Solo a beneficio di chi ci legge faccio notare:
Rm 11:1: “Dio ha forse ripudiato il suo popolo? No di certo!”.
È del popolo ebraico che si parla.
V. 7: “Che dunque? Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono stati induriti”.
È sempre di Israele che si parla.
V. 11: “Ora io dico: sono forse inciampati perché cadessero? No di certo!”.
È di quei giudei che si sono induriti che si parla.
Vv. 16-18: “Se la primizia è santa, anche la massa è santa; se la radice è santa, anche i rami sono santi. Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu, che sei olivo selvatico, sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell'olivo, non insuperbirti contro i rami; ma, se t'insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te”.
Alcuni rami (i giudei che si sono induriti) sono stati tagliati. Al loro posto sono stati innestati degli ex pagani.
Vv. 19-21: “Allora tu dirai: «Sono stati troncati i rami perché fossi innestato io». Bene: essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, ma temi. Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te”.
I pagani innestati in Israele non devono insuperbirsi.
Vv. 23,24: “Allo stesso modo anche quelli , se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo. Infatti se tu sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo”.
I giudei che “non perseverano nella loro incredulità” “saranno innestati nel loro proprio olivo”.
Ecco la chiave di comprensione, se non ci si era ancora arrivati: “Saranno innestati nel loro proprio olivo”. L’ulivo è il loro.
Vv. 25,26: “Fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; e tutto Israele sarà salvato”.
È sempre di Israele che si continua a parlare.
Il Messia viene nominato solo ai vv. 25 e 26 per dire che “il liberatore verrà da Sion” e “allontanerà da Giacobbe l'empietà”.
Sion rappresenta Gerusalemme, capitale della Giudea e Giacobbe rappresenta Israele.
Poi Paolo spiega che “per quanto concerne l'elezione” i giudei “sono amati a causa dei loro padri; perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili”. - Vv. 28,29.
Israele rimane il popolo di Dio e alla fine “Israele sarà salvato”.
E tu continui imperterrito a dire “la radice dai cui trae origine la linfa è Cristo”!

Mah. Mi fai venire in mente la barzelletta di quei due che si incontrano e il primo dice al secondo: Se indovini che frutta ho nel sacchetto te ne do un grappolo. E l’altro, imperterrito: Hai delle pere.
Come detto, con te su questo argomento ci rinuncio.