SI sono d'accordo anche io in cio' che ha aggiunto Marco ...
Comunque GESU' era presente a tutte le feste giudee ... erano trascorsi due mesi dall'ultimo suo confronto coi giudei ''cioe' dalla festa delle capanne''...certo che '''secondo me'''' ne approfitta anche per parlare col suo popolo ...
comunque e' molto vasto l'argomento .. ho letto pensieri diversi su questo versetto di giovanni cap 10 ...e non vorrei fare qui uno studio mi limito ad accendere la quarta candela ,ormai in ritardo ...
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Cara Stella posso approfittare della tua ospitalità per un'altra volta soltanto?
Hai detto..siii. Ok lo hanno sentito tutti, allora continuo.
Gianni ha scritto:Grazie, Marco. Vero quello che dici sulla vera luce, ma una cosa non esclude l'altra. Di fatto, Yeshùa fu presente a quella festa.
Caro Gianni non possiamo far passere l'idea che Yeshùa festeggiò la Chanukkà, no, non è corretto.
Questa festa non è una ricorrenza della Torah e Yeshùa non poteva sottomettersi a nessun comando umano, anche se solamente commemorativo.
Era presente? Si, ma fuori dal recinto sacro. E questo particolare è scritto in bella mostra, proprio a testimoniare l'estraneità di Cristo alla festa, infatti Giovanni precisa: sotto il portico di Salomone.
Giovanni ci dice che Yeshùa era li a "passeggiare" e non per la festa.
Caro Marco, questa piccola discussione può essere un esempio di analisi di un testo biblico, mostrandoci quando è possibile dedurre qualcosa dalla Scrittura e quando non è lecito dedurre. Può mostrarci – nei casi in cui i dati biblici sono scarni, come qui - la differenza tra probabile e possibile, tra certo e incerto.
Leggiamo in Gv 10:22-24: “In quel tempo ebbe luogo in Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno, e Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. I Giudei dunque gli si fecero attorno e gli dissero: «Fino a quando terrai sospeso l'animo nostro? Se tu sei il Cristo, diccelo apertamente»”.
Questo è tutto ciò che abbiamo. Non c’è un prima e non c’è un dopo: vi è narrato un episodio isolato; i sinottici non ci aiutano perché non riportano il fatto. Leggendo, siamo certi di tre cose: 1. Yeshùa era presente al Tempio durante la festa ebraica di Khanukàh; 2. Alcuni giudei lo avvicinarono per discutere: 3. La discussione non ebbe nulla a che fare con la festa.
L’impressione che se ne ha è che Giovanni stia narrando un episodio per mettere in risaldo una volta di più il tentativo giudaico di liberarsi di quello scomodo galileo, infatti al v. 31 è detto che “i Giudei presero di nuovo delle pietre per lapidarlo”.
Non è Yeshùa a cercare loro, ma sono loro che vanno a provocarlo. E da ciò possiamo già fare una prima deduzione: Yeshùa non era lì per predicare o insegnare nè tantomeno per contestare.
La domanda, dopo questa prima deduzione certa, è: siccome non era lì per predicare o insegnare, che ci faceva? Se quei giudei non fossero andati a cercarlo, avremmo solo la scena muta di Yeshùa che si trova nell’area del Tempio durante la festa di Khanukàh. Anzi, probabilmente non lo sapremmo neppure, perché – altra deduzione – Giovanni cita la festa ebraica solo come circostanza, insieme all’altra circostanza che era inverno.
Ora veniamo alle tue deduzioni. Tu affermi che “non possiamo far passare l'idea che Yeshùa festeggiò la Chanukkà” e sostieni che Yeshùa “non poteva sottomettersi a nessun comando umano”. Sul fatto che egli fosse presente, commenti: “Sì, ma fuori dal recinto sacro”.
Rispondo alle tue tre osservazioni, iniziando dall’ultima.
Sulla tua precisazione che egli era “fuori dal recinto sacro”, faccio presente che il colonnato di Salomone costituiva il recinto dell’area Tempio. Ma non è questo il punto. Anche i giudei erano lì, eppure certamente osservarono la festa. La tua precisazione quindi non prova nulla. Se la usi per sostenere che Yeshùa non celebrò la festa, dovresti similmente dire che neppure quei giudei la celebrarono, il che suona assurdo. Il testo, in più, non dice affatto che quei giudei lasciarono la festa per andare a provocare Yeshùa, ma – lo si noti: “dunque gli si fecero attorno” (v. 24). Rifletti su quel “dunque”: potrebbe suggerirsi che i giudei erano lì esattamente come lo era Yeshùa, e loro certamente erano lì per la festa.
