L’ultimo giorno di Yeshùa
Re: L’ultimo giorno di Yeshùa
Ho detto che di notte non si combatteva, ma non è una verità assoluta, nel capitolo successivo apprendiamo che gli abitanti di Javesh Ghil’ad quando seppero che i filistei avevano ucciso Saul e i suoi tre figli fecero una spedizione per riprendersi il corpo di Saul e leggiamo “Che marciarono tutta la notte”(31/12).
L’egiziano poteva dire anche solo che non mangiò ne bevve per tre giorni, ma il testo sottolinea che la situazione di digiuno era eccezionale, giorno e notte, tre giorni e tre notti sono una sottolineatura letteraria , ma sappiamo che il servo (meglio ‘eved, schiavo) fu abbandonato dal suo padrone tre giorni prima perché era malato, è lo stesso giorno in cui era giunto David a Tziqlag e anche il giorno in cui gli Amalekiti avevano assalito la città, il servo abbandonato evidentemente ha contato il tempo in tre giorni e tre notti di veglia, come dire che il servo ha contato le ore della sua sofferenza.
Il concetto del tempo e la scansione fra giorno e notte non corrisponde al nostro, oltre a far iniziare il nuovo giorno dal crepuscolo del giorno precedente esiste ancora una suddivisione, alla fine della giornata si individuano tre momenti fondamentali, il tramonto sheqi’ah il sole scende sotto l’orizzonte e non è più visibile, non è più giorno ma neanche notte , questo intermezzo è chiamato ben ha-shemashòt, subito dopo abbiamo zet ha-khochavim l’uscita delle stelle, escludendo quelle che si vedono anche di giorno vengono considerate solo quelle medie, il Talmud all’inizio del trattato di Berakhot, specifica che quando esce una stella sola è certamente giorno, con due stelle si è in dubbio se sia giorno o sia notte, tre stelle è certamente notte.
Ma anche la notte è di tre parti……
“Rabbi Eli’zer insegnava
“La notte si divide in tre veglie e ogni veglia il Signore siede e ruggisce come un leone. Il segnale d’inizio di ogni veglia è il seguente. Alla prima veglia un asino raglia. Alla seconda veglia un cane abbaia. Alla terza veglia, quando ormai si approssima l’alba, un bimbo succhia il latte da sua madre e una moglie conversa con suo marito” (Berackhòt 3a)
L’interpretazione di questo passo è impegnativo, ma siamo fuori tema.
Noiman
L’egiziano poteva dire anche solo che non mangiò ne bevve per tre giorni, ma il testo sottolinea che la situazione di digiuno era eccezionale, giorno e notte, tre giorni e tre notti sono una sottolineatura letteraria , ma sappiamo che il servo (meglio ‘eved, schiavo) fu abbandonato dal suo padrone tre giorni prima perché era malato, è lo stesso giorno in cui era giunto David a Tziqlag e anche il giorno in cui gli Amalekiti avevano assalito la città, il servo abbandonato evidentemente ha contato il tempo in tre giorni e tre notti di veglia, come dire che il servo ha contato le ore della sua sofferenza.
Il concetto del tempo e la scansione fra giorno e notte non corrisponde al nostro, oltre a far iniziare il nuovo giorno dal crepuscolo del giorno precedente esiste ancora una suddivisione, alla fine della giornata si individuano tre momenti fondamentali, il tramonto sheqi’ah il sole scende sotto l’orizzonte e non è più visibile, non è più giorno ma neanche notte , questo intermezzo è chiamato ben ha-shemashòt, subito dopo abbiamo zet ha-khochavim l’uscita delle stelle, escludendo quelle che si vedono anche di giorno vengono considerate solo quelle medie, il Talmud all’inizio del trattato di Berakhot, specifica che quando esce una stella sola è certamente giorno, con due stelle si è in dubbio se sia giorno o sia notte, tre stelle è certamente notte.
