Daminagor, ero a conoscenza di questi significati che tu proponi. L'utente ebreo Besasea, che vive in Israele e legge il testo ebraico senza puntatura, grande conoscitore della Scrittura e della tradizione, ci aveva già informati sul significato dei due termini di cui stiamo discutendo. Tu hai detto:
Scavando nel testo ebraico, il significato sembra non essere affatto questo. In quanto il termine tradotto con nudi è in realtà in ebraico arumim che significa saggi, astuti.
Il termine vergogna è in realtà itboshashu che significa che "non tardavano".
Qindi il testo tradotto bene sarebbe: Erano entrambi Saggi, l'uomo e sua moglie e non tardavano nei loro affari complicati/difficili.
A parte il fatto che saggio e astuto non sono affatto sinonimi, se applichiamo un semplice principio di ermeneutica, la concordanza, possiamo capire come i due termini vengono usati nella Scrittura (su arom ti avevo già citato diversi versetti).
ויהיו שניהם ערומים
עָרֹם arom (Strong 6174, usato 16 volte nel Tanàch, che Strong traduce con
nudo):
1Sam 19:24; Gb 1:21; Gb 22:6 in senso figurato; Is 20:2-4 etc., oltre al versetto in questione di Gn 2:25 (questi erano quelli che avevo già citato)
עָרוּם arum (Strong 6175, usato 11 volte nel Tanàch, che Strong traduce con
furbo, prudente):
Gn 3:1; Gb 15:5; Pr 12:16,23; 13:16; 14:8 etc.
Poi ci sono anche anche עָרֹם (arom, Strong 6191, usato 4 volte nel Tanàch,
essere attento, prudente, scaltro, agire con sottigliezza) e עֵירֹם (erom, "nudo", Strong 5903, usato 10 volte nel Tanàch, che Strong traduce con
nudo, nudità).
Adesso, quali di questi quattro termini presenta Gn 2:25? E che differenze intercorrono tra di essi? La mia è una domanda seria, per capire. Perché se si tratta di arom (Strong 6174, come indicano i dizionari e le concordanze), il significato è "nudo",
poiché in tutti i versetti dove compare assume questo significato. Infatti, 1Sam 19:24 dice: “Anche lui si spogliò delle sue vesti, anche lui profetizzò in presenza di Samuele e rimase steso a terra
nudo tutto quel giorno e tutta quella notte”. Non può certo essere "rimase steso a terra saggio/scaltro". Stessa cosa in tutti gli altri versetti da me citati. Mi sembra davvero strano che in Gn 2:25 si tratti di arum (6175) o arom (6191), poiché i dizionari lo indicano come Strong 6174 e il contesto non può ospitare il significato di "scaltro". Inoltre, dovremmo ammettere che Luzzatto, Rosenberg e Targum Onkelos non sanno leggere l'ebraico, e io non mi prendo questa responsabilità.
Mi sembra che tu prenda per buona e assoluta un'interpretazione che non è suffragata da molti traduttori e dallo Strong, i quali non sono certo sprovveduti. Biblehub, pur non essendo sempre totalmente affidabile, non è un traduttore, ma si basa su Strong, NAS e Brown-Driver-Briggs, i quali sono concordi.
Ora passiamo al significato nel contesto. La tua traduzione è: “Erano entrambi Saggi, l'uomo e sua moglie e non tardavano nei loro affari complicati/difficili”. E cosa vorrebbe dire? Che capivano subito le cose. Ma cosa c'entra con quello che precede e con quello che segue? Sembra un versetto buttato dentro un contesto a cui non appartiene. Guarda cosa dice invece Rashi, che è una colonna portante del pensiero ebraico fino a prova contraria, riguardo a "e non provavano vergogna":
for they did not know the way of modesty, to distinguish between good and evil (Gen. Rabbah) (Targum Yerushalmi), and even though knowledge was granted him to call [all the creatures] names, he was not imbued with the evil inclination until he ate of the tree, and the evil inclination entered into him, and he knew the difference between good and evil (Gen. Rabbah) (Zohar, vol. 1, 36b; Mid. Tadshei 7).
Vedi? Rashi, tra l'altro, cita Bereshit Rabbah e Yerushalmi, non Biblehub. L'uomo non aveva yetzer hara finché non mangiò il frutto della conoscenza,
quindi non poteva essere scaltro, termine che ha connotazione negativa e denota piena coscienza del bene e del male. Poi, subito dopo, il testo ha: “Il serpente era scaltro, più di tutte le bestie selvagge che fatte aveva il Signore Iddio; e disse alla donna:” (Luzzatto). Qui Luzzatto traduce
scaltro, non nudo, anche perché il contesto non può ospitare il senso di "nudo". E Rashi commenta:
Commensurate with its cunning and its greatness, was its downfall- [it was] cunning, more than all, [and it was] cursed, more than all. — [from Gen. Rabbah 19:1]
La scaltrezza, ossia la malizia, causa la maggiore condanna. Il serpente era scaltro, non l'uomo. Mi spiace, ma con la logica e il ragionamento non si può scendere a compromessi. La traduzione che proponi tu, che hai probabilmente conosciuto su consulenza, non ha senso alcuno nel contesto che precede e che segue. Invece, la traduzione "erano nudi e non provavano vergogna" significa che prima non erano in grado di comprendere la differenza tra bene e male, che avrebbero poi compreso successivamente alla disobbedienza, accorgendosi di essere nudi (Gn 3:7); tant'è che si nascondono perché erano nudi (3:10) e Dio domanda: “Chi ti spiegò che sei ignudo? [non scaltro] Hai forse mangiato di quell’albero, di cui ti comandai di non mangiare?” (Luzzatto, Gn 3:11); dopo aver conosciuto il bene e il male, ed aver perso la visione oggettiva, si accorgono di essere nudi, non scaltri, e acquisiscono visione soggettiva. E alla fine Dio li copre (Gn 3:21), appunto perché erano nudi, non scaltri.
Io accetto molte spiegazioni del pensiero ebraico classico e tradizionale, ma limitatamente a ciò che il buon senso e il ragionamento logico sul testo mi suggeriscono. Se riesci a spiegarmi il senso della traduzione che proponi all'interno del contesto e mi convinci, io potrei benissimo sposarla; altrimenti, resto con quegli esegeti ebrei che mi offrono una interpretazione contestualizzata, sensata e convincente.