Stefano, le differenze di approccio mi vanno bene, purche' si arrivi a discutere di testo biblico. Del resto, non abbiamo che quello, oltre alla fede.
Caro Antonio, mi dispiace ma dimostri di non aver letto i miei post, quindi non solo ci vedo una mancanza di rispetto per il tempo che ti ho dedicato, ma inoltre ci vedo proprio un insana superficialità.
Cosa dici a fare che vuoi parlare di testo biblico se sei tu il primo a mettere il testo biblico in secondo piano rispetto ai tuoi pregiudizi sulla cultura ebraica?
Come faccio io a parlare con te di "IO SONO" se poi tu stabilisci che per capire quell'io sono bisogna usare IL TUO METODO?
Capisci che così facendo ti esponi verso me e verso tutti gli altri utenti che leggono le tue affermazioni con un tono di superiorità interpretativa e svaluti allo stesso tempo CHIUNQUE proverà a dire il contrario di quello che dici tu?
Mi sto convincendo che non vuoi capire il tuo errore di metodo e di approccio.
Se mi chiedi di interpretare IO SONO, io posso farlo. Ma cosa fai tu poi?
Affermi: "Eh però bisogna conoscere il testo in originale!".
Allora ti chiederò di citarlo. E tu lo citerai e dirai: si ma anche se è greco, non dobbiamo prendere i concetti che stanno dietro queste parole nella filosofia greca, dobbiamo prendere quella ebraica.
E se lo facciamo... mi dirai: la filosofia ebraica la comprendo grazie allo studio del pensiero ebraico. E quindi si arriva a dire che tu solo (o chi usa questo metodo) è il detentore della verità. Quando invece io ti ho ben dimostrato in queste e in altre pagine, che questo metodo è in parte errato o comunque, è solo un metodo ed è pari agli altri di altri studiosi biblici.
Tu per esempio stabilisci che per interpretare questo testo bisogna "snaturare" il testo greco della filosofia greca che lo accompagna e appiccicarci sopra quella ebraica. Il perché? Perché è scritto da giudei.
Ebbene per me questo è il tuo primo errore e tu non sei nemmeno capace di convincermi del contrario.
1) Stabilire che chi ha scritto il testo greco non conoscesse la filosofia greca (anche basilarmente) significa dire che una persona che vive in Sicilia pur essendo nato e cresciuto in America, non conoscerà mai il dialetto o le tradizioni siciliane. Follia secondo me. Non puoi cioè annullare il processo di ellenizzazione a cui volontariamente o no gli ebrei sono stati esposti. I samaritani sono una prova del fatto che gli ebrei a causa delle deportazioni, non sono riusciti (ed è più che naturale) a rimanere intatti nella loro cultura. Ti consiglio di approfondire la storia e le dinamiche dei processi culturali nei popoli, argomenti di sociologia. Li ignori bellamente e quindi sbagli in questa premessa;
2) Se si crede che Dio ha ispirato il testo biblico, quindi un opera divina, è sinceramente molti più "onorevole" (non mi vengono altre parole) pensare che Dio abbia ispirato VOLUTAMENTE il testo greco verbalmente (parola per parola) affinché dimostrasse che Egli è al di sopra di ogni cultura. In fondo, la scelta di usare il testo greco cosa indicherebbe dal punto di vista biblico dottrinale? L'apertura verso popolazioni di lingua diversa dall'ebraico, che poi è proprio il mistero che fino ad allora fu tenuto nascosto. Quindi ha più senso logico razionale, pensare che Dio abbia volutamente FUSO la propria rivelazione passando dapprima dalla cultura ebraica per poi aprirsi verso i gentili. Il momento storico fu propizio, e la Bibbia lo chiama "pienezza dei tempi". Certo se non credi che la Bibbia è opera di Dio, puoi rimanere dell'idea che sia un opera puramente ebraica, ma questa è una scelta arbitraria.
Condivisibile forse, ma anche no. Chi decide di conoscere la cultura ebraica ma anche di conoscere la cultura greca, e quindi poi stabilire il significato testuale UNENDO le due realtà, è pienamente attendibile e condivisibile razionalmente quanto te.
3) Ti ho già dimostrato a più pari che tu non hai in mano la cultura e il pensiero ebraico. Perché ti avvali di strumenti (talmud e midrash) che sono stati scritti in epoche posteriori ai testi biblici come ESODO. Quindi prima di tutto anche questi andrebbero REINTERPRETATI a loro volta... e secondariamente essendo stati scritti in epoche successive, sono vittima anch'essi dell'evoluzione del pensiero teologico dell'ebreo e del cambio di significato delle parole dovuto all'evoluzione sociologica del popolo. Anche qui, quindi, con il tuo metodo, non fai altro che dimostrare che ti mancano pezzi.
4) Il tuo metodo non garantisce la piena comprensione del testo. Infatti gli strumenti a cui tu fai riferimento erano in mano agli ebrei da secoli e non sono serviti. Qui, in maniera molto elementare sinceramente, mi hai risposto: "era stato profetizzato che non capissero". E non ti rendi conto però del paradosso teologico che vai creando con questa scappatoia. Perché praticamente stai abbinando l'onniscienza divina e quindi la sua capacità di profezia, alla Sua volontà e scelta onnipotente. Stai dicendo cioè che Dio ha deciso che questi non capissero. Ma non entro nel merito... perché qui si potrebbe aprire tutto un intero capitolo e c'è gente che discute da secoli. Ti basti sapere però, che se accettassi un simile principio, puoi studiare la Bibbia fino alla morte, ma se Dio avesse usato davvero questi parametri ed avesse deciso di non farti capire niente... perderesti solo tempo. Ma non so se riesci a seguirmi.
