Interpretazione delle Scritture Ebraiche

animasalvata
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da animasalvata »

Gianni ha scritto: venerdì 12 aprile 2024, 11:56 In attesa che Noiman risponda, chiedo anche io la sua opinione sulla correttezza o meno di una mia deduzione, che ho fatto per così dire all’incontrario. Nell’apocalittica giudaica troviamo per le catastrofi degli schemi fissi che coinvolgono i fenomeni celesti, come il sole oscurato e simili. Ora, sapendo che si tratta di schemi descrittivi fissi da non prendere alla lettera, è giusto asserire anche il contrario, ovvero che i fenomeni celesti naturali, come ad esempio le eclissi, non hanno valore profetico?
Gianni in attesa di Noiman citiamo Genesi 1,14
Poi DIO disse: «Vi siano dei luminari nel firmamento dei cieli per separare il giorno dalla notte; e siano per segni e per stagioni e per giorni e per anni;

"Per segni" in ebraico לְאֹתֹת֙
https://biblehub.com/hebrew/226.htm
Da questo versetto sembra che Yhwh ha fatto I luminari non solo per regolare stagioni, giorni e anni ma anche per i segni.

Rashi e Ibn Ezra fanno riferimento anche alle eclissi.

Troviamo poi scritto questo: Geremia 10,2
Così dice il Signore: Non imparate la via dei pagani e non siate sgomenti davanti ai segni del cielo; perché i pagani ne sono sgomenti.

L'idea che Yhwh possa usare gli astri per veicolare un messaggio celeste e' un idea basata sulla Torah oppure che viene dal paganesimo?
Universal
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Universal »

Secondo il profeta Geremia che hai citato i segni del cielo fanno parte della cultura pagana delle nazioni. Nei versi successivi Geremia paragona i segni del cielo agli idoli dicendo che non bisogna temere nei i segni del cielo, ne gli idoli perché "non possono fare ne bene ne male". L'Unico che bisogna temere è Dio che è Vivo.
Il profeta Geremia mette a confronto i costumi dei popoli con i costumi del popolo della Torah. La Torah non sembra parli di segni dal cielo per comunicare qualcosa. Questa cosa sembra una esclusiva caratteristica pagana.
E allora che dire delle stesse parole pronunciate da Gesu in Matteo 24.30? "Allora il segno del Figliuolo dell'uomo comparirà nel cielo". Sembrano in netta contraddizione con quanto impariamo dal profeta Geremia.
Margo27@live.it
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Margo27@live.it »

I segni dei cieli a cui fa riferimento Geremia 10:2, sono i corpi celesti. I pagani adoravano il sole, la luna, le stelle. Nei versetti 3,5 è evidenziato il fatto che questi presunti dei non sono in grado di punire o benedire.
In Matteo 24:30 "il segno del Figlio dell'uomo..." qui è evidenziato che il "segno" è il figlio dell'uomo stesso (Yeshua) cfr. Daniele 7:13, Apocalisse 19:11. Yeshua che è asceso al cielo (Atti 1:9-11) e si è posto a sedere alla destra di Dio (Eb 8:11; 10:12; 1Pt 3:22) tornerà Atti 1:11. A me non sembra vi sia contraddizione, mi sembra che tra i testi citati non vi sia un nesso. Forse non ho compreso quello che volevi dire Universal.
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Gianni
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Molto bene, Margo27. :-)
Universal
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Universal »

Margo27@live.it ha scritto: sabato 13 aprile 2024, 9:18 A me non sembra vi sia contraddizione, mi sembra che tra i testi citati non vi sia un nesso. Forse non ho compreso quello che volevi dire Universal.
Mi riferivo alla comparsa nel cielo di questo segno: "Allora il segno del Figliuolo dell'uomo comparirà nel cielo".
Speculator3
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Speculator3 »

Il segno del figlio dell''uomo è: "dove sarà il cadavere la' si raduneranno gli avvoltoi (o aquile)". Per le aquile di Dio ci sarà cibo (spirituale) abbondante.
Tutto il capitolo 24 di Matteo è basato su questo segno che si comprenderà.
Universal
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Universal »

Nel parallelo di Luca 21,25 pare che siano segni astronomici e non acquile nel cielo: "Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle".
Margo27@live.it
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Margo27@live.it »

