Riflessioni Bibliche

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Maria Grazia Lazzara
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Gianni e' possibile che Dio stia parlando di se' in Ebrei 1: 10 ? D'altra parte è Dio che parla dai versetti 5-13 e' Dio che proferisce quelle frasi riportate dallo scrittore e quindi è Dio che parla di se' al verso 10 , che è pensi ?
trizzi74
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Re: Riflessioni Bibliche

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Maria Grazia Lazzara ha scritto: martedì 17 gennaio 2023, 23:15 Gianni e' possibile che Dio stia parlando di se' in Ebrei 1: 10 ? D'altra parte è Dio che parla dai versetti 5-13 e' Dio che proferisce quelle frasi riportate dallo scrittore e quindi è Dio che parla di se' al verso 10 , che è pensi ?
Ciao Maria Grazia, in attesa che Gianni ti risponda, personalmente penso che sia una probabilità.
Il versetto 10 inizia con la parola "e" nel testo greco, quindi i versetti 9 e 10 sono congiunti. Poiché il versetto 9 termina con "Il tuo Dio ti ha posto [il Cristo] al di sopra dei tuoi compagni ungendoti con l'olio della gioia", alcuni teologi vedono il riferimento al "Signore" all'inizio del versetto 10 come un riferimento a Dio citato per ultimo, cioè il Padre. Andrews Norton spiega questo punto di vista:

"Ora, il Dio menzionato per ultimo era il Dio di Cristo, che lo aveva unto; e l'autore [del libro degli Ebrei], rivolgendosi a questo Dio, irrompe nella celebrazione della sua potenza, e specialmente della sua durata immutabile; su cui si sofferma per provare la stabilità del regno del Figlio… cioè, tu [Dio] che gli hai promesso un tale trono, sei colui che ha posto le fondamenta della terra. Quindi sembra essere una dichiarazione dell'immutabilità di Dio fatta qui, per accertare la durata del regno di Cristo, prima menzionato; e piuttosto così, perché questo passaggio era stato usato originariamente per lo stesso scopo nel Salmo 102, vale a dire . [L'autore usa KJV] Per dedurre da ciò questa conclusione, "I figli dei tuoi servi rimarranno e la loro discendenza sarà stabilita davanti a te. Allo stesso modo, qui dimostra che il trono del Figlio dovrebbe essere stabilito nei secoli dei secoli , con lo stesso argomento, vale a dire, per l'immutabilità di Dio”.- A Statement of Reasons for Not Believing the Doctrines of Trinitarians Concerning the Nature of God and the Person of Christ, pp.150-51.
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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animasalvata
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da animasalvata »

Maria Grazia Lazzara ha scritto: martedì 17 gennaio 2023, 23:15 Gianni e' possibile che Dio stia parlando di se' in Ebrei 1: 10 ? D'altra parte è Dio che parla dai versetti 5-13 e' Dio che proferisce quelle frasi riportate dallo scrittore e quindi è Dio che parla di se' al verso 10 , che è pensi ?
Il versetto 10 inizia con una congiunzione καί che lega il versetto con il discorso che Dio fa del Figlio (vers.8-9). Quindi il vers.10 è in continuità con i vers. 8-9. Anche al versetto 13 Dio parla del figlio.

Però è anche vero quello che dici cioè che Dio parla di se. L'ho scritto anch'io che Dio parla tra se e se. A quale creatura Dio può mai dire: tu rimani sempre lo stesso?
Anche nella versione del Tanakh e della LXX Dio parla tra se e se perché i salmisti parlano sotto l'ispirazione dello Spirito Santo. È lo Spirito di Dio che parla tramite i salmisti. L' omileta di Ebrei lo scrive chiaramente che qui sta parlando Dio.

