L'ispirazione nelle Scritture

Antonio LT
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Antonio LT »

Questi aspetti vanno sottolineati in quanto la Bibbia dice che l'ispirazione divina è qualità di essa, mentre lo scrittore fu "sospinto" che è un'altra cosa.
Si tratta di dove mettere il miracolo. Il miracolo è il testo biblico non lo scrittore!
Antonio LT
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Re: Interventi OT salvati

Messaggio da Antonio LT »

"Allora. Diciamo che Beethoven, per scrivere la pastorale, trova ispirazione dalla natura, che amava. La natura gli comunica emozioni, pensieri, ricordi, profumi, suoni, che si depositano "dentro" di lui (nel subconscio); lo mette in uno stato di coscienza "diverso" rispetto a quello normale, che gli consente di buttar giú note sulla partitura. Il risultato sarà che la sua Pastorale è musica ispirata. Ma lo è perché Beethoven è stato ispirato dalla natura."

Antonio riflettevo su quanto tu hai scritto e su come si fanno esempi sull ispirazione dell uomo...un musicista se osserva la natura,un poeta se osserva una donna,ecc ecc...
In ogni ispirazione,in questi esempi,c'è sempre un dato di fatto..l uomo viene ispirato da ciò che egli vede!
Ora se io mi attengo a questi esempi e leggo:

"Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato."
Arrivo a pensare che in realtà quella di cui si parla non è ispirazione in quanto nessuno di questi uomini ha mai visto Dio!
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Gianni
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Gianni »

E quindi, secondo te la Bibbia è calata dal cielo così com'è?
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Michele
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Re: Interventi OT salvati

Messaggio da Michele »

Giusta deduzione Antonio LT. Se si fa un paragone o confronto, è chiaro che tutto debba combaciare. E poi lo stesso Antonio ammette certe cose che ha scritto nel suo ultimo post. Quindi se il termine ispirazione non esiste, non lo si può inventare come fa Paolo e dargli un significato completamente diverso.
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Michele
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Michele »

Gianni scrive che sto facendo confusione ma non si ricorda che sono stati altri a tirare fuori termini latini, non di certo io, io l'ho soltanto sottolineato.
Andiamo avanti con il discorso ed arriviamo al secondo punto, capire di che "soffiata" si tratta.
Esempio banale ma a me molto congeniale, dato che faccio questo mestiere. Prendiamo un suonatore di strumento a fiato, che appunto soffia dentro il suo strumento, ecco, egli soffia il suo alito dentro il corpo dello strumento e con le sue dita controlla le varie chiavette applicate al suo strumento. Ora, possiamo noi dire che il suono ottenuto sia dovuto allo strumento in questione o al "soffiatore"?
Poteva il solo strumento produrre dei suoni e aggregarli insieme, si da creare un perfetto brano?
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Gianni
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Gianni »

Seguendo il tuo esempio, Michele, potremmo dire che Dio soffia il suo messaggio nell’agiografo-strumento. Tale “strumento” non è però un automa. La differenza con lo strumento sta qui, e non è poca.
Dio ispira l’agiografo, ma questo poi si esprimerà usando la sua lingua, il suo linguaggio e la sua cultura.
Dio non parla ebraico, l’agiografo sì. Dio non paragona le donne presuntuose di Basan a delle vacche, l’agiografo sì. Dio non commette errori di grammatica, l’agiografo sì.
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Michele
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Michele »

Vediamo se ho capito Gianni:
Dio non vuole o non può controllare l'agiografo? Fammi capire.
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Gianni
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Gianni »

Lo ispira, ma non trasforma in un automa. L'agiografo rimane cosciente e usa la sua libertà espressiva rimanendo fedele al messaggio divino.
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bgaluppi
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Re: Interventi OT salvati

Messaggio da bgaluppi »

Ragazzi, vi state completamente avventurando in ragionamenti inutili, che vi trascinano lontani dalla semplice realtà delle cose.

Proviamo a fare un percorso diverso.

