Uno studio metodico della Bibbia

stella
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Re: Uno studio metodico della Bibbia

Messaggio da stella »

Caro Francesco ,,non ho mai dato risposta ai tuoi interventi ...ma ti leggo volentieri ...le tue risposte sono sempre concrete ,,ponderate mature ...
Grazie ..
.salvezza liberazione da una condizione indesiderata ,,anche se a volte non possiamo negare che ci piace vivere in questo corpo mortale
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marco
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Re: Uno studio metodico della Bibbia

Messaggio da marco »

Caro Francesco, il tuo post, mi ricorda le parole di Giacomo: Adulteri, non sapete che l'amore del mondo è inimicizia con Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si fa nemico di Dio. Oppure pensate che la Scrittura parli a vuoto?
E ancora quando Yeshùa dice a Pilato che il suo regno non è di questo mondo.
Anch'io, dopo aver scelto di seguire Dio e Yeshùa, trovo il mondo una carcassa e tutto ciò che prima luccicava, ora lo vedo pieno di tenebra. Come si cambia!!
Tu ti senti un pesce fuor d'acqua, io un ospite in casa di conoscenti. Sai, quando sei nella condizione di ospitato, tutto ciò che vedi e tocchi, non è tuo, e non ti appartiene. Sei di passaggio e non ti affezioni alle cose di quella casa. Hai in mente quella tua (la casa del Padre) e non vedi l'ora di partire per arrivare. Fin quì il sentimento, che però deve fare i conti con l'attaccamento alla vita, come dice giustamente Nunziata, è forte. Infatti, tutti vorremmo, ma il più tardi possibile. Perchè?
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Gianni
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Re: Uno studio metodico della Bibbia

Messaggio da Gianni »

Caro Marco, io pure sono convinto che stiamo percorrendo la strada giusta. Vorrei ricordare che lo scopo di questa discussione è di fare uno studio metodico della Sacra Scrittura. Finora abbiamo visto solo delle generalità e siamo arrivati a parlare della necessità di avere regole certe per l’interpretazione della Bibbia, regole che vanno sotto il nome di ermeneutica.
A questo punto la discussione (che aveva preso la strada giusta) si arena, perché Michele dissente. E su cosa dissente? Mettendo in dubbio che esiste una salvezza e soprattutto la necessità di una salvezza, Michele afferma che è l’uomo a scegliere Dio e che Dio lo sceglie perché l’uomo ha già scelto. Aggiunge che non vuole polemizzare (ma intanto polemizza) e che questa è una sua idea. Qualcuno si prende anche la briga di rispondergli, per altro correttamente.
Da parte mia faccio invece notare che il suo intervento è illogico perché completamente fuori tema, quindi sviante. Se si vuol parlare di salvezza, finanche mettendola in dubbio, occorre aprire una discussione a parte, perché qui il tema è solo il corretto modo di interpretare la Scrittura.
Siccome però la polemica di Michele prende lo spunto da una mia dichiarazione, è il caso di chiarirla. Avevo scritto:
È esaminando la Bibbia stessa che se ne ricavano le regole d’interpretazione. Infatti, la salvezza non deriva da qualcosa che è nell’essere umano o nelle sue capacità intellettuali. La salvezza arriva all’essere umano totalmente dal di fuori: gli proviene da Dio, e la Bibbia la espone.
Ora, vorrei dire che ci sono due modi di studiare seriamente la Bibbia. Uno, che potremmo definire letterario, prende in considerazione la Bibbia come lo farebbe con altre importanti opere letterarie, come la Divina Commedia, I promessi sposi o l’Amleto. Questo tipo di studio può essere molto serio e perfettamente corretto, ma lì si ferma. L’altro modo è di fare la stessa cosa ma da credenti. Qui non siamo in un forum letterario; il nostro approccio alla Sacra Scrittura è da credenti. Credenti, non creduloni. Abbiamo quindi la pretesa di studiare la Bibbia in modo molto serio. È per questo che stiamo esaminando prima di tutto le regole certe per una buona sua interpretazione. E perché? Perché pensiamo - e ne siamo convinti - che la salvezza proviene da Dio e che la Bibbia la espone. Paolo scrive nella Bibbia: “Tutto ciò che fu scritto [nella Bibbia] nel passato, fu scritto [nella Bibbia] per nostra istruzione, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza” (Rm 15:4). Speranza di che? Speranza di salvezza, “nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio … aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo. Poiché siamo stati salvati in speranza”. – Rm 8:21,23,24.
La salvezza è un dato certo. Se Michele non vede la necessità di salvezza e si domanda perfino da cosa mai dovremmo essere salvati, può, se crede, studiare la Bibbia da un punto di vista solo letterario. Chi studia così, ad esempio, la Divina commedia, non ha necessità di riporre fede in Dante né tantomeno deve adottare il suo pensiero; si limita ad apprezzarne la bravura letteraria e a farsi una cultura. Se poi questo approccio di tipo semplicemente letterario alla Bibbia non gli va neppure, può astenersi. Ma se non gli interessa né lo studio della Bibbia letterario né quello da credente, che interesse ha? Da curioso? Più che legittimo, ma allora si limiti a fare domande. Entrare a piè pari nel serio studio della Scrittura per affermare idee proprie, senza conoscere la Scrittura, mi pare quantomeno azzardato e certamente fuori posto.
Ora possiamo riprendere il nostro studio metodico della Bibbia? Posso proseguire o c’è altro da chiarire?
marco
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Re: Uno studio metodico della Bibbia