Se Dio parla a Yeshua come si evince dal contesto (vers.8-9; vers.13) ma è anche vero che Dio parla a se stesso poiché nessuna creatura è sempre la stessa allora bisogna concludere che Yeshua glorificato e Dio sono la stessa persona.
Ultima modifica di animasalvata il mercoledì 18 gennaio 2023, 0:37, modificato 1 volta in totale.
animasalvata
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da animasalvata »

trizzi74 ha scritto: mercoledì 18 gennaio 2023, 0:19
Maria Grazia Lazzara ha scritto: martedì 17 gennaio 2023, 23:15 Gianni e' possibile che Dio stia parlando di se' in Ebrei 1: 10 ? D'altra parte è Dio che parla dai versetti 5-13 e' Dio che proferisce quelle frasi riportate dallo scrittore e quindi è Dio che parla di se' al verso 10 , che è pensi ?
Ciao Maria Grazia, in attesa che Gianni ti risponda, personalmente penso che sia una probabilità.
Il versetto 10 inizia con la parola "e" nel testo greco, quindi i versetti 9 e 10 sono congiunti. Poiché il versetto 9 termina con "Il tuo Dio ti ha posto [il Cristo] al di sopra dei tuoi compagni ungendoti con l'olio della gioia", alcuni teologi vedono il riferimento al "Signore" all'inizio del versetto 10 come un riferimento a Dio citato per ultimo, cioè il Padre. Andrews Norton spiega questo punto di vista:

"Ora, il Dio menzionato per ultimo era il Dio di Cristo, che lo aveva unto; e l'autore [del libro degli Ebrei], rivolgendosi a questo Dio, irrompe nella celebrazione della sua potenza, e specialmente della sua durata immutabile; su cui si sofferma per provare la stabilità del regno del Figlio… cioè, tu [Dio] che gli hai promesso un tale trono, sei colui che ha posto le fondamenta della terra. Quindi sembra essere una dichiarazione dell'immutabilità di Dio fatta qui, per accertare la durata del regno di Cristo, prima menzionato; e piuttosto così, perché questo passaggio era stato usato originariamente per lo stesso scopo nel Salmo 102, vale a dire . [L'autore usa KJV] Per dedurre da ciò questa conclusione, "I figli dei tuoi servi rimarranno e la loro discendenza sarà stabilita davanti a te. Allo stesso modo, qui dimostra che il trono del Figlio dovrebbe essere stabilito nei secoli dei secoli , con lo stesso argomento, vale a dire, per l'immutabilità di Dio”.- A Statement of Reasons for Not Believing the Doctrines of Trinitarians Concerning the Nature of God and the Person of Christ, pp.150-51.
Bisogna partire dal versetto 8: parlando del Figlio dice:

Al versetto 9 Dio sta parlando al figlio come al versetto 8. E Dio parla al figlio anche al versetto 13. Un cambio di destinatario ai versetti 10-12 stonerebbe anche col contesto.

Che i versetti 10-12 sono parole rivolte da Dio a Yeshua, come se Dio stesse dialogando tra se e se, lo si evince anche da Ebrei 13,8:

8 Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno.

È lo stesso proprio come si afferma in Ebrei 1,12.
chelaveritàtrionfi
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Re: Riflessioni Bibliche

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animasalvata ha scritto: martedì 17 gennaio 2023, 21:38
Io invece penso che i cieli e la terra sono l'universo. I "cieli e la terra" è un modo di dire "tutto ciò che è creato", non singole persone rigenerate. Peraltro chi è rigenerato non va cambiato. Il Regno di Dio che è presente ora nei rigenerati non va cambiato essendo il regno di Cristo. Ciò che cambia è il cielo e la terra. È detto al versetto 11:


11 Essi periranno, ma tu rimani;
invecchieranno tutti come un vestito,
12 li avvolgerai come un mantello e saranno cambiati;
ma tu rimani lo stesso,
e i tuoi anni non avranno mai fine».

Viene detto "Essi" periranno. Il Regno di Cristo presente ora nei rigenerati non perisce. Invece essi devono perire. "Essi" è riferito ai cieli e terra del versetto 10.

L'autore aggiunge poi che Dio è sempre lo stesso. Solo Dio è sempre lo stesso. Anche gli angeli fedeli non avranno fine ma non sono sempre gli stessi. Essere sempre lo stesso è una caratteristica di Dio.

