Filippesi 2:5-7

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Gianni
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Re: Filippesi 2:5-7

Messaggio da Gianni »

Interessante. Ma c’è un MA grosso come una casa. Se si vuole giocare tutto su un articolo determinativo, occorre essere coerenti fino in fondo. Per cui, limitandomi al solo cap. 2 di Flp, faccio notare che si dovrebbe coerentemente tradurre dove manca l'articolo:
V. 1: ‘Se c’è qualche consolazione in un Cristo’;
V. 5: ‘… che anche in un Cristo’;
V. 8: ‘Ubbidiente fino a una morte, una morte di una croce’;
V. 10: ‘Nel nome di uno Yeshùa’;
V. 11: ‘Ogni lingua riconosca che un signore Yeshùa’;
V. 11: ‘A gloria di un dio Padre’;
V. 13: ‘Un dio infatti è l’operante in voi’;
V. 15: ‘Siate irreprensibili e integri, figli di un dio’;
V. 16: ‘Una parola di una vita tenendo ferma’;
V. 16: ‘In un giorno di un Cristo’;
V. 19: ‘Spero ora in un signore Yeshùa’;
V. 21: ‘Le cose si uno Yeshùa’;
V. 24: ‘Sono persuaso in un signore’;
V. 29: ‘Accoglietelo in un signore’;
V. 30: ‘L’pera di un Cristo’.

Devo continuare con gli altri capitoli?
Per favore – ve lo chiedo per favore – non improvvisatevi eruditi grecisti.
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Antonino
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Re: Filippesi 2:5-7

Messaggio da Antonino »

Gianni ha scritto:Per favore – ve lo chiedo per favore – non improvvisatevi eruditi grecisti.
Magari fossi un improvvisato erudito grecista! Manco quello potrei essere!
Carissimo di greco non capisco molto, quello che ho appreso da autodidatta è ovviamente suscettibile a revisioni, ripensamenti ecc..ecc...
Comunque ho notato che per difendere il tuo concetto di morphè, tendi ad estremizzare tutto, cercando di sminuire il mio lavoro di ragionamento e coerenza col vocabolo morphè!
Parlo di coerenza, perché morphè in tutta la scrittura sta ad indicare qualcosa di concreto e visibile, ma ovviamente tu non sei d'accordo!
Vorrei tentare una difesa di questo scapestrato grecista (cioè io).
Si è tutti quanti a conoscenza di un dettaglio inconfutabile, che è questo:
Gianni ha scritto:quando ci si riferisce all’unico vero Dio, il greco usa l’articolo, anche se in italiano non si riporta (perché in italiano sarebbe scorretto).
Ora, sapendo tutti quanti questo, dobbiamo necessariamente ricordare un altro dettaglio:
La parola greca θεός (theos) non è univoca nell'indicare il Dio uno e unico. Anzi trova riscontro in diversissimi casi ed indica:
1. un dio o una dea, un nome generico di divinità o divinità
2. la divinità
3. Dio Padre
4. Di magistrati e giudici
5. Quando presente ὁ (ho) la Divinità suprema

Quindi si è ricordato a noi tutti che il termine theos non è univoco nel riferimento al Dio uno e unico. Anzi, quando presente l'articolo determinativo ὁ, questi si riferisce al Dio uno e unico (Yhwh).

Lasciando stare l'esagerazione di Gianni che non ha motivo di esternare, si ricorda ai lettori quale attributo specifico diede il Signore Yeshùa alla parola theos (dio):
«Non sta scritto nella vostra legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Se chiama dèi coloro ai quali la parola di Dio è stata diretta (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? (‭Vangelo secondo Giovanni‬ ‭10‬:‭34-36‬ NR06)
Il chiaro riferimento del Signore Yeshùa è al salmo 82:6-7 dove Dio Yhwh sta parlando a uomini in carne ed ossa! Uomini che hanno ricevuta da Dio Yhwh (ho Theos), autorità sugli altri uomini (cfr. Tutto il salmo 82).
Chiariti questi punti, si può fare tranquillamente la somma ed il totale non faticherebbe a tornare con i conti giusti ;)
Dei (theos), sono uomini (giudici e re) che hanno ricevuta da Dio (ho Theos) autorità, e chi più di Yeshùa essendo creato da Dio Yhwh (ho Theos), poteva esercitarne?

Tornando a noi carissimo Gianni.
Vista l'ignoranza che esiste in maniera concreta, sopratutto tra i trinitari; quale sarebbe il problema se si dovesse mettere l'articolo indeterminativo per evidenziare la differenza tra theos e ho Theos?

