Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiviso
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Io penso che una ermeneutica del tipo letterale storica grammaticale non tiene conto di principi fondamentali quali la conoscenza del pensiero dell'agiografo, del suo modo di scrivere, del gergo usato in quel periodo storico e soprattutto in quel contesto culturale.
Le lingue hanno espressioni e modi di dire che tradotti letteralmente in un'altra lingua cambiano completamente il senso del messaggio. Ecco perchè è necessario avvicinarsi con questo metodo di approccio ermeneutico insieme alla conoscenza di quelli che sono gli ebraismi della lingua.
In conclusione, secondo me, un approccio ermeneutico di questo genere usato da un lettore odierno rischia senz'altro uno storpiamento del messaggio biblico
Le lingue hanno espressioni e modi di dire che tradotti letteralmente in un'altra lingua cambiano completamente il senso del messaggio. Ecco perchè è necessario avvicinarsi con questo metodo di approccio ermeneutico insieme alla conoscenza di quelli che sono gli ebraismi della lingua.
In conclusione, secondo me, un approccio ermeneutico di questo genere usato da un lettore odierno rischia senz'altro uno storpiamento del messaggio biblico
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Credo che prima di commentare i vari metodi di lettura del testo biblico, occorra precisare quale sia lo scopo per cui noi leggiamo la Bibbia. Se la leggiamo per effettuare un'analisi scientifica del testo, non possiamo dire quale sia la Parola di Dio contenuta in esso, perché la scienza esclude Dio dal suo orizzonte. Di conseguenza, ogni volta che si incontra nel testo biblico un cosiddetto miracolo, ovvero un evento scientificamente inspiegabile, il lettore lo attribuirà sempre alla fantasia dello scrittore, o ad un evento che l'autore non riusciva a quei tempi a spiegare, e che le moderne conoscenza scientifiche spiegherebbero come allucinazioni o altro. Ad esempio, il miracolo dell'acqua tramutata in vino da Gesù verrà interpretato non letteralmente, ma come l'attribuzione di un gesto prodigioso fatta da parte di un discepolo che intendeva esaltare il suo maestro.
Ad ogni testo, in definitiva, noi ci accostiamo attraverso una pre-comprensione, che inevitabilmente guida l'ermeneutica.
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- Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Caro Akragas, sono d’accordo con te: un approccio ermeneutico di questo genere (quello della scuola letterale) usato da un lettore odierno rischia senz'altro uno storpiamento del messaggio biblico.
Caro Vittorio, tu sposti attenzione su altro, riferendoti a un'analisi scientifica del testo biblico. Hai indubbiamente ragione nel dire che la scienza esclude Dio dal suo orizzonte, anche se ciò non è così per tutti gli scienziati. Comunque, ciò nulla c’entra con l’ermeneutica.
L’ermeneutica ha lo scopo di guidarci della giusta comprensione del testo. Ciò può essere fatto sia da chi crede che da chi non crede.
Dal punto di vista puramente interpretativo, ha più ragione un miscredente che capisce correttamente un passo biblico che un credente che lo capisce male.
Ciò che tu scrivi, e cioè che “ad ogni testo, in definitiva, noi ci accostiamo attraverso una pre-comprensione, che inevitabilmente guida l'ermeneutica”, va chiarito bene. L’ermeneutica, infatti, non può nascere a priori ma solo dopo l’esame del testo. Se parli di pre-comprensione per trarne l’ermeneutica, va bene. Ma se parli di pre-comprensione sulla base di una teologia religiosa, questo è proprio il primo errore da evitare. Ma avremo modo di parlarne.
Intanto attendo altre opinioni sulla scuola ermeneutica letterale. Poi tireremo le conclusioni su questa scuola e passeremo a vagliarne un’altra.
Caro Vittorio, tu sposti attenzione su altro, riferendoti a un'analisi scientifica del testo biblico. Hai indubbiamente ragione nel dire che la scienza esclude Dio dal suo orizzonte, anche se ciò non è così per tutti gli scienziati. Comunque, ciò nulla c’entra con l’ermeneutica.