Messaggio da marco »

Per me, si.
stella
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Re: Uno studio metodico della Bibbia

Messaggio da stella »


SCHUSA PROSEGUI PURE GIANNI ..
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Gianni
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Re: Uno studio metodico della Bibbia

Messaggio da Gianni »

Molto bene! Parliamo ora del senso biblico.
Con il termine "senso" si deve intendere quel determinato concetto mentale che lo scrittore ispirato intendeva esprimere con la parola che usò. Il significato, invece, è il concetto o l'idea che la parola ha oggettivamente in sé e che ritroviamo nel vocabolario. Sebbene non vada trascurato il significato, ciò che conta per lo studioso biblico è il senso che la parola assume nella Scrittura.
Vediamo un esempio. In At 10:47 si legge: “Siano battezzati”. Ora, il testo originale dice βαπτισθῆναι (baptisthènai), letteralmente “siano immersi/sommersi”. Il significato è quindi di immergere completamente in acqua ma il senso è altro. “Battesimo [βάπτισμα (bàptisma), “immersione”] (che non è eliminazione di sporcizia dal corpo, ma la richiesta di una buona coscienza verso Dio)”. - 1Pt 3:21.
Per determinare il senso biblico occorre perciò non solo il vocabolario ma scoprire l’intenzione dell’agiografo (lo scrittore ispirato) nell’usare quella specifica parola. Le domande sono: Che senso le dava? Che cosa significava per lui? Come voleva che fosse intesa?
Non va dimenticato che con la Bibbia siamo di fronte a due autori: Dio che dà l’ispirazione e l’uomo che, ispirato, scrive secondo la sua lingua e secondo la sua cultura. Il senso che parola assume è alla fine in armonia con l’intera Bibbia e con l’intenzione dell’agiografo ispirato. Ciò vale anche per i gesti e le azioni simboliche. Occorre anche qui trovare il senso che lo scrittore e la Bibbia gli davano.
Il primo passo da fare nell’applicazione dell’ermeneutica biblica è di stabilire l’oggetto dell’interpretazione. Ovviamente ciò che vogliamo esaminare è la Scrittura, ma questa si presenta in un testo composto di parole. Sono prima di tutto le parole che devono essere definite.
C’è differenza tra senso e significato. Se una persona dice a un’altra: Tu mi piaci, quest’ultima potrebbe domandare: In che senso? Il significato è quello che troviamo nel vocabolario, il senso è quello che la persona intende dare alla parola che usa.
La parola greca ἀπόστολος (apòstolos) indica nel vocabolario “un delegato, un messaggero, uno mandato avanti con ordini”; deriva dal verbo ἀποστέλλω (apostèllo) che significa ordinare a qualcuno di andare in un certo luogo, mandarlo via, congedarlo, liberarlo, perfino espellerlo o scacciarlo; in una parola, apòstolos significa “inviato” (cfr. Gv 13:16). Questo il significato. Lo storico Erodoto narra di un apòstolos, uno inviato a Mileto e non certo per scopi biblici. Nella Bibbia ha però un senso particolare. Apostoli erano le decine e decine di discepoli e discepole inviati a diffondere il messaggio salvifico; c’era poi un senso ancora più ristretto che veniva dato a questa parola, indicando i Dodici. Yeshùa è l’apostolo per eccellenza. - Eb 3:1; cfr. Mt 10:40;15:24; Lc 4:18,43;9:48;10:16; Gv 3:17;5:36,38;6:29,57;7:29; 8:42;10:36;11:42;17:3,8,18,21-25;20:21.
La parola greca ὁδός (odòs) significa “via / strada”. Con questo significato è usata anche nella Bibbia, ad esempio, quando in Mt 2:12 si dice che i maghi “tornarono al loro paese per un'altra via [ὁδοῦ (odù); “strada” (PdS)]”. Tuttavia, l’evangelista Luca usa in At 9:2 questa stessa parola con un altro senso, quando parla dei “dei seguaci della Via [ὁδοῦ (odù)]” ovvero dei discepoli di Yeshùa.
Per stabilire il significato di una parola occorre il vocabolario, per stabilire il senso che la Bibbia dà a quella stessa parola occorre una concordanza (detta anche chiave biblica). La concordanza biblica è un manuale in cui compaiono in ordine alfabetico tutte le parole presenti nella Bibbia. Esaminando tutti i passi, si può determinare dai vari contesti qual è il senso che la Scrittura dà a quella specifica parola. Ma attenzione: non si deve far riferimento a una concordanza nella lingua in cui la Bibbia è stata tradotta (l’italiano, ad esempio) ma alle concordanze ebraica e greca che contengono le parole originali della Scrittura.
Un esempio pratico aiuterà a capire. In Col 2:17 si legge in TNM che “la realtà appartiene al Cristo”. Se vogliamo indagare sulla parola “realtà” che qui appare, sarebbe un grave errore basarci sulla concordanza italiana. Infatti, nella Concordanza stampata dagli stessi editori di TNM e che si basa ovviamente su questa traduzione, alla voce “realtà” troviamo citati diversi passi biblici ovvero tutti quelli in cui compare la parola “realtà” in TNM. Tra questi passi vi è Eb 9:24, in cui si legge che il Tempio “è una copia della realtà” (TNM) che è in cielo. Ora, esaminando il testo biblico, si scopre che qui le parole greche originali sono τῶν ἀληθινῶν (ton alethinòn), “delle cose vere”: lo scrittore sta quindi dicendo che il Tempio è una copia delle cose reali, di ciò che ha la vera natura di quello che solo le assomiglia. Però, se si esamina la parola greca in Col 2:17, si scopre che qui la parola usata è σῶμα (sòma) che significa “corpo” e che non è mai usata per indicare la realtà.
La concordanza biblica (ebraica e greca) è quindi importantissima per stabilire il senso che una parola ha nella Bibbia.
Attendo domande prima di proseguire. :)
Lella
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Re: Uno studio metodico della Bibbia

