Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Stefanotus
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Re: Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Messaggio da Stefanotus »

Facciamo così , per evitare di leggere male, comprendere male ecc.. preferisco scrivere i punti salienti trattandoli bene e brevemente in modo da avere una base. Avete scritto troppo, leggerò tutto ma mi ci vuole tampo. Comincio da pag. 9 dove se non erro c'è il tuo primo intervento.
Io risponderò quotando solo la parte legata alla tua domanda/questione, perché mi stai dando la certezza che hai letto e sei entrato nel merito seriamente!
Quindi ho la certezza di essere quanto meno essere stato ascoltato, quindi di poter approfondire invece che dovermi ripetere.
Il fatto che una persona possa avvicinarsi alla teologia del Calvino o di Arminius ecc. non la si può definire arminiana o calvinista come il credere lo spirito santo come la forza attiva di Dio ecc... non definisce un testimone di Geova.
Ci possono essere posizioni comuni è vero ma eviterei di partire da una classificazione a priori. Se tu ti definisci un arminiano e discuti con un calvinista già è in corso una discussione su due filoni di pensiero ben consolidati.
In quella fase del discorso, rispondevo ad Antonio e chiedevo la sua posizione teologica in generale, perché come ben puoi immaginare... se io studio bene bene genesi (per esempio) posso poi prendere una posizione sulla creazione. Potrei credere che la creazione fu fatta in 7 giorni di 24 ore, oppure in ere, oppure potrei credere nella poesia ebraica e quindi in un'iterpretazione simbolica... etc etc.
Quindi se tu ti esponi parlando di creazione, mi viene normale chiederti magari, durante il discorso: senti ma tu alla creazione "come ci credi?", secondo te "come è avvenuta?". Perché ritengo che può essere utile.
Ora chi studia la Bibbia, sa che esistono ovviamente diverse posizioni sulla creazione e queste vengono "denominate" per comodità d'uso. tutto qui. Io con Antonio, visto che lui si è esposto parlando di profezie, onniscienza e onnipotenza... ho ritenuto fosse utile chiedergli la sua posizione... affinché potessi poi "evitare" di cadere in discussioni di cui so già che potremmo essere d'accordo o meno.
Molto spesso infatti, nell'argomentare con chi mastica di questi argomenti, certe prese di posizione teologiche non espresse, influenzano indirettamente la discussione. Se uno le tira fuori e le chiarisce, si evita di girare intorno ai discorsi perché non ci si capisce. Mi segui?

In quel momento categorizzare mi serviva solo a questo.
Se involontariamente (io non ricordo nemmeno cosa si afferma in entrambe le posizioni teologiche) l'ideologia di un utente somiglia ad una o l'altra corrente non vuol dire che vi appartiene.
Avete uno strano concetto di appartenenza. Io non appartengo alla "religione laica" se affermo di leggere la Bibbia con mente laica. Laico è un modo di pensare o di fare.
Pensare alla Calvino o alla Arminio non vuol dire che sei protestante. E' solo che unisci i versetti che riguardano la "predestinazione degli eletti" (da Genesi ad Apocalisse) dandogli un certo significato. Mentre Arminio gliene dava un'altro, applicando un interpretazione diversa a ciascuno di loro giocando ovviamente sul significato di questa o quella parola ebraica o greca, nei limiti del consentito. Tutto qui.
Ti vorrei chiedere se cortesemente in modo sintetico mi puoi scrivere il tuo approccio alla scrittura.Io sarò felice di esporti il mio. Questa credo che sia una buona base per cominciare.
Io applico il principio filologico-grammaticale o anche chiamato semplicemente storico grammaticale. Sono contrario ad un ermeneutica storico-critica, in quanto questa si è dimostrata fallace nel corso degli anni. Questo non significa che sono contrario alla critica filologica o ermeneutica, utilizzata per produrre i testi biblici nella nostra lingua (come qualcuno inizialmente mi ha accusato sul forum). Significa che nella mia interpretazione utilizzo metodi storico-grammaticali. Cioè ritengo che Dio abbia ispirato il testo sacro PAROLA PER PAROLA (non dettato, ispirato) e che questo sia arrivato a noi. Questo testo va compreso LETTERALMENTE, ossia rispettando lo stile del testo, il contesto primo e il contesto e gli scopi del libro nella quale il testo è inserito. E ogni espressione va calata nel contesto storico in cui il libro è stato scritto, tenendo conto dello stile dello Scrittore, la sua preparazione, il suo background culturale e sociale. Per maggiori informazioni ti consiglio il testo: "Come interpretare la Bibbia" di Alfred Kuen, oppure "Ermeneutica Biblica" di Homer G. Rhea, sono testi per principianti ma spiegano secondo me in modo abbastanza approfondito come iniziare a interpretare il testo secondo il metodo storico-grammaticale.
Ti chiedo solo di essere più breve cioè trattare un punto per volta per ovvi motivi.... Se ritieni ci sia un metodo migliore dimmi pure.
Adesso, tu hai scritto più post e sono venuti di fila. E' andata bene, perché non c'è nessuno. Ma in genere non è così. Quindi preferisco prendermi del tempo e scrivere il post in un notepad. Poi te lo ricopio qui. è Lunghissimo è vero. Ma così è certo che non ci sono intromissioni che poi infastidiscono la lettura o portano la discussione verso altri lidi. Se anche tu fai così, io prenderò punto punto e risponderò comunque in uno quotando. In questo modo sono sicuro di prendere tutto il tuo scritto (come sto facendo adesso).
E' vero che sono possibili diverse interpretazioni legate all'ebraico stesso, al periodo storico ecc.. ma è comunque il contesto a definire un'interpretazione e soprattutto l'idea che si ha.
Si e no... il contesto può farti capire cosa quel testo significava in un primo momento. L'esempio possiamo farlo semplicemente citando Isaia. Isaia profetizzava per una situazione sua, personale, dovuta al suo popolo di quel momento. Ma la Bibbia non va letta solo così. Infatti troviamo che Isaia diventa il profeta del Messia e ciò che lui in un primo momento aveva detto ad Israele, diventa invece predicazione messianica. Comprendi?
In molti vedono Cristo in Genesi 3:15, lo chiamano proto-Vangelo sulla base dello stesso principio. Quindi il contesto iniziale, il contesto storico, ovviamente ti aiuta a inquadrare il significato del testo per i lettori primi. Ma non è sufficiente a comprendere l'intero messaggio di Dio legato a quel testo. Perché la Bibbia dimostra a più riprese una rivelazione progressiva. Certe cose scritte da Mosè verranno lette da Davide in un certo modo, ma in un altro da altri successori, e ancora diversamente con Cristo. Capisci la progressione interpretativa?
Molti studiosi ritengono questa progressione solo una mutazione del pensiero teologico ebraico, dovuta ad un'evoluzione della loro filosofia. I credenti, i cristiani direi, ritengono che invece si tratti di una rivelazione progressiva di Dio: Egli si mostra in modo sempre più pieno al mondo.
Ad esempio chi non crede in Yeshùa come Messia leggerà nei passi messianici il Messia solo riferito al popolo anche quando vi si allude chiaramente ad un uomo......Per la resurrezione idem. In Daniele figurano nomi di angeli. Per molti ebrei gli angeli sono le forze della natura e se non erro il libro di Daniele non è considerato tra i testi profetici.... Se io credo negli angeli leggero di angeli (esseri spirituali) se non ci credo ci vedrò le forze della natura impersonificate.
Come faccio a capire qual'è la sacrosanta verità?
OH!!! BRAVISSIMO.
Anche questo è quello che cerco di dire da giorni. Esatto! E' sbagliato dire: per comprendere la Bibbia è necessario conoscere la lingua originale, il pensiero ebraico, etc etc. Perché tralasciando che il pensiero ebraico non lo racchiudi in 4 studi, c'è gente che ci dedica la vita e io qui a casa ho 5 libri di filosofia ebraica che ho aperto si e no 4 volte... mi spavento pure a prenderli tanto sono grossi. Tralasciamo pure il fatto che l'ebraico è una lingua povera e i vari termini possono avere diversi significati (e la spiegazione: basta conoscere il contesto per capire quello più giusto è falsa, perché arminiani e calvinisti litigano proprio perché uno sceglie un termine e l'altro un altro, entrambi pienamente compatibili con il contesto!).
Quindi quello che tu hai scritto è che tutto si risolve con... DEVI SCEGLIERE TU!
Deve essere un passo di fede tuo! Devi metterti in gioco tu!
E questa è una cosa eccezionale, divina direi. Devi scegliere di metterti in gioco e credere in qualcosa tu!
Vuoi credere agli angeli? Allora accetterai un certo percorso. Vuoi credere in Gesù? Ne accetterai un'altro! Ma devi scegliere tu. Devi muoverti per fede. E' incredibile ma io ho dedotto questo dalla Bibbia. Greco, ebraico, studi, contesti, talmud, midrash, tutto utilissimo e bellissimo. Ma lo puoi buttare nel... se non credi tu in qualcosa. Se tu non ti esponi, niente ti darà la certezza che questo libro sia divino.
Credo sia corretto affermare che se fossi di madre lingua ebraica avrei molte meno difficoltà nella comprensione. Perchè? Perchè almeno potrei avere le idee più chiare sui termini più corretti da utilizzare per esprimere un concetto scritto.
Non è vero però dai... mi hai tu stesso appena scritto il contrario. Tra ebrei hanno posizioni diverse pure su come catalogare il libro di Daniele.
Cmq per le scritture ebraiche e per la corretta interpretazione del testo (meglio più probabile) occorre partire dall'ebraico (grammatica , mentalità) , per il greco idem. Se il testo greco è stato scritto da un ebreo devo considerare anche che vi è una mentalità ebraica espressa in termini greci. La faccenda non è semplice, per cui ritengo un metodo più idoneo e riproducibile da chiunque partire dall'analisi dei termini.
Su questo penso di aver scritto abbastanza. Per me questa premessa è in parte errata.
Ad ogni modo su ciò che pensano gli ebrei dovresti confrontarti con loro. Ho notato che un ebreo studioso è in grado di mostrare per filo e per segno ciò che spiega con tanto di analisi dettagliata dei termini . Molti cristiani occidentali sanno usare invece infinite parole, filosofie e quant'altro per dimostrare il loro credo.
Conosci Elena Lea Bartolini De Angeli ?
Nel tuo lungo post di pagina 12 affronti l'argomento delle traduzioni bibliche scrivendo che non è apprezzato decidere di utilizzare una versione piuttosto che un'altra a seconda di quella che da ragione a noi. Concordo.
Tu hai deciso di fare amicizia con me, eh?
Guarda che non basta un caffè, io preferisco birretta e tagliere di salumi.
Ma in ogni caso non credo che sia questo l'intento di una persona che vuole approfondire. Si possono anche confrontare le varie traduzioni senza mettersi al di sopra delle varie commissioni di traduttori e cercare di capire perchè in alcuni casi esistono rese differenti. Ma per tagliare la testa al toro conviene sempre prendere il versetto originale ed analizzare il termine dubbio. Da un dizionario? Con aiuto di un professore di greco? anche.
Si prende quindi il termine, si elencano tutti i significati ed in base al contesto si possono scegliere quelli più probabili. Quindi verranno fuori uno o più sensi del versetto considerato. Qual'è quello corretto? Solo da un versetto a volte non si può stabilire quindi si va avanti ricercando magari se sono espressi concetti simili..
Tutto troppo semplicistico, perdonami.
E gli scopi del libro?
Lo stile letterario?
L'autore? Troppo troppo semplicistico.
Io posso usare la parola "smart" per intendere un auto, tu puoi usarla come aggettivo di una persona "smart". Cosa significherebbe per me: "Dai ci vuole una smart!". Per me un'auto, per te una tipa molto sveglia. Infatti le scuole bibliche e le università cosa fanno? Affiancano un corso di Teologia Sistematica ad un corso di Teologia Biblica. Questi vengono affiancati da corsi esegesi ed ermeneutica. Proprio perché le cose sono più complesse di come le fai tu.
Riguardo alla classificazione delle varie correnti teologiche, hai ragione che molti lo vivono un insulto, ma non puoi inserire in un gruppo una persona solo perchè esprime un concetto in linea con una determinata teologia.
Penso che adesso mi hai capito meglio, dopo ciò che ho scritto.
Può essere che su un altro concetto la visione sia invece opposta e comunque possiamo solo considerare similitudini.Le teologie poi non sono infinite ed è chiaro che su 20 interlocutori o più almeno uno mostra ideologia che somiglia a qualcuna conosciuta. Per cui la classificazione non serve a comprendersi più velocemente perchè se non la si conosce è sicuramente variabile. Per comprendersi basta porre dapprima una base.
Questo infatti lo dici sulla base del fatto che pensi che l'insieme della dottrina calvinista possa includere cose diverse e quindi uno possa essere d'accordo ad una parte di essa. Ma non è così. I principi delle vari correnti teologiche sono in genere nuclearizzati apposta per permettere una classificazione e semplificazione dei ragionamenti.
Se dico diesel o benzina, tu capisci cosa intendo in linea generale no?
Non c'è bisogno che ti dica 3 o 4 cilindri.
La chiave di letture di un testo letterale esula da una credenza specifica se non ritenere gli iscritti ispirazione divina. Che poi il senso attribuito ad un passo dipende soprattutto dalla credenza religiosa,, ad esempio Yeshùa Messia o no è ovvia.
Questo problema però lo troviamo in tutti. Ebrei e non. Gli ebrei hanno il vantaggio di essere madre lingua ed in ogni caso la loro tradizione non è certamente quella cattolica piena di dogmi.
Non ho capito bene dove volevi arrivare, però in questo punto concordo. Quello che però stavo cercando di dire io è proprio che questo problema lo troviamo in tutti. Perfetto. Quindi vedi? Tutto è relativo, niente è certo. Non è giusto quindi affermare con certezza che una metodologia è NECESSARIA per comprendere la Scrittura.
Quindi se si accettasse questo principio di relatività (che io ammetto solo in un confronto laico e non religioso) allora io potrei esporre LIBERAMENTE cosa intendo con quel "io sono" e perché e queste motivazioni avrebbero senso come le altre.
Invece quello che vedo qui è che si dice a più riprese: è sbagliato fare così o dire cosà perché il metodo giusto è questo qui! Ci fai caso che anche in questa discussione si è cercato di lavorare contro la divinità di Cristo affidandosi al metodo interpretativo e quindi smontandone in parte l'attendibilità?
Se io invece potessi spiegare meglio che vi possono essere strade plausibili e ragionevoli che portano ad una soluzione diversa... ecco che vi sarebbe una diversa posizione accettabile come la prima. Tanto poi... è il lettore che deve scegliere da che parte stare.
Proprio sulla base di tutto quello che abbiamo appena "concordato" insieme.
Stefanotus
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Re: Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Messaggio da Stefanotus »

Scusa Stefano, adesso non ho tempo per risponderti ma volevo farti notare che non sono io l'utente che ha tirato in ballo l'"io sono". Infatti, io ho proposto tutti altri versetti inerenti la preconoscenza degli eletti, di quelli voglio parlare, perche' e' di preconoscenza degli eletti che stavamo parlando.
Antonio io a te ho contestato certe affermazioni e certe prese di posizione che usavi in linea generale anche interpretando la pre-esistenza o preesistenza. Ma se ovviamente non mi leggi... non capisci... chiaro no?
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bgaluppi
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Re: Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Messaggio da bgaluppi »

Stefano, credimi se ti dico che non ho alcun interesse a sminuire il tuo approccio e negare la tua preparazione. Ma quando tu dici
Capisci che così facendo ti esponi verso me e verso tutti gli altri utenti che leggono le tue affermazioni con un tono di superiorità interpretativa e svaluti allo stesso tempo CHIUNQUE proverà a dire il contrario di quello che dici tu?
Mi sto convincendo che non vuoi capire il tuo errore di metodo e di approccio.
mi rendi veramente difficile aprire una discussione biblica con te. Lascia che siano gli altri utenti, se vogliono, a giudicarmi come arrogante. E soprattutto, vorrei farti notare che tu continui a dirmi che sbaglio, che mi metto sul piedistallo, addirittura che falsifico la Scrittura.

Invece, se vai indietro a pag.12 esattamente a questo post https://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... 110#p26183" onclick="window.open(this.href);return false;, vedrai che io ho semplicemente analizzato e ragionato su alcuni versetti che parlano del tema di questa cartella: la preesistenza. E prima di citarli stavamo parlando di preesistenza degli eletti. A questi versetti da me citati sono seguiti molti discorsi ma poca sostanza. Li ripropongo, cosi' magari possiamo azzerare la confusione che si e' creata e ripartire dal tema: la preesistenza.

"Egli [il Cristo, il Messia] fu preconosciuto prima della fondazione del mondo, ma fu manifestato alla fine dei tempi a motivo di voi " - 1Pt 1:20 TNM

"Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli." - Rm 8:29 NR

"Dio non ha ripudiato il suo popolo, che ha preconosciuto." - Rm 11:2

"Già designato prima della fondazione del mondo." - 1Pt 1:20 NR 

Se guoi possiamo parlare di cio' di cui parlano questi versetti, ossia la preesistenza. Altrimenti, non so. :-??
Stefanotus
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Re: Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Messaggio da Stefanotus »

Mi pare di averti spiegato a sufficienza che tu stesso dici di non avere le chiavi di interpretazione dei termini biblici con la mentalità ebraica...
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bgaluppi
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Re: Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Messaggio da bgaluppi »

Stefano, che c'entra la mentalita' ebraica adesso? Mi sembra di non averla affatto presa in considerazione nel mio ultimo post. Si parlava di preesistenza degli eletti?

Io dico: "la Scrittura dice che Dio vuole salvare tutti gli uomini. Ma gli eletti, proprio perche' sono "eletti", hanno una funzione particolare: regneranno con Yeshua durante il Millennio." pag.9

tu mi hai definito calvinista in base al mio presunto concetto di predestinazione assoluta: "Non potevi rispondere semplicemente che credi nella predestinazione assoluta o nel Calvinismo?". Poi hai aperto una parentesi sul fatto che secondo te tutti gli uomini sono preconosciuti (non sto a citare le tue parole) e qui ci siamo persi un po'. Al che io ho postato la mia analisi su versetti che descrivono chiaramente come gli eletti sono preconosciuti, e non tutti gli uomini.

Lasciamo stare gli ebrei. Vogliamo parlare del tema di quei versetti, ossia il fatto che gli eletti sono preconosciuti e non tutti gli uomini?
Stefanotus
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Re: Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Messaggio da Stefanotus »

Antonio, sulla preesistenza ho visto un tuo post apposito, quindi interverrò (tempo permettendo anche su quello). Come vedi sto scrivendo anche con l'utente "chelaveritàtrionfi" che al contrario tuo i miei interventi li ha letti.

Non ti ho definito calvinista, trovami dove l'ho fatto.
Sul discorso della mentalità ebraica, non sono stato io a tirarla in mezzo, ma tu. Adesso ti sto solo continuando a ripetere quello che ti ho già spiegato per pagine e pagine, e cioè che possiamo parlare di questo versetto, e io lo farò (tempo permettendo), ma ovviamente tu dovresti fare un passo indietro sulla tua posizione e sulla metodologia, sulla base di quanto ho già scritto.

Dai su, appena ho 10 minuti, ti scrivo come si possono ANCHE interpretare (anche non obbligatoriamente) questi versi e, se avrò abbastanza tempo, vedrò di mostrarti come si innesta la questione dell'elezione del popolo di Israele all'interno della Bibbia.

Certo, mi piacerebbe molto che tu, come "chelaveritàtriofi", possa leggere il mio testo e prendere posizione, visto che in fondo... era diretto a te.
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Re: Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Messaggio da bgaluppi »

I tuoi interventi sono troppo lunghi e dispersivi e alla fine non si riesce a portare avanti un discorso. Gianni piu' volte ha pregato gli utenti di fare interventi limitati al discorso affrontato, andando passo passo, proprio per rendere piu' facile la lettura di ogni messaggio e consentire una risposta precisa. Si pone una questione, si affronta quella questione passo dopo passo, senza scrivere papiri che occupano un'intera pagina del forum.

Ho tirato in ballo l'ebraismo poiche' esso e' fondamentale. Trattasi della cultura da cui e' venuto Yeshua, piu' pertinente di cosi'. La mia metodologia si basa sull'analisi del testo e sulla comprensione di esso all'interno della cultura di riferimento; se vuoi comprendere la Divina Commedia, e' necessario che tu impari 1) a capire il linguaggio allegorico dantesco, 2) la sua cultura di riferimento. Stessa cosa vale per la Bibbia, e lo sai benissimo. Ma la Bibbia presenta un altro problema: che e' scritta in ebraico (AT) e pensata in ebraico ma scritta in greco (NT), e il greco, a parte quello della lettera agli Ebrei che e' piuttosto "classico" ed elegante, e' koine'. L'analisi del significato diventa, quindi, fondamentale. Ti ho mostrato come in greco "preconosciuto" e "predestinato" siano due parole diverse e che quindi, anche in italiano, devono essere distinte. Non perche' lo dico io, dall'alto della mia conoscenza, ma perche' lo dicono i dizionari di greco. La preesistenza, inoltre, e' un concetto estraneo al cristianesimo, (e agli occidentali, che l'hanno sostituita con la pre-esistenza), e deve essere compresa secondo il modo di pensare ebraico.
Dai su, appena ho 10 minuti, ti scrivo come si possono ANCHE interpretare (anche non obbligatoriamente) questi versi e, se avrò abbastanza tempo, vedrò di mostrarti come si innesta la questione dell'elezione del popolo di Israele all'interno della Bibbia.
Grazie Maestro! Non solo il popolo di Israele, ma anche e soprattutto gli eletti. E occhio ai termini: onniscienza, preesistenza, preconoscenza, predestinazione. Perche' la confusione e' sempre dietro l'angolo.
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Re: Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

1.Vediamo se ti riesco a rispondere in modo preciso in sintesi (la vedo dura :d ). Dall'altra parte ho scritto molto ...anche qui. Riporterò solo le citazioni che devono essere trattate meglio, per il resto riporterò solo le risposte.



2. Riguardo al categorizzare continuo a non comprendere. Ho capito che potrebbe servire per comprendere la posizione teologica, ma non basta che ti venga spiegato come la si pensa? Anche se parliamo di creazionismo e tu intuisci che la mia posizione pende da un lato (posizione teologica) ci sono sempre delle differenze con una determinata classe di teologia in un particolare argomento. Basta rispondere ad ogni punto come fai tu anche perchè devi prendere l'ipotesi (che spesso è la realtà) che dall'altra parte non si conosce nè la teologia di Arminio, nè di Calvino ecc.. Guarda stai discutendo con uno che per il mestiere che fa categorizza tutto e ciò spesso comporta aspettarsi certi comportamenti di un determinato fenomeno, quindi c'è un'influenza a prescindere. Comunque va bene lo stesso, tutto ciò non pregiudica la discussione quindi possiamo archiviare questo punto. (ti sto rispondendo mentre leggo rigo per rigo). Bravissimo, lo hai scitto subito dopo dove parli di influenza. Ma considera anche l'ipotesi che ad esempio io non conosca nè il calvinismo nè le altre posizioni teologiche e per non girare attorno ai discorsi basta essere chiari e precisi.


3. riguardo alla risposta 3, più o meno già credo di aver risposto. Comunque ripeto che mi va bene anche ciò che chiedi. Se a me chiedi che posizione teologica ho rispetto a quelle note, non ti so rispondere. Se mi fai una sintesi di cosa afferma ad esempio Arminio e cosa Calvino (un pò lo hai fatto) ..ok ti potrei dire che forse sono più vicino ad una visione piuttosto che ad un'altra ma ci sono sempre differenze perchè appunto per evitare influenze esterne o ridurle preferisco ragionare prima io.



