Bibbia e...politica

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Harlock
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Harlock »

Con chi ebbe i contrasti piu' forti Yeshua ? Sadducei e Farisei.

I Sadducei erano aristocratici. Essi tendevano ad essere benestanti e ad occupare posti di potere, incluso quello di capo dei sacerdoti e di Sommo sacerdote ed anche la maggior parte dei 70 posti del concilio regnante chiamato il Sinedrio. Essi lavorarono sodo per mantenere la pace, per restare d’accordo con le decisioni di Roma (Israele in questo periodo era sotto il controllo romano), sembravano essere più occupati con la politica che con la religione.

Siccome erano nelle grazie di Roma ed erano la classe dirigente e benestante, non relazionavano bene con coloro che appartenevano al partito dei Farisei. Sebbene i Sadducei tennero la maggior parte dei seggi nel Sinedrio, la storia indica che la maggior parte del tempo essi dovettero accettare le idee della minoranza Farisaica, perché i Farisei erano piuttosto popolari tra le masse.

A differenza dei Sadducei, che rappresentavano gli aristocratici, i farisei erano composti per lo più dalla classe media degli uomini d'affari, perciò erano molto apprezzati dall'uomo comune; per questo motivo, godendo dell'appoggio del popolo, sembravano controllare le decisioni del Sinedrio pur essendo in minoranza.

Più volte i farisei si scontrarono con Yeshua, che li accusava di falsare la scrittura per seguire scrupolosamente la loro tradizione.

Se non è politica questa ...
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bgaluppi
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da bgaluppi »

Certamente interessante, Harlock.
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Israel75
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Israel75 »

Sì è interessante Harlock... Gesù comunque apparteneva per quel che ho potuto indagare a correnti dei farisei. Spesso si rivolge a loro per rimproverarli come un fratello maggiore, la posizione netta sul divorzio indica a mio avviso che seguiva una branca farisaica contraria ad esso e che credeva negli angeli come esseri spirituali.... :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Harlock
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Harlock »

Riprendo questo post per fare un analisi scritturale "seria" e quindi "apartitica/apolitica" di un fenomeno di triste attualità, che viene a mio avviso "sfruttato" politicamente da ogni parte e dibattuto da varie confessioni religiose, con atteggiamenti spesso agli antipodi, quindi credo sia in linea con la tematica "Bibbia e politica".

Prima una piccola premessa (trovato in internet e riportato per utilità) :

Lo Stato italiano è una Repubblica democratica laica e aconfessionale, senza cioè una religione ufficiale, sebbene manchi nella sua Carta costituzionale una chiara ed espressa previsione del principio di laicità come, al contrario, avviene in altri Stati (si pensi all’art. 1 della Costituzione francese) che si professano apertamente «laici».

Il concetto di laicità può essere inteso (HAARSCHER):

in senso ampio, quando un regime rispetta la libertà di coscienza: ciò implica che lo Stato non appartiene a una parte della popolazione, ma a tutti, senza discriminazioni basate sugli orientamenti personali, ideologici, politici e religiosi etc.;
in senso stretto, fermo il principio della libertà religiosa vige nell’ordinamento una netta separazione delle confessioni religiose dallo Stato.
L’Italia è uno Stato laico, nel senso che, come affermato dalla giurisprudenza (vedi fra tutti sent. Cass. pen. 439/2000), le leggi ordinarie, i regolamenti e tutta l’attività della Pubblica Amministrazione devono conformarsi al principio di laicità che costituisce uno dei profili della forma di Stato così come delineato dalla Carta costituzionale (Cass. 400/95). Tale principio, pur non formalmente espresso, viene presupposto e si ricava in via interpretativa dall’analisi di numerosi articoli della Costituzione (cfr. artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20) e dall’orientamento che la giurisprudenza, soprattutto quella costituzionale, ha espresso quando è stata chiamata a pronunciarsi in merito.