Eppur volendosi attenere alle regole grammaticali, tanto estremizzate nel tuo ultimo intervento, lasciando il testo così com'è (senza art.ind.), comunque la differenza risulterebbe palese:

Questo sentite fra voi che [fu] anche nell'Unto Yeshùa. Il quale esistente in aspetto di dio (nel senso di comando alla maniera dei Giudici, vedi Giovanni 10:22-38; Salmi 82),non ritenne una rapina l'essere come dio (nel senso di comando alla maniera dei Giudici, vedi Giovanni 10:22-38; Salmi 82), piuttosto svuotò se stesso, prese aspetto di un servo, divenne simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo umiliò se stesso, divenne ubbidiente fino alla morte, morte sul legno (palo).
Per questo [Il] Dio (ο θεος ) lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Yeshùa si pieghi ogni ginocchio nei cieli sulla terra e sotto la terra, e ogni lingua confessi che L'Unto Yeshùa è Signore alla gloria di Dio Padre (θεου πατρος).

Il fatto che al verso 11 , Dio Padre (θεου πατρος) è senza articolo determinativo, questi non è una novità nelle scritture greche poichè già di se stesso, tale termine è esclusiva del Dio uno e unico. Infatti in tutte le scritture greche, tale titolo è sempre così riportato eccetto per: 1Co15:24; Ef 5:20; Col 3:17
Chiarito tutto quanto, il testo in questione ha completa aderenza biblica, restituendo al termine morphè il suo significato originario che è in tutta la scrittura. Tenendo presente che in questa maniera no stiamo ad indicare Yeshuà ne come Dio uno e unico o facente parte di una trinità, n'è la sua preesistenza, visto e considerato che il suo essere "dio" è in riferimento a quanto da Lui stesso detto in Giovanni 10:34-36, ripreso dal salmo 82! Quindi Uomo con autorità da parte di Dio. Egli preferì svuotare se stesso e divenire servitore (aspetto di un servo)............
Lascio questo ultimo commento con una ultima chicca.
La traduzione del Diodati, anno 1607 ha una particolarità. Questi riporta sempre con il termine "Iddio" quando incontra nel greco "ho Theos". Riporto da questa versione i testo di filippesi 2:5-11

Perciocchè conviene che in voi sia il medesimo sentimento, il quale ancora è stato in Cristo Gesù. Il quale, essendo in forma di Dio, non reputò rapina l'essere uguale a Dio. E pure annichilò sè stesso, presa forma di servo, fatto alla somiglianza degli uomini; e trovato nell'esteriore simile ad un uomo, abbassò sè stesso, essendosi fatto ubbidiente infino alla morte, e la morte della croce. Per la qual cosa ancora Iddio lo ha sovranamente innalzato, e gli ha donato un nome, che è sopra ogni nome; acciocchè nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti, e terrestri, e sotterranee; e che ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
Buona notte! Shalom
Ultima modifica di Antonino il venerdì 22 agosto 2014, 15:28, modificato 1 volta in totale.
Lascio agli altri la convinzione di essere migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare!
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Gianni
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Re: Filippesi 2:5-7

Messaggio da Gianni »

Caro Antonino, dopo questa infinita e snervante discussione, tu arrivi alla conclusione che “in morfè di Dio” voglia dire ‘in aspetto di Dio’ o addirittura ‘in aspetto di un dio’. Bene. Possiamo chiudere qui. Le nostre diverse posizioni sono state ben chiarite.
A me rimane da capire cosa mai sia questo ‘aspetto’ diciamo divino (di Dio o di un dio). E soprattutto se tu pensi a una creatura preesistente che fosse Dio stesso, un altro Dio o un dio. Ma ha poca importanza. Se ne sei convinto tu, poco conta che io capisca o no.
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Antonino
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Re: Filippesi 2:5-7

Messaggio da Antonino »

Gianni ha scritto:Caro Antonino, dopo questa infinita e snervante discussione, tu arrivi alla conclusione che “in morfè di Dio” voglia dire ‘in aspetto di Dio’ o addirittura ‘in aspetto di un dio’.
Carissimo, mi dispiace che per te questa discussione sia stata snervante. Personalmente l'ho trovata stimolante, divertente ed ho appreso un sacco di cose! Ringrazio tutti voi per avermi dato l'opportunità di confrontarmi e stimolare lo studio!
Gianni ha scritto:A me rimane da capire cosa mai sia questo ‘aspetto’ diciamo divino (di Dio o di un dio). E soprattutto se tu pensi a una creatura preesistente che fosse Dio stesso, un altro Dio o un dio.
Carissimo a questo tuo interrogativo ho risposto nel mio intervento precedente del quale riporto uno stralcio! Vedo che sei stato poco attento nella lettura di questi ultimi, ;)
Antonino ha scritto:Tenendo presente che in questa maniera no stiamo ad indicare Yeshuà ne come Dio uno e unico o facente parte di una trinità, ne la sua preesistenza, visto e considerato che il suo essere "dio" è in riferimento a quanto da Lui stesso detto in Giovanni 10:34-36, ripreso dal salmo 82! Quindi Uomo con autorità da parte di Dio. Egli preferì svuotare se stesso e divenire servitore (aspetto di un servo)............
Ti saluto e spero di potermi ancora confrontare con te! Non me ne volere, per favore!
Buona giornata! :)
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Re: Filippesi 2:5-7