L’ermeneutica ha lo scopo di guidarci della giusta comprensione del testo. Ciò può essere fatto sia da chi crede che da chi non crede.
Dal punto di vista puramente interpretativo, ha più ragione un miscredente che capisce correttamente un passo biblico che un credente che lo capisce male.
Ciò che tu scrivi, e cioè che “ad ogni testo, in definitiva, noi ci accostiamo attraverso una pre-comprensione, che inevitabilmente guida l'ermeneutica”, va chiarito bene. L’ermeneutica, infatti, non può nascere a priori ma solo dopo l’esame del testo. Se parli di pre-comprensione per trarne l’ermeneutica, va bene. Ma se parli di pre-comprensione sulla base di una teologia religiosa, questo è proprio il primo errore da evitare. Ma avremo modo di parlarne.
Intanto attendo altre opinioni sulla scuola ermeneutica letterale. Poi tireremo le conclusioni su questa scuola e passeremo a vagliarne un’altra.
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Caro Gianni, è inevitabile la pre-comprensione nella lettura di un testo, essa è semplicemente una scelta, una decisione indimostrabile, un postulato.
Un medico credente leggendo le guarigioni operate da Gesù, nello scrivere una relazione medica su quelle descrizioni dirà che si tratta di suggestioni psicologiche, oppure guarigioni spontanee documentate nella letteratura medica, o semplici invenzioni dell'autore del testo. Se lo stesso medico legge i Vangeli con la sua fede, con lo scopo di capire il messaggio di Gesù attraverso i segni delle guarigioni, dirà che quelli sono interventi di Dio.
Come vedi lo stesso lettore può dare due letture molto differenti a seconda della sua pre-comprensione. Non è proprio possibile accostarsi ad un testo senza una pre-comprensione. Il testo non parla da solo, non può dimostrare se una guarigione sia opera spontanea o di Dio. Ogni lettura è inevitabilmente legata ad una decisione di fede.
Un medico credente leggendo le guarigioni operate da Gesù, nello scrivere una relazione medica su quelle descrizioni dirà che si tratta di suggestioni psicologiche, oppure guarigioni spontanee documentate nella letteratura medica, o semplici invenzioni dell'autore del testo. Se lo stesso medico legge i Vangeli con la sua fede, con lo scopo di capire il messaggio di Gesù attraverso i segni delle guarigioni, dirà che quelli sono interventi di Dio.
Come vedi lo stesso lettore può dare due letture molto differenti a seconda della sua pre-comprensione. Non è proprio possibile accostarsi ad un testo senza una pre-comprensione. Il testo non parla da solo, non può dimostrare se una guarigione sia opera spontanea o di Dio. Ogni lettura è inevitabilmente legata ad una decisione di fede.
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Caro Vittorio, non caspisco perchè vuoi demolire l'ermeneutica ancor prima di affronatarla.
Circa le guarigioni l'ermeneutica ci deve aiutare a stabilire se l'evangelista le intedeva letterali oppure se le ha invenate per qualche motivo. Una volta stabilito ciò, ciascuno darà la sua spiegazione, che nulla c'entra con il risultato cui ci ha portato l'emeneutica.
Questa volta io intendo rimanere in tema e affrontarlo. Quindi attendo altre opinioni sulla scuola ermeneutica letterale. Poi tireremo le conclusioni su questa scuola e passeremo a vagliarne un’altra. Grazie.
Circa le guarigioni l'ermeneutica ci deve aiutare a stabilire se l'evangelista le intedeva letterali oppure se le ha invenate per qualche motivo. Una volta stabilito ciò, ciascuno darà la sua spiegazione, che nulla c'entra con il risultato cui ci ha portato l'emeneutica.
Questa volta io intendo rimanere in tema e affrontarlo. Quindi attendo altre opinioni sulla scuola ermeneutica letterale. Poi tireremo le conclusioni su questa scuola e passeremo a vagliarne un’altra. Grazie.
