Lo schiavo di Abramo

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Salvatore Tarantino
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Lo schiavo di Abramo

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Genesi 24
Abrahamo era ormai vecchio e di età avanzata; e l'Eterno aveva benedetto Abrahamo in ogni cosa. E Abrahamo disse al servo più anziano di casa sua che aveva il governo su tutti i suoi beni: «Deh, metti la tua mano sotto la mia coscia; e io ti farò giurare per l'Eterno, il DIO dei cieli e il DIO della terra, che tu non prenderai per moglie a mio figlio alcuna delle figlie dei Cananei, in mezzo ai quali io dimoro; ma andrai al mio paese e al mio parentado a prendere una moglie per mio figlio, per Isacco». Il servo gli rispose: «Forse quella donna non sarà disposta a seguirmi in questo paese; dovrò io allora riportare tuo figlio nel paese da cui tu sei uscito?». Allora Abrahamo gli disse: «Guardati dal riportare là mio figlio! L'Eterno, il DIO dei cieli, che mi trasse dalla casa di mio padre e dal mio paese natìo, e mi parlò e mi giurò dicendo: "Io darò questo paese alla tua discendenza", egli manderà il suo angelo davanti a te, e tu prenderai di là una moglie per mio figlio. E se la donna non sarà disposta a seguirti, allora sarai sciolto da questo giuramento a me fatto; soltanto non riportare là mio figlio». Così il servo pose la mano sotto la coscia di Abrahamo suo signore e fece a lui giuramento in merito a questo problema.
Poi il servo prese dieci cammelli fra i cammelli del suo signore e partì, portando con sé ogni sorta di beni del suo signore. Egli si mise in viaggio e andò in Mesopotamia, alla città di Nahor. E fece inginocchiare i cammelli fuori della città presso un pozzo d'acqua, verso sera, all'ora in cui le donne escono ad attingere acqua, e disse: «O Eterno, DIO del mio signore Abrahamo, ti prego, fa' che quest'oggi possa fare un felice incontro, e usa benignità verso Abrahamo mio signore! Ecco, io sto presso questa fonte d'acqua, mentre le figlie degli abitanti della città escono ad attingere acqua. Fa' che la fanciulla alla quale dirò: "Deh, abbassa la tua brocca perché io beva", e che mi risponderà: "Bevi, e darò da bere anche ai tuoi cammelli", sia quella che tu hai destinata al tuo servo Isacco. Da questo comprenderò che tu hai usato benignità verso il mio signore». Egli non aveva ancora finito di parlare, quando ecco uscire con la sua brocca sulla spalla Rebecca, figlia di Bethuel, figlio di Milkah, moglie di Nahor, fratello di Abrahamo. La fanciulla era molto bella d'aspetto, vergine, e nessun uomo l'aveva mai conosciuta. Ella scese alla fonte, riempì la sua brocca, e risalì. Allora il servo le corse incontro e le disse: «Deh, lasciami bere un po' d'acqua dalla tua brocca». Ella rispose: «Bevi, signor mio»; poi si affrettò a calare la brocca sulla mano, e gli diede da bere. Come ebbe finito di dargli da bere, disse: «Attingerò acqua anche per i tuoi cammelli, finché abbiano bevuto a sufficienza». In fretta vuotò la sua brocca nell'abbeveratoio, corse di nuovo alla fonte ad attingere acqua e ne attinse per tutti i cammelli di lui. Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, per sapere se l'Eterno avesse o no fatto prosperare il suo viaggio. Quando i cammelli ebbero finito di bere, l'uomo prese un anello d'oro per il naso del peso di mezzo siclo e due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro per i polsi di lei, e disse: «Di chi sei figlia? Dimmelo, per favore. C'è posto per noi in casa di tuo padre per passare la notte?». Ella rispose: «Io sono figlia di Bethuel figlio di Milkah, che ella partorì a Nahor». E aggiunse: «Da noi c'è strame e foraggio in quantità e anche posto per passare la notte». Allora l'uomo s'inchinò, adorò l'Eterno e disse: «Benedetto l'Eterno, il DIO di Abrahamo mio signore, che non ha cessato di usare la sua benignità e fedeltà verso il mio signore! Quanto a me, nel viaggio, l'Eterno mi ha guidato alla casa dei fratelli del mio signore». E la fanciulla corse a raccontare queste cose a casa di sua madre.
