La vera Chiesa
Re: La vera Chiesa
Caro Michele, sai penso davvero che sia indispensabile dividere la religione dalla Chiesa, quella di cui si parla nella Bibbia.
Chiedersi se esiste o se esisterà una religione giusta secondo me è già la partenza errata.
La religione è un insieme di interpretazioni e regole che possono anche prendere spunto dalla Bibbia, al quale poi qualche essere umano ci aggiunge del suo.
La Chiesa, quella con la C maiuscola invece non è visibile al momento per il semplice fatto che contiene persone di tutti i tipi...
Tornerei al discorso che ho fatto qualche giorno fa a Sandro.
Cosa ci rende fratelli e sorelle? Se ci pensi, mia sorella e mio fratello sono tali solo se nati (o adottati) dai miei genitori.
I miei fratelli di fede saranno perciò tutti coloro che in giro per il mondo hanno accettato Dio come loro Padre.
Per come la vedo io, tutte le religioni, nessuna esclusa, hanno un difetto comune. Quello di voler "formare e convincere". E' qui che riscontro il problema principale.
Non puoi pensare di formare un buon credente. Puoi raccontare la tua esperienza, puoi dargli gli strumenti che gli permettano di verificare con i suoi occhi chi è Dio e cosa desidera per lui e da lui. Ma il nostro compito deve fermarsi qui. Perché il resto è un compito che non ci spetta. E' come pretendere di crescere i figli di una famiglia non nostra. Non ha senso.
Dio convince, e Dio forma, se noi glielo permettiamo.
Attenzione bene io condivido assolutamente la voglia e il desiderio di parlare di Dio di un credente.
Solo che, un conto è raccontare quello che Dio ha fatto per noi, un altro è mettersi a dire che si "deve fare così e cosà" e cercare di convincere il prossimo ad unirsi a noi.
La vera chiesa la cominci a vedere nel momento che Dio ti tocca il cuore, e allora guardando meglio, vedi delle persone semplici che fanno gesti grandi, dei quali magari non sono nemmeno consapevoli. E scopri così di avere un fratello in fede.
Un giorno, e spero presto, Cristo ritornerà, e allora avremo altre sorprese, e scopriremo chi sono, chi erano e chi saranno tutte le spighe di grano che già appartengono a Cristo, ma che durante questa esistenza erano giocoforza mescolati alla zizzania. E quello sì che sarà un bel giorno!
Spero di essere riuscita ad esprimere il mio pensiero!
Chiedersi se esiste o se esisterà una religione giusta secondo me è già la partenza errata.
La religione è un insieme di interpretazioni e regole che possono anche prendere spunto dalla Bibbia, al quale poi qualche essere umano ci aggiunge del suo.
La Chiesa, quella con la C maiuscola invece non è visibile al momento per il semplice fatto che contiene persone di tutti i tipi...
Tornerei al discorso che ho fatto qualche giorno fa a Sandro.
Cosa ci rende fratelli e sorelle? Se ci pensi, mia sorella e mio fratello sono tali solo se nati (o adottati) dai miei genitori.
I miei fratelli di fede saranno perciò tutti coloro che in giro per il mondo hanno accettato Dio come loro Padre.
Per come la vedo io, tutte le religioni, nessuna esclusa, hanno un difetto comune. Quello di voler "formare e convincere". E' qui che riscontro il problema principale.
Non puoi pensare di formare un buon credente. Puoi raccontare la tua esperienza, puoi dargli gli strumenti che gli permettano di verificare con i suoi occhi chi è Dio e cosa desidera per lui e da lui. Ma il nostro compito deve fermarsi qui. Perché il resto è un compito che non ci spetta. E' come pretendere di crescere i figli di una famiglia non nostra. Non ha senso.
Dio convince, e Dio forma, se noi glielo permettiamo.
Attenzione bene io condivido assolutamente la voglia e il desiderio di parlare di Dio di un credente.
Solo che, un conto è raccontare quello che Dio ha fatto per noi, un altro è mettersi a dire che si "deve fare così e cosà" e cercare di convincere il prossimo ad unirsi a noi.
La vera chiesa la cominci a vedere nel momento che Dio ti tocca il cuore, e allora guardando meglio, vedi delle persone semplici che fanno gesti grandi, dei quali magari non sono nemmeno consapevoli. E scopri così di avere un fratello in fede.
Un giorno, e spero presto, Cristo ritornerà, e allora avremo altre sorprese, e scopriremo chi sono, chi erano e chi saranno tutte le spighe di grano che già appartengono a Cristo, ma che durante questa esistenza erano giocoforza mescolati alla zizzania. E quello sì che sarà un bel giorno!
Spero di essere riuscita ad esprimere il mio pensiero!
