ANTICRISTO OGGI

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bgaluppi
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Animasalvata, credo che sia necessario distinguere l'anticristo o gli anticristi di Giovanni dal figlio di perdizione di Paolo.

Innanzitutto, l'anticristo di Giovanni non può fare riferimento ad un singolo uomo, una sorta di Satana personificato come si crede negli ambienti religiosi, perché non ce n'è uno solo ma molti e Giovanni stesso chiarisce chi sono questi anticristi:

“Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; perché se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è avvenuto perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.” (1Gv 2:19).

Gli anticristi sono uomini inizialmente appartenenti alla comunità dei credenti che avevano iniziato a negare la messianicità di Gesù. Ciò è ancor più chiaro al v.22:

“Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Egli è l'anticristo, che nega il Padre e il Figlio”.

Gli anticristi erano credenti che avevano perso la fede e negavano che Gesù fosse il Messia. In 1Gv 4:3 si fa ulteriore chiarezza:

“ogni spirito che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell'anticristo”.

Qui l'anticristo inizia a delinearsi come un princìpio: la negazione della messianicità di Gesù. Chi nega la sua messianicità è un anticristo perché incarna lo spirito dell'anticristo (opposizione al Messia tramite il rifiuto della fede). Infine, definitiva chiarezza è fatta da 2Gv 7:

“molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali non riconoscono pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne. Quello è il seduttore e l'anticristo.”

Cosa è l'anticristo? “Quello”, ossia l'atto di negare che Gesù è il Cristo venuto in carne (questa è una migliore traduzione). Il greco ha οὗτός ἐστιν ὁ πλάνος καὶ ὁ ἀντίχριστος, “questo è ingannatore e l'anticristo”, in cui il pronome dimostrativo hutòs (quello) si riferisce a ciò che precede, ossia al fatto che molti hanno negato la messianicità di Gesù. Il negarlo, rappresenta l'anticristo, che dunque è l'atto di negazione, il rifiuto della fede. Questo è l'anticristo per Giovanni: l'opposizione alla fede.

In Paolo la cosa è diversa e la sto ancora studiando, per cui le mie considerazioni potrebbero essere un po' premature. L'empio, il figlio di perdizione, sembra essere un individuo, non un princìpio apostata:

“Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio.” (2Ts 2:3-4)

L'empio non è l'apostasia, ma la sua identità è rivelata a causa dell'avvento dell'apostasia. Egli è chiamato empio, figlio della perdizione, avversario. Nei vv. 6-10 Paolo fornisce ulteriori dettagli:

“Ora voi sapete ciò che lo trattiene affinché sia manifestato a suo tempo. Infatti il mistero dell'empietà è già in atto, soltanto c'è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo. E allora sarà manifestato l'empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della sua venuta. La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati.”

L'empio non è Satana, ma agisce per l'azione di Satana. Se Paolo parlasse di una figura reale, allora credo che l'origine di questa sua concezione sia da ricercarsi in Dn 7, testo apocalittico. Nel testo di Daniele, l'angelo spiega che la quarta bestia è un regno:

“La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà” (v. 23).

Allo stesso modo, il Figlio dell'Uomo rappresenta un regno, quello di Israele, i figli dell'Altissimo, come annunciato anche dai profeti:

“Allora il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutte le potenze lo serviranno e gli ubbidiranno” (v. 27).

Come esisteva una tradizione giudaica che identificava il Figlio dell'Uomo nel Messia escatologico, quella stessa tradizione può aver identificato la quarta bestia in una figura umana escatologica, perché ai vv. 24-26 è scritto:

“sorgerà un altro re, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re. Egli parlerà contro l'Altissimo, affliggerà i santi dell'Altissimo, e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo. Poi si terrà il giudizio e gli sarà tolto il dominio; verrà distrutto e annientato per sempre”.

Mentre Daniele fa riferimento a eventi nel suo tempo, che riguardano sconvolgimenti politici, e a personaggi reali, una certa tradizione ha interpretato il tutto in termini escatologici riguardanti la fine dei tempi, per cui ecco nascere la figura del figlio di perdizione, che non è l'anticristo di Giovanni, ma la quarta bestia di Daniele, che Paolo riprende e applica nel suo tempo, percepito come la fine. Per cui, la quarta bestia diventa il figlio di perdizione che si opporrà ai santi (che in Paolo non sono Israele, ma gli eletti, come in Apocalisse) e il Figlio dell'Uomo è il Messia escatologico che sconfigge il male.

