Lo schiavo di Abramo

noiman
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Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da noiman »

Infatti Salvatore, è scritto nella Misnah e nel Midrash, e mi stupisco che tu ti sei impegnato in studi profondi che riguardano l'antico testamento senza conoscere questi importanti testi. Riguardo a Elezier è vero che non è citato nella torah come figlio di Nimrod, ma ci sono tante cose invece scritte nelle Scritture che non appiaiono come dovrebbero nella loro traduzione come la leggiamo noi.
Ciao
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Salvatore Tarantino
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Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Noiman, potrei anche leggere quei testi, perchè leggere e conoscere è sempre un bene, ma non potrei dare ad essi l'autorità delle Scritture.
Forse non sono stato chiaro nel presentarmi in questo forum: la mia fede è basata unicamente sulle Scritture, e cioè la Bibbia, e nei miei studi non tengo conto di tradizioni di alcun tipo.
noiman
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Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da noiman »

Allora Salvatore...... se affronti le scritture dell'antico testamento devi imparare l'ebraico, in alternativa studierai quello che gli altri hanno studiato e concluso.
In ebraico si dice "mazal tov" buona fortuna.
Noiman
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Salvatore Tarantino
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Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Penso che tutti siamo costretti in misura diversa ad avvalerci del lavoro di altri.
Ma una cosa è studiare sulle traduzioni, altra cosa è accettare passivamente le interpretazioni stabilite da altri.
noiman
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Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da noiman »

Hai ragione Salvatore, ma tu a quale dei due gruppi appartieni?
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Salvatore Tarantino
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Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Noiman, evidentemente mi conosci poco, altrimenti non avresti alcun dubbio che io non appartengo a nessuna confessione religiosa e di conseguenza non accolgo dottrine altrui, a meno che non le abbia prima esaminate e trovate corrette.
noiman
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Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da noiman »

Concordo con te, le dottrine "ciascuno si dovrebbe tenere le sue", ma gli studi li leggo e e li considero tutti.
Ciao
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Salvatore Tarantino
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Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Come ho scritto prima, posso leggere anche i testi di cui parli, e ho letto con piacere un libro sul Talmud; soltanto non li considero dei testi sacri, ispirati, tutto qui.

Ognuno dovrebbe pensare con la propria testa... se poi con la propria testa è d'accordo con qualcun altro su qualcosa non c'è problema, se invece concorda su tutto indistintamente allora qualcosa non quadra.

Shalom Noiman.

Ps: mi dispiace soltanto che la discussione si è arenata prima di iniziare (la storia del servo in fondo era soltanto un modo per prendere l'argomento).
France
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Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da France »

A1
Ultima modifica di France il giovedì 17 settembre 2015, 16:12, modificato 1 volta in totale.
noiman
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Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da noiman »

Quello che vi scrivo appartiene (forse) all’ultima discussione inserita in “bereshit” dove si parla del servo di Avrahàm, ve la ripropongo nella versione concisa.

Rimane nella memoria l’episodio di quando il fedele servo Elezier incontra Rivkà presso un pozzo
Avrahàm è come un alieno, nonostante che sia certo della promessa che gli ha fatto il Signore egli è ancora una straniero in una terra straniera. La promessa fatta è per il futuro e Avrahàm lo sa; sa anche che deve ancora compiere due missioni, la prima è quella di trovare moglie a suo figlio.
Questo trovare moglie ha un significato diverso di quello che era consuetudine dei popoli di Canaan, i matrimoni tra figli e figlie dei capi tribù erano contratti di alleanze militari e politiche.
Questo non è il caso del nostro educatore che vive all’interno di un paese dagli usi depravati e sessualmente immorali, nel piano divino è fondamentale non fare sposare a Izchàk una donna cananea , ma di trovare una moglie nel paese di caldea dove egli è nato.