Da tale analisi traspare un fenomeno «anomalo» definito da più parti della dottrina (CE- RIOLI, CAMASSA) «laicità all’italiana», che non significa indifferenza nei confronti della religione, ma che assicura eguale tutela del sentimento religioso, indipendentemente dalla confessione che lo esprime.

In materia di trattamento delle diverse religioni, la Corte costituzionale ha individuato i seguenti corollari al principio di laicità che ne specificano la portata e i contenuti:

il pluralismo confessionale, che impone ormai la pari protezione della coscienza di ciascuna persona che si riconosce in una fede, quale che sia la confessione religiosa di appartenenza (sent. 440/1995);
il divieto di discriminazione fra i culti, fondato sul maggiore o minore numero degli appartenenti alle differenti confessioni religiose (sent. 440/1995) o, sulla maggiore ampiezza e intensità delle reazioni socia- li che suscitano le offese (sent. 329/1997);
la distinzione degli ordini, che caratterizza il fondamentale o «supremo» principio costituzionale di laicità o non confessionalità dello Stato significa che la religione e gli obblighi morali che ne derivano non posso- no essere imposti come mezzo al fine dello Stato (sent. 334/1996);
la equidistanza e l’imparzialità della legislazione rispetto a tutte le confessioni religiose (sent. 508/2000).

Dopo un intenso lavoro diplomatico e circa otto anni di trattative, il 18 febbraio 1984 è stato stipulato, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede, un nuovo accordo (detto di Villa Madama) con cui sono state apportate le opportune modificazioni al Concordato Lateranense stipulato in epoca fascista, in linea con i principi costituzionali.

Attraverso il Concordato è stato abrogato (art. 1) il principio della «religione di Stato» (o del confessionismo statale) a conferma della «neutralità» dello Stato in materia religiosa, nonostante l'esistenza dei "patti lateranensi"

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Chiarito questo, come premesso, oltre alle varie posizioni politiche, anche il cattolicesimo ed altre chiese protestanti si sono in qualche modo espresse riguardo al fenomeno migratorio, spesso con visioni "contrastanti".

Il papa ad esempio, in buona sostanza esorta a spalancare le porte a "tutti" perchè "il vangelo lo ordina" o perchè "Anche Gesu' fu un immigrato", "chi respinge i profughi non è un cristiano", ma è davvero cosi' o ci sono dei "distinguo" da fare ?

Cosa dice la Bibbia (versetti a confronto) riguardo all'accoglienza dello straniero sia nei vangeli che nell'AT ?

In particolare, A LIVELLO SCRITTURALE :

- Ci sono dei limiti "numerici" dettati dal buonsenso oppure dev'essere aperta a "tutti" indiscriminatamente, anche a discapito della popolazione presente che in molti casi si ribella come vediamo spesse volte ? E' giusto accertarsi preventivamente su chi si accoglie per capire se puo' essere un soggetto pericoloso prima di "accettarlo" oppure è discriminatorio ? La Bibbia da delle risposte o delle indicazioni a riguardo ?

- Immigrati che hanno culture e credi diversi da quello cristiano devono essere comunque accolti, rispettati, integrati e lasciati liberi di professare il proprio credo magari assecondando la costruzione di luoghi di culto anche se è in antitesi a quello cristiano ?

- Nel momento in cui la legge/usanze/fede dello "straniero" vanno in contrasto con le scritture, o impongono limiti (vedi le donne) che non ci sono nel paese "ospitante" sia a livello legislativo che di "culto", come si dovrebbe reagire scritturalmente parlando ?