Malachia 3,6
«Poiché io, Yhwh, non cambio;
perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete ancora consumati.

Salmo 102,27
27 Ma tu sei sempre lo stesso
e i tuoi anni non avranno mai fine.

Dio è unico e nessun altro è come lui (Deuteronomio 6,4; 2 Samuele 7,22). Nessun altro è sempre lo stesso. Nessun altro all'infuori di lui ha le sue caratteristiche.

Giacomo 1:17
ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento.

In Ebrei 1,12 viene detto che il figlio glorificato è sempre lo stesso. Io credo che non ci possono essere due esseri distinti di cui uno inferiore che sono sempre gli stessi, che hanno l'immutabilita. E nemmeno che un altro essere pari a lui può esistere. Se l'omileta dice di Yeshua glorificato che è sempre lo stesso allora vuol dire che il figlio glorificato è proprio quel Dio a cui il salmista del Tanakh e quello della LXX inconsapevolmente si erano rivolti. C'è uno svelamento di quel Dio a cui si rivolgono i salmisti. L'omileta di ebrei lo svela identificandolo nel figlio glorificato. Del resto in apocalisse è detto che "il suo nome è la parola di Dio". Il nome di uno è la sua essenza. L'essenza di Yeshua è la parola di Dio.
I miei commenti iniziali consideravano "il figlio" un riflesso del Padre creatore, anche in riferimento ai versetti precedenti, corrispondenti al salmo 45,6 e riportati in ebrei 1:8

Testo greco Hebrews 1 (WH) / [NA27 variants]

Ebrei 1:8 πρὸς δὲ τὸν υἱόν Ὁ θρόνος σου ὁ θεὸς εἰς τὸν αἰῶνα τοῦ αἰῶνος, καὶ ἡ ῥάβδος τῆς εὐθύτητος ῥάβδος τῆς βασιλείας αὐτοῦ / σου

Ma al figlio ,il tuo trono Theòs nei secoli dei secoli, e la verga della giustizia è la verga del suo/tuo regno

Salmi 45,6 ὁ θρόνος σου, ὁ θεός, εἰς αἰῶνα αἰῶνος, ῥάβδος εὐθύτητος ἡ ῥάβδος τῆς βασιλείας σου.[LXX]

Il tuo trono, o Theòs, è nei secoli dei secoli, lo scettro della giustizia, lo scettro del tuo regno

O Theòs, il tuo trono è per i secoli dei secoli, lo scettro del tuo regno è scettro di giustizia. [Diodati];

............Thronus tuus Deus in saeculum saeculi, et virga aequitatis virga regni tui. [Vulgata]
............. il tuo trono Deus nei secoli dei secoli, e [la] verga [della] giustizia [è la] verga [del] tuo regno.

Questo stesso passo, nel testo Ebraico אֱ֭לֹהִים ('ĕ•lō•hîm)

E più avanti, dove dice: Dio il tuo Dio…

ὁ θεός, ὁ θεός σου LXX
ὁ θεός, ὁ θεός σου, Ebrei

mentre il testo Ebraico è:

אֱלֹהִ֣ים ('ĕ•lō•hîm) אֱ֭לֹהֶיךָ ('ĕ•lō•he•ḵā)

Il gioco di termini, in greco uguali, ma in ebraico Elohim è riferito anche a Mosè (Es. 7:1):

«Vedi, io ti ho stabilito come Dio [אֱלֹהִ֖ים ('ĕ•lō•hîm)] per il faraone e tuo fratello Aaronne sarà il tuo profeta. (NR)

Il testo greco dei LXX invece:

καὶ εἶπεν Κύριος πρὸς Μωυσῆν λέγων Ἰδοὺ δέδωκά σε θεὸν Φαραώ, καὶ Ἀαρὼν ὁ ἀδελφός σου ἔσται σου προφήτης (Es. 7:1)

ed usa Theòs

Questo è il commento di Rashi al 45:6
Il tuo trono, o giudice, il tuo trono, o principe e giudice, esisterà nei secoli dei secoli, come afferma la questione ( Esodo 7:1 ): "Io ti ho costituito giudice (נתתיך אלהים) del Faraone". E perché? Perché "uno scettro di equità è lo scettro del tuo regno", che i tuoi giudizi sono veri e sei idoneo a governare.
Come questi termini sono applicati sia a Mosè sia al re di Israele, non c’è da stupirsi che siano anche applicati al “Figlio”, perché il trono di Dio si manifesta nel mondo materiale ogni volta che egli costituisce un "giudice" in mezzo agli uomini. E sarà così nei secoli dei secoli, e con il figlio le promesse si sono adempiute, divenendo re del Regno divino.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
animasalvata
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da animasalvata »

chelaveritàtrionfi ha scritto: mercoledì 18 gennaio 2023, 1:03
animasalvata ha scritto: martedì 17 gennaio 2023, 21:38
Io invece penso che i cieli e la terra sono l'universo. I "cieli e la terra" è un modo di dire "tutto ciò che è creato", non singole persone rigenerate. Peraltro chi è rigenerato non va cambiato. Il Regno di Dio che è presente ora nei rigenerati non va cambiato essendo il regno di Cristo. Ciò che cambia è il cielo e la terra. È detto al versetto 11:


11 Essi periranno, ma tu rimani;
invecchieranno tutti come un vestito,
12 li avvolgerai come un mantello e saranno cambiati;
ma tu rimani lo stesso,
e i tuoi anni non avranno mai fine».

Viene detto "Essi" periranno. Il Regno di Cristo presente ora nei rigenerati non perisce. Invece essi devono perire. "Essi" è riferito ai cieli e terra del versetto 10.

L'autore aggiunge poi che Dio è sempre lo stesso. Solo Dio è sempre lo stesso. Anche gli angeli fedeli non avranno fine ma non sono sempre gli stessi. Essere sempre lo stesso è una caratteristica di Dio.

Malachia 3,6
«Poiché io, Yhwh, non cambio;
perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete ancora consumati.

Salmo 102,27
27 Ma tu sei sempre lo stesso
e i tuoi anni non avranno mai fine.

Dio è unico e nessun altro è come lui (Deuteronomio 6,4; 2 Samuele 7,22). Nessun altro è sempre lo stesso. Nessun altro all'infuori di lui ha le sue caratteristiche.

Giacomo 1:17
ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento.

In Ebrei 1,12 viene detto che il figlio glorificato è sempre lo stesso. Io credo che non ci possono essere due esseri distinti di cui uno inferiore che sono sempre gli stessi, che hanno l'immutabilita. E nemmeno che un altro essere pari a lui può esistere. Se l'omileta dice di Yeshua glorificato che è sempre lo stesso allora vuol dire che il figlio glorificato è proprio quel Dio a cui il salmista del Tanakh e quello della LXX inconsapevolmente si erano rivolti. C'è uno svelamento di quel Dio a cui si rivolgono i salmisti. L'omileta di ebrei lo svela identificandolo nel figlio glorificato. Del resto in apocalisse è detto che "il suo nome è la parola di Dio". Il nome di uno è la sua essenza. L'essenza di Yeshua è la parola di Dio.
I miei commenti iniziali consideravano "il figlio" un riflesso del Padre creatore, anche in riferimento ai versetti precedenti, corrispondenti al salmo 45,6 e riportati in ebrei 1:8

Testo greco Hebrews 1 (WH) / [NA27 variants]

Ebrei 1:8 πρὸς δὲ τὸν υἱόν Ὁ θρόνος σου ὁ θεὸς εἰς τὸν αἰῶνα τοῦ αἰῶνος, καὶ ἡ ῥάβδος τῆς εὐθύτητος ῥάβδος τῆς βασιλείας αὐτοῦ / σου

Ma al figlio ,il tuo trono Theòs nei secoli dei secoli, e la verga della giustizia è la verga del suo/tuo regno

