Ciao a tutti,
Faccio seguito ai miei precedenti interventi sul tema della liceità o meno, presso la tradizione ebraica, del culto prestato dai Gentili ad esseri ritenuti “intermediari” tra HaShem e l’uomo, poiché è doveroso che io illustri gli approfondimenti che ho effettuato sulle fonti da me citate.
In particolare, faccio riferimento al pensiero di Nachmanide (Ramban) sulla materia, per il quale ho prioritariamente consultato il libro intitolato “Same God, Other god: Judaism, Hinduism, and the Problem of Idolatry”, scritto in inglese dal rabbino israeliano Alon Goshen-Gottstein, fondatore e direttore dell'Elijah Interfaith Institute, organizzazione interreligiosa internazionale sponsorizzata dall’Unesco.
Per meglio comprendere la posizione di Rav Gottstein, sono andato a leggere la traduzione inglese del Commento alla Torà di Nachmanide presente sul sito
http://www.sefaria.org" onclick="window.open(this.href);return false;, ed ho altresì intrattenuto una cordiale corrispondenza col Rav, della quale riporterò di seguito gli estratti più significativi, traducendo dall’originaria stesura in inglese; preciso che ho avuto la formale autorizzazione dell’autore a citare il contenuto delle nostre email private.
Ora, i passi più significativi per la fattispecie che ci occupa afferenti al Commento alla Torà di Ramban riguardano i seguenti brani del Chumash:
Esodo 20:2-3-4
Levitico 18:25
Deuteronomio 4:15 e 7:6
Ebbene, Nachmanide afferma chiaramente nei predetti testi, ivi citando anche altri punti del Tanakh tra cui Deuteronomio 4:19;Daniele 10:13 e 10:20 , che HaShem ha costituito dei "malachim",intesi quali “intelligenze separate” , come Suoi governatori sulle Nazioni del mondo, ad eccezione di Israel, soggetto al comando diretto ed esclusivo del Creatore,”El qanna” (Esodo 20:5) in quanto stabilisce con Israel un rapporto di assoluta esclusività che di conseguenza esclude la presenza di “malachim ministri” nominati dall’Altissimo.
Appare quindi manifesto, almeno a mio parere, che Nachmanide creda nell’esistenza di questi “intermediari” tra HaShem e le Nazioni, Israel escluso come detto in precedenza; logica deduzione di tale convinzione è che sia lecita, ed anzi corretta, la credenza dei Gentili nell’esistenza di questi “malachim governatori”.
Tuttavia, in nessuna parte del suo Commento alla Torà Ramban afferma esplicitamente che ai Gentili sia consentito, sul piano halachico, prestare culto a questi intermediari; anzi Nachmanide afferma sulla fattispecie quanto segue (esegesi su Esodo 20:3)
“Faccio menzione di ciò che la Scrittura insegna riguardo all'idolatria. C'erano tre tipi di idolatria. Il primo [gruppo di adoratori di idoli] iniziò ad adorare i malachim, che sono le intelligenze separate, perché è noto che alcuni di loro hanno il dominio sui popoli, qualcosa come è scritto, "il principe del regno di Grecia" (Daniele 10:20), "il principe del regno di Persia"(Daniele 10:13). Pensavano che [questi malachim] avessero potere su di loro per fare il bene o il male, e così ogni popolo cominciò ad adorare il principe nominato su di loro, poiché i primi [popoli] sapevano come identificarli. Ora questi sono indicati nella Torà e in tutti gli Scritti come altri elohim, gli elohim dei popoli, poiché i malachim sono chiamati elohim, come si dice: Egli è Dio degli elohim Inchinatevi a Lui, voi tutti elohim; Perché HaShem è più grande di tutti gli elohim. (Questi popoli) adoravano i malachim anche se ammettevano che la forza suprema e il potere infinito appartenevano solo a Dio l'Altissimo. Così hanno detto i rabbini, [con riferimento ai popoli del mondo], che chiamano Dio l'Altissimo "Dio degli elohim". Riguardo a questo tipo di idolatria, la Scrittura ha detto: Colui che sacrifica "la’elohim" (agli dèi) sarà completamente distrutto, e quindi li menzionò con il nome con cui erano conosciuti”.