Ma anche la notte è di tre parti……
“Rabbi Eli’zer insegnava
“La notte si divide in tre veglie e ogni veglia il Signore siede e ruggisce come un leone. Il segnale d’inizio di ogni veglia è il seguente. Alla prima veglia un asino raglia. Alla seconda veglia un cane abbaia. Alla terza veglia, quando ormai si approssima l’alba, un bimbo succhia il latte da sua madre e una moglie conversa con suo marito” (Berackhòt 3a)
L’interpretazione di questo passo è impegnativo, ma siamo fuori tema.
Noiman
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa
Grazie, Noiman! Ottima trattazione.
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa
L’egiziano poteva dire anche solo che non mangiò ne bevve per tre giorni, ma il testo sottolinea che la situazione di digiuno era eccezionale, giorno e notte, tre giorni e tre notti sono una sottolineatura letteraria , ma sappiamo che il servo (meglio ‘eved, schiavo) fu abbandonato dal suo padrone tre giorni prima perché era malato, è lo stesso giorno in cui era giunto David a Tziqlag e anche il giorno in cui gli Amalekiti avevano assalito la città, il servo abbandonato evidentemente ha contato il tempo in tre giorni e tre notti di veglia, come dire che il servo ha contato le ore della sua sofferenza.
Grazie Noiman buon Sabato.
Quindi trattasi di 3 giorni e 3 notti.
David partì di Mattina e arrivò il terzo giorno. Per fare tre giorni e tre notti di digiuno il servo dovette iniziare il digiuno la sera prima della partenza di David verso Ziklag.
Abbiamo quindi la prima notte: la notte prima della partenza di David verso Ziklag (1 Samuel 29,11). Abbiamo poi il primo giorno
Poi abbiamo il secondo giorno dalla partenza di Davide: un altra notte e un altro giorno
Poi abbiamo il terzo giorno dalla partenza di David che arriva a Ziklag e trova il paese devastato. C'è quindi un altra notte e poi nella parte diurna del terzo giorno David incontra l'egiziano.
L'egiziano partecipò all'incursione degli amaleciti evidentemente il giorno prima della partenza di David (1 Samuel 29,11). Alla sera prima della partenza di David (1 Samuel 29,11) il giovane dovette ammalarsi e fu abbandonato e li iniziarono i 3 giorni e le 3 notte per l'egiziano. Per David invece i tre giorni non erano pieni.
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa
Se Noiman dice che tre giorni e tre notti sono 3 giorni e 3 notti allora alzo le mani.
Di conseguenza mi viene da chiederti: Se Yeshua morì di Mercoledi però perché quel poco tempo che fu nella tomba prima dell'inizio del Giovedì non va contato? Era comunque nella tomba per un parte di quel giorno di Mercoledi. Perché quella parte di Mercoledi non deve essere contata come giorno? L'ultimo giorno di digiuno del l'egiziano per esempio non fu pieno. Però si conta lo stesso. Invece quella parte del Mercoledi perché non va contata come giorno?
Poi perché le donne dovettero far passare tutto il venerdi per poi precipitarsi di fretta verso la tomba all'alba della domenica?
Re: L’ultimo giorno di Yeshùa
Animasalvata dico la mia, ipotesi per ipotesi.
Da nessuna parte è descritta l’ora della resurrezione, dato che è morto di mercoledì pomeriggio del 14 Nissan, poteva essere risorto già nel pomeriggio del Sabato settimanale del 17.
Dopotutto il sabato dura fino all’apparire di tre stelle e nessuno si spostava fino ad allora.
Anche la resurrezione di Lazzaro avvenne al quarto giorno:
Giovanni11:39 Gesù disse: «Togliete la pietra!» Marta, la sorella del morto, gli disse: «Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno».
Da nessuna parte è descritta l’ora della resurrezione, dato che è morto di mercoledì pomeriggio del 14 Nissan, poteva essere risorto già nel pomeriggio del Sabato settimanale del 17.
