Ciao AgnosticoCerto mi sono reso conto che uno studioso ha una visione meno condizionata di un credente.. Ma rimane sempre il fatto che io non sono in grado di sapere chi sbaglia o meno..
Sono d'accordo.
Ma benchè non condizionato, questo certo non fa si, che giunga di conseguenza a comprendere il senso pieno della rivelazione della scrittura; poichè essa non è un romanzo..
Ma credo che, oltre ad avere la stessa attitudine dei bereani..,devo seguire il consiglio di Paolo, che ci scrive di conoscere Cristo" e a cercarlo quindi, benchè l'aveva incontrato"; Cristo il Figlio, L'Amato Salvatore:
Filippesi 3, 4 sebbene io possa vantarmi anche nella carne. Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui: 5 circonciso l'ottavo giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; 6 quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della legge.
7 Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. 8 Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo....
10 E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte.
Parola di Dio
Come anche Cristo ha detto :Venite a me voi Tutti...
Resta comunque che, per quanto studiosi possiamo essere , il solo studio ,senza relazione-Comunione, col Padre e col Figlio, rimarrebbe fine a se stesso, senza rivelazione.
Ecco mia opinione.
Ciao