Avrahàm affida l’incarico al suo fedele servitore che la tradizione afferma che il suo nome è Elezier, nel testo biblico questo nome è omesso, egli è nominato come servo, un servo speciale che gestisce tutto il patrimonio di Avrahàm: “ Poni la mano sotto la mia coscia. E ti farò giurare per il Signore Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai una moglie per mio figlio dalle figlie dei Cananei in mezzo ai quali abito” (bereshit 2/3-Chajjè Saràh) (genesi).
Ma andrai alla mia terra e al mio parentado è là prenderai la moglie per mio figlio Izchàk” “. Che strana frase, perché Avrahàm si fa giurare dal suo servo nell forma più solenne che costui non prenderà una donna da dare in sposa a Izchàk tra i cananei.
Il servo Elezier pone subito una obiezione:
העבר אללי לא תאבה האשה ללכת אחרי אל אהארצ הזאת
Forse la donna con consentirà a seguirmi in questo paese".
Il dubbio è legittimo e la risposta di Avrahàm è un ammonimento :“Guardati bene dal fare tornare là mio figlio:Il Signore Dio del cielo che mi prese dalla mia casa paterna e dal mio paese nativo, che mi parlò e mi giurò dicendo:”Alla tua stirpe darò questa terra; Dio manderà un suo messo avanti a te e prenderai moglie per mio figlio là”(Bereshit- Chajjè Saràh 24/6)(Genesi).
Perché Avrahàm non vuole che Izchàk si cerchi lui direttamente la moglie?
Egli ha ormai oltre 37 anni. La tradizione commenta : Izchàk anche se è scampato al sacrificio , sostituito nell’atto materiale dal montone, spiritualmente è ancora il “korban “e non può lasciare il luogo del sacrificio.
La Torah per raccontare questa storia è prodiga di parole, la narrazione del viaggio e l’incontro con Rivkà è addirittura ripetuto due volte, è rarissimo che la Torah ripeta due volte lo stesso episodio, soprattutto in riferimento a un servo; ma abbiamo detto che questo servo è speciale , lo si può intuire dalle prime parole di bereshit 24 quando il testo ci riporta che “Avrahàm era vecchio, in età avanzata, e il Signore lo aveva benedetto in tutto” Il testo impegna la parola זקן “zachèn” che significa vecchio, la stessa parola viene usata nello stesso versetto quando si parla del servo Elezier ; il testo dice:ויאמר אברהם אל עבדו זקו ,” disse Avrahàm al suo servo vecchio” dunque sono due vecchi che si assomigliano nelle rughe, mio nonno diceva sempre che la parola זקן si può leggere anche se in forma difettiva “questo è il nido”, forse perché קן è il nido, "quando si è vecchi si ritorna al nido", furono le ultime parole che sentii quel mattino dalla sua bocca, prima che restituisse l’anima a D-o.
Dunque Elezier era caro a Avrahàm e altrettanto al Santo e vale il detto “”Che è più cara a D-o la conversazione dei servi dei patriarchi che l’insegnamento dei loro figli”. La tradizione afferma che Elezier era un alunno di Avrahàm e insieme al maestro aveva studiato Torah , Elezier aveva una figlia in età da marito , forse il suo sogno era quella di maritarla con Izchàk, ma essendo cananeo automaticamente era escluso a seguito del giuramento fatto a Avrahàm.
Quando leggiamo nella prima parte del racconto dove è scritto אולי לא תאבה האשה ללכת אחרי אל הארץ “Forse la la donna non consentirà a seguirmi in questo paese” la parola אולי “Ulài” “forse” esprime il dubbio e l’incertezza di Elezier ma anche una segreta speranza che se la prescelta da trovare in Caldea non lo avesse seguito, rimaneva valida la probabilità di convincere Avrahàm a considerare questa possibilità.
Elezier parte con dieci cammelli tra quelli del suo padrone e con se porta le cose piu belle e preziose di Avrahàm destinazione Mesopotamia, il testo sottolinea che attraverso questo dettaglio che le cose che portava con se , la chiave di lettura sembra suggerire che Elezier è un inviato con un incarico speciale, da non confondere con chi lo ha inviato.
Il racconto assomiglia molto alle favole persiane , quando giunge sul posto egli esclama: “O Signore Dio del mio signore Abramo, fammi fare oggi un buon incontro e usa benignità verso il mio signore Abramo” queste parole sono un passaggio importante, ci rivelano che nonostante Eliezer viva da sempre con Avrahàm le parole “Dio del mio signore Abramo” sono un riconoscimento del patto speciale che ha il suo padrone e non va interpretato assolutamente che egli ha un altro dio, l’espressione è consecutiva al pensiero che יהוה è comunque il D-o della casa di Avrahàm. Le altre parole esprimono la fierezza di Elezier di fare una cosa bene per il suo padrone.
Come nelle favole improvvisamente compare Rivcà la figlia di Bethuel figlia di Milcà, moglie di Nachor, fratello di Avrahàm.
Il resto del racconto ci ricorda molto le “mille e una notte”, la ripetizione del racconto nel racconto. Elezier racconta ai parenti di Rivkà tutta la sua storia:
“Il mio padrone mi ha fatto giurare dicendo:”Non prendere moglie per mio figlio fra le donne dei Cananei nel cui paese io abito. Ma recati alla mia casa paterna presso la mia famiglia a prendere una moglie per mio figlio” Io dissi al mio padrone “Forse quella donna non vorrà seguirmi”(Bereshit Hajjè Sarà 24 37-39) (genesi)
Viene ripetuta la stessa espressione ואמר אל אדני אלי לא תלך האשה אחרי “Dissi al mio padrone, forse quella donna non vorrà seguirmi”.Ma questa volta אלי “ulai” è scritta in forma difettiva, mancando la “vav” si può anche leggere come “elai””per me “
Ecco perché Eliezer è un grande e un giusto agli occhi del Santo, perché egli ha capito che quello che era accaduto faceva parte del piano di D-o .
Rivkà non è una sposa qualsiasi essa rappresenta la discendenza femminile di Israele e dal suo grembo nascerà Israele uomo, Jacov che sarà il vero padre delle genti.
Elezier “il servo “ ha anche il compito di affidare per conto di Avrahàm i simboli e le insegne : “Quando i cammelli ebbero finito di bere, l’uomo prese un pendente d’oro del peso di mezzo siclo…… e le pose alle braccia due bracciali del peso di dieci sicli d’oro” Questi sono i segni che simbolicamente sono attribuiti a Israele, il mezzo siclo בקע “beqà” allude a Shmot 38/26, (esodo) quando si fece il censimento di Israele e ciascuno portava un בקע a testimonianza.
Poi gli pose due צמידים “tzemidim”tradotto “accoppiati” simbole delle tavole della legge e del peso di dieci sicli ciascuna, allude ai dieci diberot, le parlate che la contengono. I maestri osservano che il medaglione da mezzo siclo sta al centro e distante dai bracciali, il centro è l’intellettoe il luogo dell’anima, a sinistra e ha destra ci sono le forze di Chasadim e Ghevurot ( gli amori e le forze). Esse sono l’equilibrio e la giustizia che è l’incontreo la il rigore e il perdono. Ri vkà riceve dall’umile servo Elezier l’investitura .

Shalom
Noiman
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