La Torah di Yeshua.

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bgaluppi
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da bgaluppi »

Scusa Besasea, forse ho capito male io. Voglio dire che se il giorno della crocifissione, come dice Giovanni, era la Parasceve, poteva essere solo un venerdi'. Ho capito bene? Quindi, il 15 doveva essere un sabato settimanale, e sarebbe quindi stato uno Shabbath hagadol, e per questo motivo il redattore ebraico traduce cosi'.
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Gianni
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Gianni »

Se ho capito bene, le questioni sono due, il “fu detto” e la parasceve.

Yeshùa usò sia la formula “è scritto” che quella “fu detto”.
Durante le tentazioni sataniche (Mt 4:1-11) per tre volte dice “è scritto” (greco: ghègraptai; ebraico: katùv), citando dal Tanàch. Anche in Mt 11:10;21:13;26:31, sempre citando dal Tanàch. In Mt 26:24, tuttavia, dice: “Certo, il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto [ghègraptai] di lui”; qui non riesco a trovare un riferimento preciso al Tanàch. Forse Yeshùa si stava riferendo a un’idea generale? Forse Besaseà potrebbe aiutarci dicendoci se questa idea che il messia se ne sarebbe andato è presente nel Tanàch. Tenuto conto che non accetta Yeshùa quale messia, metto la domanda così: c’è questa idea nel Tanàch che Yeshùa si attribuì e, se c’è, dove? Questa è una mia curiosità.
L’espressione “fu detto” (greco: errèthe; ebraico: neemàr) è usata da Yeshùa sei volte nelle famose beatitudini (Mt 5:21-43). Anche in questi casi il “fu detto” è accompagnato da una citazione tratta dal Tanàch. L’ultima – “Devi amare il tuo prossimo e odiare il tuo nemico” (v. 43) – non va letta all’occidentale. Tradotta “in occidentale” significa ‘devi amare il tuo prossimo più del tuo nemico’.
Non vedo una sostanziale differenza fra il “fu detto” e il “sta scritto”, perché in tutti i casi si fa riferimento al Tanàch. L’unica spiegazione che personalmente posso trovare è in Mt 5:21: “Fu detto agli antichi”; suonerebbe male ‘fu scritto agli o per gli antichi’; di fatto sta scritto così. Soprattutto va notato che in ognuna di queste sei volte Yeshùa aggiunge: “E io vi dico” (greco: egò dè lègo ymìn; ebraico: vaanì omèr lachèm). Come avevo già segnalato, questa frase è tipica rabbinica, usata nei dibattiti; un rabbino faceva un suo commento su un passo biblico e poi un altro aggiungeva “E io vi dico ...”.
Se si esaminano attentamente i sei “e io vi dico” di Yeshùa si può vedere come egli interpretò la Toràh in modo più rigido dei farisei. Costoro erano molto attenti alla lettera, scrupolosissimi nell’applicazione letterale, ma poco attenti al senso profondo. Yeshùa non si accontentava del rispetto letterale. Basti pensare all’adulterio: per lui, solo pensarlo era già una trasgressione gravissima del Comandamento. Ecco perché premette al suo insegnamento questo avvertimento: “Io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli”. - Mt 5:20.

Veniamo ora alla questione dei sabati della settimana in cui Yeshùa fu ucciso.
Faccio una valutazione da una prospettiva diversa: parto dai dati storici e certi. Questi sono matematici e sicuri. Tenendoli presenti, cercheremo poi di capire le espressioni usate dagli evangelisti.
Arrivo al sodo, risparmiandovi i calcoli, che comunque posso fornire dettagliatamente a richiesta.
Yeshùa nacque nel 7 a. E. V.. Yeshùa iniziò il suo ministero pubblico nell’anno 28 e il suo ministero durò due anni, fino alla Pasqua dell’anno 30. Essendo nato nel 7 a. E. V., Yeshùa aveva 35 anni quando iniziò la sua vita pubblica e ne aveva 37 quando morì nel tardo pomeriggio del 14 nissàn, mercoledì 3 aprile dell’anno 30.
ANNO 30 – PERIODO DELLA PASQUA
• Sei giorni prima della Pasqua del 30 Yeshùa torna a Betania di Giudea (Gv 12:1). Il giorno seguente entra festeggiato a Gerusalemme. - Gv 12:12.
• Martedì, 4 aprile. Ultima cena. – Gv 13: 1 e sgg..
• Mercoledì, 5 aprile. Morte di Yeshùa. – Gv 19:30.
• Sabato, 8 aprile. Resurrezione di Yeshùa. – Mt 12:40.
Secondo il calendario biblico ebraico abbiamo quindi:
• Martedì, 4 aprile = 14 nissàn. Ultima cena.
• Mercoledì, 5 aprile = 14 nissàn. Prima che faccia buio Yeshùa è posto nel sepolcro.
• Giovedì, 6 aprile = 15 nissàn. “Sabato” (giorno festivo). Yeshùa è nel sepolcro: al tramonto si compie il primo giorno e la prima notte.
• Venerdì, 7 aprile = 16 nissàn. “Passato il sabato, Maria Maddalena e Maria Giacomo e Salome comprarono aromi” (Mr 16:1). “Poi tornate, prepararono aromi e profumi”. – Lc 23:56. Yeshùa è nel sepolcro: al tramonto si compie il secondo giorno e la seconda notte.
• Sabato, 8 aprile = 17 nissàn. Sabato settimanale. “Il sabato si riposarono, secondo il comandamento”. – Lc 23:56. Yeshùa è nel sepolcro: al tramonto si compie il terzo giorno e la terza notte. Yeshùa viene resuscitato.
• Domenica, 9 aprile = 18 nissàn. Primo giorno della settimana (nostra domenica): le donne trovano la tomba vuota.