4. nella risposta 4 parli del metodo di interpretazione che utilizzi: storico grammaticale. Si dovrebbe comunque discutere di ispirazione ed attendibilità in modo dettagliato. Concordo quando scrivi che ogni espressione va calata nel contesto storico in cui il libro è scritto tenendo conto dello stile dello scrittore, la sua preparazione il suo background culturale e sociale. Ti ringrazio per i testi che mi hai consigliato , tempo permettendo li leggerò.


5. hai ragione ho scritto molto anche io. Cercherò di essere più sintetico.



6. Parlando con alcuni ebrei mi è stato spiegato che la loro scrittura è stata ideata dal popolo ebraico per essere compresa ed interpretata solo da loro in passato. E' vero che i vari scritti appartengono a vari autori che attraversano diverse epoche e diversi contesti sociali, ambientali ecc.. da notare anche che il loro modo di tramandare nulla ha a che vedere con quello odierno soprattutto nella cultura occidentale. A quanto pare anche le capacita mnemoniche di allora erano molto superiori alle nostre. Comunque continuando a leggere ciò che scrivi certamente concordo sulla rivelazione progressiva, ma qui bisogna fare attenzione su dove la applichi. Isaia profetizzava per una situazione sua dovuta al popolo in quel momento. Perfetto. Ciò che in un primo momento aveva detto per israele diventa invece predicazione messianica . Perfetto. Diciamo che la lettura di quel passo dipende sempre dal nostro credo. Chi crede nel Messia Yeshùa leggerà come tu scrivi ma io scriverei al posto di invece, che il passo vada letto in entrambi i modi. Calandoci al tempo di Isaia nel primo modo, conoscendo poi il Messia in entrambi i modi. Riferito solo a lui nel secondo modo. Ma è Yeshùa poi che rivela questo e lo spiega pure. I suoi ascoltatori però non credono fino a quando non lo vedono risorto. Questo già ti fa intuire dove dobbiamo vedere la rivelazione progressiva. Comunque discorso da approfondire.




7. In questa risposta scrivi per esempio:
E' sbagliato dire: per comprendere la Bibbia è necessario conoscere la lingua originale, il pensiero ebraico, etc etc. Perché tralasciando che il pensiero ebraico non lo racchiudi in 4 studi, c'è gente che ci dedica la vita e io qui a casa ho 5 libri di filosofia ebraica che ho aperto si e no 4 volte... mi spavento pure a prenderli tanto sono grossi. Tralasciamo pure il fatto che l'ebraico è una lingua povera e i vari termini possono avere diversi significati (e la spiegazione: basta conoscere il contesto per capire quello più giusto è falsa, perché arminiani e calvinisti litigano proprio perché uno sceglie un termine e l'altro un altro, entrambi pienamente compatibili con il contesto!).
il discorso qui è questo. Ricorda che le traduzioni sono sempre venute fuori per via dei traduttori i quali erano sicuramente conoscitori della lingua ebraica antica ed almeno di un'altra lingua (quella di arrivo). Già tradurre è dare una prima interpretazione. Io concordo che il testo biblico ispirato è quello originale. Se il traduttore per quanto possa essere preparato ed in buona fede riporta in altra lingua, sta già fissando un campo limitato di intepretazioni che non esulano da errori. Oggi si continua ad indagare appunto per questo. Conoscere la lingua originale, le sue regole, può servire a questo e per chi non ha queste conoscenze purtroppo ha la sola scelta di farsi aiutare da altri nella traduzione, nei possibili significati. Poi egli stesso mediante i mezzi che ha a disposizione si farà un'idea. Concordo invece Quando scrivi a riguardo della libertà di scelta ma credo che in ogni caso ci sia sempre la linea guida che deve essere compresa. A volte siamo noi che cerchiamo un significato complicandoci la vita quando invece è più semplice di quello che pensavamo. Quando cerco di comprendere un passo o un concetto , se ci sono troppi raggiri per arrivare già sento che qualcosa non va.
Devi muoverti per fede. E' incredibile ma io ho dedotto questo dalla Bibbia. Greco, ebraico, studi, contesti, talmud, midrash, tutto utilissimo e bellissimo. Ma lo puoi buttare nel... se non credi tu in qualcosa. Se tu non ti esponi, niente ti darà la certezza che questo libro sia divino.
Perfetto, qui concordo.