Salmi 45,6 ὁ θρόνος σου, ὁ θεός, εἰς αἰῶνα αἰῶνος, ῥάβδος εὐθύτητος ἡ ῥάβδος τῆς βασιλείας σου.[LXX]

Il tuo trono, o Theòs, è nei secoli dei secoli, lo scettro della giustizia, lo scettro del tuo regno

O Theòs, il tuo trono è per i secoli dei secoli, lo scettro del tuo regno è scettro di giustizia. [Diodati];

............Thronus tuus Deus in saeculum saeculi, et virga aequitatis virga regni tui. [Vulgata]
............. il tuo trono Deus nei secoli dei secoli, e [la] verga [della] giustizia [è la] verga [del] tuo regno.

Questo stesso passo, nel testo Ebraico אֱ֭לֹהִים ('ĕ•lō•hîm)

E più avanti, dove dice: Dio il tuo Dio…

ὁ θεός, ὁ θεός σου LXX
ὁ θεός, ὁ θεός σου, Ebrei

mentre il testo Ebraico è:

אֱלֹהִ֣ים ('ĕ•lō•hîm) אֱ֭לֹהֶיךָ ('ĕ•lō•he•ḵā)

Il gioco di termini, in greco uguali, ma in ebraico Elohim è riferito anche a Mosè (Es. 7:1):

«Vedi, io ti ho stabilito come Dio [אֱלֹהִ֖ים ('ĕ•lō•hîm)] per il faraone e tuo fratello Aaronne sarà il tuo profeta. (NR)

Il testo greco dei LXX invece:

καὶ εἶπεν Κύριος πρὸς Μωυσῆν λέγων Ἰδοὺ δέδωκά σε θεὸν Φαραώ, καὶ Ἀαρὼν ὁ ἀδελφός σου ἔσται σου προφήτης (Es. 7:1)

ed usa Theòs

Questo è il commento di Rashi al 45:6
Il tuo trono, o giudice, il tuo trono, o principe e giudice, esisterà nei secoli dei secoli, come afferma la questione ( Esodo 7:1 ): "Io ti ho costituito giudice (נתתיך אלהים) del Faraone". E perché? Perché "uno scettro di equità è lo scettro del tuo regno", che i tuoi giudizi sono veri e sei idoneo a governare.
Come questi termini sono applicati sia a Mosè sia al re di Israele, non c’è da stupirsi che siano anche applicati al “Figlio”, perché il trono di Dio si manifesta nel mondo materiale ogni volta che egli costituisce un "giudice" in mezzo agli uomini. E sarà così nei secoli dei secoli, e con il figlio le promesse si sono adempiute, divenendo re del Regno divino.
Ma uno solo è sempre lo stesso. Questo non è un titolo.

Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e per sempre (Ebrei 13,8)
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Re: Riflessioni Bibliche

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animasalvata ha scritto: mercoledì 18 gennaio 2023, 1:19 Ma uno solo è sempre lo stesso. Questo non è un titolo.

Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e per sempre (Ebrei 13,8)
Quando rispondiamo in citazione, magari riportiamo solo la parte che interessa, altrimenti con due messaggi riempiamo la pagina. :-)

A me vanno bene le obiezioni perchè servono allo studio. Questi approfondimenti si stanno facendo per via del quesito posto da Gianni qualche pagina indietro, su Eb 1:8 e 1:10-12.
In Ebrei 1,12 viene detto che il figlio glorificato è sempre lo stesso. Io credo che non ci possono essere due esseri distinti di cui uno inferiore che sono sempre gli stessi, che hanno l'immutabilita. E nemmeno che un altro essere pari a lui può esistere. Se l'omileta dice di Yeshua glorificato che è sempre lo stesso allora vuol dire che il figlio glorificato è proprio quel Dio a cui il salmista del Tanakh e quello della LXX inconsapevolmente si erano rivolti. C'è uno svelamento di quel Dio a cui si rivolgono i salmisti. L'omileta di ebrei lo svela identificandolo nel figlio glorificato. Del resto in apocalisse è detto che "il suo nome è la parola di Dio". Il nome di uno è la sua essenza. L'essenza di Yeshua è la parola di Dio.
La spiegazione che tu dai, qui sopra e nei post precedenti, cozza con tutta la scrittura e semplicemente con la parte introduttiva che secondo me è un punto chiave:

1:1 Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. 3 Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. (NR)

1)Dio ha parlato per mezzo del figlio. Qui il figlio è l'uomo Yeshùa ed è un titolo che gli è stato "anticipato" al battesimo ed ha preso ufficialmente quella veste alla risurrezione (cft i passi citati in queste pagine).