In Matteo 24:30 "il segno del Figlio dell'uomo..." qui è evidenziato che il "segno" è il figlio dell'uomo stesso (Yeshua) cfr. Daniele 7:13, Apocalisse 19:11. Yeshua che è asceso al cielo (Atti 1:9-11) e si è posto a sedere alla destra di Dio (Eb 8:11; 10:12; 1Pt 3:22) tornerà Atti 1:11. Come avverrà il ritorno del Cristo? Il versetto 27 usa l'analogia del lampo per farci comprendere che il ritorno di Cristo sarà chiaramente visibile a tutti. Sappiamo dalla Scrittura che con il ritorno del Cristo seguirà anche un giudizio, l'immagine dell'aquila e del cadavere sottolinea il giudizio che accompagnerà il ritorno del Cristo Ap. 19:21. Nel libro dell'Apocalisse troviamo l'aquila che annuncia la sciagura (vedi Apocalisse 8:13).
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Noiman buongiorno vorrei chiederti il punto di vista ebraico sugli eventi nel cielo come le eclissi. Eclissi di sole ed eclissi di luna coincidenti con le festivita ebraiche possono essere dei segni che Elohim rivolge al genere umano per comunicare qualcosa? Questa cosa e' fondata nella Torah oppure e' un idea pagana?
Gianni in attesa di Noiman citiamo Genesi 1,14
Poi DIO disse: «Vi siano dei luminari nel firmamento dei cieli per separare il giorno dalla notte; e siano per segni e per stagioni e per giorni e per anni;
"Per segni" in ebraico לְאֹתֹת֙
https://biblehub.com/hebrew/226.htm
Da questo versetto sembra che Yhwh ha fatto I luminari non solo per regolare stagioni, giorni e anni ma anche per i segni.

Rashi e Ibn Ezra fanno riferimento anche alle eclissi.

Troviamo poi scritto questo: Geremia 10,2
Così dice il Signore: Non imparate la via dei pagani e non siate sgomenti davanti ai segni del cielo; perché i pagani ne sono sgomenti.

Grazie.


Rispondo per quello che so e per quanto riguarda la parte connessa al “segno” secondo la tradizione ebraica.

Non è proprio così caro anima salvata, secondo me non bisogna fare confusione tra i segni dei profeti e la generalizzazione del “segno” nel suo significato generale, un esempio Yeshaya’ riguardo re Achaz “E continuò il Signore a parlare a Achaz, chiedi per te un segno dal Signore tuo”(Yeshayà’ . 7/11) e gli aspetti astrologici e di conseguenza le derive idolatriche, Siracide scriveva: ”La luna con il suo ciclo stabilisce le stagioni e il punto di riferimento per calcolare il tempo. Per fissare le date delle ricorrenze si ricorre alla luna che cresce e poi cala, essa è un segnale …”(Il libro della sapienza)

אות “ot” è il segno, innanzitutto inteso come singola lettera ma anche come “prodigio”, il suo plurale “ottòt” e polisemica , nella forma “otiyyòt” indica i segni alfabetici, otiyyòt assume anche il significato “ciò che viene” vedi anche Yeshayà’ 41/23.
את e אות, “ot” sono la prima e l’ultima lettera del’alfabeto ebraico, la waw fa da congiungimento, nella scrittura completa sostituisce il suono “o” con un kolem magnum sopra la waw, ma nel suo significato ermeneutico la waw rappresenta anche la conversione temporale del segno in possibilità dinamiche, un esempio la waw inversiva, in questo caso ponendosi tra alef e tav pone un legame nel suo divenire, qualche cosa identico alla particella את “et””
Noiman


noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Bene chiarito il significato del “segno” in senso biblico , spero che sia piaciuto a qualcuno, :-O mi viene in mente quella barzelletta di una madre che regala al figlio per il compleanno due cravatte e quando lo va a trovare, notando che ne indossa una, esclama: “ Joshuà “ Vedo che l’altra non ti è piaciuta!”

Poi rispondo alla richiesta di una precisazione riguardo la formazione della luce e aggiungo solo una parziale risposta alla richiesta di approfondire l’espressione “Egli forma la luce e crea l’oscurità”(Yeshayà’ 45/7), riporto anche una breve parte di quello che avevo scritto:
Bisogna osservare che per la luce è utilizzato il verbo “formare” (sinonimo di estrarre, fare uscire) secondo l’agiografo dunque la luce ha una sua sostanza, per questo il testo usa la parola formazione, indicando che essa esisteva già, al contrario dell’oscurità che non ha sostanza e va creata, ecco perché per l’oscurità viene usato il termine “creazione”, simile a “Egli forma le montagne e crea il vento”(Amos 4/12) , qualche cosa non può essere portato all’esistenza a meno di non essere già stato fatto, cioè un “qualcosa di qualcosa”, ecco perché non leggiamo “creò la luce”, ma “sia luce”, non si legga “fu così”, l’oscurità che non ha sostanza dovette essere creata, questo lo deduciamo leggendo וחשך על-פני , letteralmente “L’ oscurità sul profondo”, questa oscurità è in connessione con Tohu ve-Bohu , quindi il tutto si riallaccia a Bereshit 1 “In Principio creò Elohim i cieli e la terra”.

Riguardo alla luce una ipotesi cabalistica è che essa provenisse dal Mondo a venire che precedeva la creazione dell’universo, questa Luce dovette essere modulata e trattenuta affinché il creatore non annichilisse la sua opera, il Principio conteneva questa luce , se ammettiamo questa ipotesi allora Reshit è la Sapienza che viene dal futuro , non da confondere con Dio.
Noiman

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