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Caro Gianni, tu dici che la scuola letterale sostiene che:
"L’approccio al testo sacro è fatto sostenendo che esso vada considerato nel suo senso chiaro e comprensibile ogni volta che il testo stesso non dia indicazioni chiare che si tratti di linguaggio simbolico".
Ma questa scuola parte già da una pre-comprensione, da un postulato, che è appunto quello da te enunciato. Il metodo proposto da quella scuola parte da un dato indimostrabile, da una lettura che cerca di verificare nel testo quel postulato. In definitiva parte da un dato di fede. Ogni ermeneutica parte da un dato di fede.
Stabilire se un autore intendeva in senso letterale o non letterale una sua descrizione, ammesso sia possibile con qualsiasi metodo ermeneutico, non consente ancora di arrivare alla Parola di Dio.
"L’approccio al testo sacro è fatto sostenendo che esso vada considerato nel suo senso chiaro e comprensibile ogni volta che il testo stesso non dia indicazioni chiare che si tratti di linguaggio simbolico".
Ma questa scuola parte già da una pre-comprensione, da un postulato, che è appunto quello da te enunciato. Il metodo proposto da quella scuola parte da un dato indimostrabile, da una lettura che cerca di verificare nel testo quel postulato. In definitiva parte da un dato di fede. Ogni ermeneutica parte da un dato di fede.
Stabilire se un autore intendeva in senso letterale o non letterale una sua descrizione, ammesso sia possibile con qualsiasi metodo ermeneutico, non consente ancora di arrivare alla Parola di Dio.
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Caro Vittorio, tu hai messo in risalto un difetto della scuola ermeneutica letterale, che è quello di tentare di costruire l’ermeneutica biblica come scienza a sé stante ovvero di voler stabilire le sue regole a priori.
La corretta ermeneutica deve essere invece tratta dal testo biblico stesso. È esaminando la Bibbia stessa che se ne ricavano le regole d’interpretazione.
Dalla scuola letterale, storica e grammaticale possiamo imparare solo una cosa: che un testo biblico va preso letteralmente se esso stesso non ci dà indizi che è allegorico.
Vediamo ora la SCUOLA ALLEGORICA, SIMBOLICA.
Questa scuola di pensiero appartiene all’idealismo. Essa cerca nel testo biblico un significato simbolico più profondo, scavando sotto la superficie della narrazione per scoprirvi un significato spiritualizzato che sarebbe quello vero. Quando nei primi secoli dominava la filosofia platonica, due cosiddetti padri della chiesa, Origène e Clemente Alessandrino, si distinsero asserendo che la Bibbia andava intesa non in modo letterale ma simbolico. Per fare un esempio, quando in Gn 14:18 è detto che “Melchisedec, re di Salem, fece portare del pane e del vino” ad Abraamo, questa scuola vi vide una prefigurazione dell’eucaristia. Questo metodo interpretativo, però, fu respinto dai protestanti della Riforma del 16° secolo; Martin Lutero lo definì un flagello; Calvino lo considerò satanico. Che dire? L’applicazione sistematica di questo metodo pare davvero fuori luogo. Applicato all’Apocalisse, però, il metodo va adottato.
Che ne pensate di questa scuola?
La corretta ermeneutica deve essere invece tratta dal testo biblico stesso. È esaminando la Bibbia stessa che se ne ricavano le regole d’interpretazione.
Dalla scuola letterale, storica e grammaticale possiamo imparare solo una cosa: che un testo biblico va preso letteralmente se esso stesso non ci dà indizi che è allegorico.
Vediamo ora la SCUOLA ALLEGORICA, SIMBOLICA.