5) Ti ho più volte spiegato che è irrazionale pensare che Dio abbia ispirato la Bibbia come Sua Parola affinché si conoscesse il Suo messaggio, e poi anche testi più semplici come questo, necessitino di uno studio approfondito dei testi originali e di una ipotetica cultura ebraica. Significherebbe che Dio abbia rilegato la verità solo ai dotti e ai sapienti. In pratica quelli come te si stanno sostituendo alla chiesa cattolica apostolica romana che nei secoli precedenti deteneva privatamente ogni forma di sapere teologico e fino a poco più di 50 anni fa qui in Italia, vietava la diffusione del testo biblico perché riteneva che questo sarebbe stato frainteso dagli ignoranti come me e te. Relegando la comprensione agli studi teologici ebraici, stai facendo la stessa cosa.
Non ho affatto detto che si arriva a comprendere il significato della Scrittura tramite la fede in Cristo, questo me lo stai mettendo in bocca tu; ho detto che chi crede in Yeshua riconosce certi passi delle Scritture come riferenti a lui.
Dai non giocare con le parole Antonio.
Cosa significa questo? Che se non hai fede in Cristo Gesù come Messia non capisci che i versi dell'Antico Testamento sono effettivamente messianici! Infatti ti domando nel Talmud e nel Midrash, vi sono riferimenti ad un messia appeso al legno e assassinato per i peccati del mondo? Vi è per esempio nel salmo 69 riferimento al fatto che quel che diedero da bere a Davide, fosse riferito a cosa avrebbero dato al Messia sulla croce quando avrebbe detto "ho sete"? (Giovanni 19:28)
Non credo che li troverai. Quindi stai dicendo che Talmud e Midrash sono INSUFFICIENTI per comprendere le scritture. E se non si ha fede in Cristo Gesù come l'incarnazione del Messia promesso, non si comprenderanno questi aspetti. Quindi non giochiamo con le parole. Stiamo ammettendo che per capire la tua dottrina, bisogna non solo studiare ebraico, greco e un po' di cultura ebraica con talmud e midrash, ma anche accettare determinati presupposti "dottrinali": bisogna accettare che Gesù è il Messia promesso a priori. Bisogna accettare che il testo sia stato ispirato da Dio a priori.
Questo rende il tuo credo AL PARI di tutti gli altri credi religiosi che si basano sulla Bibbia. Lo comprendi?
Per chiarire sul pensiero ebraico. Ancora una volta non comprendi cio' che dico: gli ebrei (la maggioranza di loro) non riconoscono Yeshua come il Messia, e questo era predetto; quindi, non comprendono molte cose che chi lo riconosce, invece, comprende...
Spero che se hai letto su, rileggendo anche cosa ti ho scritto nelle pagine indietro, tu finalmente capisca che io ho inteso bene la tua posizione, sei tu che non vuoi sforzarti di capire cosa ti sto dicendo.
Perche' ti dico queste cose? Comprendere la mentalita' ebraica e' fondamentale per comprendere a fondo le Scritture Greche, che non furono scritte da cristiani (il Cristianesimo viene molto dopo), ma da ebrei osservanti. Il Vangelo di Giovanni, se letto tenendo conto di preesistenza e concretismo, ad esempio, ci mostra quanto ebreo fosse Giovanni e quanto la Scrittura Greca sia in perfetta armonia con quella Ebraica.
Si vede che non hai letto nulla di cosa ho scritto in precedenza. Ti ho ben dimostrato che tu non conosci la mentalità ebraica, non puoi conoscerla. Non solo perché non hai studiato abbastanza, ma proprio perché tecnicamente non hai gli strumenti.
Ti ho infatti spiegato che gli strumenti che usi (midrash e talmud) sono testi successivi ai testi biblici. Hanno scopi ben precisi, quindi sono già vittima di "reinterpretazione". Andrebbero anche questi contestualizzati nel loro tempo per esser compresi.
Ti ho anche spiegato che la lingua si evolve, quindi non puoi pensare che un testo scritto dopo il 586 possa racchiudere i 2000 anni di storia e cultura precedente.
Ti ho anche spiegato che l'ebreo è stato più volte deportato e quindi la sua cultura teologica e filosofica si è evoluta (esistono corsi di filosofia ebraica che tengono conto di tutto questo, lo sai?).
Ti ho spiegato che persino la Bibbia dimostra più volte come il popolo di Dio si sia macchiato di usi e costumi provenienti dai popoli pagani.
Lo stesso fatto che gli ebrei della diaspora usassero un testo greco dell'antico testamento dovrebbe farti pensare. Ma cosa credi? Che nel tradurre la Torah dall'ebraico al greco, la selezione dei vocaboli fu fatta a caso? Per certo utilizzarono i vocaboli greci tenendo BENE CONTO anche della filosofia greca che questi si trasportavano. Il giudaismo altro non è che una forma di ebraismo ellenista. Non tenere conto di queste cose, significa mettersi il salame sugli occhi e stabilire a priori che gli altri studiosi biblici che hanno scelto di tenere conto di queste variabili... hanno torto perchè tu hai ragione. Ti sembra ragionevole? a me no.