Il vero SABATO

marco
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Re: Il vero SABATO

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Gianni ha scritto: domenica 26 gennaio 2025, 9:46 Marco, la tua esegesi, che così possiamo chiamarla, ricalca il pensiero cattolico. Quella domenica mattina tutto ciò che i discepoli trovarono fu una tomba vuota.

Vedi caro Gianni come divergono i nostri due punti di vista?
Io non ho ricordato una tomba vuota ma un incontro con il Signore!
Vediamo due cose ben diverse per quel giorno.
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Re: Il vero SABATO

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Gianni ha scritto: domenica 26 gennaio 2025, 9:46 Il Cattolicesimo, che ha tolto il quarto Comandamento sul sabato, dividendo in due il decimo per far tornare i conti, festeggia il pagano giorno del dio Sole, chimandolo "domenica" ovvero 'giorno del Signore' (etimologia latina), ma tutte le lingue del ceppo germanico ne svelano il vero significato, che è "giorno del sole".
Sì vero coincise con la festività da te citata. Ma se siamo così inflessibili lo dobbiamo essere anche con le "coincidenze" che risultano tra le Scritture Ebraiche e le varie mitologie mesopotamiche.
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Gianni
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Re: Il vero SABATO

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Marco, l'"incontro con il Signore" è tuttora futuro, come ben spiega l'apostolo Paolo.

Sulle mitologie mesopotamiche puoi aprire una discussione, se vuoi.
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Re: Il vero SABATO

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Caro Gianni ci mancherebbe che il nostro incontro con Gesù è posticipato. Non intendevo questo.
Loro lo videro e gioirono. Noi invece crediamo alla loro parola e come loro gioiamo per la certezza della vita eterna.
Se vuoi possiamo analizzare tutti i versetti che rimandano al primo giorno dopo il sabato.


Non mi interessa approfondire le influenze mesopotamiche nel VT.
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Gianni
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da Gianni »

Bene, Marco. Partirei dal segno di Giona, e ti spiego perchè. Yeshùa disse che avrebbe daro un solo unico segno della sua messianicità, ed è il segno di Giona. Su quel segno, del tutto indipendente dalla sua vovontà, egli si giocò tutta la sua credibilità. E quel segno ci porta al sabato, non alla domenica.
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Re: Il vero SABATO

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Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono: «Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno». Ed egli rispose: «Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra Mt 12,38-40

Quel segno ripeto non era indirizzato alla comunità di coloro che avrebbero creduto in lui ma come dice il testo ad una generazione perversa e adultera. Segni Gesù ne faceva molti per coloro che avrebbero accettato la salvezza, come il Vangelo di Giovanni ci insegna (Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome Gv 20,30-31).

Tu scrivi che si giocò tutta la sua credibilità. Non credo fosse nei suoi piani. Lui sapeva che non avrebbero accettato ugualmente il fatto compiuto. Infatti avendo saputo che la tomba era vuota misero in giro la famosa diceria. Ti risulta che la classe sacerdotale, scribi e farisei credettero avendo visto il segno? Gli Atti sono una cronistoria della persecuzione…
Il segno di Giona tu dici che conduce al sabato. Io non ci metterei la mano sul fuoco. Nessuno può dire con certezza l’ora esatta in cui Gesù risuscitò. Gli evangelisti non hanno ritenuto essenziale farcelo sapere. Esiste un velo di mistero che resterà così fino alla fine. Non sappiamo l’anno quindi non possiamo risalire con certezza al conteggio Pasquale. Ciò che a loro premeva era che il primo giorno dopo il sabato videro Gesù risorto.
Credo che in qualche modo, il vino nuovo, preveda anche una leggera e graduale modifica alla granitica concezione del sabato ebraico.
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Re: Il vero SABATO

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Questo non significa assolutamente che il Comandamento sul sabato sia abrogato. Ma vive sotto una nuova veste.
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Gianni
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Re: Il vero SABATO

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Marco, tu sostieni che il segno di Giona «non era indirizzato alla comunità di coloro che avrebbero creduto in lui ma come dice il testo ad una generazione perversa e adultera».

