Colossesi 2:14,15

marco
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Re: Colossesi 2:14,15

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Caro Antonio la donna è ancora immonda durante il suo flusso mestruale?
Si o no?
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

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Piuttosto credo che dovresti chiederti cosa significa "immonda". Non fermarti al significato apparente delle traduzioni, approfondisci il significato profondo e fatti domande.
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Yeshùa ha detto che neppure uno iota della legge passerà prima che passino i cieli e la terra si o no?
marco
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Re: Colossesi 2:14,15

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bgaluppi ha scritto:Piuttosto credo che dovresti chiederti cosa significa "immonda". Non fermarti al significato apparente delle traduzioni, approfondisci il significato profondo e fatti domande.
marco ha scritto: L'impurità possiamo anche considerarla come mancanza di santità. E nella legge mosaica questa mancanza di santità veniva ascritta alla quotidianità della vita umana.
Caro Antonio scritto così non andava bene?
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Re: Colossesi 2:14,15

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bgaluppi ha scritto:Yeshùa ha detto che neppure uno iota della legge passerà prima che passino i cieli e la terra si o no?
Scritto così è meglio:
finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.

Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.
Gv 19,28-30

Non mi dire che intendevi Mt 5,17 come una affermazione della legge mosaica?
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Gianni
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da Gianni »

In verità, Yeshùa disse di non essere venuto ad abrogare la Toràh ma a πληρῶσαι (pleròsai), renderla piena, riempirla completamente, farla abbondare, riempirla fino alla cima affinché non manchi nulla. È questo il senso del verbo greco. – Mt 5:17.

“Senza che tutto sia compiuto” (Mt 5:18) non è da mettere in relazione al precedente πληρῶσαι (pleròsai). Qui Yeshùa assicura che neppure la più piccola lettera e perfino la più piccola parte di lettera “perirà” (παρέλθῃ, parèlthe) finché non perisca l’universo e finché “tutte le cose avvengano [γένηται (ghènetai)]”.

Quanto a Gv 19:30, è usato un terzo verbo: “Yeshùa disse: Τετέλεσται [tetèlestai, “è passato”, “è finito”].

È solo il presappochismo che congloba tutto.
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Come precisa Gianni, Yeshùa dice proprio così, caro Marco:

“«Perché vi assicuro che fino a quando ci saranno il cielo e la terra, nemmeno la più piccola parola, anzi nemmeno una virgola, sarà cancellata dalla legge di Dio; e così fino a quando tutto non sarà compiuto.»”

E questo versetto è davvero insormontabile, per chi asserisce l'abolizione della Torah; è invece molto importante accettare che la Torah è ancora valida in ogni sua legge, come afferma chiaramente Yeshùa, finché ci saranno il cielo e la terra, e comprendere bene il v. 17, per capire cosa il discepolo deve fare.
‭‭
marco
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Re: Colossesi 2:14,15

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Gianni ha scritto:In verità, Yeshùa disse di non essere venuto ad abrogare la Toràh ma a πληρῶσαι (pleròsai), renderla piena, riempirla completamente, farla abbondare, riempirla fino alla cima affinché non manchi nulla. È questo il senso del verbo greco. – Mt 5:17.
Mai affermato che Yeshùa venne per abrogare la Torah.
Il suo fu un riempirla della Parola di Dio. Quando un contenitore non si trova nello stato della pienezza, per forza di cose, oltre al liquido ci sarà una parte di aria che sarà tolta quando il liquido avrà saturato tutto lo spazio disponibile nel contenitore.
Cosa della legge era aria, se non la legge sulla purità, sui cibi e sulle feste?
Queste sono aspetti religiosi di un popolo. Anche se vengono osservati alla lettera non portano alla salvezza. Sono fini a se stessi.
Il "liquido" contenuto nella Torah si è mischiato con la Parola di Dio e ha generato il discorso della Montagna.
In Mt 5 Gesù sale sulla montagna come Mosè. Non è un caso che Matteo puntualizza ciò. Lui può salire sulla montagna di Dio e riempire le 10 Parole dell'essenza della fede. Non solo può anche cancellare il "libello del ripudio" (l'aria) contenuto nella Torah.
Gianni ha scritto:.

