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Re: La vera Chiesa

Inviato: mercoledì 4 novembre 2015, 21:32
da Vittorio
Se si considera solo l'etimologia del termine greco od ebraico corrispondente, la chiesa è soltanto una semplice assemblea di persone. Anche se si dice che la chiesa è l'insieme delle persone chiamate da Dio, si ha una definizione molto generica. Come facciamo a distinguere chi è stato chiamato da Dio rispetto agli altri? Occorre effettuare una riflessione più approfondita sul significato del termine ecclesia nella Bibbia.

Re: La vera Chiesa

Inviato: mercoledì 4 novembre 2015, 22:03
da Annika
In aggiunta a ciò che suggerisce Vittorio secondo me andrebbe analizzato anche il seguente passo di Giovanni 14
5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

"Se conoscete me".
Come si conosce Gesù?
Analisi del verbo greco utilizzato per "conoscere".
Ed analisi dei verbi ebraici dell'AT utilizzati per "conoscere".
Tutte le implicazioni.

Dopodiché (o anche prima e durante) unire questa analisi a quella richiesta da Vittorio.

Ciao.

Re: La vera Chiesa

Inviato: mercoledì 4 novembre 2015, 22:36
da Michele
Un esempio di chiesa di Cristo è la seguente:
Matteo 18
19 E in verità vi dico anche: se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. 20 Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Re: La vera Chiesa

Inviato: mercoledì 4 novembre 2015, 23:06
da Annika
Ottimo il riferimento di Michele.

Aggiungo lavoro per Antonio, Gianni e i vari esperti di lingue.
(anche se l'italiano qui mi sembra sufficiente).
Volendo si possono anche confrontare le varie traduzioni.

Matteo 25
40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 

Analisi del verbo "fare" in lingua originale, greca. Ed ebraica.
Analisi dell'espressione "miei fratelli più piccoli".
Sia alla luce del passo precedente che la introduce, sia nel complesso del linguaggio biblico, anche in altri passi similari della Bibbia.

Atti 2
42 Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.  

44 Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; 
45 chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 
46 Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, 
47 lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. 
48 Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

Analisi del verbo "ascoltare" nel testo greco originale. E in ebraico.
Ascoltare in senso nudo e crudo significa che esistono delle ORECCHIE e significa che ci sono BOCCHE parlanti. Questa è l'analisi basica, fondamentale.
Poi si può anche procedere al linguaggio metaforico, ma attenzione a non fare teologia. Vi ricordo che siete in un forum biblico ;)

Re: La vera Chiesa

Inviato: mercoledì 4 novembre 2015, 23:12
da Vittorio
Innanzitutto voglio dire ad Annika che condivido praticamente tutto quello che scrive, e sono contento abbia deciso di proseguire a scrivere qui. Come avevo già detto nel thread di presentazione, la sua presenza arricchise senz'altro questo forum.
Per ritornare in tema, per comprendere cosa sia la Chiesa come assemblea di coloro che sono stati chiamati, io partirei dal vangelo più antico, quello di Marco, dove al capitolo 1 leggiamo:

"16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui."

È interessante notare che chi riceve una chiamata diretta da parte di Gesù, e risponde a quella chiamata, lascia tutte le sue attività ordinarie, quelle necessarie per il proprio sostentamento, per seguire Gesù. Come se avessero capito che Gesù è più importante di qualsiasi cosa, compreso il proprio lavoro. La chiamata è stata così convincente da far intuire che non esiste altro di più importante nella vita che seguire Gesù. È una fiducia totale, un abbandono nella consapevolezza che la propria vita verrà guidata da chi provvederà ad ogni cosa, compreso il sostentamento quotidiano.

Re: La vera Chiesa

Inviato: mercoledì 4 novembre 2015, 23:26
da Michele
Introducendo la "chiamata", Vittorio ha fatto un passo verso un'altra direnzione ancora.
Li si parlava di chiamata, dato che non c'era nessuno prima di loro, gli Apostoli impersonano anche nel numero 12, una cifra simbolica riferita anche alle 12 tribù e quindi alla possibilità che tutti siano chiamati.

