I Vangeli e Yeshùa alla luce del Tanàch.
Inviato: lunedì 14 novembre 2016, 0:04
Prima di iniziare la discussione e la disamina delle Scritture Greche alla luce del Tanàch e del pensiero ebraico, vorrei fare delle considerazioni su Yeshùa.
Yeshùa fu condannato per eresia e bestemmia (Gv 10:33), e avremo modo di verificare nel corso della discussione se le accuse mosse contro di lui siano fondate o meno. Egli fu un figlio di Israele, e su questo non c'è molto da discutere. Quello che mi chiedo è: come avrebbe mai potuto un ebreo presentarsi ai suoi fratelli e ai dottori della legge come Messia facendosi promotore di dottrine eretiche e bestemmie e pensare di essere ascoltato e creduto? Come avrebbe mai potuto una persona sana di mente bestemmiare e insegnare eresie conoscendo bene quali sarebbero state le conseguenze di tali azioni? La Scrittura è chiara su come doveva essere trattato un bestemmiatore, e Yeshùa lo sapeva bene: “Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte; tutta la comunità lo dovrà lapidare. Sia straniero o nativo del paese, se bestemmia il nome del Signore, sarà messo a morte.” (Lv 24:16 NR; cfr. anche Nm 15:30,31; Dt 13:5; 18:20; Eb 10:28). È necessario comprendere, dunque, perché l'insegnamento di Yeshùa fu rifiutato dagli ebrei da un lato e storpiato dai "cristiani" dall'altro. In uno studio serio, il suo insegnamento non dovrebbe essere rifiutato a prescindere, né storpiato per fini religiosi, ma dovrebbe essere esaminato profondamente per quello che è, alla luce della Scrittura.
Yeshùa non fondò una religione, e non scrisse alcun "libro sacro" alternativo alle Scritture Ebraiche. Si proclamò figlio di Dio e re dei Giudei e affermò di essere venuto per "rendere perfetta la Torah", ossia per insegnare a metterla in pratica in modo perfetto, cioè in modo conforme alla volontà di Colui che è perfetto. Ciò implicava qualcosa in più rispetto all'osservanza legalistica: non si trattava più di fare o non fare, ma di fare con la purezza delle intenzioni. Questo è il senso del suo "rendere perfetta" la Torah, non che la Torah fosse imperfetta e dovesse essere "migliorata". E in questo senso devono essere esaminati gli insegnamenti di Yeshùa. Agli scribi e ai farisei disse: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre. [...] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.” (Mt 23:23,27,28, NR).
Ciò richiama Is 1:11-20:
“11 Che m'importa dei vostri numerosi sacrifici?» dice il Signore; «io sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri, io non lo gradisco. 12 Quando venite a presentarvi davanti a me, chi vi ha chiesto di contaminare i miei cortili? 13 Smettete di portare offerte inutili; l'incenso io lo detesto; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, io non posso sopportare l'iniquità unita all'assemblea solenne. 14 L'anima mia odia i vostri noviluni e le vostre feste stabilite; mi sono un peso che sono stanco di portare. 15 Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue. 16 Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; 17 imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l'oppresso, fate giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova! 18 «Poi venite, e discutiamo», dice il Signore: «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana. 19 Se siete disposti a ubbidire, mangerete i frutti migliori del paese; 20 ma se rifiutate e siete ribelli, sarete divorati dalla spada»” (NR).
Detto questo, mi auguro che tutti noi possiamo intavolare una discussione seria, rispettosa e obbiettiva, a prescindere dalle posizioni e dalla fede di ognuno.
Yeshùa fu condannato per eresia e bestemmia (Gv 10:33), e avremo modo di verificare nel corso della discussione se le accuse mosse contro di lui siano fondate o meno. Egli fu un figlio di Israele, e su questo non c'è molto da discutere. Quello che mi chiedo è: come avrebbe mai potuto un ebreo presentarsi ai suoi fratelli e ai dottori della legge come Messia facendosi promotore di dottrine eretiche e bestemmie e pensare di essere ascoltato e creduto? Come avrebbe mai potuto una persona sana di mente bestemmiare e insegnare eresie conoscendo bene quali sarebbero state le conseguenze di tali azioni? La Scrittura è chiara su come doveva essere trattato un bestemmiatore, e Yeshùa lo sapeva bene: “Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte; tutta la comunità lo dovrà lapidare. Sia straniero o nativo del paese, se bestemmia il nome del Signore, sarà messo a morte.” (Lv 24:16 NR; cfr. anche Nm 15:30,31; Dt 13:5; 18:20; Eb 10:28). È necessario comprendere, dunque, perché l'insegnamento di Yeshùa fu rifiutato dagli ebrei da un lato e storpiato dai "cristiani" dall'altro. In uno studio serio, il suo insegnamento non dovrebbe essere rifiutato a prescindere, né storpiato per fini religiosi, ma dovrebbe essere esaminato profondamente per quello che è, alla luce della Scrittura.
Yeshùa non fondò una religione, e non scrisse alcun "libro sacro" alternativo alle Scritture Ebraiche. Si proclamò figlio di Dio e re dei Giudei e affermò di essere venuto per "rendere perfetta la Torah", ossia per insegnare a metterla in pratica in modo perfetto, cioè in modo conforme alla volontà di Colui che è perfetto. Ciò implicava qualcosa in più rispetto all'osservanza legalistica: non si trattava più di fare o non fare, ma di fare con la purezza delle intenzioni. Questo è il senso del suo "rendere perfetta" la Torah, non che la Torah fosse imperfetta e dovesse essere "migliorata". E in questo senso devono essere esaminati gli insegnamenti di Yeshùa. Agli scribi e ai farisei disse: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre. [...] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.” (Mt 23:23,27,28, NR).
Ciò richiama Is 1:11-20:
“11 Che m'importa dei vostri numerosi sacrifici?» dice il Signore; «io sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri, io non lo gradisco. 12 Quando venite a presentarvi davanti a me, chi vi ha chiesto di contaminare i miei cortili? 13 Smettete di portare offerte inutili; l'incenso io lo detesto; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, io non posso sopportare l'iniquità unita all'assemblea solenne. 14 L'anima mia odia i vostri noviluni e le vostre feste stabilite; mi sono un peso che sono stanco di portare. 15 Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue. 16 Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; 17 imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l'oppresso, fate giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova! 18 «Poi venite, e discutiamo», dice il Signore: «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana. 19 Se siete disposti a ubbidire, mangerete i frutti migliori del paese; 20 ma se rifiutate e siete ribelli, sarete divorati dalla spada»” (NR).
Detto questo, mi auguro che tutti noi possiamo intavolare una discussione seria, rispettosa e obbiettiva, a prescindere dalle posizioni e dalla fede di ognuno.