DI CASA IN CASA ?

Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10155
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da Gianni »

In Lc 10:8 è detto di accettare il cibo offerto e ciò sembra riferirsi non solo alla casa ospitante. Dal v.10 appare che la predicazione era pubblica e lo conferma il v. 11, da cui appare che è la città intera a rifiutare o accogliere la buona notizia. Se fosse stato di casa in casa, ciò non avrebbe senso.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10155
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da Gianni »

Leggi bene At e ti renderai conto di come Paolo predicava.
Più importante di tutti è l'esempio di Yeshùa, di come predicava. Prova a fare una ricerca.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10155
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da Gianni »

Almeno non gli hanno messo la cravatta!
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da bgaluppi »

:))
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da bgaluppi »

C'è da aggiungere anche un'altra cosa, secondo me. A parte tutte le analisi, è necessario capire che Yeshua stava istruendo i suoi apostoli, che si era scelto, e che le sue parole erano rivolte a loro, non a tutti. Gli apostoli ricevettero una missione dal Cristo, e la portarono a termine: la buona notizia del regno di Dio fu proclamata in tutto il mondo (il mondo romano) e la ekklesía fu edificata. Il ruolo di evangelizzatori spettava a loro, non a noi. Infatti, andavano loro a farlo, non si portavano dietro uno stuolo di credenti e la Scrittura non riferisce di "credenti allo sbaraglio" che andavano di casa in casa.

Quindi, il problema non è tanto che gli apostoli andassero di casa in casa oppure no; il problema è nel fatto che oggi molti si autoproclamano apostoli, come se, dopo l'opera di coloro che furono scelti dal Messia in persona e investiti tramite lo spirito santo (e in virtú del quale facevano risuscitare persino i morti), ci fosse ancora bisogno di "apostoli non scelti da nessuno". Gli apostoli erano guidati dallo spirito, e andavano dove lo spirito li portava; oggi da chi sarebbero guidati questi predicatori che annunciano ciò che già è stato annunciato e tradotto in piú di 2000 lingue?
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da bgaluppi »

Antonio, il tuo ragionamento è interessante e denota le tue ottime capacità. Però, non farti condizionare dalla numerazione dei versetti, poiché questa non è un'indicazione originale dell'agiografo, ma è stata aggiunta dagli studiosi per orientarsi meglio sul testo biblico. Gli originali non hanno numerazione. Quindi, il fatto che la frase "non passate di casa in casa" appartenga al v.7 non significa che si riferisca al permanere nella casa dove erano ospitati, descritto nel v.7; tale ragionamento, dunque, non può essere utilizzato per sostenere la tua tesi. Il testo dice che gli apostoli dovevano restare nella casa ospitante e mangiare in serenità, senza "fare complimenti", poiché erano degni di farlo; e poi dice anche che non dovevano passare di casa in casa, cioè entrare in tutte le case.

Il fatto certo è che Yeshua e il testo dell'agiografo non danno indicazioni che gli apostoli dovessero andare in "tutte" le case, anzi il contrario.
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da bgaluppi »

È un'indicazione a sé stante, parte di una lista di indicazioni. Dico che non si riferisce né a ciò che precede, né a ciò che segue.

Capisci che questo loro "bisogno" di evangelizzare aveva senso dopo la morte di Yeshua e non adesso? Le parole di Yeshua, riguardo alla predicazione in "tutto il mondo", si riferiscono al mondo allora riconosciuto, cioè quello romano. οἰκουμένη (Strong 3625, oikumène) e' propriamente il mondo abitato, ossia il mondo romano (STRONG), "poiche' tutto fuori da esso non era tenuto in conto" (SOUTER). Puo' anche significare l'intera terra ove abita l'uomo, in senso universale (Lc 4:5; 21:26; At 24:5; Rm 10:18; Eb 1:6; Ap 16:14), ma è il contesto che ci fa capire il senso.