Dopotutto il sabato dura fino all’apparire di tre stelle e nessuno si spostava fino ad allora.
Anche la resurrezione di Lazzaro avvenne al quarto giorno:
Giovanni11:39 Gesù disse: «Togliete la pietra!» Marta, la sorella del morto, gli disse: «Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno».
- Maria Grazia Lazzara
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa
Allora qual'è il dato di fatto?
Jeshùa morì mercoledì prima dell'inizio della Pasqua e per certo non risuscitò di domenica.
Altro fatto il giorno classico inizia da oscurità a oscurità per cui
Mercoledì sera a giovedì sera 1 giorno
Giovedì sera a venerdì sera 2 giorno
Venerdì sera a sabato sera 3 giorno
Suddivisi tre giorni diurni e tre notti notturni . Segno di Giona adempiuto
Il resto sono cavilli .
Ciò che ho imparato io per certo Jeshùa non celebrò l'ultima Pasqua e non Risuscitò di domenica .
Abbiamo escluso due cose importanti
Jeshùa morì mercoledì prima dell'inizio della Pasqua e per certo non risuscitò di domenica.
Altro fatto il giorno classico inizia da oscurità a oscurità per cui
Mercoledì sera a giovedì sera 1 giorno
Giovedì sera a venerdì sera 2 giorno
Venerdì sera a sabato sera 3 giorno
Suddivisi tre giorni diurni e tre notti notturni . Segno di Giona adempiuto
Il resto sono cavilli .
Ciò che ho imparato io per certo Jeshùa non celebrò l'ultima Pasqua e non Risuscitò di domenica .
Abbiamo escluso due cose importanti
- Gianni
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa
Animasalvata, stabilito che l’espressione “tre giorni e tre notti” è precisa, non puoi pretendere che essa parta esattamente dalla prima oscurità che segna l’inizio del primo giorno (notte + dì) e termini esattamente con il tramonto che segna il temine del terzo giorno (notte + dì). Le cose andarono come andarono, decise dai romani. È però molto significativo che Yeshùa spirò esattamente alle 15, quando nel Tempio veniva scannato il primo agnello pasquale. Un altro fattore, questa volta per intervento dei giudei, è che fu messa fretta ai carnefici perché calassero dalle croci i cadaveri dei giustiziati prima che iniziasse il sabato. Tutto ciò ti dà il quadro storico di quell’ultimo giorno di Yeshùa.
Ora aggiungi il fatto che i Vangeli indicano quel sabato che stava per iniziare come la vigilia (preparazione) della Pasqua e come “gran giorno”. È proprio quella ultima connotazione che conferisce a quel “sabato” la sua valenza speciale: era sabato non in quanto sabato ma in quanto giorno festivo, Pasqua, appunto.
A questo punto devi far collimare Mr 16:1 (in cui è detto che, passato il Sabato, Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono aromi per andare a spalmarli sul corpo di Gesù) con Lc 23:56 (in cui è detto che, preparati aromi e oli profumati, “il sabato, naturalmente, si riposarono secondo il comandamento”).
Ora, se quel 14 di nissàn (morte di Yeshùa) lo si fissa di venerdì, avremmo un solo sabato (il 15) che sarebbe nel contempo sia “sabato” come “gran giorno” di Pasqua, sia sabato settimanale. Ma a questo punto non si capirebbe come le donne potessero comprare e preparare gli aromi dopo il sabato e poi rispettare il riposo di sabato. Se abbiamo un solo sabato, quando mai comprarono e prepararono gli aromi?!
Aggiungi infine che la domenica mattina prestissimo, quando era ancora buio, la tomba era vuota. Parlare di “domenica di resurrezione” è quindi quanto mai aleatorio.
