Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiviso

Lella
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Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 17:56

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Lella »

Ve l'avevo detto io,... che non si arrivava da nessuna parte con l'ermeneutica,...se non ha comprovare il proprio credo,...con le proprie regole.

A quanto pare,...non si vuole neanche cercare un metodo da poter condividere,...perchè come è giusto che sia,...ognuno porta l'acqua al suo mulino,...cioè a quello che ha imparato e che crede sia giusto per lui.

Ecco perchè io ho imparato a cantarmela e a suonarmela da sola,...e poi attraverso il Forum controllare i miei pensieri con gli altri Forumisti se ho centrato il pensiero o meno.

Fin'ora i miei pensieri,...in alcuni punti si incontrano con quelli di Vittorio,...e alcuni con quelli di Gianni,...tirando le somme,...dopo cinquanta pagine,...mi ritrovo al punto di partenza.

Cioè,...con i miei dubbi,...le mie incertezze,...e con poca speranza di comprendere più di quanto già non sapevo in precedenza.

Che volete fare,...volete andare avanti all'infinito,...o cambiare tema? Lella
noiman
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da noiman »

Il signor Mai e il signor Sempre erano grandi amici, ma erano anche molto diversi tra loro.
Se camminavamo per la strada il signor Mai non scendeva mai dal marciapiede, sarebbe stato pericoloso. Non correva mai davanti all’amico sarebbe stato scortese.
Il signor Sempre invece era sempre sul ciglio della strada, anche se era pericoloso. Saltava nelle pozzanghere e si bagnava scarpe e calzini, perché era divertente e naturalmente correva sempre davanti al signor Mai, non gli importava niente.
Quelle rare volte che si mettevano a discutere per qualche , il signor Mai non voleva mai avere torto e il signor Sempre voleva sempre avere ragione.
Il signor Mai e il signor Sempre erano vicini di casa. Il signor Mai non vedeva mai nessuno, era un tipo solitario. Il signor Sempre aveva sempre gente in casa che andava e veniva. Il signor Sempre non si lavava sempre, diceva che faceva male alla pelle e quando se ne andava a spasso aveva sempre i capelli spettinati e la giacca macchiata, i pantaloni sgualciti …. Insomma un disastro.
Il signor Mai non era mai fuori posto: capelli pettinati, giacca impeccabile, pantaloni freschi di lavanderia . Prendevano lo stesso autobus ogni mattina alla stessa fermata, alla stessa ora. Il signor Mai non era mai in ritardo. Il signor Sempre era sempre in ritardo. Tutto andava a meraviglia tra i due amici finché un bel giorno, o forse brutto, decidete voi , i due attaccarono a litigare:”Oggi è una giornata meravigliosa e il cielo è blu!” disse il signor Sempre. “Eh no, caro amico, il cielo non è blu, semmai è azzurrognolo e lassù ci sono delle nuvole !” “Guarda bene “ gli rispose il signor Mai un po’ irritato. “blu”. “Ho detto azzurrognolo!”. “Blu, Blu, Blu, Blu!”ribatté il signor Sempre divertito.
La discussione andò avanti per ore, giorni, settimane, mesi, tanto che i due non si ricordavano più per quale motivo avevano iniziato a questionare. Ormai bisticciavano su tutto! Le cose andavano sempre peggio e non erano mai andate così male. Che fine stava facendo la loro amicizia? Bisognava salvare il salvabile, finché si era in tempo. Ci ragionarono parecchi giorni, finché non giunsero alla conclusione che le cose non potevano essere sempre come le volevano loro, perché non si può mai sapere .E in mezzo al sempre e al mai c’era qualcosa come un forse o un ma che valeva la pena tenere in considerazione. Fu così che il signor Mai e il signor Sempre, i nome della loro amicizia, si scambiarono due vocali. MAI divenne MEI e SEMPRE divenne SEMPRA. Felici si recarono all’anagrafe per registrare i nuovi cognomi : il signor Giuseppe MEI e il signor Francesco SEMPRA.
Finalmente si sentivano bene. Quello stesso giorno il sig. Mei saltò in una pozzanghera e non si lavò fino a sera. Alla fine puzzava come un caprone, ma era contento. Il signor Sempre, invece, si fece un lungo bagno caldo e profumato. “Che meraviglia!” disse-“ Perché non lo fatto prima?”
Di Cosetta Zanotti
Un saluto
Noiman
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Antonio, la differenza fra quello in cui credo io e quello in cui credi tu è racchiusa in un’espressione del governatore romano Festo nel riportare le accuse mosse contro Paolo:
 
“avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo. (At 25,19)
 
