Ho notato che hai l'abitudine di trasformare ciò che leggi. Quando leggiamo che Iairo e altri lo pregava, il verbo che troviamo per pregava è παρακαλέω che indica un invito, un'esortazione. Come troviamo, per esempio in 1 Timoteo 5:1 "Non riprendere con asprezza l'uomo anziano, ma esortalo (παρακάλει) come si esorta un padre".
Mentre, per la preghiera vera e propria troviamo il sostantivo προσευχή come, per esempio, di Yeshùa che pregava Dio: In quei giorni egli andò sul monte a pregare, e passò la notte pregando (προσευχή) Dio (Lc 6:12). Questo sostantivo si applica esclusivamente a Dio.
Dove sono queste lacune? Io vedo tutto chiaro.
Ora, confronta la tua idea con le seguente Scritture e vedi a chi, esclusivamente, vanno rivolte le preghiere e poi valuta dove si trova la vera lacuna.
"Voi dunque pregate così: "Padre nostro" (Mt 4:9)
"Tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia" (Gv 15:16).
"In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà" (Gv 16:23)
"ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù" (Flp 4:6,7).
Nota anche da chi procede la pace e per mezzo di chi viene data ai credenti. Ora, tenendo presente questa Scrittura, proviamo a leggere l'invito di Yeshùa di andare a lui per avere la pace e vedi come tutto diventa chiaro.
Da quello che vedo mi risulta che le risposte ti vendono date, come sono certo che anche i tdg ti hanno risposto. Caro Luigi, anche io, come te, ho solo la terza media, e nel rileggermi mi risulta che non ci vuole una laurea per capirmi, ti ho rispondo con semplicità alla tua domanda senza fare alcun raggiro, ora spetta a te chiarire cosa vuoi provare con questo tuo discorso.
