La dottrina della Trinità, la ferita che la cristianità si è inflitta

Rispondi
Avatar utente
matteo97
Messaggi: 423
Iscritto il: lunedì 14 gennaio 2019, 13:14

La dottrina della Trinità, la ferita che la cristianità si è inflitta

Messaggio da matteo97 »

Consiglio la lettura di questo testo formato pdf che ho rintracciato nella rete. Analizza la dottrina della trinità facendo delle ottime conclusioni razionali basate sul testo biblico. Interessante quando afferma che nel pensiero ebraico e quindi nella Bibbia gli uomini non preesistono prima della loro creazione e quindi che la preesistenza di Cristo è una dottrina che attinge dalla filosofia greca. Ottima la denuncia dell'influsso delle dottrine gnostiche nella cristianità apostata una delle quali è ad esempio la convinzione che i credenti dopo la morte si ritrovino alla presenza del Signore e godano della sua maestà. Giustamente si asserisce se i credenti una volta morti sono al cospetto del Signore per ricevere le proprie "ricompense" che senso avrebbe la resurrezione di giudizio?
Italian.pdf
(1.06 MiB) Scaricato 72 volte
Avatar utente
Tony
Messaggi: 767
Iscritto il: domenica 26 agosto 2018, 17:35

Re: La dottrina della Trinità, la ferita che la cristianità si è inflitta

Messaggio da Tony »

Ciao Matteo la categoria della preesistenza non è solo della filosofia greca ma anche di quella ebraica(ti lascio sotto uno studio di Gianni) , la mia domanda semmai è : quanto la filosofia greca e il pensiero ellenistico hanno influenzato il pensiero degli scrittori del cosiddetto nuovo testamento?

Per citare un esempio che è stato affrontato più volte qui nel forum è il famoso prologo di Giovanni : attinge alla cultura e sapienza ebraica (soprattutto dal libro dei Proverbi , Pr 8 ) oppure dal logos greco ?

parte dell'articolo di Gianni :
Il concetto biblico di preesistenza

Non occorre riferirsi all’interpretazione platonica, sostenuta da Origène, che poggia sulla dottrina della preesistenza delle anime; Origène sosteneva che l’anima del Cristo fosse preesistita in cielo anche prima della nascita di Yeshùa.

Non occorre neppure riferirsi alla concezione mitica degli gnostici che supponevano che il corpo celeste di Yeshùa fosse preesistito in cielo fino alla sua apparizione sulla terra attraversando il ventre di sua madre come un raggio di sole attraversa un vetro.

Per comprendere la preesistenza di Yeshùa è sufficiente richiamarsi ad altre preesistenze ammesse facilmente dagli ebrei per alcune realtà importanti. Questa è una di quelle categorie mentali tipiche della cultura mediorientale della Bibbia. Comprendendole con la nostra mentalità occidentale si prendono delle vere e proprie cantonate. Per gli ebrei attribuire la preesistenza a qualcosa era il modo concreto per esaltare quella cosa e metterla in intima connessione con Dio. Vediamo alcuni esempi biblici di preesistenza.

IL TABERNACOLO

Prima di essere comunicato a Mosè, il tabernacolo “preesisteva” già presso Dio. Mosè ne vide il modello (Es 25:9,40). Per Paolo, le strutture del tempio sono “rappresentazioni tipiche delle cose nei cieli”. – Eb 9:23, TNM.

I RITI SACERDOTALI

Non solo il Tabernacolo o santuario “preesisteva”, ma i riti stessi. Lo scrittore di Ebrei fa riferimento a questa idea comune al tempo di Yeshùa: “Rendono sacro servizio in una rappresentazione tipica e in un’ombra delle cose celesti; come Mosè, quando stava per completare la tenda, ricevette il comando divino: Poiché egli dice: ‘Guarda di fare ogni cosa secondo il modello che ti fu mostrato sul monte’” (Eb 8:5, TNM). Quindi, sia il tabernacolo che i riti erano solo “un’ombra delle cose celesti”, essendo la realtà vera in cielo presso Dio. Si trattava di “rappresentazioni tipiche delle cose nei cieli”. – Eb 9:23, TNM.

ALCUNI PATRIARCHI

Origène riporta uno scritto giudaico in cui Giacobbe, il cui nome divino è Israele, è il primogenito delle creature, il primo spirito. Anche Filone riporta qualcosa di simile, presentando Giacobbe con il nome di Lògos, superiore a tutti gli angeli. Quindi, ancora prima di Giovanni e di Paolo, il giudaismo usava una terminologia identica a quella dei tempi di Yeshùa.

IL MESSIA

Il libro di Enoc (che fa parte di quegli scritti degli ebrei che non entrarono nel canone biblico) parla del messia come di una persona preesistente presso Dio, prima ancora della creazione: “Prima che il sole e i segni fossero creati, prima che le stelle del cielo fossero fatte, il suo nome fu nominato davanti al Signore degli spiriti (Enoc 48:3). Sebbene questo libro non faccia parte della Bibbia, esso testimonia che presso gli ebrei, nella loro mentalità, si usava questa categoria della “preesistenza”. Va notato inoltre che il canone delle Scritture Ebraiche fu stabilito solo con il concilio ebraico di Jamnia verso il 90 E.V., per cui nel tempo apostolico questi scritti esclusi poi dal canone erano tenuti in considerazione.

LA SAPIENZA

Essa appare all’origine della creazione e si trova presso Dio (Pr 8:22). Yeshùa si presenta come sapienza, assumendo gli attributi della sapienza. Ad esempio, in Mt 23:34 Yeshùa dice: “Vi mando profeti e saggi e pubblici insegnanti” (TNM); nel testo greco la lezione ha: “Io [ἐγώ, egò] vi mando”; e Lc 11:49 – nel passo parallelo – mette: “La sapienza di Dio ha anche detto: ‘Manderò loro profeti e apostoli’”. – TNM.

LA TORÀH

Nella concezione ebraica la Toràh data a Mosè sul Sinày già preesisteva in cielo presso Dio.

La preesistenza di Yeshùa va quindi intesa nel modo in cui gli israeliti parlavano delle varie preesistenze. Ostinarsi a leggere la preesistenza di Yeshùa in modo diverso denota l’ostinazione di voler leggere la Bibbia con la propria mentalità occidentale. Come al solito, vi sono due modi di leggere la Bibbia: prenderla letteralmente o prenderla sul serio.


Comunque leggerò la parte della preesistenza dell'articolo da te segnalato , mi ha sempre incuriosito questo argomento

https://www.biblistica.it/?page_id=3159
Avatar utente
Tony
Messaggi: 767
Iscritto il: domenica 26 agosto 2018, 17:35

Re: La dottrina della Trinità, la ferita che la cristianità si è inflitta

Messaggio da Tony »

Ciao Matteo , ho letto la sezione dedicata alla preesistenza , devo dire che è trattata davvero bene . Avevo frainteso le tue parole quando dicevi che la preesistenza è una dottrina che attinge dalla filosofia greca , non avevo capito che ti riferivi alla rilettura postuma di questa categoria fatta ai tempi dei padri della chiesa e quindi di molto posteriori . Ti ringrazio di averlo condiviso perchè da tempo cercavo qualche riflessione in più in ambito accademico riguardo a questo tema (con tanto di riferimenti bibliografici ) . Quindi di nuovo grazie :YMPEACE:
Rispondi