Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Avatar utente
Maria Grazia Lazzara
Messaggi: 1264
Iscritto il: sabato 1 ottobre 2022, 5:38

Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Continuando a riflettere chiedo a Gianni un suo parere su ciò ;
Io posso credere in una cosa ,prenderne atto e allarmarmi se questa cosa và contro i miei interessi, questi giudei credettero a Paolo e proprio perchè ci credettero la cosa avrebbe portato conseguenze negative a loro altrimenti non si spiega la loro pessima reazione .
A mio parere forse c'è qualcosa di sbagliato nel capire o cosa si intende per credenza .
Io posso credere a quella cosa esserne persuaso ma infine non aderisco anzi me ne allontano e se può farmi del male prendo provvedimenti .
Il provare gelosia suggerisce questo.
Il verso in greco spiegato da Gianni grammaticalmente porta a quei giudei che credettero o facenti parte di coloro che credettero. E quindi ciò che può ingannare è a mio parere la parola credente , il suo significato.
Mi piacerebbe approfondire il suo significato biblicamente , credere non significa seguire poi quella credenza , seguirla implica qualcos'altro .
Cosa ne dici Gianni ?
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10118
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Gianni »

Cara Maria Grazia, nel risponderti permettimi di fare una divagazione (che sono certo ti farà piacere).

Le tue domande dicono di te: mostrano il tuo acume e la propensione ad andare a fondo. Sono, tra gli altri, i requisiti di un biblista. Dico di più: tra i requisiti di chi fa ricerca biblica ci sono indubbiamente la conoscenza delle lingue bibliche, dei generi letterari della Bibbia, dell’ermeneutica, della storia e molto altro. Ma tutte queste sono conoscenze che si apprendono con lo studio. Ciò che con lo studio non si può imparare è l’intuito e la propensione ad approfondire. Ciò lo ha notato anche la cara Stella, che nel suo salotto (in Confidenziale) ti ha scritto che si vede che per tanti anni hai studiato coi Testimoni di Geova, aggiungendo che magari alla fine non hai condiviso tutto, ma ti è servito perché hai messo fondamenta; infine Stella nota che ti piace scavare e approfondire, aggiungendo che potresti studiare.
Alle giuste osservazioni di Stella aggiungo una considerazione, che divido un due parti. La prima parte non ho dubbi che sarebbe condivisa da tutti i Testimoni di Geova; la seconda solo da chi se ne è allontanato.

Prima parte. La persona media e non molto istruita che accetta di iniziare a studiare con i Testimoni di Geova fa scoperte grandiose. Scopre la Bibbia, che presto inizia a maneggiare; in poco tempo la sa aprire nei posti giusti, trovando capitoli e versetti. Accumula una conoscenza biblica non da poco. Ciò può segnare tuttavia un passaggio alla seconda parte, che illustro con un aneddoto.

Un tale scoprì di essere appassionato di musica e, con l’aiuto di principianti come lui, iniziò a suonare uno strumento. Divenne indubbiamente bravo, tanto che lo invitavano a suonare a delle feste e a delle serate. Poi un giorno sentì suonare un vero musicista che suonava il suo stesso strumento. Ne rimase incantato e volle iscriversi ad una vera scuola musicale. Non superò l’esame d’ammissione. E, spiegandogli perché, gli dissero: “Tu suoni bene, ma come un principiante. Per essere un professionista è ormai tardi, perché hai imparato e acquisito tutte le impostazioni sbagliate. Dovresti passare anni a disimpararle per poi apprendere quelle giuste, e non ti sarebbe facile; sarebbe come obbligare un mancino ad usare la destra. Per cui, lascia stare. Accontentati di suonare da principiante”.