La Scrittura è ispirata. E su questo non ci piove. Ma bisogna chiedersi: la Scrittura l'ha scritta qualcuno, ed è la Bibbia stessa che lo afferma in piú occasioni. Quindi, l'autore del testo ha prodotto un testo ispirato. Ora, per deduzione, l'autore doveva anch'egli essere ispirato. Infatti, la Scrittura lo afferma: “nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2Pt 1:20,21).

Ora so già dove andrete a parare. Direte: "ecco, vedi che dice che la Scrittura non viene dall'uomo ma da Dio, e che il profeta fu sospinto dallo spirito"? Questo accade perché, evidentemente, ritenete che il profeta abbia comunicato in una sorta di "trance", in cui il profeta, invasato dalla parola, comunica come sotto dettatura senza neppure rendersene conto. O qualcosa di simile. Altrimenti, non si spiega come possiate pensare che un testo sia ispirato ma che non lo sia l'uomo che lo ha prodotto. Ecco perché, Antonio, non comprendi il senso del termine "sospingere".

Tutto ciò è smentito da un semplice dato di fatto: tutti i libri profetici si differenziano profondamente quanto allo stile, al linguaggio usato e persino alla grammatica e alla sintassi! Se il profeta fosse stato un automa che ripeteva la parola divina privo di coscienza, dovremmo affermare che Dio si esprimeva in certi casi come un colto intellettuale (Isaia), in altri come un ignorante e semplice bovaro (Amos) e in altri come un povero rozzo (Geremia); e dovremmo pure accettare che Dio ogni tanto fa errori grammaticali e sintattici!

Invece, queste profonde differenze stilistiche e linguistiche presenti in tutti i libri della Bibbia, testimoniano proprio il fatto che a scriverli sono stati uomini, pur ispirati da Dio, che hanno utilizzato le loro capacità linguistiche, stilistiche e narrative a seconda della loro estrazione sociale. Le utilizzano gli studiosi per accettare o rifiutare la paternità e l'autenticità dei testi. I profeti non erano automi invasati come dei "medium", erano uomini coscienti e consapevoli, che hanno comunicato in modo ispirato. Di conseguenza, i loro messaggi, prima comunicati oralmente e poi trascritti (anche da altri), sono ispirati.

Girolamo, ottimo conoscitore degli scritti biblici in quanto autore della Vulgata latina (traduzione in latino dell'intera Scrittura), afferma: “Isaia ha un linguaggio privo di espressioni rustiche, in quanto era cittadino nobile. Geremia a motivo del suo luogo di nascita, fu un uomo rozzo; veniva infatti da Anatot, un povero villaggio a tre miglia da Gerusalemme. Lo stesso dicasi di Amos che, essendo un bovaro vissuto in un luogo culturalmente limitato e nel vasto deserto dove ruggisce il leone, usa espressioni [tratte] dal suo lavoro e presenta la terribile voce del Signore come il ruggito e il fremito del leone”.

E Agostino, riguardo al prologo giovanneo: “Giovanni non vi espresse la realtà così com'è”, ma solo come poté lui stesso, in quanto fu un uomo che parlò di Dio. Anche se ispirato, rimase pur sempre un uomo. In quanto ispirato disse qualcosa, se non fosse stato ispirato non avrebbe detto nulla del tutto” (In Joan. Tract.). Proprio perché ha utilizzato un uomo, che si sarebbe espresso in modo umano, Dio ha potuto “parlare mediante un uomo alla maniera di uomini” (De civitate Dei).

Quindi, amici, vi consiglio di non affidarvi alla vostra personale idea o a quella di qualche "esegeta della domenica", se volete comprendere bene la Scrittura e tutto ciò che la riguarda. Dovete studiare e soprattutto ragionare con logica, perché senza studio serio non si va da nessuna parte, e si viene "sballottati" a destra e sinistra. Ma studiare costa impegno e fatica, lo so.

Adesso, tutto ciò che doveva esser detto sull'ispirazione è stato detto. Trasferirò il materiale in una cartella apposita, come suggerisce Antonio. Se volete continuare la discussione è necessario farlo in modo serio e suffragato da approfondimento serio, altrimenti chiuderò questa discussione.
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bgaluppi
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da bgaluppi »

Ho dato una mia risposta qui

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