2) Dio ha costituito erede il figlio, prima non lo era?

3) mediante il quale ha creato i mondi. Questa espressione va compresa in relazione agli altri passi. In che senso? Io ho commentato che sono due cose diverse. Il figlio è una figura, così come quella più estesa "figlio dell'uomo" che cavalca le nubi e che scende in Yeshùa, così come il logòs divino qui sottointeso al versetto 1.

4) Egli (il figlio) è lo splendore della gloria (del Padre). In Col 1, il termine "immagine" è riferito al riflesso come in uno specchio, ed in ogni caso vi è il fatto che il figlio, divenuto concretamente Yeshùa, poi si siede alla destra di sua Maestà. Ciò vuol dire che prima non era seduto qui ed il figlio non può essere identificato con Dio stesso.

Anche se hai riportato osservazioni interessanti, ed infatti nei salmi e nelle scritture antiche il riferimento è Elohim, Yhvh oppure O Theòs (su questo termine ci sarebbe da dire) nella traduzione greca, l'omileta, non svelerebbe nulla e nemmeno gli autori dei salmi del Tanakh e della LXX hanno scritto inconsapevolmente quelle espressioni. Perchè l'omileta non ha scritto qualcosa di ex novo, come fa in 1:1-3, ma nei passi successivi riprende pezzi delle scritture antiche? Evidentemente c'è un collegamento.

Il concetto di "figlio" riferito al principio, è probabilmente legato al significato che veniva dato in ambiente ellenistico. L'uno (Dio) è colui che crea e genera ed il figlio è l'atto creativo (il tre) attraverso il quale vengono create tutte le cose. Detto in altri termini, "l'uno è tutta la realtà" (Parmenide), "immutabile, ingenerato, finito, immortale, unico, omogeneo, immobile, eterno". Oppure:

"tutte le cose sono Uno e l'Uno tutte le cose" (Eraclito, Sulla natura, 10) in riferimento al Logòs.
«questo Cosmo è lo stesso per tutti... da sempre è, e sarà»

Ora, i termini greci ed anche i concetti, vengono adattati ad un contesto che non è la filosofia greca.
Qui non si parla di un "figlio" come essere, ma di una manifestazione divina, così come il logòs. Quindi, dire che il logòs è sceso in Yeshùa o "il figlio preesistente presso Dio" è sceso in Yershùa, sarebbe la stessa cosa. Ciò che cambia è la caratteristica dei due termini. Il figlio è una figura a cui vengono attribuite qualità e compiti (Dn 7:13,14 ed Enoch 69 e 70), mentre il logòs è semplicemente "il parlare". In Genesi Dio non si vede ma si ode (attraverso la scrittura), la sua voce: "E Dio disse".
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Gianni »

Con il commento di Animasalvata la questione dell’applicazione di Eb 1:10-12 a Yeshùa si sta complicando.

Commentando a mia volta rispondo prima a Maria Grazia che domanda se è possibile che lì in Eb 1:10 Dio stia parlando di sé. «D'altra parte» – lei argomenta - «è Dio che parla dai versetti 5-13 ed è Dio che proferisce quelle frasi riportate dallo scrittore e quindi è Dio che parla di sé al verso 10».