Messaggio da Gianni »

Caro Antonino, volertene? E perché mai? Ti ringrazio anzi per aver partecipato con tanto impegno a questa discussione. Alla fin fine, forse possiamo dire di essere perfino d’accordo su un punto, che tu esprimi così: “Non stiamo ad indicare Yeshuà né come Dio uno e unico o facente parte di una trinità, né la sua preesistenza … Quindi Uomo con autorità da parte di Dio”. Io stesso non potrei esprimerlo meglio! Sono perfettamente d’accordo con te.
Alla prossima discussione, allora. Un abbraccio. :)
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Re: Filippesi 2:5-7

Messaggio da Antonino »

:) Grazie!
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Re: Filippesi 2:5-7

Messaggio da francesco.ragazzi »

Carissimi,
Mi fa piacere che si sia arrivati ad un accordo, forse avrebbe potuto essere più breve la discussione, ma va bene lo stesso ! Questa "autorità" che viene da Dio è certamente legata ad un contatto particolare che Yeshua aveva col Padre, contatto che noi non abbiamo al 100% in quanto siamo nati con un carico di degrado che Yeshua non aveva, ma grazie a Dio per mezzo del Suo Spirito possiamo accedere lo stesso alla corte celeste ed incamminarci in un sentiero che ci porterà ad essere anche figli di Dio e coeredi di Yeshua .-
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bgaluppi
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Re: Filippesi 2:5-7

Messaggio da bgaluppi »

Avete preso in considerazione il fatto che morphè, tradotto "natura" come indica anche lo Strong, possa riferirsi alla condizione di secondo Adamo, non creato come lui ma fatto nascere tramite lo spirito? In questo senso, Yeshùa era di "natura" divina, poiché concepito dallo spirito santo del Padre, a differenza di ogni altro uomo. E così, pur essendo di "natura" divina, poiché originato dallo spirito, spogliò se stesso da questa sua condizione di superiorità innegabile e si rese uomo come tutti noi.

Con questa interpretazione non si accomuna affatto Yeshùa a Dio, non lo si identifica col Padre; però Yeshùa non era neppure un uomo normale, nato biologicamente come tutti noi, ma era il secondo Adamo, primogenito di tutte le creature, in funzione del quale esiste la creazione. Ecco perché Paolo ha utilizzato questo vocabolo, che indica esattamente la "forma" o, in senso figurato, la "natura".

Adamo, invece, non era di natura divina, in quanto creato dalla materia. Cristo è nato dallo spirito santo, quindi dal Padre, ed era partecipe della sua natura. Ma ciò non vuol dire che Yeshùa SIA il Padre, come affermano i trinitari.
AKRAGAS
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Re: Filippesi 2:5-7

Messaggio da AKRAGAS »

Personalmente il termine tradotto in forma di Dio o a immagine di Dio non lo intendo in senso materiale in quanto il messia era un uomo mentre Dio è immateriale. Io darei adito alla interpretazione figurata ovvero che Yeshua fu ambasciatore vero del Padre annullando il proprio ego.
Scusate la sintesi
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bgaluppi
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Re: Filippesi 2:5-7

Messaggio da bgaluppi »

Questo non risolve l'utilizzo di morphe' al posto di eikon. Le Scritture indicano chiaramente che Yeshua fu concepito dallo spirito, non si tratta di interpretazione. Qui si tratta di scegliere di credere o non credere. Nascere da rapporto biologico o dallo spirito e' cosa molto diversa e il fatto che Dio sia spirito non esclude la nascita umana di Yeshua. Lui nasce direttamente da Dio ed entra nel mondo attraverso una donna, ovviamente, e in questo senso e' di natura divina (che non significa affatto che SIA Dio) e uomo. Per questo Paolo ci dice che dovette spogliarsi di questa natura per essere veramente uomo e non farne motivo di superiorita'. Yeshua nasce da spirito e diventa spirito vivificante per tutti noi.
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