marco ha scritto: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
Quì c'è da riflettere.
La prima consiste nell'atto di fede del ladrone che viene premiato da Yeshùa con la certezza della vita eterna.
La seconda ci porta alla teoria del Millennio. Se quest'ultima fosse vera, Yeshùa avrebbe dovuto rispondere al ladrone dicendogli che verrà riportato in vita per dimostrare ciò che non ha potuto compiere dato che di lì a poco la morte l'avrebbe preso.
Caro Marco, Yeshùa non usava discorsi astratti per come hai fatto tu. Detto in quel modo non lo troverai nelle Scritture. Solo collegandoti ad altri versi biblici si arriva a comprendere che il ladrone non faceva parte del patto del Regno come re e sacerdote, ma solo come suddito. E perchè questo? Perchè Yeshùa disse:
"Or voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io dispongo che
vi sia dato un regno, come il Padre mio ha disposto che fosse dato a me" (Luca 22:28,29).
Il ladrone non risulta che abbia fatto parte di questi che hanno perseverato con Yeshùa. Mentre Yeshùa e i discepoli erano impegnati nell'opera di Dio, questo ladrone era tutto preso a fare male azioni. Ora, in punto di morte, Yeshùa lo premia dandogli il trono per regnare insieme a quelli che hanno perseverato con lui nelle prove?
Marco, grazie a questo tuo pensiero, oggi ho capito chi ha dato vita alla raccomandazione.
Vogliamo cestinare le parole di Yeshùa per dare posto alla nostra veduta?
Invece Yeshùa gli dice che è già in paradiso. Non deve dimostrare nulla, l'atto di fede vale più di ogni azione.
Pare che Giacomo non la pensa come te, perché ci dice che la fede senza azione non serve a nulla (Gc 2:26).
La discussione non è sterile se io non accetto la tua esegesi.
Evidente che neanche qui sono riuscito a spiegarmi. Comunque, fai benissimo a tenerti la tua che non è sterile, perché con la mia, che è sterile, rischi di non partorire più.