La tradizione cristiana, poi, ha fatto un gran mescolone trasformando il figlio di perdizione di Paolo nell'anticristo e oggi i vari gruppi religiosi vedono l'anticristo in Donald Trump, Bill Gates, etc. Tempi addietro era stato Obama, e Saddam Hussein. E tempi ancora addietro si sarà creduto che l'anticristo fosse Napoleone Bonaparte!
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bgaluppi
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Scusate, avevo scritto di più ma per non mettere troppa carne al fuoco ho tolto dei pezzi.
animasalvata
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da animasalvata »

È possibile che è come dici, che l'anticristo con l'articolo determinativo sarebbe l'atto di negare di negare che Yeshua è il messia. Allora potrebbe essere questo il mistero di iniquità che era gia in atto descritto in 2 Tessalonicesi perché l'anticristo gia era nel mondo.

Invece il versetto 18 di 1 Giovanni 2 distingue tra anticristo e anticristi. In entrambi i casi non c'è l'articolo nel testo greco a differenza del versetto 22 dove compare l'articolo. La mancanza degli articoli determinativi mi ha fatto pensare a degli individui umani.
Un altro particolare è che 1 Giovanni 2,18 parla di un anticristo che deve venire distinguendolo da molti anticristi che gia erano apparsi allora.

Tecnicamente la mancanza dell'articolo determinativo mi fa pensare in questo senso: ''e come(kalos) avete udito che viene un anticristo cosi adesso sono apparsi molti anticristi''.

La parola kalos sembra una specie di proporzione. Proprio come un anticristo deve venire cosi ora sono apparsi molti anticristi. Chi è questo anticristo? Se erano anticristi futuri sarebbe stato piu logico scrivere ''come avete udito che vengono anticristi cosi ora sono gia apparsi molti anticristi''. Ma il testo parla di un anticristo singolare che deve venire. Non dice l'anticristo ma dice anticristo. Inoltre l'anticristo (con articolo) inteso come atto di opposizione era gia nel mondo, ma anticristo di 1 Giovanni 2,18 deve venire.

Inoltre 1 Giovanni 2,18 dice e come avete udito mi fa pensare che nella comunità apostolica circolava quest'idea di un anticristo futuro. Da qui la parola ''avere udito''. Il fatto che questo anticristo doveva venire e che è privo di articolo al ve che è distinto dagli altri anticristi gia apparsi mi ha fatto pensare proprio al figlio della perdizione che doveva venire.
Credo che il figlio della perdizione vada rintracciato nell'antico testamento in Daniele 7 dove appare una quarta bestia e un piccolo corno che proferiva parole arroganti. Le parole arroganti sono l'anticristo ma la quarta bestia e il piccolo corno erano certamente dei regni capeggiati da individui umani. L'impero babilonese e persiano avevano dei monarchi in testa. Nabucondonsor incarnava il regno babilonese. L'impero greco aveva Alessando Magno. L'impero seleucida aveva dei monarchi che si susseguivano. Cosi anche roma che aveva degli imperatori a capo che si susseguivano e uno di questi fu Nerone. Cosi pure penso che sia il piccolo corno. Credo che si tratti di un regno capeggiato da qualcuno che proferiva parole arroganti.
La mia opinione è che all'epoca apostolica il ritorno di Cristo non era considerato imminentissimo e che l'impero romano era il katechon che tratteneva il manifestarsi dell'uomo iniquo. Tolto di mezzo l'impero romano d'occidente e l'imperatore allora il piccolo corno avrebbe avuto pieno potere di ascendere. Questo era anche il pensiero riportato da Cirillo di Gerusalemme. Cirillo di Gerusalemme fu un vescovo della chiesa romana dei primi secoli dopo Cristo ed è considerato dottore e padre della chiesa. Scrisse un testo che rientra nella patristica cattolica ed gli scrisse che l'uomo del peccato era il piccolo corno di Daniele 7 e che questo si sarebbe manifestato dopo che Roma si sarebbe divisa in 10 regni. Questo piccolo corno era un regno diverso dai precedenti.

