ovvero, quando e' che i cristiani cominciarono ad affermare che Gesu' fosse increato?
In ogni caso si tratterebbe di un lungo processo a tappe.
E siccome la ricerca è alimentata da dibattiti, è sempre un piacere per me consultare le pubblicazioni, su queste tematiche e leggere ipotesi di lavoro più o meno plausibili a riguardo.
Si studia, ci si informa, si cresce...”
E poi ho aggiunto approfondimenti. La ricerca scientifica è sempre soggetta a revisioni e man mano aumenta il grado di attendibilità. Anche il dibattito è molto utile, anzi fondamentale. ..quindi concordo anche su questo punto:
E siccome la ricerca è alimentata da dibattiti, è sempre un piacere per me consultare le pubblicazioni, su queste tematiche e leggere ipotesi di lavoro più o meno plausibili a riguardo.
Si studia, ci si informa, si cresce...
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB