Caro Besaseà, cerco di spiegare meglio il mio ragionamento. Per farlo inventerò una frase in italiano rispettando i generi maschile e femminile parallelamente al testo ebraico.
Ecco la frase inventata:
I suoi due figli erano come le sue due gambe, una di essi resse di più.
L’italiano non è sintatticamente perfetto, è vero, ma se la frase è messa in un contesto criptico, regge.
Il nostro testo danielico è apocalittico, perché i capitoli 7-12 cambiano genere narrativo: da quello storico si passa a quello profetico-apocalittico.
In Dn 8:22,23 le corna (femminili) vengono identificate come regni (femminili in ebraico), ma anche che re (maschile). Un po’ come le gambe (femminili) e i figli (maschili) del mio astruso esempio.
Nella mia ipotesi, quindi, da essi (מהם) è riferito ai re, che sono la vera identità delle corna.
Interessante la tua spiegazione, ma allora perché non usare direttamente מהדברים invece di sottintenderlo?
La tua traduzione “da queste cose/parole ne viene” mi sembra poi che non si agganci in modo logico alla frase precedente: “Si ruppe il corno grande e salirono khasùt quattro al posto di essa [al posto del corno grande, femminile in ebraico]”. Ora, dire che “da ciò ne viene” che il corno sorto da una piccolezza (מצעִירה) cresce a dismisura, non mi pare logico. Inoltre, nella tua traduzione non dovrebbe esserci שקרן? Con lo ש? Se non lo metti, “da queste cose” non è più riferito alle parole dette ma alle quattro corna, il che ci riporta al problema iniziale ovvero a מהם al maschile.
La parola חזות (khasùt, non khasòt, “visione”; ma anche khasùt può indicare la visione) mi pare che qui indichi qualcosa di ragguardevole o considerevole. Di certo non il patto, come in Is 28:18.
Insomma, caro Besaseà, sono in alto mare. Mi incoraggia comunque il fatto che dici che ci ragionerai più a fondo. Grazie!