Vediamo ora le espressioni evangeliche.

“Trattolo giù dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo mise in una tomba scavata nella roccia, dove nessuno era ancora stato deposto. Era il giorno della Preparazione, e stava per cominciare il sabato” (Lc 23:53,54). Siamo a mercoledì, 5 aprile = 14 nissàn. Il testo greco ha paraskeuè, tradotto “preparazione”. Io non so se sia giusto tradurre in ebraico èrev shabbàt. Come ci fa notare Basaseà, questa espressione ebraica è riferita al venerdì. Mi domando se il traduttore ebraico non sia influenzato dall’opinione comune che pone erroneamente la morte di Yeshùa di venerdì. Dobbiamo guardare alla parola greca, che è quella che conta. Tale parola (paraskeuè) non è mutuata dall’ebraico né tantomeno è una traslitterazione di un vocabolo ebraico; è originariamente greca e significa “preparazione”, è ampiamente usata nella letteratura greca classica. In Gv 19:14 è detto chiaramente che quel 14 nissàn “era la preparazione della Pasqua”. In Gv 19:31 è detto che “era la Preparazione e quel sabato era un gran giorno”. Il testo greco dice letteralmente: “Preparazione era ... infatti grande il giorno di quello del sabato”. La Pasqua è chiamata sabato, ma noi sappiamo (anche astronomicamente) che era mercoledì. Perché Giovanni dice che quel “sabato” era “un gran giorno”? Si legge in Lv 23:6,7: “Nel quinto decimo giorno [= 15°] del mese questo [abìb o nissàn] festa le azzime ... nel primo giorno [primo dei 7 degli Azzimi, ovvero il 15 nissàn] convocazione (di) santità sarà per voi, ogni di lavoro servitù non farete” (mia traduzione diretta e letterale dal testo ebraico). Ciò spiega perché il 15 nissàn sia chiamato “sabato”, sinonimo di “riposo”.
Aldo
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Aldo »

Caro Gianni, scusa ma Besasea è stato chiaro e convincente per ciò che mi riguarda.
Infatti se tu chiedi ad un ebreo cosa significhi la parola Parasceve, questi senza indugio ti dice che è il Venerdì, il giorno prima del Sabato settimale. E' chiaro che la parasceve della Pasqua implica la preparazione della stessa, ma tutte le volte che troviamo la parola "Parasceve" da sola non possiamo che pensare che si riferisca al Sabato settimanale e nei Vangeli diverse occorrenze ci sono in questo senso.
Come dice Gv 19:31 quel Sabato era un gran giorno perchè semplicemente era anche Pasqua oltre che essere un Sabato settimanale. Quindi Gesù muore di Venerdì e non di Mercoledì come credi tu. :-)
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Gianni
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Gianni »

Aldo, io credo che se domandi ad un ebreo cosa significhi la parola parasceve, probabilmente ti dirà che non sa cosa sia. Si tratta infatti di parola greca, non ebraica. Altro discorso per èrev shabbàt. Altro, appunto.
Ti dici che “tutte le volte che troviamo la parola "Parasceve" da sola non possiamo che pensare che si riferisca al Sabato settimanale e nei Vangeli diverse occorrenze ci sono in questo senso”. Diverse? Quante? Te lo dico io: 6.
Eccole:
1. “L'indomani, che era il giorno successivo alla Preparazione, i capi dei sacerdoti e i farisei si riunirono da Pilato”. - Mt 27:62.
2. Essendo già sera (poiché era la Preparazione, cioè la vigilia del sabato), venne Giuseppe d'Arimatea”. - Mr 15:42,43.
3. “Era il giorno della Preparazione, e stava per cominciare il sabato”. - Lc 23:54.
Questi sono gli unici due casi in cui la parola è da sola. Però è riferita a un giorno storico particolare, che è lo stesso identico indicato da Giovanni:
4. “Era la preparazione della Pasqua”. - Gv 19:14.
5. “Allora i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato (poiché era la Preparazione e quel sabato era un gran giorno) ...”. - Gv 19:31.
6. “Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei”. - Gv 19:42.