Il governatore Festo non era credente, ma aveva capito la questione fondamentale, si tratta di una questione anagrafica: Paolo dice che Gesù è vivo. Festo ha capito benissimo che Paolo non sostiene una vita solo spirituale di Gesù, ma una vita fisica, corporale. Nel cristianesimo non ci sono quindi filosofie da imparare, o dottrine religiose insegnate da sacerdoti, nel cristianesimo c’è solo una Persona viva da incontrare. Bisogna credere che Gesù sia vivo.
I filosofi fanno lunghe speculazioni sui simboli, sul loro significato, sulla vita spirituale e non corporale del Risorto. Il cristianesimo nella sua essenza non c’entra proprio nulla con i simboli, con le filosofie, con le spiritualizzazioni della vita risorta di Gesù. Le cose sono molto semplici, per questo le persone semplici arrivano a capire prima dei dotti, dei sapienti.
 
”Prendete, questo è il mio corpo”  (Mc 14,22)
 
Si tratta del vero corpo di Gesù non di un simbolo, altrimenti quelle parole non avrebbero senso, sarebbero le parole di un fantasma, di un morto, non di un uomo vivo. Solo così acquistano senso anche le parole dette da Gesù prima della sua morte che tu hai citato:
 
”Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (Gv 6,56)
 
Attraverso il mangiare la carne e il bere il sangue di Gesù si entra quindi nel suo Corpo, chiunque ne mangia entra in Comunione corporale con Lui, risponde alla sua chiamata, diventa Chiesa.
 
Chiunque va da Gesù e crede in Lui ne mangia il corpo ed il sangue:
 
”Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! ” (Gv 6,35)
 
Non è possibile prendere il Pane spezzato e non seguire Gesù, le due cose non possono essere separate. Se si prende il Pane e non si segue Gesù si riceve la propria condanna:
 
”Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna”  (1Cor 11,28-29).
 
Attraverso l’unione corporale con Gesù attraverso il Pane spezzato, ne condividiamo il sacrificio.
Il sacrifico di Gesù è avvenuto una volta sola per tutte, non si può ripetere, nell’Eucaristia non c’è una ripetizione, ma una attualizzazione, un rendere di nuovo presente qui ed ora quel sacrificio compiuto da Gesù una sola volta. Questo significa “memoriale”, non si tratta di un ricordo di un avvenimento passato, ma un rendere di nuovo presente quell’avvenimento.  E’ un po’ come se gli avvenimenti accaduti duemila anni fa compissero un salto nel tempo e diventassero presenti qui ed ora ogni volta che si celebra un’eucaristia.
Entrando in comunione con il Corpo ed il sangue di Cristo, diventiamo una cosa sola con Lui:
 
”il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane”  (1Cor 10,16-17).
 
La Chiesa è questo corpo di cui parla Paolo, un corpo unificato dal Pane spezzato, per questo motivo, contrariamente a quanto hai detto, se non vogliamo tradire Gesù, dobbiamo entrare nella Chiesa.
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Israel75
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Israel75 »

Entrare in una chiesa non significa conoscere Gesù. Gesù lo conosci seguendo il suo insegnamento secondo gli stessi vangeli. Almeno è quello il messaggio che passa.
Suo e del Padre che lo ha mandato come dicono proprio i vangeli. (Gv 5:36).

Inoltre prenderla come pretesto per un metodo condiviso è assurdo. Mi spieghi che c'è di condiviso in una pratica del tutto discutibile e innegabilmente semi-pagana che altre chiese per ex. evangeliche non praticano? Ti rendi conto che il vostro è razzismo mascherato di buoni sentimenti?
(...una cosa del tipo i più bravi siamo noi.... :-( :-( :-( )

L'abito non fà il monaco, sicuramente non fà la condivisione di un metodo che è appunto fazioso perchè ispirato solo da una parte. DAi almeno un pò di onestà intellettuale.

CRIBBIO! :P :P :P
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
chelaveritàtrionfi
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Io ci rinuncio, getto la spugna. Per definire un metodo di interpretazione si parte già dall'interpretazione.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Israel, ogni metodo di lettura biblica, condiviso o non condiviso, ha dei presupposti che bisogna accettare. Il metodo scientifico presuppone che Dio non esista, almeno finché non se ne provi l'esistenza. Chi applica il metodo scientifico deve perciò mettere da parte la sua fede, ed aderire ad un'altra fede, quella nella scienza, che non ha ancora scoperto Dio, quindi non ne tiene conto nel suo metodo di indagine.
Il mio metodo, come ho detto all'inizio della mia esposizione, presuppone la fede nel Risorto corporalmente vivo. Certamente non basta entrare in una chiesa per conoscere Gesù, bisogna innanzitutto credere in Lui, credere che sia vivo, poi viene tutto il resto. La fede viene prima di ogni cosa, poi si approfondisce la conoscenza.
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

chelaveritàtrionfi ha scritto:Io ci rinuncio, getto la spugna. Per definire un metodo di interpretazione si parte già dall'interpretazione.
Non si parte dall'interpretazione, ma da un presupposto di fede: credere che Gesù sia vivo. Anche nel metodo scientifico si parte da diversi presupposti, uno dei quali è credere che Gesù sia morto, perché finora la scienza non ha mai registrato la risurrezione di un morto.
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Enigma
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Enigma »

