chelaveritàtrionfi ha scritto: ↑lunedì 16 gennaio 2023, 21:53
animasalvata ha scritto: ↑lunedì 16 gennaio 2023, 19:12
E qui abbiamo:
Ebrei 1,10-12
10 E ancora:
Tu, Signore, da
principio hai fondato la terra
e opera delle tue mani sono i cieli.
11 Essi
periranno, ma
tu rimani;
invecchieranno tutti come un vestito.
12 Come un mantello li avvolgerai,
come un abito e saranno cambiati;
ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine.
Solo Dio è sempre lo stesso e per questo egli è fuori dal nostro modo di vedere il tempo. Presso Dio non c'è il prima e il dopo. Dio sta creando l'universo tutt'ora in questo momento dove Yeshua è già risorto e asceso. Dio crea
ora in questo momento con la sua parola che risiede
ora in questo momento nel figlio dell'uomo risorto e asceso al cielo alla "destra" di Dio.
Questi versetti sono stati trattati in riflessioni bibliche e qui il soggetto è Yeshùa. L autore fa riferimento alla LXX.
Ovvio che fa riferimento alla traduzione dei 70. La lingua della "lettera" agli ebrei doveva essere in greco.
Nel Tanakh il salmista si rivolge a Dio (versetto 24). Nella versione dei 70 il salmista si rivolge sempre a Dio chiamandolo Κύριε. Il destinatario delle parole è Dio Yhwh.
Nella lettera agli ebrei queste parole sono rivolte al figlio glorificato.
Ci dobbiamo chiedere: Dio è unico e come si può attribuire ad una creatura un salmo che nel Tanakh e nella versione dei 70 è attribuito a Dio Yhwh? Se Dio è unico quelle parole non possono essere attribuite a qualcuno che non è lui e che è inferiore a lui. Se invece l'autore della lettera agli ebrei attribuisce quel salmo a Yeshua
glorificato è perché lo ritiene proprio quel Dio Yhwh a cui si rivolgono il salmista del Tanakh (Eli) e quello dei 70 (Κύριε). Se per l'autore della lettera agli ebrei Yeshua
glorificato non fosse stato Yhwh non gli poteva applicare il salmo 102,25-27 perché sarebbe stata una violazione di Deuteronomio 6,4. Attribuire un salmo esclusivo del Dio unico a qualcuno che non è lui stesso ed inferiore a lui stesso sarebbe stata idolatria. Ma l'autore della lettera agli ebrei ha bene in mente chi è il figlio
glorificato che con la
glorificazione è divenuto
superiore agli angeli. Se l'autore dell'epistola fa questo passo importante vuol dire che ha bene in mente chi è il figlio glorificato.
Questo è un caso di svelamento progressivo della parola di Dio. Il salmista del tanakh sapeva che quelle parole erano rivolte a Dio ed è vero ma non aveva ancora la comprensione che quel Dio era il messia glorificato. Stessa cosa per il salmista della versione dei 70. L'autore della lettera agli ebrei rende chiaro che quel Dio a cui si rivolgevano i salmisti del Tanakh e della LXX era proprio il messia
glorificato
E se andiamo più a fondo nel testo del Tanakh e della LXX in realtà i salmisti erano solo dei tramiti. Chi
parlava in realtà era Dio Yhwh per mezzo del ruach per mezzo dei salmisti. Nel Tanakh pertanto è Dio che dice rivolgendosi a se stesso:
25 nel passato
tu hai creato la terra
e i cieli sono opera delle tue mani;
26 essi periranno, ma tu rimani;
tutti quanti si consumeranno come un vestito;
tu li cambierai come una veste e saranno cambiati.
27
Ma tu sei sempre lo stesso
e i tuoi anni non avranno mai fine.
Nella LXX è Dio che dice:
26 κατ᾿ ἀρχὰς σύ,
Κύριε, τὴν γῆν ἐθεμελίωσας, καὶ ἔργα τῶν χειρῶν σού εἰσιν οἱ οὐρανοί· 27 αὐτοὶ ἀπολοῦνται, σὺ δὲ διαμένεις, καὶ πάντες ὡς ἱμάτιον παλαιωθήσονται, καὶ ὡσεὶ περιβόλαιον ἑλίξεις αὐτοὺς καὶ ἀλλαγήσονται· 28
σὺ δὲ ὁ αὐτὸς εἶ, καὶ τὰ ἔτη σου οὐκ ἐκλείψουσιν.
Questo parlare di Dio a se stesso l'autore della lettera agli ebrei lo esplicita chiaramente perché lo dice espressamente che Dio si sta rivolgendo al Κύριε.
Noi sappiamo che Dio è unico e che
nessuno è come lui. Se nessuno è come lui vuol dire che nessun altro è sempre lo stesso.
Nessuna creatura umana o angelica è immutabile cioè sempre la stessa. Quindi se Yeshua glorificato ha l'immutabilita perché è sempre lo stesso è perché per l'autore della lettera agli ebrei è proprio quel Dio unico che nei tempi antichi parlava con i patriarchi e con Mosè.
Nell'epistola si dice che Yeshua in principio ha fondato la terra e i cieli. Ma di quale principio? Quale terra e quale cielo? Certamente non quelli futuri perché quelli futuri non avranno mai fine. Si parla dei cieli e terra iniziali perché questi come dice l'autore della lettera agli ebrei
saranno cambiati. Sono quelli iniziali.
Avendo conseguito l'immutabilita con la Glorificazione egli è al di la della nostra temporalità. La temporalità "inizia" con la Genesi. Lui adesso è "prima" della temporalità. Dio è "prima" della temporalità. Per lui non esiste un prima e un dopo come noi e il principio, ora e la fine sono per lui lo
stesso, unico ed indivisibile momento presente. Quello che leggiamo nella Genesi capitolo 1 Dio lo sta facendo
ora mentre stiamo conversando e proprio ora quando il figlio glorificato è alla "destra" del padre.
In questo momento Dio sta creando con la sua parola che risiede nel figlio glorificato "alla sua destra". Poiché la sua parola risiede nel figlio glorificato il nome/essenza del figlio glorificato è la parola di Dio. E se ora sta creando l'universo con la parola per mezzo del Figlio e così anche al principio perché per Dio questo istante e il principio sono la stessa cosa. Yeshua
glorificato, cioè risorto e asceso, era già presente fin dall'inizio, ancor prima che nascesse nel mondo come bambino.