“Senza che tutto sia compiuto” (Mt 5:18) non è da mettere in relazione al precedente πληρῶσαι (pleròsai). Qui Yeshùa assicura che neppure la più piccola lettera e perfino la più piccola parte di lettera “perirà” (παρέλθῃ, parèlthe) finché non perisca l’universo e finché “tutte le cose avvengano [γένηται (ghènetai)]”.
Per grazia di Dio che Matteo continua inserendo questa: Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Scribi: Gli scribi non costituivano ne una setta ne un partito politico, ma erano professionisti esperti nella legge dell'Antico Testamento. Erano chiamati anche avvocati o maestri (rabbi). Interpretavano la Legge e l'applicavano alla vita di ogni giorno.
Farisei: I Farisei erano i mèmbri di una severa setta religiosa, che probabilmente ha le sue origini nel II secolo a.C. Si trattava di (non sacerdoti) che si attenevano scrupolosamente alla legge di Dio e aggiornavano continuamente le antiche tradizioni adattandole alle nuove circostanze. Spesso estendevano l 'applicazione delle norme, aggiungendo ulteriori regole che servivano come "un recinto attorno alla legge". Seguire queste ulteriori norme significava evitare il pericolo di disobbedire alla legge fondamentale di Dio.
Oltre al legalismo farisaico Yeshùa ci mette in guardia dagli Scribi gente legata al VT.
La nostra giustizia deve superare il legalismo e "l'aria" che era contenuta nel VT.
Gianni ha scritto: Quanto a Gv 19:30, è usato un terzo verbo: “Yeshùa disse: Τετέλεσται [tetèlestai, “è passato”, “è finito”].
"E' passato", "è finito", se non va bene il "tutto è compiuto" allora, caro Gianni, queste parole cose rappresentano?
Gianni ha scritto: È solo il presappochismo che congloba tutto.
Caro Gianni se fosse come dici tu queste parole della Sacra Scrittura le gettiamo al vento: Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli
Per alcuni la conoscenza di Dio è competenza degli studiosi invece credo al contrario che nella semplicità del testo, nella pur semplice traduzione, senza conoscere la profondità di ogni parola, nella superficie della semplicità, Dio raccoglie il meglio del grano.

C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia»// i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.

I pastori l'ultima categoria di persone, possibilmente all'oscuro della legge degli scribi e lontani dal farisaismo, questi accettarono senza indugio di andare dal Salvatore.
Chi invece si barricava sulla corretta interpretazione, scrutando ogni singola parola, non vide la semplicità di Dio.

Carissimo Antonio ho risposto indirettamente anche a te. :YMHUG:
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Gianni
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da Gianni »

Caro Marco, per mia indole non ti risponderei e non commenterei quanto hai scritto. Ciascuno è libero e, ad un certo punto, va lasciato nel suo brodo. Tuttavia ci leggono, per cui mi sento in dovere - essendo questo un forum di discussioni bibliche - di proseguire la discussione a beneficio di chi ci legge. Ora sono impegnato con un difficile testo ebraio, ma quanto prima pubblicherò le mie osservazioni.
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Marco, ti rispondo solo su alcune cose, poi lascio che lo faccia Gianni. Però ti chiedo di meditare con attenzione. In generale, noto che quando ragioni su un versetto non lo fai dando importanza ai particolari, che ti sfuggono perché hai già in mente la conclusione a cui vuoi arrivare. Questo è normale, ma se stai attento a dare importanza ai particolari (come fa spesso Trizzi), e a non dare niente per scontato nelle parole riportate dal testo, scoprirai molte cose e andrai avanti. Per questo ti avevo citato Col 2:20-22, da cui si comprende che i "comandi" di cui parla Paolo non sono i "Comandamenti" e non provengono dalla Torah (perché i termini greci sono diversi e perché tali comandi sono dettati secondo gli "insegnamenti degli uomini"). Ma adesso mi concentro sul tuo ultimo messaggio.
Mai affermato che Yeshùa venne per abrogare la Torah.
Il suo fu un riempirla della Parola di Dio. Quando un contenitore non si trova nello stato della pienezza, per forza di cose, oltre al liquido ci sarà una parte di aria che sarà tolta quando il liquido avrà saturato tutto lo spazio disponibile nel contenitore.
Non è che la Torah avesse bisogno di essere completata nel senso che non era completa. È qui che fai un errore, se mi consenti. Dire questo significa affermare che Dio rivelò un insegnamento "imperfetto", il che non è possibile, perché Dio è perfetto. “Egli è la rocca, l'opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità. Egli è giusto e retto.” (Dt 32:4); “La legge del Signore è perfetta, essa ristora l'anima; la testimonianza del Signore è veritiera, rende saggio il semplice.” (Sl 19:7). Il Dio perfetto non può insegnare qualcosa di imperfetto (incompleto), ti pare? Allora cosa fece Yeshùa?

