Interpretazione delle Scritture Ebraiche

AEnim

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AEnim »

Gianni ha scritto: domenica 14 maggio 2023, 10:51 Ma che relazione ha, AEnim, tutto ciò con la presunta Toràh orale?

Ripeto la domanda:
Ammesso e non concesso che Mosè sul Sinày abbia ricevuto da Dio una Toràh orale (cosa di cui nella Bibbia non c'è traccia), che ne avrebbe poi fatto? A chi, dove e quando l'avrebbe trasmessa?
In verità non era la relazione alla Torah orale che mi interessava, ma la relazione di ciò con la Torah scritta.
Tu credi, per avere uno scritto, di avere un testo "certo" in ogni suo aspetto, perchè è testo scritto. E invece, semplicemente, per molti motivi, non è così, ed è tutto fuorchè più affidabile di una oralità.
Ciò che hai sono i vasi, esternamente sempre gli stessi, il cui contenuto in molti casi è già mutato più volte. Perciò è illusione di certezza.

Maria Grazia, non ho voglia di salire sulla scala e tirar giù i miei libri di linguistica, o i miei appunti, ma credimi, ciò che scrivi per me abita totalmente nel mondo delle illusioni :)

Detto ciò passiamo a seguire la sollecitazione di Noiman.
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Gianni ha scritto: domenica 14 maggio 2023, 11:31 Bene, Noiman. Attendo. Fate con comodo. Ora mi preparo per uscire e andare al mio ristorante cinese preferito per gustare le uova dei cent’anni con tofu fresco ed erba cipollina; poi magari un’anatra alla pechinese con l’immancabile paifàn, il riso bianco. Nel pomeriggio mi darò di nuovo ad ago e filo. Vi rileggerò stasera. Tsohoràim tovìm, buon pomeriggio. :-)
Le uova dei cent'anni vero gusto unico , fatte in casa assaggiate prima in maniera integrale senza condimento ,molto saporite e poi con i condimenti . Anatra pechinese ? Uhm un'altro piatto da ricercare . Buon pranzo a tutti .
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Cara AEim,
Io amo la sostanza ,non mi perdo in discussioni infinite , amo il concreto e sto con i piedi per terra , ho fatto un ragionamento mi pare logico ma sappi che ti leggo volentieri , come tutti ma cerca anche tu di attingere e di estrarre del buono in ciò che leggi e rifletti .
AEnim

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AEnim »

Maria Grazia Lazzara ha scritto: domenica 14 maggio 2023, 12:05 Cara AEim,
Io amo la sostanza ,non mi perdo in discussioni infinite , amo il concreto e sto con i piedi per terra , ho fatto un ragionamento mi pare logico ma sappi che ti leggo volentieri , come tutti ma cerca anche tu di attingere e di estrarre del buono in ciò che leggi e rifletti .
Per me ciò che hai esposto è semplicistico. Per voler capire mi sono voluta spaccare le meningi su tomi tecnicissimi. La comunità dei parlanti è indispensabile.

Però grazie a quei tomi sono in grado di capire p.e. Lea quando mi dice:
Il ghedi letteralmente è il cucciolo che si nutre di latte. Un mammifero kasher.
Però tu continuerai a sentirti dire: "capretto e non-carne".

Dopo aver passato in rassegna tutti questi fenomeni linguistici, senza fare sforzi di 'fiducia', io dico che è corretta la lettura dei parlanti.

Quindi tu hai lo scritto, e se continui a leggere "capretto" non ti serve a niente lo scritto.
roberto
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da roberto »

Ciao Aenim, è possibile che nel corso dei secoli, ci siano state delle contaminazioni linguistiche, che hanno contaminato questa lettura dei parlanti?
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Cara AEnim ,
Il capretto è un cucciolo fatto di ??
E allora aggiungo le verità sono semplici , complicarle perché ripeto è la sostanza che conta vero bisogna essere precisi ma attenzione che questo pregio non diventi un difetto , colgo la sostanza ovvero l'insegnamento nelle sacre scrittura .

Mia madre mi diceva : gli antichi dicevano e tramandava così una saggezza , una conoscenza più esperienza ma che non va mai contro un comandamento primario.
Il pericolo nella trasmissione orale è eccedere nell'applicarlo discostandosi dal suo significato originale ,come in effetti è avvenuto , non è così? Così nasce un nuovo insegnamento che si discosta da quello originale
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Per aiutarvi a chiudere almeno per il momento il precetto di non cucinare carne e latte insieme, aggiungo quello che so in argomento, non conosco Lea ma credo che abbia affermato un cosa giusta.