Permettimi di farti notare in questa tua dichiarazione una certa inesattezza, un controsenso e qualche illogicità.

1a. Il segno di Giona non era affatto indirizzato ad una generazione perversa. Yeshùa dice invece che è una generazione perversa che chiede segni. E infatti dice poi che non le sarà dato alcun segno. Un segno è un segno e tale rimane, indipendentemente da chi lo chiede.
1b. Yeshùa usa l’impersonale: “Non le sarà dato un segno eccetto”. L’impersonale è un modo ebraico per riferirsi a Dio senza nominarlo. Il segno di Giona non è dato da Yeshùa (a cui in ogni caso sarebbe stato impossibile), ma da Dio.
1c. A quella generazione malvagia non fu dato alcun segno dietro richiesta (Yeshùa oppone infatti un netto rifiuto). Il segno di Giona lo ebbero loro malgrado.

2. La tua dichiarazione contiene anche un controsenso. Siccome quella generazione malvagia ebbe il segno suo malgrado, secondo te esso non avrebbe valore per coloro che avrebbero creduto in lui. Un segno è un segno e tale rimane sempre. Ora, se fosse come tu sostieni, a maggior ragione quel segno acquisterebbe valore. Se infatti esso non valesse niente, i credenti si troverebbero di fronte ad un segno inconsistente perché dato (secondo te) a dei malvagi.

3. La tua affermazione cozza contro la logica insita nel testo. Yeshùa si rifiuta di fornire un segno a dei malvagi, tuttavia dice che essi avranno da Dio (verbo all’impersonale), ciononostante, un segno. Siccome dato da Dio, tale segno è valido in sé e vale per tutti. E per essere valido deve essere veritiero in modo perfetto e in tutti i dettagli.
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Re: Il vero SABATO

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Gianni ha scritto: lunedì 27 gennaio 2025, 2:05 Marco, tu sostieni che il segno di Giona «non era indirizzato alla comunità di coloro che avrebbero creduto in lui ma come dice il testo ad una generazione perversa e adultera».

Permettimi di farti notare in questa tua dichiarazione una certa inesattezza, un controsenso e qualche illogicità.

1a. Il segno di Giona non era affatto indirizzato ad una generazione perversa. Yeshùa dice invece che è una generazione perversa che chiede segni. E infatti dice poi che non le sarà dato alcun segno. Un segno è un segno e tale rimane, indipendentemente da chi lo chiede.
1b. Yeshùa usa l’impersonale: “Non le sarà dato un segno eccetto”. L’impersonale è un modo ebraico per riferirsi a Dio senza nominarlo. Il segno di Giona non è dato da Yeshùa (a cui in ogni caso sarebbe stato impossibile), ma da Dio.
1c. A quella generazione malvagia non fu dato alcun segno dietro richiesta (Yeshùa oppone infatti un netto rifiuto). Il segno di Giona lo ebbero loro malgrado.


Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. 30 Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui

1a. Il segno era per loro, eccome!

1b. Anche se a risuscitarlo fu Dio, la volontà e l'accettazione del sacrificio sono di Gesù. Inoltre, essendo ripieno della Divinità, e come se parlasse Dio.
marco
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Re: Il vero SABATO

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Gianni ha scritto: lunedì 27 gennaio 2025, 2:05
2. La tua dichiarazione contiene anche un controsenso. Siccome quella generazione malvagia ebbe il segno suo malgrado, secondo te esso non avrebbe valore per coloro che avrebbero creduto in lui. Un segno è un segno e tale rimane sempre. Ora, se fosse come tu sostieni, a maggior ragione quel segno acquisterebbe valore. Se infatti esso non valesse niente, i credenti si troverebbero di fronte ad un segno inconsistente perché dato (secondo te) a dei malvagi.


Non ho scritto questo. Certamente un segno rimane tale a prescindere. Ha un grandissimo valore ci mancherebbe. Ma è una moneta a due facce: per i credenti salvezza, per coloro che lo rifiutano la condanna.
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