Ripeto, voglio solo sapere cosa dice esattamente la bibbia e quali inidicazioni ci puo' fornire a riguardo, senza metterci niente delle proprie personali idee personali, senza "tifo" politico, ne a destra ne a sinistra, quelle sono poi eventuali altre considerazioni personali che non credo sia il caso di inserire nei commenti... Solo una seria analisi scritturale, in modo da capire esattamente cosa dicono le scritture "acriticamente" a riguardo, per POI valutare eventualmente le esternazioni politiche/religiose .
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bgaluppi
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da bgaluppi »

Harlock, non è male questa discussione, per risponderti occorre cercare bene nella Scrittura. A pelle mi viene di dire che difficilmente certi precetti che valevano per Israele o per i credenti dai duemila ai tremila anni fa siano applicabili oggi. Ricordo che la Scrittura forse vietava agli Israeliti di avere rapporti con determinati popoli pagani, dediti all'idolatria. Ma oggi, tutti sono praticamente dediti all'idolatria, in un modo o in un altro, dunque se dovessimo applicare quei precetti, dovremmo applicarli a tutti i popoli. Però devo rileggere bene la Scrittura, per vedere innanzitutto se il Vangelo veramente ordina di accogliere tutti e se "il buon cristiano" deve essere accogliente verso tutti. Credo che forse le motivazioni di un tale atteggiamento da parte del Papa siano da ricercarsi in una distorta interpretazione del comandamento "ama il tuo prossimo come te stesso", che non insegna certo ad accogliere tutti indiscriminatamente.
France
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da France »

Penso che ci sia da parte del papa e di altri leader politici e religiosi la volontà di abbattere le razze (che poi la razza e’ una sola quella umana) e le religioni.

Una sfida mondiale che inizia dall’Europa con una massiccia immigrazione afro-asiatica che porterà ad un’unica nazionalita’; si fonderanno il cristianesimo e l’Islam per farne un’unica religione.

Nelle Scitture Ebraiche ci sono dei versi che parlano dei due unti presso il Signore, certo si parla di due personaggi specifici ma che ci vuole per le religioni decontestualizzare questi versi e fare dei due unti il Gesù cristiano e il Maometto dell’islam?
Come fece Costantino con il cristianesimo religione dell’impero ecco fatta la nuova religione per la nuova Europa.

Se questo porterà pace e prosperità per il mondo ben venga tanto idolatria per idolatria, se non è zuppa è pan bagnato.

Penso che se il Buon D.o non interverrà prima, nell’arco di tre-quattro generazioni sarà realta’.

Scusate l’OT ma siamo in Bibbia e ... altro.
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Harlock
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Harlock »

Ma al di la delle considerazioni personali, le Scritture cosa indicano ?
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Harlock
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Harlock »

Ne sei davvero sicuro ? La Bibbia non fornisce ad esempio alcuna indicazione riguardo all'accoglienza ed al comportamento che deve osservare lo "straniero" (quindi l'immigrazione) che è poi un fenomeno che uno stato deve gestire politicamente ? :-)

La Bibbia non è un trattato, concordo. Ma, tra le altre innumerevoli cose, nella Bibbia troviamo la politica del tempo. Troviamo i comportamenti di Re e di sudditi. Vivere pensando di essere distaccati dalla politica è un utopia, direttamente o indirettamente sia il credente che l'ateo o l'agnostico hanno ne a che fare quotidianamente. Forse è possibile essere apartitici, ma apolitici non credo, perchè ci vivi immerso....

Ripeto, piani salvifici/divini a parte, la causa principe della morte terrena di Gesu' è stata proprio la politica...
Janira
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Janira »

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Salvatore Tarantino
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Ogni giorno dobbiamo pregare dicendo "venga il tuo Regno" (non i regni degli uomini) e "sia fatta la tua volontà" (anche se a noi non piace).
Quindi, non possiamo illuderci nè di creare un paradiso in terra, nè di riuscire ad impedire che gli scandali vengano realizzati.
Tuttavia il voto è una possibilità di far prevalere chi vuole opporsi (o sembra di volerlo fare) a determinati progetti politici chiaramente "scandalosi" per un credente.
Quindi, in tutta coscienza, mi sento in dovere di votare, anche il meno peggio quando non c'è scelta migliore, per oppormi al male o quantomeno al male peggiore, senza dimenticare che Dio lascerà crescere la zizzania e che essa sarà rimossa solo al momento stabilito.
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