" Ciò che il Signore fece per me " detto a distanza di secoli, millenni ,ha tutta la forza del segno biblico -ebraico, proprio quella carica salvifica che il credente personalizza , lo riferisce a sè stesso , rendendo reale quel momento , è più che un ricordo ,è un rendere presente ciò che fece per me . Questo concetto è di carattere ebraico ,come anche Noiman ha gentilmente spiegato per la Pasqua ebraica .Gianni ha scritto: ↑mercoledì 19 luglio 2023, 17:51 Grazie, Noiman. Ciò che volevo evidenziare a Maria Grazia è la forza del segno biblico-ebraico, che tu hai confermato. Questa cosa, misconosciuta dai cosiddetti cristiani, è stupenda. "Ciò che il Signore fece per me", detto a distanza di secoli e millenni.
Ora pensandoci non poteva essere altrimenti , Jeshùa ebreo istituisce con il segno biblico ebraico la sua ultima cena caricandola di salvezza .
Meditandoci è un pensiero stupendo , mai come ora lUltima Cena assume un significato per me così profondo .
Gianni ho letto attentamente il materiale di studio su Jeshùa in Facoltà biblica , molto avevo letto già prima di iscrivermi al forum ma questo del segno biblico ebraico mi era sfuggito .
Ti sono grata a dir poco per avermelo fatto studiare .