Nachmanide dice pertanto, in perfetta sintonia sotto questo aspetto con la posizione di Maimonide espressa in Mishnè Torà-Avodat Kochavim 1:1 (anche se Maimonide ,salvo errore, non afferma mai la credenza nell’esistenza di questi “malachim governatori delle Nazioni”), che la prima forma di idolatria della storia fu caratterizzata proprio dal culto rivolto verso i malachim, anche se essi erano ritenuti sottoposti e sottomessi alla totale signoria di HaShem .
A fronte di tale significativo inciso di Nachmanide il pensiero di Rav Gottstein espresso nel libro è a mio avviso claudicante: egli infatti afferma come il fatto che Nachamide qualifichi questa condotta quale avodah zarah non significa che la consideri di per sé illecita per i Gentili, parlando di una mancanza di chiarezza di Ramban sulla problematica, che ritiene invece essere stata dipanata dal suo allievo Rashba in un responsum contenuto in Teshuvot HaRashba , del quale trascrivo la traduzione italiana dalla versione inglese presente nel testo ( ed. H.Z. Dimitrovsky,Mossad HaRav Kook,Jerusalem,1990,vol.1,sez, 37,10,pagine 215-217):
“Ciò che è accaduto a noi, in relazione al resto delle nazioni, può essere paragonato a ciò che è accaduto a un popolo che serve un grande re. Quel re nominò un ministro per la gestione della città e gli comandò di governare lo stato e di giudicare con giustizia tutte le persone che vi si trovano. Ha anche permesso a tutto il popolo di seguire quel ministro, se lo desiderano, per tutte le loro necessità. Poiché li guiderà, seguendo il comando del re, in qualunque cosa richiedano, a condizione che sappiano che è nominato dal re e che lui e loro sono schiavi del re. Infatti, [il re] comandò al ministro di non avere giurisdizione su uno dei membri del suo palazzo, poiché li ha separati a sé e li guiderà e giudicherà tra loro e provvederà a tutte le loro necessità. Allo stesso modo ha comandato e ordinato ai membri del suo palazzo e ai servi che gli stanno davanti di non seguire mai il ministro, ma solo [segui] il re. E chiunque di loro seguirà il ministro, questo sarà considerato per lui come una ribellione e come un trasferimento del governo da lui (cioè il re) a quel ministro. Questo è esattamente quello che è successo a noi in relazione alle altre nazioni, in merito alle leggi della fede e della provvidenza (o: la resa delle nostre azioni). Perché Dio ha diviso le terre in segni zodiacali e ha dato loro il dominio sulla terra, in modo che un dato pianeta governi un dato luogo. Questo è il motivo per cui sono divisi nei loro paesi e località nella fede, questo adora un'immagine mentre un altro ne adora una diversa. E chi adora la particolare stella che guida un determinato luogo non è come qualcuno che si impegna in Avoda Zara, a condizione che sappia e riconosca che il potere della stella e il suo governo sono dovuti solo a Dio, che ne ha fatto un sovrano in quella particolare terra. Come si dice riguardo ai Samaritani, essi temevano Dio e servivano i loro elohim, ma riguardo a noi (HaShem) ci distinse come Sua eredità per Lui. E la nostra terra ha anche messo da parte a Sé, perché il Suo tempio fosse lì. E ci ha comandato di non adorare affatto un segno o una stella, e che non dovremmo indirizzare le nostre azioni verso di loro in alcun modo, ma piuttosto serviremo davanti a Lui ed Egli ci risponderà, ogni volta che Lo chiameremo. E chiunque di noi adori qualcuno oltre a Lui, sarà considerato per Lui un grande crimine, come qualcuno che si ribella contro il Suo regno e