Tu fai i conti alla ragioniera, ma devi farli bene. Non puoi applicare il conteggio che si usa nelle cronologie storiche. “Tre giorni e tre notti” sono “tre giorni e tre notti”. Partono da quando partono e terminano esattamente “tre giorni e tre notti” dopo. Col tuo modo di contare (che è quello che si usa nelle cronologie storiche) puoi anche far quadrare apparentemente i conti, ma poi tutto crolla di fronte al raffronto tra Mr 16:1 e Lc 23:56.
Ora aggiungi il fatto che i Vangeli indicano quel sabato che stava per iniziare come la vigilia (preparazione) della Pasqua e come “gran giorno”. È proprio quella ultima connotazione che conferisce a quel “sabato” la sua valenza speciale: era sabato non in quanto sabato ma in quanto giorno festivo, Pasqua, appunto.
A questo punto devi far collimare Mr 16:1 (in cui è detto che, passato il Sabato, Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono aromi per andare a spalmarli sul corpo di Gesù) con Lc 23:56 (in cui è detto che, preparati aromi e oli profumati, “il sabato, naturalmente, si riposarono secondo il comandamento”).
Ora, se quel 14 di nissàn (morte di Yeshùa) lo si fissa di venerdì, avremmo un solo sabato (il 15) che sarebbe nel contempo sia “sabato” come “gran giorno” di Pasqua, sia sabato settimanale. Ma a questo punto non si capirebbe come le donne potessero comprare e preparare gli aromi dopo il sabato e poi rispettare il riposo di sabato. Se abbiamo un solo sabato, quando mai comprarono e prepararono gli aromi?!
Aggiungi infine che la domenica mattina prestissimo, quando era ancora buio, la tomba era vuota. Parlare di “domenica di resurrezione” è quindi quanto mai aleatorio.
Tu fai i conti alla ragioniera, ma devi farli bene. Non puoi applicare il conteggio che si usa nelle cronologie storiche. “Tre giorni e tre notti” sono “tre giorni e tre notti”. Partono da quando partono e terminano esattamente “tre giorni e tre notti” dopo. Col tuo modo di contare (che è quello che si usa nelle cronologie storiche) puoi anche far quadrare apparentemente i conti, ma poi tutto crolla di fronte al raffronto tra Mr 16:1 e Lc 23:56.
Re: L’ultimo giorno di Yeshùa
Maria Grazia se proprio dobbiamo esser precisi e cercar cavilli:
Mori' di Mercoledi’ pomeriggio alle ore 15, 1 giorno (o parte di esso)
Giovedi' 2 giorno (intero Notte e giorno), inizio la sera di mercoledi
Venerdi' 3 giorno (intero Notte e giorno) inizio la sera di Giovedi
Sabato ? giorno (intero Notte e giorno) inizio la sera di Venerdi
La resurezione avvenne il Sabato pomeriggio (?) dopo le ore 15 cosi avremmo tre notti e tre giorni precise; oppure il Sabato bisognava rispettarlo e quindi la resurrezione avvenne dopo l’apparir delle prime stelle (?) quindi gia’ domenica (?).
Mori' di Mercoledi’ pomeriggio alle ore 15, 1 giorno (o parte di esso)
Giovedi' 2 giorno (intero Notte e giorno), inizio la sera di mercoledi
Venerdi' 3 giorno (intero Notte e giorno) inizio la sera di Giovedi
Sabato ? giorno (intero Notte e giorno) inizio la sera di Venerdi
La resurezione avvenne il Sabato pomeriggio (?) dopo le ore 15 cosi avremmo tre notti e tre giorni precise; oppure il Sabato bisognava rispettarlo e quindi la resurrezione avvenne dopo l’apparir delle prime stelle (?) quindi gia’ domenica (?).
- Gianni
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa
Non dalle 15 (ora della morte), ma dal momento in cui fu posto nella terra (certamente prima del tramonto).
Re: L’ultimo giorno di Yeshùa
Secondo te Gianni la resurrezione avvenne la sera del sabato (ancora sabato), oppure alla fine quindi già domenica.
Dato che nelle scritture difficilmente di può capire.
Dato che nelle scritture difficilmente di può capire.