Vittorio dice: Le cose sono molto semplici, per questo le persone semplici arrivano a capire prima dei dotti, dei sapienti.
”Prendete, questo è il mio corpo” (Mc 14,22)

Si tratta del vero corpo di Gesù non di un simbolo, altrimenti quelle parole non avrebbero senso, sarebbero le parole di un fantasma, di un morto, non di un uomo vivo. Solo così acquistano senso anche le parole dette da Gesù prima della sua morte che tu hai citato:

”Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (Gv 6,56)
Vittorio, ancora con queste interpretazioni da medioevo? Yeshùa era ebreo e come tutti gli ebrei non usava un linguaggio astratto, ma concreto. Quindi, non avrebbe mai potuto dire come noi, per esempio: Questo rappresenta il mio corpo. E non solo in questa, ma anche in altre occasioni Yeshùa parlò così. Ti porto alcuni esempi.

"Io sono la vite" (Gv 15:5)
"Io sono la porta"(Gv 10:9)
"Io sono la luce" (Gv 8:12)
"Io sono il pane" (Gv 6:35).

Stando alla tua interpretazione, dobbiamo concludere che Yeshùa è veramente una vite, una porta, una luce, un pane? Ridicolo, vero? Non sarà che questa tua difficoltà comprendere dipenda dalla fatto che, come giustamente dici, quando si fa parte della categoria dei dotti e dei sapienti non si riesce a capire le cose semplici. :d

Ancora, voglio portare alla tua attenzione che non è per mezzo di una semplice ostia che Yeshùa dimorare nel credente, ma osservando la parola di Dio gli permettiamo di dimorare in noi:
"Gesù gli rispose: Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui" (Gv 14:23).

E poi, se per mezzo di un'ostia Yeshùa di dimorare nel credente, per mezzo di cosa permettiamo anche al Padre di dimorare in noi? Vedi come diventa tutto ridicolo quando ci accostiamo alla Bibbia usando la nostra mentalità e non quella biblica? :-)
chelaveritàtrionfi
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Gesù è risorto ci credo. Per fede credo che nelle scritture posso ci sia scritto ciò che mi serve e che devo mettere in pratica.
Siccome credo che Dio non ha tenuto all'oscuro i popoli non ebrei, in un qualche modo ha fatto si che gli stranieri potessero leggere e comprendere almeno le cose fondamentali... ma ha donato ad alcuni la capacità di andare oltre ed indagare in maniera approfondita. Pochi che possono aiutare molti.
Detto questo abbiamo un testo che aspetta di essere letto ed interpretato,ma ancor prima di leggerlo che metodo di interpretazione utilizziamo?
Ti rendi conto che per trovare un metodo sei già partito interpretando?
No, non te ne sei reso conto.
Quindi con tutte le constatazioni e le contestazioni ripeti sempre le stesse cose.
Getto quindi la spugna. Non sono nessuno per farti cambiare idea .... ma se quello è il tuo metodo seguilo.
Chi ha conoscenza vera ci metterebbe 2 secondi a metterti in difficoltà su qualunque versetto e dimostrarti che il tuo non è un metodo ma interpretazione. Ma a cosa servirebbe? A nulla. Con un mio amico prete alla fine siamo finiti per parlare di calcio. Le premesse sono sempre le stesse, massima chiusura su una religione. :-( :-( :-( :-( :-(
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Le cose sono molto più semplici, Lucia, per capire la Bibbia nel suo significato profondo occorre:
1) credere che Gesù sia corporalmente vivo;
2) incontrarlo corporalmente nell'Eucaristia.

Facendo queste due semplici cose si riconosce il Risorto, incontrandolo personalmente anche in altri luoghi: negli oppressi, nei malati, nei poveri, nei carcerati, in tutte le persone bisognose. Dopo che lo si è riconosciuto in tutti i luoghi in cui Egli si manifesta, tutto il senso profondo delle Scritture diventa finalmente chiaro, e finalmente la propria vita cambia, entrando in una gioia profonda.
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