Messaggio da Lella »

A....Gia......ma che dici se coce sto riso?

Mmmmmmmma! Lella
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Enigma
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Re: Uno studio metodico della Bibbia

Messaggio da Enigma »

Cara Lella, complimenti. Con questa tua sparata hai mostrato di aver compreso alla perfezione tutto quello che Gianni ha detto. Mi sta nascendo il desiderio di imitarti, e puoi stare certa che ci riesco benissimo, perché sono diplomato in questo genere di cosa. :mrgreen:
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Michele
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Re: Uno studio metodico della Bibbia

Messaggio da Michele »

Gianni scrive:
C’è differenza tra senso e significato. Se una persona dice a un’altra: Tu mi piaci, quest’ultima potrebbe domandare: In che senso? Il significato è quello che troviamo nel vocabolario, il senso è quello che la persona intende dare alla parola che usa.
Secondo me, spesso il senso è determinato dalla situazione in cui si svolge l'azione, in questo esempio, se si trattava di due innamorati, avrebbe avuto un significato relativo al loro rapporto, a meno che i due non avessero parlato di un determinato argomento, ed uno di loro avesse fatto questa espressione per confermare il discorso dell'altro/a.
Se si fosse stato in un ambiente di lavoro, e una persona avesse detto all'altra (intenta a fare un certo lavoro) quell'espressione, si sarebbe capito che si riferiva alla modalità...ecc.
Insomma il senso di un certo vocabolo è determinato soprattutto dal contesto in cui viene detto, dato che non c'è mai una situazione in cui all'improvviso una persona dica "tu mi piaci", senza una preparazione di un certo tipo di discorso o anche di sguardo.
noiman
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Re: Uno studio metodico della Bibbia

Messaggio da noiman »

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Ultima modifica di noiman il sabato 11 ottobre 2014, 12:32, modificato 1 volta in totale.
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