Re: La vera Chiesa
Perfettamente Giorgia .... il tuo fan sfegatato
- Maryam Bat Hagar
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- Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 15:27
- Località: Milano maryambad@hotmail.it
La vera Chiesa
ragazzi dosate i toni
parlate civilmente circa il post aperto da Michele
parlate civilmente circa il post aperto da Michele
il nostro nemico non è né l'ebreo né il cristiano
il nostro nemico è la nostra stessa ignoranza
Ali ibn Abi Talib(599- 661)
il nostro nemico è la nostra stessa ignoranza
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Re: La vera Chiesa
Se volete parlare della "vera chiesa", prendete il termine greco che la definisce e fate un po' di ermeneutica.
Re: La vera Chiesa
Bgaluppi non tutti hanno fatto il liceo classico per conoscere il greco antico.
Sandro_48
Sandro_48
Re: La vera Chiesa
e cosa si deve fare in una vera chiesa ?
1) cominciare a pregare una/o per l'altro/a
2) iniziamo così , e poi saremo illuminati/e
3) e magari ce lo diciamo anche in privato per rendere personale la preghiera
Sandro.48
Testimonianza: una persona ha cominciato a pregare per me. Dio l'ha ascoltata, e allora ho iniziato io a pregare per quella persona; e poi considerando che il mettermi a pregare mi dà un beneficio spirituale, ho scritto questo post.
1) cominciare a pregare una/o per l'altro/a
2) iniziamo così , e poi saremo illuminati/e
3) e magari ce lo diciamo anche in privato per rendere personale la preghiera
Sandro.48
Testimonianza: una persona ha cominciato a pregare per me. Dio l'ha ascoltata, e allora ho iniziato io a pregare per quella persona; e poi considerando che il mettermi a pregare mi dà un beneficio spirituale, ho scritto questo post.
Re: La vera Chiesa
Cara Giorgia, il termine che ho usato; "religione", può essere usato benissimo per la chiesa di Cristo, io l'ho fatto e non mi sembra una cosa sbagliata. Religione significa religere, o chiudere entro un qualcosa, giusto? E allora la religione di Cristo sarà anch'essa un rin-chiudere tutti coloro che sono di Cristo. L'esempio di un recinto.
Ovviamente, questo concetto base non rappresenta tutto il significato che do io al termine religione. E poi un termine può essere usato al di la del significato che ha assunto fino ad ora. Io parlavo di religione con la R maiuscola.
Ovviamente, questo concetto base non rappresenta tutto il significato che do io al termine religione. E poi un termine può essere usato al di la del significato che ha assunto fino ad ora. Io parlavo di religione con la R maiuscola.
Ultima modifica di Michele il mercoledì 4 novembre 2015, 21:16, modificato 1 volta in totale.
Re: La vera Chiesa
Vi invito tutti a leggere l'ultimo messaggio della moderazione qui:
https://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... 548#p30548" onclick="window.open(this.href);return false;
https://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... 548#p30548" onclick="window.open(this.href);return false;
Re: La vera Chiesa
LA vera chesa sono le spighe in mezzo alle zizzanie , poco importa al Padre a quale popolo appartengono, dal greco "ekklêsia"" cioè assemnblea riunione , non certo 4 mura con statue tetto ed altarini vari.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Re: La vera Chiesa
Per comprendere il termine ekklesia (o ecclesia) non c'e' bisogno di conoscere il greco, basta andare su Wikipedia :
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Il termine deriva alla lingua italiana dal latino ecclesĭa, che a sua volta origina dal greco classico ἐκκλησία (ekklēsía)[3]. In greco, per ecclesia si intendeva un'assemblea politica, militare o civile, mentre l'aggettivo ἔκκλητος indicava colui che era scelto per giudicare in appello e nell'Oreste di Euripide è usata l'espressione ἔκκλητος ὄχλος (ékklētos òchlos) con il senso di "assemblea particolare"[5]. A monte sta il verbo ἐκκαλέω, che significa "io chiamo", "mando a chiamare", "faccio appello a"[5].
L'espressione è ripresa nelle parti più recenti della Septuaginta (la versione in greco della Bibbia) come omologo dei termini ebraici qāhāl e ‛ēdāh, con il senso di "adunanza" del popolo ebraico, adunanza religiosa e politica allo stesso tempo[6]. È dunque nella Septuaginta che il termine ἐκκλησία inizia ad assumere in greco un significato specificamente "cultuale e giuridico"[7]. Gli scrittori del Nuovo Testamento non hanno ricavato questo termine dall'uso che se ne faceva in Grecia, ma appunto dalla Septuaginta.