Antonio, nessuno, oggi, può arrogarsi il diritto di considerarsi apostolo, poiché nessuno di noi è scelto da Yeshua per esserlo. Inoltre, il vangelo sarà annunziato in futuro, nella pienezza dei tempi, dalle persone competenti, scelte e investite da Dio:

“Molti popoli vi accorreranno, e diranno: «Venite, saliamo al monte del SIGNORE, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri». Da Sion, infatti, uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola del SIGNORE.” — Is 2:3

Matteo 24 dice che "la fine" verrà dopo la proclamazione del vangelo "a tutte le genti". Prendere alla lettera questo e pensare che siano dei presunti apostoli a farlo non solo è assurdo, ma anche contraddetto da Ap 14:6:

“Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo, recante il vangelo eterno per annunziarlo a quelli che abitano sulla terra, a ogni nazione, tribù, lingua e popolo.”

Come vedi, è un angelo ad annunziare il vangelo, non delle confraternite religiose... :-) Quindi, gli apostoli avrebbero fallito. E ciò significa che le parole di Yeshua ("tutte le genti") non sono da prendersi alla lettera; infatti, le "genti" sono i "popoli", le "nazioni", i non-ebrei.
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da bgaluppi »

Ottime considerazioni, Jon.
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da bgaluppi »

Antonio, ti rispondo su Mt 28:19,20.

19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».

Antonio, che dice il testo? Yeshua parla agli 11 (v.16) e dice loro di istruire tutti i popoli ("le genti") e di farli suoi discepoli battezzandoli. Ma che significa "fare discepoli i popoli"? Significa forse istruire e battezzare popoli nella loro interezza, includendo ogni singolo essere umano? Sarebbe un'impresa alquanto ardua e gli apostoli avrebbero fallito, come stanno palesemente fallendo i sedicenti apostoli moderni.

Poi dice “io sono con voi fino alla fine dell'era presente". Voi chi? E cos'è la "fine dell'era presente"?

Il termine eta' presente e' αἰών (Strong 165, aion), "eta', era, ciclo" (temporale), "specialmente relativo all'era presente in contrasto con quella futura, una di una serie di ere che si estende all'infinito" (STRONG), "caratterizzata da una qualita' specifica (tipo di esistenza)" (HELPS).

Il termine fine qui e' συντέλεια (Strong 4930, synteleia), "completamento, esaurimento, fine": "una fine che coinvolge diverse parti" (B.F. Westcott), "non strettamente termine ma esaurimento (completamento), che apre la strada ad una nuova era" (HELPS). Non la fine del mondo, il giorno del giudizio, ma la fine di un'era che vede l'inizio di un'altra, specialmente quando συντέλεια e' usato in riferimento ad αἰών.

È naturale che non può riferirsi agli 11 in modo specifico, poiché la fine dell'età presente è segnata dalla sua venuta, la parusía, momento in cui la sua presenza sarà ovvia. Parla a loro e a tutti i discepoli futuri. Ma cosa sta dicendo? Sta semplicemente dichiarando che tutti coloro che credono in lui non saranno soli, ma lui dimorerà in loro e loro in lui. Matteo conclude con questa bellissima rassicurazione, diretta agli 11 discepoli, con cui sta parlando, e a tutti noi: Yeshua sarà con noi fino al suo ritorno, e non ci abbandonerà.

“Non prego soltanto per questi [gli 11], ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.” — Gv 17:20-21

“Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui” — Gv 14:23

Tra l'altro, in Gv 17 risulta chiaro come lui preghi non per tutti indistintamente, ma prima per gli 11 e poi per tutti gli altri. Quindi, oggettivamente, da questo versetto non mi sembra possibile estrapolare la conferma della predicazione di casa in casa, né del fatto che anche i discepoli futuri possano considerarsi apostoli. Si possono sempre costruire interpretazioni per avvalorare una tesi o una dottrina, ma il testo è chiaro se lo si legge in modo oggettivo. :-)
Jerome
Messaggi: 13
Iscritto il: martedì 23 febbraio 2016, 23:33

Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da Jerome »

Non ho potuto fare a meno di sorridere quando hai detto che la Bibbia insegna anche a non essere sarcastici :-) comunque si anche io penso che alcune volte (anzi molto spesso) queste persone siano molto confuse riguardo le Scritture. Perché no, tentar non nuoce.
Rispondi