Or Rebecca aveva un fratello chiamato Labano. E Labano corse fuori da quell'uomo alla fonte. Come egli vide l'anello al naso e i braccialetti ai polsi di sua sorella e udì le parole di Rebecca sua sorella che diceva: «Così mi ha parlato quell'uomo», venne da quell'uomo, ed ecco che se ne stava presso ai cammelli, vicino alla fonte. E disse: «Entra, benedetto dall'Eterno! Perché stai fuori? Io ho preparato la casa e un luogo per i cammelli». L'uomo entrò in casa, e Labano scaricò i cammelli, diede strame e foraggio ai cammelli e portò acqua per lavare i piedi di lui e i piedi degli uomini che erano con lui. Poi gli fu posto davanti da mangiare; ma egli disse: «Non mangerò finché non abbia fatto la mia ambasciata». L'altro disse: «Parla». Allora egli disse: «Io sono servo di Abrahamo. L'Eterno ha benedetto abbondantemente il mio signore, che è divenuto grande; gli ha dato pecore e buoi, argento e oro, servi e serve, cammelli e asini. Or Sara, moglie del mio signore, ha partorito nella sua vecchiaia un figlio al mio padrone, che ha dato a lui tutto ciò che possiede. E il mio signore mi ha fatto giurare, dicendo: "Non prenderai per mio figlio una moglie tra i figli dei Cananei, nel paese dei quali dimoro; ma andrai alla casa di mio padre e al mio parentado e là prenderai una moglie per mio figlio". Allora io dissi al mio padrone: "Può darsi che la donna non mi voglia seguire". Ma egli rispose: "L'Eterno, davanti al quale ho camminato, manderà il suo angelo con te e farà prosperare il tuo viaggio, e tu prenderai per mio figlio una moglie dal mio parentado e dalla casa di mio padre. Sarai sciolto dal giuramento fattomi, quando sarai andato dal mio parentado; se poi non vorranno dartela, allora sarai sciolto dal giuramento fattomi". Oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: "O Eterno, DIO del mio signore Abrahamo, se così ti piace, ti prego di far prosperare il viaggio che ho intrapreso; ecco, io mi fermo presso la fonte d'acqua; fa' che la fanciulla che uscirà ad attingere acqua e alla quale dirò: "Deh, lasciami bere un po' d'acqua dalla tua brocca", e che mi dirà: "Bevi pure e ne attingerò anche per i tuoi cammelli", sia la moglie che l'Eterno ha destinato al figlio del mio signore. Prima che io avessi finito di parlare in cuor mio, ecco uscir fuori Rebecca con la sua brocca sulla spalla; ella scese alla fonte e attinse acqua. Allora io le dissi: "Deh, lasciami bere!". Ed ella si affrettò a calare la brocca dalla spalla e rispose: "Bevi, e darò da bere anche ai tuoi cammelli". Così bevvi io, ed ella diede pure da bere ai cammelli. Allora la interrogai e le dissi: "Di chi sei figlia?". Ella rispose: "Sono figlia di Bethuel, figlio di Nahor, che Milkah gli partorì". Così io le misi l'anello al naso e i braccialetti ai polsi. Poi mi inchinai, adorai l'Eterno e benedissi l'Eterno, il DIO di Abrahamo mio signore, che mi ha condotto per la giusta via a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio signore. E ora, se volete usare benevolenza e fedeltà verso il mio signore, ditemelo; se no, ditemelo lo stesso e io mi volgerò a destra o a sinistra». Allora Labano e Bethuel risposero e dissero: «La cosa procede dall'Eterno; noi non possiamo parlarti né in bene né in male. Ecco, Rebecca è qui davanti a te, prendila, va', e divenga ella la moglie del figlio del tuo signore, come l'Eterno ha detto». Quando il servo di Abrahamo udì le loro parole, si prostrò a terra davanti all'Eterno. Il servo trasse fuori oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti e li diede a Rebecca; e donò pure delle cose preziose al fratello e alla madre di lei. Poi mangiarono e bevvero, egli e gli uomini che erano con lui, e si fermarono per la notte. Alzatisi al mattino, il servo disse: «Lasciatemi tornare dal mio signore». Il fratello e la madre di Rebecca dissero: «Lascia che la fanciulla rimanga alcuni giorni con noi, almeno una diecina; poi se ne può andare». Ma egli rispose loro: «Non mi trattenete, perché l'Eterno ha fatto prosperare il mio viaggio; lasciatemi partire, affinché io me ne torni dal mio signore». Allora essi dissero: «Chiamiamo la fanciulla e chiediamo a lei stessa». Allora chiamarono Rebecca, e le dissero: «Vuoi andare con quest'uomo?». Ella rispose: «Sì, andrò». Così lasciarono andare Rebecca loro sorella e la sua bàlia col servo di Abrahamo e i suoi uomini. E benedissero Rebecca e le dissero: «Sorella nostra, possa tu divenire madre di migliaia di miriadi e possa la tua discendenza possedere la porta dei suoi nemici». Allora Rebecca e le sue serve si levarono, montarono sui cammelli e seguirono quell'uomo. Così il servo prese Rebecca e se ne andò.
Or Isacco era tornato dal pozzo di Lahai-Roi, perché abitava nella regione del Neghev. Isacco era uscito, sul far della sera, per meditare nella campagna; ed egli alzò gli occhi e guardò, ed ecco venire dei cammelli. Anche Rebecca alzò gli occhi e vide Isacco; allora ella smontò in fretta dal cammello, e disse al servo: «Chi è quell'uomo che viene nel campo incontro a noi?». Il servo rispose: «È il mio signore». Allora ella, preso il velo, si coprì. Poi il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. E Isacco introdusse Rebecca nella tenda di Sara sua madre e la prese con sé; ella divenne sua moglie ed egli l'amò. Così Isacco fu consolato dopo la morte di sua madre.