L'insegnamento perfetto di Dio è già contenuto nella Torah, ma deve essere messo in pratica in modo davvero "completo" e "perfetto". Non si tratta di "rendere perfetto" ciò che lo è già, ma di metterlo in pratica in modo perfetto. È questo il punto. Dunque, l'azione di "completamento" che Yeshùa fa non riguarda la parola di Dio, ma il modo di metterla in pratica. Il suo insegnamento riguarda noi, non la parola di Dio. Citi il sermone del monte, che è un buon esempio per comprendere questo concetto appena esposto:

“Voi avete udito che fu detto: "Non commettere adulterio". Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.” Mt 5:27,28‬ ‭

Yeshùa cita il comandamento della Torah di Es 20:14, poi aggiunge un insegnamento che mostra come metterlo in pratica, e si sofferma sul potere dello sguardo, che innesca il desiderio: “chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. Anche questo insegnamento è già contenuto nella Torah, solo che non sempre siamo capaci di coglierlo:

“Una sera Davide, alzatosi dal suo letto, si mise a passeggiare sulla terrazza del palazzo reale; dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno. La donna era bellissima.” - 2Sam 11:2

“La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza.” - Gn 3:6

La Scrittura spesso è carente in sintesi, cioè non presenta un insegnamento in forma completa in un singolo passaggio, ma lo "distribuisce" su momenti diversi; mettendo insieme il tutto, si ha il quadro completo. È da quello sguardo che Davide inizia a concepire il desiderio nei confronti di Bat-Sheba, che lo porterà a commettere adulterio. È attraverso lo sguardo che Eva desidera il frutto della conoscenza. Il desiderio inizia dal senso della vista, che innesca la concupiscenza: “Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.” (Gc 1:15). Qui Yeshùa spiega l'insegnamento completo e profondo, insegnando ad evitare di incorrere nel primo errore, il guardare una donna con desiderio; si tratta di "fare una siepe intorno alla Torah", come direbbero gli ebrei, e come Noiman ha più volte spiegato:
Noiman ha scritto:"Moshè ricevette la Torah sul Sinay e la trasmise a Yehoshùa; Yehoshùa la trasmise agli Anziani e gli Anziani ai Profeti; e i profeti la trasmisero ai membri della grande Assemblea. Questi ultimi solevano dire tre cose: “Siate cauti nel giudicare, educate molti discepoli e fate una siepe intorno alla Torah”( פרק י אבות א" )( Massime dei padri 1/1).
Se un uomo guarda una donna sposata e la desidera, ma poi non si unisce a lei sessualmente, ha commesso adulterio? Secondo l'applicazione legalistica no, ma secondo l'applicazione perfetta si. Questo insegna Yeshùa. Davide aveva già commesso adulterio nel momento in cui ha guardato Bat-Sheba desiderandola, perché quel desiderio ha reso reale il peccato. Inutile sentirsi giusti per non aver ceduto al proprio desiderio di possedere una donna sposata, perché l'adulterio è già stato commesso nel momento in cui si è desiderata quella donna. Eva già disobbedisce nel momento in cui desidera qualcosa di proibito.

Quindi, Yeshùa sta "rendendo colmo" l'insegnamento della Torah; forse perché era incompleto? No, perché l'uomo era incompleto e incapace di metterlo in pratica. Attraverso la fede sincera in Yeshùa, l'uomo è adesso capace di obbedire alla Torah in modo perfetto, poiché l'obbedienza è unita allo spirito, e non è più solo legalistica. Ma il precetto resta, la legge rimane, ed è proprio su questa che Yeshùa basa il suo insegnamento. Se non ci fosse stata la Torah, su cosa Yeshùa avrebbe potuto basare il suo insegnamento? E se la legge non fosse più valida, come faremmo a sapere ciò che è giusto o sbagliato? Non ci resterebbe che seguire il nostro istinto, che però non è perfettamente infallibile. E non basta la fede in Yeshùa: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.” (Mt 7:21).

È come se Yeshùa avesse inserito in noi un tasello mancante; questo tassello rende noi completi (quasi...), non la Torah che lo è già; e ci rende in grado di metterla in pratica in modo perfetto. Ma cosa dobbiamo mettere in pratica? Esattamente l'insegnamento di Dio, che è contenuto nel Tanach. E dove, altrimenti?
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