Re: Apocatastasi
Inviato: lunedì 19 agosto 2019, 17:24
“Il luogo in cui i bambini furono sacrificati al dio Moloch era originariamente nella "valle del figlio di Hinnom", a sud di Gerusalemme (Gs 15:8; 2Re 23:10; Ger 2:23; 7:31-32; 19:6, 13-14). Per questo motivo la valle fu ritenuta maledetta e "Gehenna" divenne presto un equivalente figurativo di "inferno".” (Jewish Encyclopedia).
La Geenna era un luogo vicino a Gerusalemme in cui venivano bruciate le immondizie e perfino i cadaveri, in un fuoco che veniva tenuto costantemente acceso. Da qui origina l'immagine per cui i peccatori finiscono nel fuoco eterno della Geenna, che Giovanni rende con "stagno di fuoco", immagine presente anche nel mondo antico egizio e greco-romano (il Tartaro di Platone). Era un'immagine popolare utilizzata ai tempi di Yeshùa in tutto il mondo conosciuto. Le immagini popolari erano molto utili nelle parabole, per spiegare concetti complessi in modo semplice, e vengono utilizzate anche dal linguaggio apocalittico (la luna diventa sangue, le stelle cadono dal cielo, terremoti si scatenano etc.).
Il concetto di un luogo di tormento o redenzione (purgatorio) dopo la morte non è presente nella Bibbia, ma nella tradizione, che tuttavia è scritta spesso "in codice", non in modo essoterico, affinché non potesse essere compresa chiaramente da chi non possedesse le giuste chiavi di lettura e quindi bisogna saper capire cosa dice, esattamente come la Bibbia.
Yeshùa, come i maestri del suo tempo, utilizzava le immagini apocalittiche tradizionali per comunicare un messaggio, che i suoi ascoltatori capivano benissimo: i salvati vanno in Gan Eden, i condannati nel fuoco eterno della Geenna. Queste immagini, comprese chiaramente dai giudei, furono estrapolate dal loro pensiero di origine e fraintese dai cristiani, che crearono il Purgatorio e l'Inferno, di cui la Bibbia non parla.
La Geenna era un luogo vicino a Gerusalemme in cui venivano bruciate le immondizie e perfino i cadaveri, in un fuoco che veniva tenuto costantemente acceso. Da qui origina l'immagine per cui i peccatori finiscono nel fuoco eterno della Geenna, che Giovanni rende con "stagno di fuoco", immagine presente anche nel mondo antico egizio e greco-romano (il Tartaro di Platone). Era un'immagine popolare utilizzata ai tempi di Yeshùa in tutto il mondo conosciuto. Le immagini popolari erano molto utili nelle parabole, per spiegare concetti complessi in modo semplice, e vengono utilizzate anche dal linguaggio apocalittico (la luna diventa sangue, le stelle cadono dal cielo, terremoti si scatenano etc.).
Il concetto di un luogo di tormento o redenzione (purgatorio) dopo la morte non è presente nella Bibbia, ma nella tradizione, che tuttavia è scritta spesso "in codice", non in modo essoterico, affinché non potesse essere compresa chiaramente da chi non possedesse le giuste chiavi di lettura e quindi bisogna saper capire cosa dice, esattamente come la Bibbia.
Yeshùa, come i maestri del suo tempo, utilizzava le immagini apocalittiche tradizionali per comunicare un messaggio, che i suoi ascoltatori capivano benissimo: i salvati vanno in Gan Eden, i condannati nel fuoco eterno della Geenna. Queste immagini, comprese chiaramente dai giudei, furono estrapolate dal loro pensiero di origine e fraintese dai cristiani, che crearono il Purgatorio e l'Inferno, di cui la Bibbia non parla.