Ora, cara Maria Grazia, tu sei – se mi consenti – in questa seconda fase, ma hai un grande vantaggio: non devi fare lo sforzo immane di correggere l’impostazione sbagliata e ormai acquisita di mani e dita. Devi invece saper riconoscere le impostazioni errate mentali, e questo non ti sarà affatto difficile perché ne sei uscita. Ed è qui che entrano in gioco il tuo acume e la tua propensione ad andare a fondo. Questo mi premeva dirti. Per rimanere in tema aneddotico, fine della sviolinata ;) (che è comunque sincera).

Veniamo alle tue domande. Tu osservi, correttamente, che quei giudei credettero a Paolo e proprio perché gli credettero la cosa avrebbe portato conseguenze negative a loro, altrimenti non si spiega la loro reazione. Domandi quindi cosa si intende biblicamente per credere o per credente.
Nel rispondere occorre per prima cosa inquadrare il “credere” nel contesto. Ma, prima ancora, occorre riferirsi al testo biblico. Se come base tu prendi At 17:4 nella NTM (“alcuni di loro diventarono credenti”) poni una domanda che non ha ragion d’essere perché basata solo su una non buona traduzione. A rigore di logica, è ai traduttore della Watchtower che bisognerebbe domandare perché hanno tradotto così, che cosa intendono per credenti e perché.
Luca dice che τινες ἐξ αὐτῶν ἐπείσθησαν, “alcuni di fra loro furono persuasi”. Vuol dire che credettero a Paolo? Sì, ma dire che “diventarono credenti” è eccessivo. Se un Testimone di Geova mostra a qualcuno che la trinità non è biblica, quella persona può essere persuasa, può credere che così è, ma non possiamo certo dire che diventa credente come un Testimone.
Ora vediamo il contesto. Paolo era un ebreo e si trovava in una sinagoga per condividerne il culto del sabato (così faceva anche il giudeo Yeshùa). Paolo non era un convertito: era un ebreo che continuava a credere nel Dio di Israele. In quella sinagoga non presentò una nuova religione, ma mostrò che l’atteso Messia era Yeshùa. “Alcuni di fra loro [fra i giudei di Tessalonica] furono persuasi”. Ebrei erano ed ebrei erano rimasti, come Paolo, ma per loro ci fu poi un cambiamento: la loro sicurezza fu minata dall’adesione di diverse donne giudee importanti e, temendo ripercussioni negative (anche economiche), si ribellarono.

Quanto al credere biblicamente inteso, puoi arrivarci tu stessa riflettendo su questi passi:
- “Quelli sulla roccia sono coloro i quali, quando ascoltano la parola, la ricevono con gioia; ma costoro non hanno radice, credono per un certo tempo ma, quando viene la prova, si tirano indietro”. – Lc 8:13.
- “Tu credi che c'è un solo Dio, e fai bene; anche i demòni lo credono e tremano”. – Gc 2:19.
- “Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”. – Gv 20:29.
Avatar utente
Maria Grazia Lazzara
Messaggi: 1264
Iscritto il: sabato 1 ottobre 2022, 5:38

Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Continuo con le mie riflessioni : Come reagì Paolo , tagliò la corda , di notte , notte ,si spostò a Berea . Richiama a mente il modo di muoversi di Jeshùa , avvolte anche lui tagliava la corda , si ritirava , si spostava in un altro luogo in vista di un tumulto Marco3:6 , Giov 6:15.
Ma Paolo rimase imperturbato da quell'esperienza perché lo vedi a Berea nella sinagoga di nuovo a parlare dello stesso tema .
Ma quei giudei credenti anch'essi imperterriti nella loro gelosia ( dietro una gelosia c'è sempre una paura , un timore , uninsicurezza ) alla notizia della presenza di Paoloa Berea furono disposti a raggiungerli per ostacolarli , quel focolaio si doveva sopprimere .
Tempo di prova per coloro che capivano di cosa stesse parlando Paolo .
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10118
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Gianni »

Giuste riflessioni, Maria Grazia. :-)
Avatar utente
Maria Grazia Lazzara
Messaggi: 1264
Iscritto il: sabato 1 ottobre 2022, 5:38

Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Grazie Gianni , ho letto adesso la tua risposta , sono quì per questo perché mi piace crescere , modificare se necessario, e quando spieghi leggo con attenzione cercando di vedere la cosa da un punto di vista diverso , da quello che magari avevo prima , specialmente se è un esperto a spiegare , mi esprimo anche e sopratutto non per far valere la mia opinione , ma proprio per vedere altro , per esempio tu vedi ciò che io non vedo , e come in molti studi tuoi studi in biblistica ci sono state cose importantissime che ho acquisito perché afferrato immediatamente la mia formazione precedente non ha influito minimamente dinanzi a una logica e una coerenza tale da non poter replicare in alcunchè .
Detto questo , non mi scoraggio e ti seguo e seguo tutti gli interventi .
Una cosa che desidero da te un pò più di pazienza per chi magari tarda a capire e confonde un pò le cose , cè bisogno di ripetizione , di ulteriori esempi. Grazie
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10118
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Gianni »

:-) .
Speculator3
Messaggi: 154
Iscritto il: domenica 14 maggio 2023, 21:19

Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Speculator3 »

La maggioranza dei giudei di Tessalonica fu indifferente alla predicazione di Paolo che Gesù era il messia, ammazzato e risorto?.
Mi pare poco verosimile.
Dove è la prova scritturale, o dove sono gli indizi storici che possono indirizzare tale questione?

In Atti i giudei in generale sono ostili a Paolo e alla sua predicazione.
Le donne Nobili non ebree furono una causa della discordia per il loro denaro e per la loro influenza.

A Perge 13:45 (un luogo diverso vicino a Tessalonica e in un tempo molto simile) i giudei vedendo le folle, che avevano seguito Paolo, furono pieni di gelosia e più tardi 17:12 i giudei di Tessalonica andarono fino a Brera a incitare e agitare contro Paolo.

I giudei di Berea, subito dopo Tessalonica, si mostrarono di mente più nobile di quelli di Tessalonica, non perché non credettero ma perché furono solleciti per vedere dalle scritture ebraiche come stavano le cose e poi credettero.

Altra ipotesi è che Paolo riconosca agli ebrei di Berea un qualche livello di Maggiore sollecitudine ad indagare le loro scritture, rispetto a quelli di Tessalonica.
AEnim

Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da AEnim »

Gianni ha scritto: mercoledì 12 luglio 2023, 9:11

Altra questione. Se ci fermiamo a leggere che Paolo “per tre sabati, rimase a discutere”, potremmo erroneamente dedurre che il suo soggiorno a Tessalonica sia durato meno di un mese. Va però tenuto conto di Flp 4:16: “Mentre ero a Tessalonica, infatti, mi mandaste qualcosa per le mie necessità non una, ma due volte” (TNM). Il fatto che i filippesi gli inviarono doni di sostentamento per ben due volte ci obbliga a ritenere che il soggiorno tessalonicese di Paolo sia durato ben più di tre settimane. Non molto a lungo, comunque, perché da Tessalonica fu espulso dai giudei: “I Giudei che avevano creduto, spinti dalla gelosia, raccolsero per le strade certi ceffi e, riunita della teppaglia, misero in subbuglio la città […] i credenti fecero partire in gran fretta Paolo e Sila per la città di Berèa”, i quali “appena arrivati entrarono come di consueto nella sinagoga a predicare”. – At 17:5,10, BDG.

Non è specificato che cosa viene mandato per le necessità di Paolo. Non si capisce se si tratti di viveri o meno, lo si suppone.
Tuttavia ci sta che siano necessari un paio di rifornimenti di viveri per un periodo di tre settimane, contando che all'epoca non esistevano i frigoriferi.

Perciò tre settimane potrebbe essere proprio il periodo esatto in cui si trattenne.

Quindi da cosa si dedurrebbe, invece, che il periodo debba esser stato ben più lungo?
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10118
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Gianni »

Dalla distanza tra Filippi e Tessalonica.
Rispondi