come qualcuno che adora Avoda Zara, Dio non voglia. Per questo motivo non troverete in tutte le Scritture accuse di Avoda Zara tranne che in relazione al solo Israel, e (per questo Egli) ha chiamato la nostra terra la terra della vita, ed ha testimoniato che la Sua provvidenza è in essa, e la cerca sempre. E i profeti ne hanno parlato esplicitamente. Così è detto nella Torà, quando siamo avvertiti riguardo a questa questione: "E quando guardi il cielo e vedi il sole, la luna e le stelle, l'intera schiera celeste, non devi essere attirato a prostrarti davanti a loro o a servire questi. Il Signore tuo Dio li ha assegnati ad altri popoli ovunque sotto il cielo. Ma tu, HaShem, hai preso e fatto uscire dall'Egitto, quell'altoforno di ferro, per essere il Suo stesso popolo ". Quando si fa riferimento all'altoforno di ferro, questo ci insegna, un vero segno, che non ci ha lasciato sotto il dominio dei segni astrologici e dei principi celesti. Per ora ci ha portati fuori dalla fornace di ferro, un riferimento alla forza del segno zodiacale, secondo il quale sarebbe stato impossibile uscire [dall'Egitto], se il nostro destino fosse stato determinato dalle leggi delle stelle.”
Effettivamente, se la traduzione di tale brano è corretta e se il contesto generale ante e post estratto sono coerenti, circostanza che non sono in grado di controllare, Rashba apparirebbe legittimare il culto per i Gentili verso gli astri ritenuti quali “ministri” dell’Altissimo. Opinione personale di Rashba o sua esplicitazione del pensiero concernente il suo maestro Nachmanide? No saprei rispondere, ma certamente tale posizione, ed a fortiori quella di Ramban, che come abbiamo visto non parla di liceità del culto verso gli intermediari, non sembrano supportati da fonti halachiche adeguate, apparendo più come considerazioni teologiche senza reali risvolti sul piano giuridico, cioè quello afferente alla individuazione ed applicazione della Legge Noachide in tema di divieto contro l’idolatria, la cui halakhah, così come codificata da Maimonide nel Mishneh Torà, statuisce che:
-Costituisce idolatria il culto rivolto verso qualsiasi realtà diversa da HaShem, ivi compresi esseri ritenuti a Lui in toto sottomessi (Avodat Kochavim 1:1 e 2:1);
-Il contenuto del divieto biblico contro la idolatria è identico per Ebrei e Gentili (Hilchot Melachim 9:2).
Ho chiesto a Rav Gottstein se la mia lettura del pensiero di Nachmanide fosse corretta , e così egli mi ha risposto:
"Sì, in pratica la tua interpretazione è corretta. L'avvertenza principale è che il Ramban assume la legittimità del culto verso i ministri specificamente nominati per ciascuna delle Nazioni, e questo significa che un Goy dovrebbe prima sapere chi tali ministri siano. Ciò significa che questo è un costrutto teorico diverso da quello di Maimonide, ma probabilmente ha poche conseguenze pratiche per Nachmanide, poiché non aveva intorno a lui Goym che adoravano i loro malachim ministri. Quindi l'intera questione è ipotetica in termini di pratica, ma significativa in termini di teoria."
Rav Gottstein quindi sostiene che secondo Nachmanide , se un goy fosse in grado di individuare chi sia il malach “governatore”, per conto di HaShem, della sua nazione, circostanza oggi non possibile in pratica, sarebbe legittimato a prestargli culto: io non sono affatto convinto di questa asserzione, poiché ripeto, Ramban non afferma mai esplicitamente che tale culto sia consentito, ed anzi lo qualifica come avodah zarah, il che sembra deporre in senso contrario.