Ma il problema è che oggi non si sa da chi si viene chiamati. Non c'è Gesù di persona e in conseguenza di questa mancanza c'è lo Spirito di Verità, che chiama per Lui.

E ritorniamo al discorso che facevo poco sopra. Se tutti siamo chiamati, tutti dovremmo rispondere. E invece non mi sembra così. E' evidente che oltre alla chiamata, oggi c'è pure la risposta. Gesù chiama sempre attraverso lo Spirito di Verità, ma poi siamo noi che dobbiamo rispondere.

Oggi c'è la necessità di lasciare tutto? E per andare dietro a chi? Il problema è proprio questo, oggi non c'è Gesù e la chiamata deve essere per forza di cose, interiore.
Poi se più di un chiamato si mette insieme, tanto meglio, ma la chiamata è sempre interiore e non c'è bisogno di lasciare nulla, anche (e soprattutto) il lavoro che svolgiamo come componenti una famiglia, lavoro stesso ecc, sono impegni che possono lo stesso, farci scegliere Gesù.

Re: La vera Chiesa

Inviato: mercoledì 4 novembre 2015, 23:32
da Vittorio
La mia domanda: "Come facciamo a distinguere chi è stato chiamato da Dio rispetto agli altri?", Lucia, voleva individuare un criterio di distinzione, un insieme di caratteristiche che ci permettono di capire quali sono gli appartenenti ad un determinato gruppo. Giustamente tu dici che coloro che amano il prossimo, pur non conoscendo Gesù, di fatto fanno parte della sua Chiesa. Tuttavia la parola "amore" può avere significati contrastanti, esiste anche chi uccide pensando di amare, pensando di fare del bene uccidendo. Occorre precisare che non un qualsiasi amore rende partecipi della Chiesa, ma solo l'amore che ci ha insegnato Gesù, ovvero quello che arriva al sacrificio della propria vita per la salvezza altrui.

Re: La vera Chiesa

Inviato: mercoledì 4 novembre 2015, 23:40
da Michele
Vittorio, questo è vero, ma allora il sacrificio di Gesù non ha avuto quel valore che molti gli danno?

Re: La vera Chiesa

Inviato: mercoledì 4 novembre 2015, 23:44
da Vittorio
Certamente, Lucia, se leggiamo solo il Vangelo di Marco, sembra che Simone e gli altri abbiano deciso di seguire la chiamata di uno sconosciuto. Ma i Vangeli non sono una cronaca degli avvenimenti, hanno altri scopi, quindi molto probabilmente la fama di Gesù come guaritore si era già diffusa, anche se Marco non lo dice, ed allora la sua chiamata risultava come un invito allettante, l'invito di un maestro di cui ci si poteva fidare. Tuttavia, se prendiamo l'episodio del ricco descritto in Mc 10,17-22, possiamo notare che non tutti lasciano i propri beni per seguire la chiamata di Gesù.

Re: La vera Chiesa

Inviato: giovedì 5 novembre 2015, 0:08
da Vittorio
Il sacrificio di Gesù ha il valore di salvezza per tutti gli uomini, anche per quelli che non lo conoscono, Michele. Tu dici:
"Non c'è Gesù di persona e in conseguenza di questa mancanza c'è lo Spirito di Verità, che chiama per Lui".
Io invece dico che c'è Gesù di persona, è vivo, corporalmente vivo, non soltanto in Spirito, ma proprio corporalmente, e siccome è vivo, io posso incontrarlo corporalmente. Se non lo incontrassi corporalmente, avresti ragione tu, ma siccome lo incontro corporalmente, come lo incontravano duemila anni fa i suoi discepoli, anche se in modo diverso, allora tutto cambia.