Paolo in 2 tessalonicesi utilizza il termine naos per indicare il tempio. Nel nuovo testamento abbiamo due termini: naos e hiero. Hiero si riferisce al tempio fisico compreso i cortili. Naos si poteva riferire alla parte interna del tempio ma piu solitamente si riferiva alla chiesa di Dio. Questo mi ha fatto pensare che quest' uomo iniquo o piccolo corno cerchera di entrare nella cristianità per sostituirsi poi a Cristo stesso additando se stesso come Dio. E proprio il fatto che addita se stesso come Dio mi fa pensare ad un anticristo preciso e particolare distinto da tutti gli anticristi precursori; un anticristo che all'epoca di Paolo e Giovanni doveva ancora venire perche c'era ancora Roma che tratteneva il suo palesamento.
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bgaluppi
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Senza prendere una posizione specifica, ti riporto il pensiero di alcuni studiosi in merito alle due lettere ai Tessalonicesi.

Le due lettere sono molto simili nello stile ma un problema si pone con il tema escatologico. Nella prima lettera, ai vv. 4:15-17, Paolo mette in evidenza il fatto che la parusia era imminente, al punto che la sua generazione l'avrebbe vista e non avrebbe conosciuto la morte:

“Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore.”.

Qui Paolo annuncia che lui e coloro che saranno ancora vivi alla venuta, saranno rapiti in cielo ma non prima dei morti in Cristo. La parusia è assolutamente imminente e non si fa accenno, in tutta la lettera, all'apparizione di alcun empio o figlio di perdizione né a particolari problemi per le comunità in merito a persecuzioni e sofferenze. Il problema non è tanto la figura dell'empio, che Paolo potrebbe aver tralasciato in questa occasione, ma piuttosto il tema delle persecuzioni, che dal testo della 2Tes risultano in atto. Infatti non esistono testimonianze di persecuzioni dei cristiani nel cinquantennio successivo alla morte di Gesù, tranne quella di Nerone ma causata non da motivazioni politiche o religiose (i cristiani furono accusati di aver incendiato Roma) e in ogni caso circoscritta all'Urbe.

Nella seconda lettera, ai vv. 2:3-12, vengono predetti diversi eventi che devono accadere e la parusia non è più imminente. La seconda lettera non lascia più trasparire la convinzione che la parusia sarebbe avvenuta entro quella generazione. Inoltre, la seconda lettera propone il tema delle persecuzioni dei credenti e le future punizioni dei persecutori, tema estraneo alla letteratura paolina, che si ritrova invece nell'Apocalisse decenni dopo. Con Traiano, pur non esistendo alcun editto specifico contro i cristiani, il culto agli dèi era obbligatorio e le comunità dei credenti lo rifiutavano; se pur i romani non si lanciassero in vere e proprie crociate alla ricerca dei dissidenti in tutto l'impero, le fonti storiche e agiografiche testimoniano l'esistenza di persecuzioni circoscritte. Attorno al 110, Plinio il Giovane scrive in merito al periodo di Traiano; i cristiani non venivano cercati, ma nel caso fossero denunciati, venivano condannati nel caso si rifiutassero di adorare gli dèi. Nel II secolo, inoltre, iniziò a fiorire il culto imperiale.

Diversi studiosi, sulla base di queste differenze tra le due lettere, ritengono che la seconda sia pseudoepigrafica e sia stata scritta come esortazione in un periodo successivo a Paolo (periodo in cui la parusia sarebbe dovuta già accadere), ma attribuita a Paolo per far credere che già al suo tempo quelle persecuzioni erano state annunciate e che dunque non c'era motivo di dubitare sulla venuta del Signore. In effetti, l'uomo della perdizione potrebbe essere in questo caso proprio la figura dell'imperatore romano.
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bgaluppi
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Tiger, secondo lo schema apocalittico, l'angelo produce visioni e poi le spiega. Anche in Dn 7 avviene questo.

“Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto.” (vv. 13-14)

Questa è la visione: un “simile ad un figlio d'uomo”, ossia una figura simile ad un uomo viene sulle nuvole del cielo, in modo glorioso, e viene fatto avvicinare al vegliardo (Dio); a questa figura vengono dati dominio, gloria e regno affinché ogni popolo lo servisse.

