bgaluppi ha scritto: ↑lunedì 9 gennaio 2023, 23:48
Ora, o ci sono tre diversi mezzi creativi (Parola, Figlio e Sapienza)
Mi hai fatto venire in mente che il testo aramaico riporta be-ukhema al posto di be-reshit.
E be-ukhema significherebbe - da quanto lessi - "nella sua sapienza" o saggezza, quindi verrebbe "nella sua sapienza-saggezza creò cieli e terra".
AEnim, un'ulteriore dimostrazione. Adesso, mi piacerebbe affrontare il tema in termini qualitativi, ovvero definire cosa potrebbe essere questa "parola" che è descritta come il mezzo con cui Dio crea il mondo, o lo "organizza", per dirla in termini più conformi a Bereshit. Perché: 1. Dio non è un essere dotato di corde vocali per poter emettere onde sonore, e 2. se si intuisce l'essenza della "parola", si intuisce l'essenza del Figlio che pare essere stessa identica cosa.
Gv 1:2-3: “Essa [la Parola] era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta”.
Col 1:16: “Tramite lui [il Figlio] sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili”.
Mi chiedo: con cosa Dio ha creato il mondo?
Cfr. anche Eb 1:2-3, specialmente “[il Figlio] sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza” (traslato in linguaggio moderno significherebbe "con il suono della sua energia", e ciò mi fa venire in mente Besasea che disse che, secondo un'interpretazione, il tetragramma sono quattro suoni musicali). L'universo è sorretto dalla parola di Dio (Sl 119:89). Non si tratta forse di un'energia divina che pervade ogni cosa?
Antonio, tu ti domandi: “Con cosa Dio ha creato il mondo?”.
E Sl 33:6 risponde: “I cieli furono fatti dalla parola del Signore, e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca”.
Il parallelo tra parola e soffio della bocca non lascia dubbi. - Cfr. Gn 1:1 e Gv 1:1.
bgaluppi, i kabbalisti parlano di esistenza da esistenza, la luce tramite la quale noi possiamo conseguire le qualità del Creatore.
Di mondo in mondo spirituale la luce è sempre più occultata, solo un piccolo fascio è rimasto, attraverso il quale è "creato" il mondo materiale.
Leggi che belli questi versi dell'Ari
L’Albero della Vita
Sappi che, prima che le emanazioni fossero emanate e le creature create,
la semplice Luce Superiore colmava tutta l’esistenza.
Non esisteva nessun posto libero né di aria vuota e né spazio,
ma tutto era colmo di quella semplice Luce dell’Ein Sof– Infinito”.
Non aveva distinzione, né di inizio né di fine,
ma tutto era un’unica semplice Luce uguale in un’unica uguaglianza
ed essa è quella che viene chiamata “Or Ein Sof- Luce Infinita”.
E quando si innalzò nel Suo semplice desiderio, il creare i Mondi e l’emanare gli emanati,
di far uscire alla luce la perfezione delle Sue azioni, i Suoi Nomi ed i Suoi Appellativi,
il che fu la causa della creazione dei Mondi.
Ecco allora restrinse Se Stesso, Ein Sof, nel punto di mezzo, il quale, in esso, è
precisamente nel centro
e restrinse quella Luce
e si allontanò verso i dintorni dei lati del punto centrale.
Ed allora rimase posto libero, aria e spazio vuoto
proprio dal punto di mezzo.
Ed ecco questa restrizione era in un’unica comparazione
nei dintorni di quel punto di mezzo, vuoto.
Così che quello spazio era circolare da tutte le sue parti in comparazione assoluta.
Ed ecco dopo la restrizione,
quando allora rimase il posto dello spazio e l’aria libera e vuota
precisamente nel mezzo della Luce di Ein Sof,
ecco che già c’era un posto
nel quale gli emanati
e le creature ed i creati ed i compiuti potessero essere.
Ed allora proseguì dalla Luce Ein Sof una singola linea
dall’Alto al basso,
che si svolge scendendo dentro quello spazio.
E per mezzo di quella linea emanò, e creò, e formò e fece
tutti i Mondi, tutti.
