Se così fosse non si spiegherebbe il fiorire di molte opere ebraiche proprio in quel periodo, fra cui il Midrash, che non ha vocalizzazione.
Ma la Mishnah, ad esempio, fu redatta in un ebraico tardo, mi pare, già diverso da quello originario, che andò perdendosi per colpa delle dispersioni. È un fatto storico accertato che l'ebraico fu sostituito dall'aramaico, la lingua internazionale del Vicino Oriente (certi midrashim e i targumim non sono forse in aramaico?); i Maccabei tentarono di ripristinare l'ebraico parlato, ma inutilmente, perché la massa non lo capiva più. Con il popolo di Israele disperso tra altri popoli e culture diverse, risulta difficile pensare che la trasmissione orale potesse essere mantenuta inalterata. Mi pare che il lavoro dei masoreti sia perfettamente inquadrabile in questo contesto; dire che la loro missione fu solo quella di occultare credo sia poco obbiettivo.
Il testo ebraico originale (non vocalizzato), come lo vediamo noi israeliani, è abbastanza accessibbile al cittadino medio madrelingua e ormai la maschera masoretica è possibile anche toglierla perché si è raggiunto un buon livello di maturità linguistica.
A distanza di tremila anni da oggi, con tutto ciò che è accaduto in mezzo, sei proprio sicuro che sia possibile leggere la Torah come la leggevano ai tempi di Mosè? Ciò che i saggi compresero nel corso delle epoche e che hanno trasmesso attraverso la tradizione orale è verità assoluta o è semplicemente ciò che Dio voleva che conoscessero in quel preciso momento storico? Se i saggi possedevano la verità, perché non ascoltarono i profeti? La verità risiede nella tradizione o è nascosta nella Parola? Quante domande...
Mi chiedo anche: se la massa non parlava più l'ebraico biblico (e questo è un fatto, mi pare), perché vocalizzare il Tanach in modo volutamente errato? Ciò non avrebbe causato problemi solo ai goy, ma anche a tutti gli ebrei che non sapevano più leggere e parlare la lingua pura. La conoscenza, dunque, sarebbe stata una prerogativa di pochi e sarebbe stata occultata anche alla maggior parte degli appartenenti al popolo di Israele, e non mi pare molto logico, e neppure giusto. In questo caso, i masoreti non avrebbero reso un gran servizio alla parola di Dio e ai loro fratelli. E qui mi ricollego bene alle parole di Noiman: “i massoreti avevano dunque i loro problemi al punto che uno affermava: Eli’ezer Zwifel in Shalom ‘ Al Israel scriveva: 'Guai a me se lo trascrivo, guai a me se non lo trascrivo'”.
non abbiamo riferimenti ad allusioni del mito degli angeli caduti e dei giganti dell'epoca antidiluviana prima di quel periodo. Il Talmud non ne parla.
In Yoma 67b, come avevo già detto, si parla di un "affare di Uza e Aza'el”. Ciò non significa nulla, ma nella nota in calce si legge: “Questo è un riferimento alla leggenda degli angeli caduti, basata parzialmente su Gn 6:4 e anche su folklore straniero”. Una leggenda, certo, ma diffusa in molte culture antiche. E in Niddah 61a si parla degli stessi personaggi, con nomi diversi. Come dici giustamente, il trattato non li descrive né come angeli, né come figli di Dio né come Nefilim; ma la nota in calce descrive Shamhazai come “uno degli angeli caduti riferiti da Gn 6:2,4”). Chi scrive queste note in calce? Dal testo di Niddah che utilizzo mi risulta siano originali. O sbaglio?
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Per finire, Noiman afferma che altri talmudisti e studiosi di sua conoscenza non sostengono la traduzione "aborti". Possibile che si sbaglino tutti? Tutti i traduttori, tutti gli studiosi? Nessuno di loro è in grado di leggere bene l'ebraico biblico, pur essendo eruditi ebrei? Hanno tutti tralasciato la lezione del Midrash Rabbah da te riportata in ebraico? Prima di affermare con certezza che tali studiosi si sbagliano, non sarebbe il caso di capire chi sono, analizzare i loro studi e vedere su quali basi sostengono le loro affermazioni? Sta scritto: “Dio prende in trappola i sapienti con la loro stessa astuzia” (Gb 5:13). Dici che Erez Israel attualmente è il maggior centro di ricerca di studi ebraici, ed è sicuramente vero; ma ciò è garanzia assoluta di verità? Ciò significa che fuori da Erez Israel non è possibile per un ebreo che studia la Bibbia comprendere certe verità? O forse in Erez Israel, oggi, predomina una visione più razionalista che determina il rafforzarsi di una lettura razionalista? Con chi parlò Mosè sul monte? Con una manifestazione di Dio; infatti è scritto: “Un messaggero del Signore (מלאך) gli apparve in una fiamma di fuoco” (Es 3:2). E chi è l'uomo per affermare con certezza cosa sia il
malak?
Anche in musica, oggi, i filologi sostengono di aver ricostruito e ripristinato lo stile antico originale e affermano che la musica medioevele, rinascimentale, barocca e classica può essere suonata come veniva suonata in quei periodi storici. Da alcune decine di anni sono fioriti gruppi di musica antica che propongono l'interpretazione “originale”. Di fatto, non sappiamo come quella musica veniva suonata, e i gruppi musicali moderni infatti la suonano in molti modi diversi, pur seguendo delle regole di base abbastanza comuni (e ripeto "abbastanza"). E stiamo parlando di qualche secolo fa. Davvero è possibile sostenere che oggi si possa pronunciare e comprendere una lingua — che appartiene a tempi remoti e che è scomparsa per lungo tempo — allo stesso modo in cui veniva pronunciata e compresa quando nacque? È sicuramente vero che la massorà presenta una certa interpretazione, che non è necessariamente quella "vera"; ma qual'è quella vera?