Interpretazione delle Scritture Ebraiche

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Marcelle
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Marcelle »

Ragazzuoli, andate velocemente...non riesco a seguirvi! Le pagine della discussione aumentano in modo vertiginoso. Io so' lenta, so' prigra! E ho pure tanto da studiare. Vi seguo a singhiozzo.

Una cosa volevo proporre, per dare un orientamento agli utenti che leggono e sono interessati all'approfondimento: è possibile citare le fonti da cui vengono tratte le nostre affermazioni? Suggerendo il titolo dell' opera, il nome dell' autore? Questa richiesta servirebbe semplicemente a farsi un'idea di cosa già è stato argomentato a livello accademico, sia nel mondo anglosassone, italiano che israeliano.

Ciascuno di noi offre il proprio apporto, chi riporta il frutto delle proprie riflessioni, chi contribuisci con i propri studi e letture. In quest'ultimo caso, citando documenti e pubblicazioni, indichiamo in modo chiaro la base delle nostre affermazioni e i dati che stiamo elaborando.

Non importa se poi accarà di riscontrare di autori che giungano a conclusioni diversificate, su una medesima tematica, perchè questo è comune in ambito scientifico. Ma almeno avremo la possibilità di reperire il testo originale (che è stato citato), mettere a confronto le opinioni di diversi autori, arricchendo così la nostra ricerca di nuovi spunti, individuando anche l'area disciplinare (ovvero il settore di studi) di riferimento (archeologia, storia, filologia, msitica, filosofia, ect).

Non è neccessario trasformarsi in accademici (neppure io lo sono, e non intendo esserlo) per citare una fonte bibliografica o anche un sito web accreditato nella ricerca. Tuttavia in questo modo si evita di generalizzare un affermazione,e darle una giusta collocazione nel panorama degli studi ebraici e biblici.

Se la cosa non interessa, me ne farò una ragione, no problem ^_^
Ultima modifica di Marcelle il sabato 20 maggio 2023, 17:00, modificato 1 volta in totale.
Bruno
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Bruno »

roberto ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 16:21
Bruno ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 16:03
Allora la giusta traduzione è "Questo è il mio nome perché sia nascosto" e non "Questo è il mio nome per sempre", ma poi continua: "questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione."
.
E perchè Gianni, cosa a scritto? “Questo è il mio nome perché sia nascosto”. Personalmente la preferisco, perché questo significato appare in perfetta armonia con il contesto. .
L'ho copiato da lui. Ma del seguito cosa ne facciamo: "questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.". Ci vuole un altro chiarimento da parte di chi sa l'ebraico. Il periodo ha due proposizioni, una è legata all'altra e l'ultima dipende dall'altra.
roberto
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da roberto »

Ok ma perchè hai scritto "e non".
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Gianni
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Sì, Marcelle con intonazioni emiliano-romagnole ;), si va troppo veloci e la confusione è tanta. Da parte mia ciò che dovevo dire sull’argomento l’ho detto. Il resto è polemica ad personam (ho perfino dovuto giustificare la mia perplessità). Per cui taccio. Qui rispondo solo a Roberto, che alla fine di pag. 120 di “Interpretazioni delle Scritture Ebraiche”, aveva posto alcune domande chiedendo un parere su Dt 12:14,21.

Traduco letteralmente il v. 14: “Ma nel luogo che sceglierà Yhvh in una tribù di te farai salire olocausti di te e là fai tutto ciò che io ordinante”. Preciso che כִּי אִמ־ è di difficile traduzione in italiano. L’ho resa con un semplice “ma” in base a ciò che è detto subito prima. Il termine אָנֹכִי, “io”, è più forte del semplice anì e si potrebbe rendere “proprio io”.

Al v. 21 la traduzione di כַּאֲשֶׁר צִוִּיתִךָ è “come ordinò te” e il riferimento è all’ordine dato da Dio in precedenza.

Noiman saprà dire meglio e di più. Anche sull’uso del participio presente al posto dell’indicativo presente (mantenuto anche nell’israeliano).
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Marcelle
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Marcelle »

Gianni ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 17:34 Sì, Marcelle con intonazioni emiliano-romagnole ;), si va troppo veloci e la confusione è tanta.


^___^ eh già...ma è un buon segno. Il forum ha vitalità!
AEnim

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AEnim »

Gianni ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 12:22 indica tristezza e la seconda confusione. Messe insieme volevano indicare la mia perplessità. E ora spiego perché.

Leggere il Testo Masoretico come se fosse un testo criptato mi sembra fuori luogo [...]
Pensa che io avevo capito ti riferissi al mio post sullo shabbat.

Bruno ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 11:03
Tu e AEnim potreste spiegarmi cosa intende Besàseà in questo suo messaggio? Con particolare attenzione alle parti da me sottolineate:
In Sinagoga si usa il Sefer Torah kasher, che è senza segni vocalici (non ricordo se sia anche in scrittura continua o meno, cioè senza separazione di parole e senza segni di interpunzione), ed è su questo testo che si studia, e per studiarlo bisogna (separarsi le parole da soli anche? questo non me lo ricordo) vocalizzare da soli, per cui possono venire fuori altre letture.

Se però si deve leggere ad alta voce, magari tutti insieme, si usa un testo "Tikkun", il "Tikkun Korim". Il Testo Masoretico è un Tikkun Korim, con vocalizzazione delle parole e segni musicali per la cantillazione.
La parola Tikkun significa "correzione" .