Concludo il mio intervento con una parte estremamente interessante della mia corrispondenza con Rav Gottstein, nella quale da un lato gli ho chiesto della possibile liceità, secondo alcuni maestri, di un culto verso gli intermediari da parte dei Goym alla luce di quanto egli afferma su Nachmanide e Rashba; dall’altro ho espresso le mie riserve sul culto cristiano, nel seguente modo:
-L’adorazione trinitaria di HaShem, indipendentemente dalla questione idolatria, è in manifesto contrasto con la Sua unità ex Deuteronomio 6:4;
-Il culto devozionale verso le statue raffiguranti Maria, gli angeli ,anche qualora non fosse di per sé idolatrico , è in ogni caso estremamente pericoloso per le derive idolatriche che assume nei comportamenti concreti tenuti dai fedeli.
Ecco la risposta di Rav Gottstein, che mi ha sorpreso e non poco:
"Ora sai abbastanza della posizione che permette lo shituf, così da comprendere che i tuoi amici cristiani non sono idolatri, o non necessariamente lo sono, da un punto di vista ebraico.
Ti consiglio di leggere il saggio di Eugene Korn su questo argomento nel libro Teologia ebraica e religioni del mondo, che ho curato con lui.
Per il resto, mi sembra che tu chieda la mia opinione sul discutere con i suoi amici cristiani le problematiche della marilatria e dell'adorazione dei santi e forse anche della trinità, supponendo che anche se non fossero idolatri, sono comunque indesiderabili? È questo il problema corretto?
Per me, questo non è qualcosa che valga la pena contestare. Potresti trovarti in una situazione diversa, essendo diventato un noachide in un contesto cattolico. Ma dal mio punto di vista, se è benefico per la loro vita spirituale, perché dovrei contestarlo?
Nel complesso, trovo che i benefici di varie credenze e pratiche superino i potenziali pericoli.
Perché fare storie su queste convinzioni? Dovremmo concentrarci sul far emergere il bene delle persone e indirizzarle a Dio.
Se litighi con loro, in realtà stai semplicemente invertendo la direzione che i cristiani hanno sempre avuto, vale a dire litigare con gli ebrei sull'insegnamento corretto. Quindi, guardo ai vantaggi della religione, piuttosto che alla correttezza delle idee."
Le predette affermazioni di Rav Gottstein appaiono legittimare sia l’adorazione trinitaria che la devozione verso le statue cultuali, in altri termini un chiaro riconoscimento dei culti cristiani, cattolico compreso, il che detto da un rabbino ortodosso mi ha lasciato di stucco, in primis per ciò che la Halakhah fissa in materia (vedi il più volte citato Mishneh Torah, la cui regolamentazione sulla fattispecie vede conforme anche il successivo Shulchan Arukh, il codice legale più seguito dalle comunità ebraiche, che tra l'altro è basato per la gran parte proprio sulle halachot precedentemente codificate da Maimonide).
Devo invece registrare l'assordante silenzio di Rav Eliyahu Touger, il traduttore in inglese del Mishnè Torà di Rambam pubblicato sul sito dei chabad,il quale mi aveva invece garantito che mi avrebbe dato le delucidazioni da me richieste a lui su quanto egli afferma nella seguente nota ad Avodat Kochavim 1:1
"In base a Deuteronomio 4:19, alcune autorità sostengono che i Gentili possano adorare altri dèi, a condizione che abbiano la consapevolezza che Dio è il potere ultimo (שיתוף).
Il Rambam, tuttavia, non menziona questa prospettiva in queste halachot, né in Hilchot Melachim, capitolo 9, dove discute la proibizione contro l'adorazione dei falsi dèi in quanto colpisce i Gentili. [Nel Sefer HaMitzvot (comandamento positivo 2), tuttavia, afferma "Israele è comandato riguardo all'unità di Dio"; da cui si potrebbe dedurre che i Gentili non abbiano bisogno di credere in questo concetto e possano combinare la loro adorazione di Dio con altri poteri]. Tutte le autorità concordano sul fatto che tale adorazione sia vietata agli Ebrei."
Spero di aver limitato al massimo le mie imprecisioni: l'argomento è molto,molto complesso, ed io ho fatto del mio meglio.
Shalom a tutti