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Si parla spesso delle ingiuste disparità tra persone, tra schiavi e liberi, tra uomini e donne, ma – aggiungo io – anche tra genitori e figli, tra re e sudditi, ecc.
In questa discussione non è mia intenzione nè giustificare alcune di queste disparità venute meno nel corso dei secoli (a cominciare ovviamente dalla schiavitù) nè riproporle come norme da osservare.

Nonostante molti credenti non ci facciano caso, negli insegnamenti degli apostoli ogni forma di subordinazione di una persona nei confronti di un'altra persona, non è espressa come potere di chi ha più autorità su chi ne ha di meno, ma come invito a chi ha meno autorità a sottomettersi di buon grado a chi ne ha di più, mentre alla persona che ha autorità su un'altra è comandato di non abusarne o di non farne affatto uso.
Per fare un esempio, Paolo dice: “Mogli, siate sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Mariti, amate le mogli e non v'inasprite contro di loro” (Colossesi 3,18-19)
Abbiamo teoricamente due prospettive; quella biblica è: “mogli siate sottomesse ai mariti”; un'altra, ben diversa, è “mariti sottomettete le mogli”.
La seconda prospettiva non soltanto è esclusa implicitamente, ma anche esplicitamente, poichè è scritto nel verso citato: “mariti, amate le mogli e non v'inasprite contro di loro”.
Dal punto di vista del credente non vi è dunque alcuna possibilità di esercitare un potere su un'altra persona (non duramente quantomeno), vi è invece la possibilità di riconoscere l'autorità altrui e di sottomettersi volontariamente a tale autorità.
Nell'esempio fatto ciò vale per entrambi: un marito non ha alcun potere sulla moglie che non gli si sottomette, perchè è una questione spirituale che riguarda esclusivamente la moglie; allo stesso modo una moglie non ha alcun potere sul marito che non la ama e non la rispetta come si deve, perchè questo riguarda la spiritualità del marito.
L'uno e l'altra, cioè, non potrebbero sentirsi giustificati ad esempio a ripudiarsi per non avere ottenuto “quanto spetta” loro.
È evidente però che l'uno e l'altra peccano se non eseguono ciò che è loro comandato (non dal proprio coniuge ma da Dio), e che invece fanno del bene e onorano Dio se osservano quanto loro comandato.
Rimane il fatto che il marito che non riceve obbedienza rimane tenuto ad amare e ad onorare la moglie come se lei gli obbedisse, e che la moglie rimane obbligata all'obbedienza nei confronti del marito anche se quest'ultimo non la ama e non la rispetta come si deve.
Questo è il comportamento corretto di ogni credente, perchè egli è chiamato a servire, non ad essere servito.

Così correttamente inquadrata la questione, ritengo che venga meno il diffuso disgusto per queste forme di subordinazione, quasi che fossero degli odiosi sorprusi.