8. tra ebrei esistono posizioni diverse è vero, ma quello che voglio dire è che comunque ho sempre la capacità di leggere il testo ebraico e non è poco. Leggendo la traduzione ho già delle intepretazioni fisse ed io mi devo fidare del traduttore. Con greco è un pò più semplice infatti Antonio ti ha riportato dei significati. La comprensione dipende anche dai libri che includi, ma nello specifico io mi riferisco a significati dei termini e grammatica.


9. Sul discorso della grammatica e della mentalità ebraica credo che hai capito cosa intendo.

10.
Conosci Elena Lea Bartolini De Angeli ?
Diciamo che ho riscontrato questo nome durante le mie ricerche. Se non erro insegna all'università di Milano giudaismo ed ermeneutica biblica . Ero interessato a due sue pubblicazioni . Una riguarda Gesù l'ebreo e l'altra l'anno sabatico. Se ricordo bene era la professoressa ebrea a cui ti riferivi e con cui ti sei confrontato. Quindi?

11. Hai ragione, scopi del libro, stile letterario , autori ecc.. il problema è che a volte , sebbene ciò che scrivi è corretto, amiamo complicarci la vita. Io parto prima dal significato letterale (o l'insieme dei significati in base ai termini che trovo), poi ricerco dove viene utilizzata la stessa terminologia cercando un nesso. Posso anche confrontare le varie traduzioni. Per interpretare come giustamente affermi devo considerare quanto scritto sopra. Ma di base ci sono i significati da vocabolario.


Sulle penso che abbiam chiarito i punti di vista. Tutto è relativo niente è certo ..bisogna vedere dove applichi questo principio. Può andare riferito alla metodologia. Sei sicuro che qui ti stiano dicendo è sbagliato fare così e cosà? Ho letto alcuni post di Antonio e ti stava proponendo ad esempio i passi dove si parla di preesistenza e ti ha mostrato i vari significati. Se comuque in qualche modo riuscite ad essere più concisi riesco a seguirvi. Come avrai letto non riesce nessuno a seguire perchè scriviamo troppo. Anche io scrivo molto...quindi se ci mettiamo io e te vengono fuori interi libri. Per concludere, non essendo io esperto in metodologie classiche , ermeneutica, lingue , teologie o quello che vuoi , concordo con te nel considerare più possibilità, ma alla fine, vanno sempre approfondite per arrivare ad un punto che può anche non essere certezza.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Stefanotus
Messaggi: 559
Iscritto il: mercoledì 11 febbraio 2015, 9:30

Re: Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Messaggio da Stefanotus »

È stato davvero un piacere leggerti.
Adesso non sono al pc, appena avrò tempo ti darò i miei commenti in merito, ma credo che ci siamo capiti su moltissimi aspetti che adesso ti permettono di capire che alle volte, pensarla diversamente non significa essere contrari, ma muoversi nel campo delle possibilità.

Quello che fanno alcuni credenti è accettare come "norma di fede" ciò che è certo, indubbio, date certamente alcune premesse interpretative. Diventa così "fuori dottrina" ciò che non corrisponde più alle deduzioni che nascono da quelle premesse. Questo crea un movimento.... Che include ed esclude sulla base di questa aderenza.

Comunque sono davvero molto contento di aver raggiunto questo livello di "accordo con te".
ארמאנדו אלבנו
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Re: Prima che Abraamo fosse nato IO SONO

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

Noi di Giov 8,58 abbiamo il testo greco, ma nella realtà e in quell'occasione Gesù in che lingua parlò e cosa disse nella lingua sua?

In poche parole fatemi una traduzione il più possibile imparziale in ebraico dal testo greco con il significato in italiano sotto.
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