Dopodiché l'angelo spiega la visione:

“Queste quattro grandi bestie sono quattro re che sorgeranno dalla terra; poi i santi dell'Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, eternamente” (vv.17-18).

Chi riceve il regno sono i santi dell'Altissimo, cioè gli israeliti. La spiegazione continua al v.27:

“il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutte le potenze lo serviranno e gli ubbidiranno”.

Il simile ad un uomo che riceve dominio, gloria e regno su tutti i popoli per sempre, nella spiegazione dell'angelo, è appunto il popolo dei santi dell'altissimo, che è uno solo: Israele. Tale visione, oltretutto, riprende le profezie del Tanach, in cui Israele riceve un regno eterno e tutte le nazioni vi si rivolgono.

Tuttavia, esisteva certamente una tradizione giudaica che ha reinterpretato il simile al figlio d'uomo identificandolo in un Messia escatologico. Questa è la tradizione che conosceva e sposa Gesù, il quale, interrogato se fosse il Messia, dice: “Tu l'hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo” (Mt 26:64). Per Gesù il Messia è indubbiamente il Figlio dell'Uomo, figura che scaturisce proprio dal “simile a un figlio d'uomo” di Dn 7:13-14. Questa tradizione è sopravvissuta fino a Rashí, che la riporta nel suo commento a Dn 7:13, e Rashí, da rabbino, si basava sulla tradizione antica e di certo non si inventava le cose. Ma i sacerdoti non la sposavano! Essi non attendevano una figura escatologica, ma una figura politica umana che liberasse Israele. Infatti, il SSacerdote lo accusa di bestemmia, perché la tesi del messia escatologico era ritenuta idolatrica, in quanto cosa potrebbe essere un uomo dotato di poteri divini che scende dal cielo se non un dio minore?
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bgaluppi
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Un'ulteriore conferma che Gesù riteneva di essere il Figlio dell'Uomo-Messia sulla base di Dn 7:13 la troviamo nel finale di Lc, v.24:51: “Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato su nel cielo”; e in At 1:9, dello stesso autore: “Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi.”. Questo richiama indubbiamente l'interpretazione escatologica messianica del simile ad un figlio d'uomo che viene sulle nuvole del cielo per avvicinarsi a Dio.
animasalvata
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da animasalvata »

Bgalupi premetto che tutto è possibile. Sul passo di 1 Tessalonicesi 4,15 vorrei ragionare per ipotesi:

1) l'ipotesi da te menzionata che si sta riferendo ai viventi di quell'epoca

2) L'ipotesi che Paolo parla a nome della chiesa. La chiesa necessariamente attraversa tutti i tempi fino alla parusia perche ha la garanzia da Cristo sooravvivera fino alla fine anche se singolarmente le persone muiono in ogni età. È come se dicessi ''questa generazione non passerà prima che viene il figlio dell'uomo''. Questa generazione si riferisce alla chiesa come stirpe-nazione che abbraccia tutte le epoche.
Oppure per fare un altro esempio se dicessi ''noi della chiesa sopravviveremo fino alla fine'' sto dicendo che la chiesa come insieme vivrà fino alla fine, anche se singolarmente si può morire.
Paolo parla a nome della chiesa dei viventi e la chiesa dei viventi sopravvive fino alla fine e anche se questa viene dopo molto tempo.

Personalmente ho dei dubbi che il ritorno di Yeshua era considerato questione di pochi anni dopo la sua ascesa al cielo. Pietro era ben consapevole che sarebbe invecchiato e morto,lui che ebbe il privilegio di entrare per primo nel sepolcro, di confessare il Signore Yeshua e di annunciare il regno dei cieli. E se lui non poteva vedere il Signore in questa vita doveva essere cosi per tutto il corpo apostolico e penso che doveva essere cosi anche per Paolo. Ma ripeto: questo è una ipotesi e un mio parere personale; non pretendo che sia per forza cosi.
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bgaluppi
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Animasalvata, quello che dice Paolo è chiaro ed è opportuno precisare che non sta scrivendo un testo sacro dottrinale per la chiesa universale, ma una semplice lettera ai Tessalonicesi. Paolo non aveva neppure idea che la sua corrispondenza sarebbe divenuta parte di un canone ed inserita nella Bibbia assieme al Tanach. “Noi che saremo ancora in vita al suo ritorno”: questo può voler dire solo che Paolo riteneva che il ritorno sarebbe avvenuto prima della morte di quella generazione di credenti. Infatti, nella prima lettera ai Corinzi, in vista dell’imminente venuta, invita scapoli e nubili a non sposarsi, tra le varie prescrizioni, per potersi dedicare interamente a Dio:

“Sei legato a una moglie? Non cercare di sciogliertene. Non sei legato a una moglie? Non cercare moglie. […] Ma questo dichiaro, fratelli: che il tempo è ormai abbreviato; da ora in poi, anche quelli che hanno moglie, siano come se non l'avessero […] Vorrei che foste senza preoccupazioni. Chi non è sposato si dà pensiero delle cose del Signore, di come potrebbe piacere al Signore; ma colui che è sposato si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere alla moglie” (vv. 27,29,32,33).

Inutile dire che se la parusia fosse stata prevista in tempi remoti e ben oltre quella generazione, non ci sarebbe stato bisogno di consigliare ai credenti persino di non sposarsi “perché il tempo è ormai abbreviato”: “Non sposatevi, mi raccomando, perché il Signore arriverà tra duemila anni o chissà quando!”. Infatti, tutti gli studiosi sono concordi sul fatto che Paolo attendesse la parusia nel suo tempo, e non solo per quello che dice Paolo, ma anche perché fu Gesù stesso ad annunciare la venuta gloriosa del Figlio dell’Uomo entro quella generazione ed ha senso che Paolo l’attendesse in quella generazione, altrimenti avrebbe sbugiardato Gesù:

Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria […] Io vi dico in verità che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute.” (Mt 24:29,30,34).

Gesù, pur non conoscendo il giorno e l’ora, pone il limite per la venuta del Figlio dell’Uomo entro quella generazione e subito dopo la grande tribolazione, che dunque si riferisce alla distruzione di Gerusalemme, come Luca infatti chiarisce. Questo, oltretutto, è il metodo dell’apocalittica, in cui le visioni o le profezie si riferiscono a tempi prossimi sulla base degli eventi del presente. Anche perché non sarebbe interessato a nessuno ascoltare un profeta o leggere un libro che parlano di fatti che sarebbero avvenuti duemila anni dopo o chissà quando. Lo scopo del profeta era collocato nel suo tempo, non parlava certo a mille generazioni dopo; il suo compito era quello di esortare o ammonire Israele sul futuro imminente in vista degli eventi presenti, affinché tutto il popolo restasse saldo sul percorso tracciato. Il profeta era una guida per Israele, non un vate alla Nostradamus che annunciava un futuro remoto a gente a cui non sarebbe riguardato. Gesù fa lo stesso, avverte i suoi discepoli e parla a loro (“guardate il fico... fuggite ai monti”), non certo a credenti immaginari del XXI secolo, come farebbe uno psicotico! :-)

Tu dici: “La chiesa necessariamente attraversa tutti i tempi fino alla parusia perche ha la garanzia da Cristo che sopravvivera fino alla fine anche se singolarmente le persone muiono in ogni età.”. Infatti la fine era prevista entro quella generazione. Ed ecco perché Paolo afferma con certezza che lui e i credenti della sua generazione sarebbero stati ancora in vita al ritorno di Cristo, e istruisce i credenti su come comportarsi in virtù degli ultimi tempi e dell’imminente venuta.

Davvero non è necessario cercare astruse spiegazioni atte a far tornare quello che si ha preconcettualmente in testa. Lo dico con serenità. Meglio eliminare ogni preconcetto e accettare le cose per come sono, solo cosí si fanno progressi nello studio e nella conoscenza. ;)
animasalvata
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da animasalvata »

Non dobbiamo capire il significato di essere profeta da ciò che dice wikipedia ma da cio che dice la bibbia e nella bibbia vi sono anche delle profezie fatte secoli prima. Per esempio l'avvento del regno messianico inaugurato dal germoglio di Iessi sulla pace universale, la vita eterna sono annunciate secoli e secoli prima.