Alla domanda di Maria Grazia non è difficile rispondere: basta leggere il testo biblico e ragionare.
Riporto di seguito Eb 1:5-13 da NR, con la numerazione dei versetti:

5 Infatti, a quale degli angeli ha mai detto: «Tu sei mio Figlio, oggi io t'ho generato»? e anche: «Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figlio»? 6 Di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: «Tutti gli angeli di Dio lo adorino [nel greco: proskynesàtosan autò, “si inchinino a lui” (atto d’omaggio, non di adorazione)]!» 7 E mentre degli angeli dice: «Dei suoi angeli egli fa dei venti, e dei suoi ministri fiamme di fuoco», 8 parlando del Figlio dice: «Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo, e lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia. 9 Tu hai amato la giustizia e hai odiato l'iniquità; perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni». 10 E ancora: «Tu, Signore, nel principio hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani. 11 Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito, 12 e come un mantello li avvolgerai e saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso, e i tuoi anni non avranno mai fine». 13 E a quale degli angeli disse mai: «Siedi alla mia destra finché abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi»?

Ora ragioniamo. Il soggetto è Dio sin dall’inizio: “Dio, dopo aver parlato anticamente …” (Eb 1:1). Si noti poi il v. 2: “In questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio”. Dio parlò anticamente usando i profeti e negli ultimi tempi ha di nuovo parlato, questa volta usando il figlio. Lo scrittore passa quindi all’esaltazione del figlio, concludendo al v. 3 che “si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi”.
Già basterebbe questo fatto per dire a quale altissima posizione è stato elevano Yeshùa.

Facciamo una prima valutazione. Essere seduti alla destra della Maestà significa, nel linguaggio biblico, essere nella più alta posizione possibile. Dopo Dio, ovviamente. Alla destra di Dio, non nel suo stesso posto. Ciò è avvenuto per volere di Dio stesso, come mostra il v. 4: “Così è diventato di tanto superiore agli angeli, di quanto il nome che ha ereditato è più eccellente del loro”.

Punto della situazione fin qui: Dio ha esaltato Yeshùa al di sopra degli angeli e lo ha fatto sedere nientemeno che alla sua destra. Per cui: 1) Yeshùa era inferiore agli angeli; 2) È Dio che lo ha elevato al posto più alto dopo sé stesso; 3) Yeshùa, anche nella nuova condizione, rimane ovviamente inferiore a Dio.

Ed eccoci alla domanda di Maria Grazia. Lo scrittore, dopo aver mostrato quanto Yeshùa sia stato elevato, ne dà la dimostrazione: “Infatti [greco gar, dimostrativo], a quale degli angeli ha mai detto …” (v. 5). Chi parla dicendo è Dio. E a chi parla? Non ha parlato agli angeli, ma al figlio, dicendogli: “Tu sei mio Figlio”, “e anche: «Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figlio»”. Queste parole erano state dette da Dio a Davide riferendosi a suo figlio Salomone (cfr. 2Sam 7:14). In conclusione, è Dio che parla al figlio. E, di nuovo, rileviamo che Dio è e rimane superiore. Ovviamente a Davide e, pure ovviamente, al discendente di Davide, Yeshùa.

Il v. 8 è ben tradotto da TNM: “Ma riguardo al Figlio dice: «Dio è il tuo trono per i secoli dei secoli»”. Il successivo v. 9 conferma la superiorità di Dio: “Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni”. Dio era, rimane e sarà sempre il Dio di Yeshùa.

Il vero problema interpretativo riguarda Eb 1:10-12. Qui lo scrittore cita Sl 102:25-27, in cui il salmista si rivolse a Dio dicendogli quelle stesse parole. Abbiamo quindi all’origine un salmista che parla a Dio, mentre in Eb è Dio che “parlando del Figlio dice” (v. 8). Al v. 13 è detto: “E a quale degli angeli disse mai …”. Il che conferma che siamo in un contesto in cui Dio parla del figlio.

Trizzi74 riporta l’interpretazione di Andrews Norton, che a mio modesto avviso si avvicina alquanto alla soluzione della questione.

Animasalvata domanda: “A quale creatura Dio può mai dire: tu rimani sempre lo stesso?” (v. 12b). Io rispondo: alla creatura a cui lo dice. Al v. 13 l’agiografo domanda a quale degli angeli lo disse mai. Gli angeli sono creature; Dio – è sottinteso – avrebbe anche potuto dirlo a uno di loro, ma non lo fece.