Questa scuola di pensiero appartiene all’idealismo. Essa cerca nel testo biblico un significato simbolico più profondo, scavando sotto la superficie della narrazione per scoprirvi un significato spiritualizzato che sarebbe quello vero. Quando nei primi secoli dominava la filosofia platonica, due cosiddetti padri della chiesa, Origène e Clemente Alessandrino, si distinsero asserendo che la Bibbia andava intesa non in modo letterale ma simbolico. Per fare un esempio, quando in Gn 14:18 è detto che “Melchisedec, re di Salem, fece portare del pane e del vino” ad Abraamo, questa scuola vi vide una prefigurazione dell’eucaristia. Questo metodo interpretativo, però, fu respinto dai protestanti della Riforma del 16° secolo; Martin Lutero lo definì un flagello; Calvino lo considerò satanico. Che dire? L’applicazione sistematica di questo metodo pare davvero fuori luogo. Applicato all’Apocalisse, però, il metodo va adottato.
Che ne pensate di questa scuola?
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Gianni, mi pare ci sia una contraddizione nel tuo discorso, infatti prima dici che la scuola letterale ha il difetto di voler stabilire le sue regole a priori, poi accetti queste regole stabilite a priori affermando che da essa possiamo imparare che un testo biblico va preso letteralmente se esso stesso non ci dà indizi che è allegorico.
La tua contraddizione è a sua volta amplificata dallo stabilire tu stesso un'altra regola a priori, ovvero:
"La corretta ermeneutica deve essere invece tratta dal testo biblico stesso. È esaminando la Bibbia stessa che se ne ricavano le regole d’interpretazione".
La tua contraddizione è a sua volta amplificata dallo stabilire tu stesso un'altra regola a priori, ovvero:
"La corretta ermeneutica deve essere invece tratta dal testo biblico stesso. È esaminando la Bibbia stessa che se ne ricavano le regole d’interpretazione".
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Vittorio, non so se tu debba contestare a tutti costi oppure se non riesci a seguire ciò che scrivo.
Proviamo a partire dall’inizio. L’ermeneutica è il sistema che cerca di dare un significato a tutto ciò che è di difficile comprensione. Si applica a qualsiasi testo letterario. Quando, ad esempio, Dante scrive che il veltro “non ciberà terra né peltro” “e sua nazion sarà tra feltro e feltro”, che mai indica il feltro? Se ne occupa l’ermeneutica dantesca. E questa non nasce affatto a priori, prima della Divina Commedia, ma solo dopo averla studiata a fondo.
Quando si cerca di capire ciò che è di difficile comprensione nella Bibbia si parla di ermeneutica biblica. Spero che ora sia più chiaro.
Quando dico che la scuola letterale ha il difetto di voler stabilire le sue regole a priori e poi dico che da essa possiamo imparare che un testo biblico va preso letteralmente se esso stesso non ci dà indizi che è allegorico, non è affatto una contraddizione.
Io posso infatti dire – e lo dico davvero – che il cattolicesimo è una deviazione dalla sana dottrina biblica ma che da esso possiamo imparare la liturgia delle ore. E non mi contraddico.
Ora possiamo tornare in tema?
Proviamo a partire dall’inizio. L’ermeneutica è il sistema che cerca di dare un significato a tutto ciò che è di difficile comprensione. Si applica a qualsiasi testo letterario. Quando, ad esempio, Dante scrive che il veltro “non ciberà terra né peltro” “e sua nazion sarà tra feltro e feltro”, che mai indica il feltro? Se ne occupa l’ermeneutica dantesca. E questa non nasce affatto a priori, prima della Divina Commedia, ma solo dopo averla studiata a fondo.
Quando si cerca di capire ciò che è di difficile comprensione nella Bibbia si parla di ermeneutica biblica. Spero che ora sia più chiaro.
Quando dico che la scuola letterale ha il difetto di voler stabilire le sue regole a priori e poi dico che da essa possiamo imparare che un testo biblico va preso letteralmente se esso stesso non ci dà indizi che è allegorico, non è affatto una contraddizione.
Io posso infatti dire – e lo dico davvero – che il cattolicesimo è una deviazione dalla sana dottrina biblica ma che da esso possiamo imparare la liturgia delle ore. E non mi contraddico.
Ora possiamo tornare in tema?
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Vittorio contesta e basta , non gli interessa la ricerca della verità , è la mia conclusione logica , per il momento. 

Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».