Caro Harlock, tutte le Scritture che hai riportato, lette per come dici, non fanno altro che riportare il classico insegnamento di alcune denominazioni evangeliche che dichiarano, una volta salvati, si è salvati per sempre. Stando così, allora possiamo buttare la Bibbia e tenerci solo il passo biblico di Atti 16:31: “Credi nel Signor Gesù e sarai salvato”.
Quando Paolo parlava di una salvezza al presenta tipo come Ef 2:8 “è per grazia che siamo stati salvati”. Va inteso come speranza per il futuro e non una garanzia assoluta al presente, altrimento dobbiamo concludere che Paolo non era molto stabile quando scriveva le sue lettere, visto che, mentre agli efesini dice che sono già salvati, ai filippesi dice che la salvezza si ottine perseverando: “Così, miei cari, voi che foste sempre ubbidienti, non solo come quand'ero presente, ma molto più adesso che sono assente, adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore” Flp 2:12.
Se la salvezza era già in loro possesso, per come aveva detto agli efesini, perché ai filippesi dice che devo impegnarsi al compimento salvezza? Se la salvezza è già mia, io non devo compiere un bel niente. E invece non è così, perché la salvezza che troviamo spesso al presente nelle Scritture, è un riferimento al futuro. Quando leggiamo versi biblici di una salvezza al presente, basta memorizzarci il passo di Romani 8:24,25 per capire che la salvezze al presente è solo in speranza. Il passo dice: “Siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora? Ma se speriamo ciò che non vediamo, l'aspettiamo con pazienza”.
Il credente è già salvato ora, ma solo in speranza. Altro che salvezza al presente o una volta salvati, salvati per sempre. Il credere in Yeshùa, non è un semplice credere che lui è morto per me, e per questo mi ha salvato. Anche i demoni credono (Giacomo 2:19) e lo credono più di me visto che sono stati testimoni oculari del sacrificio di Yeshùa.
Il credere in Yeshùa è un continuo esercitare la propria fede accompagnata dalle opere (Giacomo 2:17). Tanto è vero che anche nella Scrittura di Giovanni 5:24, da te riportata, viene detto che oltre al credere bisogna anche ascoltare: “Chi ascolta la mia parola e crede …. ha vita eterna” . Sappiamo benissimo che nel concetto biblico ascoltare, non vuol dire un semplice sentire con l’udito, ma ubbidire alla parola. E solo dopo aver perseverato a fare questo si ha la vita eterna cioè, la salvezza. “Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato” (Matteo 24:13), o come dice anche Paolo: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno” (2Timoteo 4:7,8). Smendendo ancora una volta una salvezza già ottenuta al presente.
Ulteriore prova che nel concetto biblico quando si parla al presente, è sempre un riferimento al futuro, basta prendere Scritture come queste: “(Yeshùa disse) Chiunque vive e crede in me, non morirà mai” (Giovanni 11:26). Prova ad aprire le tombe dei credenti
e vedi se questa Scrittura debba intendersi anche al presente.