Fatta questa riflessione, e tornando alla – comunque ben diversa – situazione di schiavitù dello schiavo di Abramo, pongo le seguenti domande.
Se lo schiavo di Abramo avesse approfittato della sua temporanea libertà per scappare via, portando via con sè gli immensi beni che Abramo gli aveva consegnato, magari reputandolo come una forma di risarcimento per essere stato ingiustamente sfruttato praticamente per tutta la sua vita, potremmo condannarlo?
Quantomeno nella prospettiva moderna, potremmo tranquillamente rispondere di no.
Ma se pensiamo alle opere realmente compiute da questo schiavo e queste altre che avrebbe potuto compiere, quale delle due scelte noi credenti reputeremmo più giusta?
Quando alla fine dei tempi, nella resurrezione, questo schiavo avrà la sua ricompensa per le opere da lui compiute, potremmo noi immaginare altrettanta “gloria” se egli avesse scelto di disobbedire ed essere un uomo libero?

Con queste mie considerazioni del tutto libere spero soltanto di riuscire a stimolare la riflessione sul fatto che ognuno di noi è chiamato da Dio in condizioni diverse (a prescindere da ogni abolita sottomissione) come nella parabola in cui tre uomini ricevettero l'uno 5 talenti, un altro 2, e un altro ancora 1, ed ognuno fu chiamato a farli fruttare secondo le proprie capacità.
Siamo così sicuri che una diversa condizione sia un'ingiusta disgrazia?
France
Messaggi: 615
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 11:53

Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da France »

Z
Ultima modifica di France il giovedì 17 settembre 2015, 16:12, modificato 1 volta in totale.
noiman
Messaggi: 2003
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da noiman »

Ciao France, confermo che Elezier il servo di Avrahàm non era un servo qualsiasi.
Non bisona condurre la lettura e lo studio della Torah tramite il pensiero occidentale che non considera il vero significato delle parole, là dove sono scritte.
Questo pezzo del libro di bereshit se giustamente studiato è ricco di sorprese e di significati , che attraverso le proprie implicazioni ci conducono in una nuova storia, simile , sorprendente, ma anche molto diversa.
Shalom
Noiman
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Salvatore Tarantino
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Iscritto il: sabato 9 agosto 2014, 8:04

Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Fantasiosa aggiungerei... senza offesa.
noiman
Messaggi: 2003
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da noiman »

Direi di no Salvatore, non scrivo romanzi di fantasy, mi attengo a quello che è scritto nel testo, naturalmente in ebraico, poi al midrash e misnah.
Per niente offeso ti invito a iniziare tu il commento di questi versi e credo che farà piacere anche ad altri forumisti...
Ciao
Noiman
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Salvatore Tarantino
Messaggi: 462
Iscritto il: sabato 9 agosto 2014, 8:04

Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Ok, Noiman, però midrash e misnah nemmeno so cosa sono, e di sicuro non li ritengo vincolanti come le Scritture.
Capisco che mi dài una interpretazione di fede ebraica di quella vicenda, ma io non posso ritenerla vincolante, e soprattutto va molto oltre le Scritture.
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Salvatore Tarantino
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Iscritto il: sabato 9 agosto 2014, 8:04

Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Tra l'altro in Genesi 15,2-3 leggo:
"Ma Abramo disse: «Signore, Eterno, che mi darai, perché sono senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di Damasco?». Poi Abramo soggiunse: «Tu non mi hai dato alcuna discendenza; or ecco, uno nato in casa mia sarà mio erede»".
Quindi non era un discepolo acquisito successivamente... gli era nato in casa, ed era evidentemente uno schiavo.
noiman
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Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da noiman »

Ti sbagli Salvatore, qui non centra nulla la fede, nel senso che stiamo parlando di un testo tradotto in italiano (il nostro caso) dalla lingua ebraica. Sempre quel mio nonno diceva " che non si può studiare torah con le mani vuote".
Poi spiegami cosa vuole dire andare molto oltre le scritture.
Ciao
noiman
Messaggi: 2003
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da noiman »

La parola "schiavo" vuole dire anche "servo", la differenza è notevole. Eliezer era nato in casa di Avrahàm, nel senso di tribù. La tradizione scrive che fosse figlio di Nimrod.
Ciao
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Salvatore Tarantino
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Iscritto il: sabato 9 agosto 2014, 8:04

Re: Lo schiavo di Abramo

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Andare oltre le Scritture significa, in questo caso, che se Abramo avesse avuto una "accademia" e dei "discepoli", e se quel servo o schiavo fosse stato figlio di Nimrod, lo avremmo semplicemente trovato scritto.
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