(Permettimi un commento personale che esula per un momento dalla discussione. La tua precisazione che Yeshùa era sì lì, ma solo nel colonnato, mi fa venire in mente due atteggiamenti ipocriti di alcune persone religiose non cattoliche che per seguire i dettami della propria religione fanno così: invitate al matrimonio cattolico di un patente, ci vanno ma stanno sul sagrato; in occasione di un compleanno, non lo festeggiano perché lo ritengono pagano ma il giorno dopo fanno una “festa” che dicono essere solo una festa tra amici. – Fine del commento).
Veniamo alla seconda: “Non poteva sottomettersi a nessun comando umano”. Comando? Quale comando? Tu confondi la tradizione con il comando. E con ciò arriviamo al punto, ovvero che secondo te “non possiamo far passare l'idea che Yeshùa festeggiò la Chanukkà”.
Faccio queste osservazioni:
- L’attività di Yeshùa non si svolse in Giudea ma in Galilea. A Gerusalemme Yeshùa ci andò solo per due motivi: per celebrare le feste ebraiche e, infine, per morirvi.
- Perché mai allora Yeshùa era presente a quella festa? Non predicò, non insegnò e parlò con i giudei solo perché furono loro a interpellarlo.
Spero che questa disamina possa servire a mostrare come si può analizzare un testo biblico e cosa da esso si può spremere. Senza andare mai oltre ciò che è scritto.
E SI ... caro Gianni ,in questa discussione possiamo vedere i punti che dobbiamo analizzare per comprendere meglio un versetto ...''il dove il come il quando e il perche' ''...
anche se io gia' dall'inizio tirando le somme mi son detta GESU' osservava partecipava a tutte le feste giudaiche ... quindi di conseguenza si recava a GERUSALEMME
Comunque io scavando , ho letto molto sul chanukkä..ho trovato anche ''' LA STOÄ era generalmente un porticato delimitato da colonne ,il quale era adibito a discussioni....e si ascoltavano lezioni tenute da filosofi ....e da li partivano poi appunto diverse discussioni .
E anche GESU' su isticazione dei giudei ....improvviso' una discussione con loro proprio nella STOÄ di Salumone ...
Caro Gianni il testo non dice espressamente se Cristo partecipò religiosamente o no alla festa.
Di certo c'è solo la sua presenza. Quindi possiamo analizzarne il motivo. Tu lo hai fatto, leggiamo il mio.
In Gv 5 leggiamo: Vi fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. In questa occasione Yeshùa guarisce un malato SENZA immergerlo nella superstizione. Yeshùa era lì davanti a lui a chiedergli se voleva essere guarito, e lui, il malato lo chiama: Signore (cosa che non faranno i giudei che più avanti lo interrogheranno).
Yeshùa ha operato un miracolo ma quel giorno era di sabato (provocazione di Yeshùa?) e proprio per questo incominciarono a perseguitarlo.
In Gv 10 Yeshùa ripete la provocazione in una festa nata dalla rivolta armata per purificare il tempio egli si presenta a passeggiare davanti a loro. Immagina la scena Gianni: Yeshùa consapevole di essere il vero tempio passeggia davanti a loro per la festa della Dedicazione. Ironico Yeshùa. Mannaggia.... erano così vicini al Cristo giusto, alla vera luce, che gli passeggiava davanti, ma loro non riescono a carpirne il vero significato del Cristo, l'unto di Dio.
Infatti gli pongono la seguente domanda: Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente. Ma loro intendevano un cristo alla maniera di Giuda il Maccabeo. Questa incomprensione si ripeterà tristemente ancora un'altra volta nella scelta tra il Figlio del Padre e Bar-abba, un sedizioso.
Yeshùa era lì, in Giudea, a testimonianza della Parola di Dio: (E così si adempie per loro la profezia di Isaia)
Voi udrete, ma non comprenderete,
guarderete, ma non vedrete.
15 Perché il cuore di questo popolo
si è indurito, son diventati duri di orecchi,
e hanno chiuso gli occhi,
per non vedere con gli occhi,
non sentire con gli orecchi
e non intendere con il cuore e convertirsi,
e io li risani.
Che devo dirti, Marco? Di fatto Yeshùa era a quella festa. Era lì, non per insegnare nè tantomeno per provocare. Risponde ai giudei solo perchè interpellato. Rimane quindi la domanda: che ci faceva lì?