Quindi ho
- un testo che di per sè significa poco finchè non lo vocalizzo autonomamente e (a volte e quanto spesso non so) posso vocalizzarlo in diversi modi quando leggo e studio
- un testo, lo stesso, con una vocalizzazione convenzionale obbligatoria che maschera le altre letture possibili, ma utile - in verità - per una serie di usi pratici.

Ora questo fenomeno (che non so quanto sia pervasivo non potendo accedere direttamente al testo) anche io non credo vada portato a conseguenze estreme, ma nemmeno minimizzato.


Gianni ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 12:22 Vero è che alcune parole ebraiche possono cambiare significato se si cambiano loro le vocali. Ad esempio, in Es 3:15 Hashèm dice a Mosè: “Tale è il mio nome in eterno”; La parola tradotta con il senso di “per sempre” è nell’ebraico, secondo la vocalizzazione dei masoreti, לעלם (leolàm). Ma nella Bibbia originale tale parola è senza vocali: לעלם (llm). Anziché leolàm è possibile anche vocalizzare in lealèm. Con questa vocalizzazione la frase significa: “Questo è il mio nome perché sia nascosto”. Personalmente la preferisco, perché questo significato appare in perfetta armonia con il contesto. A Mosè che vuole scoprire il nome divino (il più importante che possa esistere nell’universo visibile e invisibile), Dio ribadisce che il suo nome deve rimanere quello con cui Israele lo ha sempre conosciuto: Yhvh, “Colui che è”. E aggiunge che quello è il suo nome, “perché sia nascosto”. Così, quello nascosto, che Mosè avrebbe voluto conoscere, rimane nascosto.
Appunto. Non mi sembra comunque una cosa da poco.
AEnim

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AEnim »

Fermo restando che io avrei voluto chiedere a Besasea se loro ritengono che il fenomeno delle ambiguità o ambivalenze o polivalenze di lettura sia incidentale o voluto e, se voluto, a che scopo ritengono che sia stato fatto.
Bruno
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Bruno »

roberto ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 16:58 Ok ma perchè hai scritto "e non".
Perché ho preso per giusta la traduzione del sig. Gianni "e non" quella della cei che traduce con "per sempre". Nella traduzione cei, nella seconda preposizione, però si legge: "questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione." Questa non si adatta alla traduzione proposta dal sig. Gianni. Io non so l'ebraico e non posso giudicare, ma dall'italiano "sarà ricordato di generazione in generazione" si associa con "per sempre" e non con "nascosto". Quindi per avvalorare la proposta del sig. Gianni bisogna rivedere anche la seconda proposizione.
Non ho bocciato la traduzione del sig. Gianni, anzi mi piace molto, ma gradirei che mi si chiarisse anche la seconda proposizione.
Bruno
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Bruno »

AEnim ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 18:36 Fermo restando che io avrei voluto chiedere a Besasea se loro ritengono che il fenomeno delle ambiguità o ambivalenze o polivalenze di lettura sia incidentale o voluto e, se voluto, a che scopo ritengono che sia stato fatto.
Io ho letto che è stato voluto. Provo a cercare il suo messaggio.
Intanto il messaggio di Besàseà che mi hai chiarito dice anche questo: "Quindi, i masoreti, hanno voluto adattarsi ad altre traduzioni già esistenti all'epoca per mascherare il testo puro e così facendo lo hanno protetto."
Continuo a cercare.
Bruno
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Bruno »

Ecco lo dice anche qui (ma non è quello cui mi riderisco) e gradirei dei chiarimenti :

"In questa cartella ho mostrato la corretta vocalizzazione del ketiv secondo la logica testuale più coerente al contesto. Cosicché Ezechiele 41.19 va letto pnè Kafir e pnè Odem intesi come due facciate, una placata d'oro e l'altra con l'incastro di un rubino. E questo è coerente alle descrizioni del tabernacolo e del Tempio. E come questa, anche altre espressioni sui keruvim che ancora non ho trattato.
Si tenga anche conto nell'insieme, che non esite uno studio accademico su tutte le ricorrenze del ketiv ukerì. Quindi lo studio del ketiv o più precisamente del kativ, il testo leggibile senza la vocalizzazione è ignoto agli studiosi occidentali nella quasi totalità. Gli studi accademici noti si basano generalmente sul TM senza approfondirne la sua filologia che si richiama all'interpretazione tradizionale come appunto vuole la regola filologica. Come anche nessuno finora è riuscito a dare una spiegazione dell'origine delle note masoretiche del ketiv ukerì. Molti studiosi hanno ipotizzato cose incredibili, mostrando la loro ignoranza in argomento.
Quando si percepisce un divario fra tradizione ebraica e testo masoretico ciò è dovuto ad un testo fittizio che il masoretico mostra nella vocalizzazione per coprire e proteggere il testo scritto interno. Altro metodo criptico è stato usato nel Talmud e anche dai commentatori medioevali più in vista nel mondo cristiano e islamico. Per esempio Maimonide immette volontariamente delle contraddizioni per mascherare i segreti della torah. Cosa che egli stesso ha confessato nell'introduzione al Morè Nevuchim. Anche Nachmanide confessa indirettamente che bisogna seguire la linea interpretativa della vocalizzazione masoretica per mascherare i segreti della Toràh.
La tradizione fa rialire i metodi criptici della Bibbia al periodo dell'esilio babilonese i quali furono escogitati a causa del persecutore distruttore del tempio, che come quell'altro, il romano, aveva l'interesse a cancellare ogni tradizione ebraica per negare ad israel ogni diritto alla sua patria.
Questa repulsione della tradizione ebraica emerge nel suo massimo grado nel nuovo testamento.
"
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