Il divieto di cucinare il capretto nel latte della madre è contrario alla vita, il latte per i mammiferi è il primo alimenta che da la vita, usare questa fonte di vita per cucinare il capretto significa trasformare la vita in morte, questo è collegato in Mishpatim alla mitzvà delle primizie, era uso dei popoli cananei cucinare il primogenito del gregge nel latte della madre, lo stesso divieto è esteso a sacrificare la bestia e suo figlio nella stessa giornata , i chachamim ne hanno derivato che è proibito il godimento issur hannahah e per sottolinearlo hanno deciso che per non dimenticare il precetto devono essere trascorse almeno sei ore dal consumo di uno di carne o di latte, obbligando di fatto in una opera pedagogica che è attenzione e riflessione, il precetto è ampliato con lo scopo di evitare ogni dubbio e deriva, i chachamim erano consapevoli della somiglianza tra una cotoletta di vitello o una di pollo , per evitare la confusione hanno esteso il divieto a quest’ultima, l’autorità per questa decisione è contenuta in Wayqrà 18/30, dove è scritto: ושמרתם את משמרתי, “E custodirete la mia custodia” la raccomandazione diventa ancora più intensa in Wayqrà 18/26-28), dove è scritto: אתם את הקתי ואת משפטי [..] ולא תקיא הארץ אתכם ושמרם “proteggete voi dunque i Miei decreti e le Mie leggi (..) affinché la Terra non vi rigetti”. Intressante per approfondire basta leggere Shabbetay Sabato e anche qualche commento delle parashòt di rav Somekh.

Cameriere, mi dia una porzione di quel pesce in gelatina del carrello". "Signore, ma quello è prosciutto!". Schmitz, infastidito: "Ho forse chiesto come si chiama quel pesce?". (Ferruccio Folkel)
Ora cerchiamo di concentrarci sulla discussione, le prove bibliche dell’esistenza della Torah orale.
Noiman



Janira
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Janira »

Prendo spunto dall'esempio di Aenim per descrivere come vedo io la Torah Orale e la Torah Scritta: lo stesso contenuto in "contenitori" diversi. Diverso nel tipo di linguaggio, ad esempio. Ma il contenuto è lo stesso: come conseguire la rivelazione del Creatore.
Prima i Patriarchi, poi Mosè, poi i re, fino ad arrivare ai Saggi citati nel Talmud, tutti hanno conseguito il meraviglioso scopo della Creazione in qualche misura. Alcuni di loro hanno messo per iscritto tutto ciò.
Perciò secondo me non è l'opera scritta ad essere ispirata, ma l'autore che ha avuto il privilegio di rivelare il Creatore e descrivere questa esperienza.
Il problema è che è necessario possedere le "chiavi" per interpretare il linguaggio usato...
roberto
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da roberto »

noiman ha scritto: domenica 14 maggio 2023, 17:24 in Wayqrà 18/30, dove è scritto: ושמרתם את משמרתי, “E custodirete la mia custodia” la raccomandazione diventa ancora più intensa in Wayqrà 18/26-28), dove è scritto: אתם את הקתי ואת משפטי [..] ולא תקיא הארץ אתכם ושמרם “proteggete voi dunque i Miei decreti e le Mie leggi (..) affinché la Terra non vi rigetti”. Intressante per approfondire basta leggere Shabbetay Sabato e anche qualche commento delle parashòt di rav Somekh.





Noiman, nelle traduzioni che ho à disposizione, laparola .net, si legge a Wayqrà 18/26-28 : Osservate le mie leggi e i miei comandamenti, :-\ e non proteggete i miei decreti e le mie leggi. dove sto sbagliando?
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Gianni
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

AEnim, se un testo scritto tramandato con la massima cura da scriba in scriba non è affidabile per le ragioni che dici, quanto più enormemente inaffidabile è la parola tramandata oralmente?

Lo conosci il gioco in cui un partecipante racconta qualcosa all’orecchio del suo vicino e così via per tutti i partecipanti? Se vi partecipano in molti, il risultato è sbalorditivo: alla fine il primo dice ad alta voce ciò che aveva sussurrato al secondo e l’ultimo dice ad alta voce l’ultima versione ricevuta. E si tratta di due versioni diverse.

A Noiman rispondo domani (stanotte), ricordando a tutti che i romani dicevano: verba volant, scripta manent. Le parole volano, gli scritti rimangono.
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