Seguendo l'ordine canonico, la prima menzione del termine ἐκκλησία nella Bibbia in greco sta in Deuteronomio, 4.10, dove curiosamente i Settanta scrivono tei hemérai tés ekklesías ("il giorno dell'assemblea"), senza un riscontro preciso nel canone masoretico, forse a ciò indotti dall'uso dell'imperativo haqhēl, "raduna" (dalla medesima radice di qāhāl)[7]. Altri passi del Deuteronomio che utilizzano l'espressione ἐκκλησία sono 9,10 e 18,16, ma si veda anche il Primo libro dei Re, 8,65. Quando è seguita dal genitivo "del Signore", ἐκκλησίαν κυρίου ("assemblea del Signore"), traduce il termine ebraico קהל יהוה (Deuteronomio, 23,2ss; Michea 2,5). Interessante, però, è che l'originale greco degli Atti chiami ἐκκλησία la riunione dei cittadini di Efeso nel teatro della città: "Intanto, chi gridava una cosa, chi un'altra; infatti l'assemblea era confusa; e i più non sapevano per quale motivo si fossero riuniti", in questo caso in chiave non religiosa, ma puramente civile (19,32).
La Septuaginta usa anche un secondo termine per tradurre il concetto ebraico di "popolo di Dio", συναγωγή (sunagōgē), "adunanza", "assemblea", da cui "sinagoga", quasi mai adoperato nel Nuovo Testamento riferito ai cristiani, perché già indicava la comunità giudaica e il suo luogo di culto.
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Si puo' anche cercare il termine ekklesia su Google e troviamo questo, da Bible Hub:
1577 ekklēsía (from 1537 /ek, "out from and to" and 2564 /kaléō, "to call") – properly, people called out from the world and to God, the outcome being the Church (the mystical body of Christ) – i.e. the universal (total) body of believers whom God calls out from the world and into His eternal kingdom.
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Il termine deriva alla lingua italiana dal latino ecclesĭa, che a sua volta origina dal greco classico ἐκκλησία (ekklēsía)[3]. In greco, per ecclesia si intendeva un'assemblea politica, militare o civile, mentre l'aggettivo ἔκκλητος indicava colui che era scelto per giudicare in appello e nell'Oreste di Euripide è usata l'espressione ἔκκλητος ὄχλος (ékklētos òchlos) con il senso di "assemblea particolare"[5]. A monte sta il verbo ἐκκαλέω, che significa "io chiamo", "mando a chiamare", "faccio appello a"[5].
L'espressione è ripresa nelle parti più recenti della Septuaginta (la versione in greco della Bibbia) come omologo dei termini ebraici qāhāl e ‛ēdāh, con il senso di "adunanza" del popolo ebraico, adunanza religiosa e politica allo stesso tempo[6]. È dunque nella Septuaginta che il termine ἐκκλησία inizia ad assumere in greco un significato specificamente "cultuale e giuridico"[7]. Gli scrittori del Nuovo Testamento non hanno ricavato questo termine dall'uso che se ne faceva in Grecia, ma appunto dalla Septuaginta.
Seguendo l'ordine canonico, la prima menzione del termine ἐκκλησία nella Bibbia in greco sta in Deuteronomio, 4.10, dove curiosamente i Settanta scrivono tei hemérai tés ekklesías ("il giorno dell'assemblea"), senza un riscontro preciso nel canone masoretico, forse a ciò indotti dall'uso dell'imperativo haqhēl, "raduna" (dalla medesima radice di qāhāl)[7]. Altri passi del Deuteronomio che utilizzano l'espressione ἐκκλησία sono 9,10 e 18,16, ma si veda anche il Primo libro dei Re, 8,65. Quando è seguita dal genitivo "del Signore", ἐκκλησίαν κυρίου ("assemblea del Signore"), traduce il termine ebraico קהל יהוה (Deuteronomio, 23,2ss; Michea 2,5). Interessante, però, è che l'originale greco degli Atti chiami ἐκκλησία la riunione dei cittadini di Efeso nel teatro della città: "Intanto, chi gridava una cosa, chi un'altra; infatti l'assemblea era confusa; e i più non sapevano per quale motivo si fossero riuniti", in questo caso in chiave non religiosa, ma puramente civile (19,32).
La Septuaginta usa anche un secondo termine per tradurre il concetto ebraico di "popolo di Dio", συναγωγή (sunagōgē), "adunanza", "assemblea", da cui "sinagoga", quasi mai adoperato nel Nuovo Testamento riferito ai cristiani, perché già indicava la comunità giudaica e il suo luogo di culto.
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Si puo' anche cercare il termine ekklesia su Google e troviamo questo, da Bible Hub:
1577 ekklēsía (from 1537 /ek, "out from and to" and 2564 /kaléō, "to call") – properly, people called out from the world and to God, the outcome being the Church (the mystical body of Christ) – i.e. the universal (total) body of believers whom God calls out from the world and into His eternal kingdom.