Ora va rivista questa tua supposizione: “Tutte le volte che troviamo la parola "Parasceve" da sola non possiamo che pensare che si riferisca al Sabato settimanale”. Tutte le tue presunte volte si riducono in pratica a una, perché i primi tre passi parlano dello stesso giorno. E gli altri tre, giovannei, identificano quella stessa parasceve con la preparazione pasquale.
Abbiamo perciò un solo caso con 6 diversi richiami allo stesso identico giorno.

L’unica cosa che puoi fare, Aldo, è assumere quel “sabato” come settimanale. Ma non puoi farlo sulla base della parola greca parasceve.

Ora, però dimmi una cosa: convieni che Yeshùa fu ucciso il 14 di nissàn? E ti faccio un’altra domanda: secondo te in quale anno?
Poi ti spiegherò il senso di queste domande.
Aldo
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Aldo »

Caro Gianni, scusa, ma su sei casi da te citati, sono comunque 5 quelli riferiti al Sabato, 1 solo direttamente alla Pasqua, e Gv 19:31 dice che quel Sabato era particolare, quindi non ci sono dubbi che quell'anno la Pasqua, il 15 nissan, cadesse di Sabato settimanale. Cosa non ti convince di questa spiegazione? Del resto, come detto più volte, che quel 15 nissan fosse un grande riposo è una tautologia dato che era risaputo per un ebreo che il giorno di Pasqua è un giorno speciale; invece l'affermazione di Giovanni ha un significato degno di nota se si condidera che oltre ad essere Sabato settimanale era anche la Festa di Pasqua e degli Azzimi. Come dice Besasea, durante i riposi (feste) non settimanali si poteva cucinare, quindi che senso ha dire che l'agiografo specifichi la preparazione della festa di Pasqua? Io credo che in questo caso la preparazione è da riferire all'immolazione dell'agnello e non a tutto quello che facevano gli ebrei il giorno prima del Sabato settimanale. Quindi tu smentisci Besasea quando afferma che solo nel Sabato settimanele non era consentito preparare il cibo e quindi la preparazione del giorno prima serviva proprio a questo?
Sull'astronomia non so nulla. Gli unici riferimenti biblici sono il 14 e 15 nissan e francamente sono curiosi di capire come hai fatto a capire che invece Gesù muore di Mercoledì, quando per quanto esposto prima è invece chiaro che la morte risale al Venerdì. :-)
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Gianni
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Gianni »

Caro Aldo, non mi sogno neppure di smentire Besaseà. Dico solo che la parasceve non è l’èrev shabbàt ebraico. Su ciò mi piacerebbe avere la sua opinione. E quella di Noiman, se ci legge.

Sono del tutto d’accordo con te “che in questo caso la preparazione è da riferire all'immolazione dell'agnello e non a tutto quello che facevano gli ebrei il giorno prima del Sabato settimanale”.

Non hai però risposto alle mie due domande. Fallo, per favore. Non c’è alcun trabocchetto. Voglio solo ragionare con te per mettere alla prova altre soluzioni diverse da quella in cui credo.
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Gianni
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Gianni »

Una precisazione. Giovanni Z. mi ha fatto giustamente notare che più sopra ho scritto sia 3 aprile che 5 aprile. Precico che mercoledì 5 aprile è riferito al calendario giuliano e mercoledì 3 a quello gregoriano, che è poi il nostro attuale. Grazie.
Aldo
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Aldo »

Si, hai ragione, l'opinione di chi è ebreo è fondamentale per fare luce su questa questione.
In merito alla tua domanda, come già detto prima, non ho idea di quale anno fosse di preciso. Non conosco i calendari del tempo e non ho nozioni di astronomia, mi piacerebbe quindi sentire le argomentazione che avrai di sicuro in merito. :-)
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Gianni
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Gianni »

Va bene, Aldo. Prendiamo allora l'anno tradizionale in cui si pone la morte di Yeshùa: l'anno 33.
Oggi abbiamo i mezzi, con calcoli astronomici precisi, di stabilire il giorno esatto di qualsiasi anno dell'antichià, databile con i diversi sistemi (calendari). Questa risorsa la troviamo anche in rete.
Ora, prova ad andare alla pagina web http://www.dossier.net/utilities/calend ... index.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Nella tabella "Calendario ebraico" inserisci questi dati: anno 3793, mese nisan, giorno 14; poi premi "calcola". Ti apparità nella tabella del nostro calendario (gregoriano): anno 33, venerdì, aprile 1. Nella data tradizionale del 33 è confermato che il giorno fu proprio venerdì, come tu sostieni.
Ma il punto ora è: siamo proprio certi che Yeshùa fu ucciso nel 33? L'anno esatto va ricavato dai dati biblici confermati dalla storia. Solo dopo, una volta stabilito l'anno esatto, potremo sapere astronomicamente di quale giorno della settimana si trattò.
Concordi?
Ovviamente puoi anche rinunciare a questa verifica e fermarti alla semplice accettazione dell'anno della tradizione. Decidi tu.
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Gianni
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Gianni »

Caro Besaseà, grazie per la musica.
Io prefrisco tuttavia questa: https://www.youtube.com/watch?v=c_9N1ldPtQ8" onclick="window.open(this.href);return false;
:-)
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