Animasalvata sbaglia quando scrive: “Anche nella versione del Tanakh e della LXX Dio parla tra se e se perché i salmisti parlano sotto l'ispirazione dello Spirito Santo. È lo Spirito di Dio che parla tramite i salmisti. L' omileta di Ebrei lo scrive chiaramente che qui sta parlando Dio”. Animasalvata sbaglia perchè nel testo di Sl 102:25-27 è il salmista a parlare, non Dio. Dire che è lo spirito santo a parlare perché il salmista era ispirato è una conclusione errata. Anche il salmista di Sl 10:4 era ispirato e qui egli dice che il malvagio pensa: “Non c'è Dio!”. È forse Dio che lo dice perché il salmista era ispirato? Sarebbe un assurdo.

Animasalvata sostiene che Dio crea sempre, anche in questo momento. Dice una cosa giusta, ma che andrebbe spiegata a fondo e che richiede una certa intelligenza per essere compresa, perché ha a che fare con il tempo, che in genere nessuno sa davvero cosa sia. Per chi ama andare a molto a fondo, si prenda Es 19:1: “Il terzo mese da che i figli d’Israele erano usciti dal paese d’Egitto, lo stesso giorno, giunsero nel deserto del Sinai”; questa è la traduzione addomesticata di TNM. La Bibbia dice invece: “Nel terzo mese dall’uscita dei figli di Israele dalla terra d’Egitto, in questo giorno arrivarono al deserto del Sinày”. Questo passo fece scervellare gli antichi rabbini. Non si doveva forse dire “in quel giorno”? Quell’evento accadde nel tempo di Dio e nella temporalità umana. Per l’uomo avvenne in quella data. Per Dio accade sempre: il suo popolo esce oggi, “in questo giorno”, dall’Egitto e oggi riceve la sua Toràh.
Questa argomentazione non risolve comunque la questione di Eb 1:10-12, non vi ha anzi nulla a che fare.
chelaveritàtrionfi
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Caro Gianni, Ebrei 1:10-12 è il proseguo di Eb 1:8 sul tema della supremazia del figlio rispetto agli angeli. Ora, non so se il riferimento alla LXX rispetto al testo ebraico originale cambi qualcosa, o se è solo una questione di equivalenza tra i passi, a parte l’espressione “come una veste” (in Eb 1:12), aggiunta dall’omielita. A parte questo, il riferimento alle scritture precedenti, rispecchiano quella che era “la promessa messianica” e che il Signore sarebbe “apparso per riedificare Sion”. In Yeshùa, viene visto colui che compie le promesse di Dio e l’omielita, applicando questi versi al Figlio, fa si che il popolo potesse riconoscere che egli sta dicendo la verità.

Non so se possa c'entrare qualcosa il parallelismo con Ciro, l'eletto (Mashiac) che Dio sceglie per portare a termine la sua missione di liberazione di Giuda e la riedificazione di Sion. Dio aveva parlato per mezzo del profeta e vedendo Ciro avanzare e conquistare, il popolo avrebbe capito che tutte le cose annunciate erano vere e che quel Dio era lui:

«Voi mi siete testimoni», dice il SIGNORE, “e il mio servo che ho scelto, affinché tu possa considerarmi e credermi e comprendi che io sono Lui . IS 43:10 BSB

Anche in Ebrei l'omielita fa riferimento ai passi antichi, affinchè il popolo possa comprendere che si sta parlando dello stesso Dio che adempie le promesse attraverso il figlio. E' l'omielita a scrivere di Dio che si rivolge al figlio dicendo...

Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Gianni grazie , ancora ti chiedo , Ebrei 1: 10-12 tutti possono cambiare ,cieli , terra ,ma Dio dice al Figlio , tu sei lo stesso e i tuoi anni non finiranno mai . Gianni Dio conferisce al Figlio l'Immutabilita ? Un'ulteriore ricompensa insieme a tutte le altre ?
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