Sostieni che Paolo e Yeshua parlassero esclusivamente per quella generazione li ma se è cosi allora Paolo e Yeshua hanno detto cose che non si sono realizzate, il che porrebbe seri dubbi sull'ispirazione profetica di Yeshua di Paolo e in generale di tutto il nuovo testamento.
Lo Spirito Santo poteva dire attraverso la bocca o la mano di Yeshua e di Paolo una cosa che poi non si è verificata?
Abbiamo oggettivamente dei detti di Paolo e di Yeshua. Se questi detti erano esclusivamente per quella generazione e non si sono pienamente realizzati allora vuol dire o che quei detti erano veriteri ma il significato era un altro oppure quei detti non venivano da Dio. Non vedo altre soluzioni.

Certo i vangeli danno istruzione a credenti di quell'epoca ma sono attualizzabili. Per eaempio quando Yeshua si rivolge ai discepoli dicendo di perdonare non lo sta dicendo solo a credenti di una particolare epoca storica. Per quanto riguarda la scrittura di Paolo dove dice di non sposarsi perche la venuta di Yeshua era questione di pochissimi anni siamo proprio sicuri che vada interpretata alla lettera? Perché se deve essere interpretata alla lettera perche non interpretare anche alla lettera quei passi dove Yeshua dice di tagliarsi una mano piuttosto che perire per intero nella geenna?
animasalvata
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da animasalvata »

Bgalupi dici questo
quello che dice Paolo è chiaro ed è opportuno precisare che non sta scrivendo un testo sacro dottrinale per la chiesa universale, ma una semplice lettera ai Tessalonicesi. Paolo non aveva neppure idea che la sua corrispondenza sarebbe divenuta parte di un canone ed inserita nella Bibbia assieme al Tanach. “Noi che saremo ancora in vita al suo ritorno”: questo può voler dire solo che Paolo riteneva che il ritorno sarebbe avvenuto prima della morte di quella generazione di credenti.
Ma la questione è che chi crede per fede crede che dietro la parola di Paolo vi è un entità divina che parla attraverso la bocca o la penna di qualcuno. Paolo poteva anche non sapere che quella piccola lettera sarebbe entrata in un corpus di testi piu grande, ma colui che è, ossia il Dio dei profeti, certamente lo sapeva. E c'è anche da non sottovalutare un altro aspetto: se si crede che non era Paolo a scrivere, ma che era Dio per mezzo di lui, si deve pur ammettere che Paolo poteva scrivere qualcosa di cui non aveva piena comprensione di quella cosa.
Per esempio Paolo scrive ''noi viventi che saremo sopravvissuti fino alla parusia''. Probabilmente avrebbe anche potuto pensare che la fine del mondo dove giungere nella sua epoca ma non era cosi perche quel pensiero su quella parola scritta era un suo pensiero ma non era il pensiero espresso da Dio attraverso la parola scritta per mezzo della mano di Paolo. Cosa voglio dire? Che a volte può succedere, se crediamo che dietro la mano dello scrittore vi sia Dio, che uno scrive una cosa,che è certamente vera perche Dio non può sbagliare, ma senza avere l'esatta o la piena comprensione di ciò che scrive.
Se si pensa che dietro la bibbia vi sia un creatore divino bisogna tener conto anche si questo fattore.

Oggettivamente poi abbiamo anche un dato importante. Dai vangeli sappiamo che Yeshua disse a Pietro che sarebbe invecchiato e morto per la gloria di Dio. Se Yeshua sarebbe tornato in quell'epoca che senso avrebbe avuto quella sua parola rivolta a Pietro? Pietro fu un discepolo che ebbe un privileggio, quello di essere il primo tra gli apostoli e in effetti fu il primo ad entrare nel sepolcro, il primo ad aprire le porte del regno dei cieli. Dubito quindi che il Signore sarebbe venuto dopo la morte di Pietro e prima di quella degli altri apostoli. Credo che Pietro era consapevole del fatto che Yeshua non sarebbe tornato prima che fosse morto per vecchiaia e martirio e credo che questo era il pensiero di tutti gli apostoli perche dovevano essere un tutt'uno nel pensiero. E penso che anche Paolo sapesse essendo a contatto con gli apostoli che Yeshua non sarebbe tornato prima che Pietro fosse morto. Da qui l'ipotesi che il ritorno di Yeshua non era questione di pochi anni, anche se si era già nell'ultima ora, e che ciò che era immediatamente prossimo era solo la distruzione di Gerusalemme e non la fine del mondo vera e propria.
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