Re: Yeshùa ed il divorzio
Inviato: venerdì 21 settembre 2018, 12:01
Capisco. Però il testo dice “Se prende un'altra [moglie] per sé [oltre alla schiava, che ha sposato], non diminuirà il suo sostentamento [della prima moglie], i suoi vestiti o le sue relazioni coniugali.”. עֹנַת fa riferimento al dovere coniugale, ossia all'intimità sessuale. È solo per dimostrare che la moglie, schiava o libera, godeva di specifici diritti e il marito non poteva fare quello che gli pareva. Per questo, quando una moglie dimostrava che i propri diritti non erano garantiti, poteva chiedere il divorzio. “Se uno promette [di astenersi da] sua moglie nei rapporti sessuali, Beit Shammai dice: [Dopo] due settimane [di astinenza, sua moglie potrebbe denunciarlo per il divorzio]. E Beit Hillel dice: [Dopo solo] una settimana.” (Eduyot, IV). Ecco perché Yeshùa ammette la possibilità che la donna “mandi via” il marito; non lo poteva ripudiare, perché la Torah non lo prevede, ma poteva obbligarlo a ripudiarla e dunque essere libera di risposarsi. Flavio testimonia pure di due casi di ripudio scritto da parte della donna, che però furono considerate violazioni e non costituirono un precedente. Tuttavia, è un fatto che la donna poteva chiedere il divorzio; tale diritto origina dalla Torah, che i maestri sapevano leggere e capire. Tante cose non scritte sono implicite, ma questo lo capisce bene chi conosce la lingua. E Yeshùa conferma tale diritto.
Davvero non comprendo da dove origini la nozione secondo cui la moglie, ottenuto il libretto di ripudio, sarebbe rimasta legata al primo marito. Pur non potendo risposarsi, come insegna Yeshùa, ella era libera dal primo marito. Non credo esista sulla Torah un singolo versetto che avvalli questa tesi. Inoltre, secondo Yeshùa, anche l'uomo non avrebbe potuto risposarsi in caso di divorzio senza giusta causa, non solo la donna. Non è logico che, in seguito a divorzio per giusta causa, entrambe le parti avrebbero potuto risposarsi? Perché la donna no? Da dove origina questa convinzione?
Infatti, Yeshùa afferma che in seguito a divorzio senza giusta causa il nuovo matrimonio non è possibile pena l'adulterio; ma in seguito a divorzio per fornicazione, la colpa di adulterio non sussiste in caso di nuovo matrimonio. Questo vale per entrambe le parti, perché per la donna no? Vorrei capire su quale versetto della Torah Yeshùa potrebbe sostenere questo insegnamento. In realtà, come ho detto prima, dal testo greco non è possibile stabilire che la ripudiata non poteva risposarsi. Se tale idea trovasse sostegno nella Torah, allora è valida e sono certamente pronto a rivedere la mia posizione. Altrimenti, io capisco che Yeshùa afferma che in presenza di fornicazione, chiunque manda via sua moglie e ne sposa un'altra non commette adulterio; e chi sposa una ripudiata (per fornicazione), non commette adulterio (perché il vincolo è sciolto, dunque entrambe le parti sono libere)”.
Davvero non comprendo da dove origini la nozione secondo cui la moglie, ottenuto il libretto di ripudio, sarebbe rimasta legata al primo marito. Pur non potendo risposarsi, come insegna Yeshùa, ella era libera dal primo marito. Non credo esista sulla Torah un singolo versetto che avvalli questa tesi. Inoltre, secondo Yeshùa, anche l'uomo non avrebbe potuto risposarsi in caso di divorzio senza giusta causa, non solo la donna. Non è logico che, in seguito a divorzio per giusta causa, entrambe le parti avrebbero potuto risposarsi? Perché la donna no? Da dove origina questa convinzione?
Infatti, Yeshùa afferma che in seguito a divorzio senza giusta causa il nuovo matrimonio non è possibile pena l'adulterio; ma in seguito a divorzio per fornicazione, la colpa di adulterio non sussiste in caso di nuovo matrimonio. Questo vale per entrambe le parti, perché per la donna no? Vorrei capire su quale versetto della Torah Yeshùa potrebbe sostenere questo insegnamento. In realtà, come ho detto prima, dal testo greco non è possibile stabilire che la ripudiata non poteva risposarsi. Se tale idea trovasse sostegno nella Torah, allora è valida e sono certamente pronto a rivedere la mia posizione. Altrimenti, io capisco che Yeshùa afferma che in presenza di fornicazione, chiunque manda via sua moglie e ne sposa un'altra non commette adulterio; e chi sposa una ripudiata (per fornicazione), non commette adulterio (perché il vincolo è sciolto, dunque entrambe le parti sono libere)”.