Prima di quei quattro Mondi
c’era un unico Ein Sof ed Il Suo Unico Nome, in un’unità meravigliosa e celata,
che non c’è forza persino negli angeli che Gli sono vicini
ed essi non hanno la realizzazione dell’Ein Sof,
perché non c’è nessun intelletto che è stato creato che possa realizzarLO,
dato che Esso non ha posto, e non ha confini e non ha Nome.
Gianni, su questo non ci sono dubbi. Quei versetti li ho inclusi nel mio commento. Ma ci sono altri versetti che non possono essere ignorati.
I vv. di Col 1:16-17, 1Gv 1:2, Eb 1:2, 1Cor 8:6, anche non lasciano dubbi (li riporto rispettivamente):
“tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui”
“la vita è stata manifestata e noi l'abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunciamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata”
“in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi”
“per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose e mediante il quale anche noi siamo”
Interessante è il v. di 1Gv 1:2, che associa indubitabilmente il Cristo alla vita “che era presso il Padre” di cui parla Gv 1:4 in riferimento alla Parola che era presso Dio ed era Dio: “In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini”. Il Cristo è la luce: “La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo” (Gv 1:9). Dunque, la Parola creatrice rappresenta la vita e la luce, ossia il Cristo. Ancora meglio, la vita (che è luce ed è il Cristo) era nella parola creatrice.
Da questi versetti emergono tre cose: 1. Dio è il creatore, 2. la Parola è il mezzo con cui Dio crea ed era presso di Lui nel principio, 3. il Figlio è il mezzo con cui Dio crea ed è la vita che era presso Dio nel principio.
Vero, Antonio, ma non mi pare si possa applicare una specie di proprietà transitiva per cui la parola è Yeshùa. Rimangono pur sempre due realtà diverse, anche se collegate.
Shay, siamo d'accordo. Ma qui abbiamo un problema da risolvere, o comunque da affrontare. I testi greci dicono diverse volte che Dio ha creato il mondo per mezzo del Figlio. Questa cosa implicherebbe che, oltre alla parola e alla sapienza, Dio ha utilizzato un mezzo che è il figlio, il che non è accettabile perché implicherebbe che a Dio non bastassero parola e sapienza, per dirlo semplicemente, e quindi avesse bisogno di un intermediario. Per questo, visto che negli scritti giovannei il Cristo è assimilato alla vita che è NELLA parola creatrice, io ritengo di poter dire che il Cristo è la Parola creatrice. Ci risentiamo più tardi e grazie del tuo intervento.
Caro Antonio, prova ad entrare nel pensiero ebraico. Può essere utile questo parallelo:
Nel commento rabbinico al passo «Lo vedo dalla cima della rupe» (Nm 23:9) si narra l'episodio di un re che, volendo costruire un edificio, scavò a lungo in un luogo paludoso fino a trovare una roccia e poi si disse: «Su questo luogo il costruirò e getterò le fondamenta!». «Così l'Unico, ossia Dio, volendo creare il mondo, gettò uno sguardo sulle generazioni di Enoc e del diluvio e disse: Come posso io creare il mondo, mentre questi uomini empi cercano solo di provocarmi? Ma appena s'accorse che sarebbe sorto Abraamo, egli disse: Ecco io ho trovato la pietra su cui edificare e gettare le fondamenta. Perciò egli chiamò Abraamo la «Roccia» come è detto: Guardate alla roccia da cui siete stati recisi. Guardate ad Abramo vostro padre (Is 51:1-2)».
Nota: “Ma appena s'accorse che sarebbe sorto Abraamo”. Se lo applichi a Yeshùa, comprendi che nel suo infinito sapere Dio “vide” Yeshùa e la sua fedeltà. Ecco allora che si spiega la gloria che aveva presso Dio, la creazione stessa dià, attraverso lui e per lui. E il fatto che la parola sapiente di Dio fu sempre presente in lui e non a intermittenza come nei profeti, e che tutto ciò che diceva era parola di Dio.
Del resto, basta leggere l’intero Vangelo giovanneo: la parola, il lògos, è sempre e ovunque la parola di Dio.