C'E VITA DOPO LA MORTE?

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Enigma
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Re: C'E VITA DOPO LA MORTE?

Messaggio da Enigma »

Lella ha scritto:

Se alle mie provocazioni, alla mia arroganza, o alla mia mancanza di rispetto, come mi ha accusato qualcuno.

Mi avesse risposto con amore e pacatezza, pensi che saremmo arrivati a questo punto Michele?

All'amore ho sempre risposto con amore, Dio mi è testimone.
A tutti viene facile amare e fare del bene a chi ci ricambia questo amore e bene. Non si fa niente di speciale, ma qualcosa di normalissimo. Non sono parole mie, ma del grande maestro Yeshùa. "Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso" (Luca 6:32,33).
Ciò che distingue i veri seguaci di Yeshùa è l'agire per come lui insegna: "Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano" (Luca 6:27,28).
Solo agendo così si fa qualcosa di speciale. E per di più, questi sono i frutti che portano a rivelare il vero discepolo di Yeshùa. In questo Dio prova piacere ad essere testimone. :)
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Michele
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Re: C'E VITA DOPO LA MORTE?

Messaggio da Michele »

e se questo è valido per una, che viene considerata in un certo modo... tanto più lo dovrebbe essere per chi si sente o è additato come una guida
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Michele
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Re: C'E VITA DOPO LA MORTE?

Messaggio da Michele »

se quanto scritto da Gianni in merito al carattere corrisponde alla verità, tutti questi discorsi non hanno senso, se davvero nessuno potesse cambiare. dak lato mio ho soltanto una richiesta, sapere quando vengo ripreso da un moderatore, oppure in virtù di utente comune. basterebbe scrivere in rosso il post come moderatore. altra cosa, un moderatore dovrebbe essere sopra le parti. chiusa parentesi
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Michele
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Re: C'E VITA DOPO LA MORTE?

Messaggio da Michele »

ritornando al tema, e visto i tre tipi di sopravvivenza, é chiaro che non c'è vita dopo la morte. ma c'é invece, la risurrezione con un corpo nuovo, e questa può avvenire il terzo giorno, opure nelle risurrezioni millenariep
Lella
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Re: C'E VITA DOPO LA MORTE?

Messaggio da Lella »

Michele........ma che dici?

Non c'è vita dopo la morte?

A parte dei centinaia di libri che ho letto riguardo la vita oltre la morte, e ti garantisco che i medium non centrano nulla, perchè sono tutti libri di esperienze testate da grandi e illustri professori.

A parte anche che la Sacra Bibbia bibbia ne parla in più punti, sia nel Vecchio Testamento che nel Nuovo.

Ma la cosa più sconcertante è che questa esperienza di vita oltre la morte, l'ha fatta un nostro amico di famiglia, che adesso ti racconto.

Qualche anno fa, un nostro amico di famiglia, mentre si recava con la sua auto a lavoro, ebbe un brutto incidente.

Fece uno scontro frontale con un camion uscito fuori strada.

Non ti dico come i pompieri lo tirarono fuori dalla carcassa della sua auto.

Questo è quello che ci raccontò quando uscì dall'ospedale:

Al momento dell'incidente, mi sentivo tutto tramortito, e a mala pena riuscivo a sentire la sirena dell'auto ambulanza che mi stava conducendo in ospedale.

Poi sentì la voce di uno dei medici che diceva all'autista:

"Non correre,.... tanto questo all'ospedale non ci arriva."

Tanto è vero che io mi dissi tra me e me:

"Be se la morte è questa, che venga pure, tanto non sento niente."

Poi mi risvegliai, ma non fisicamente perchè riuscivo a vedere il mio corpo dall'alto del soffitto.

Mi vidi sdraiato su un lettino, con delle perso intorno che armeggiavano sul mio corpo.

Mi trovavo al di sopra della grande lampada della sala operatoria.

Addirittura riuscì a vedere delle figure geometriche colorate sopra la lampada, come se fossero degli adesivi.

Poi uscì dall'ospedale dopo averlo attraversato tutto, e imboccai un tunnel molto buio, con una lucetta in fondo, alla quale più mi avvicinavo e più questa luce si ingrandiva, e più mi dava pace e una grande serenità.

Man mano che mi avvicinavo sempre di più alla luce, essa prendeva forma di un uomo.

Riuscivo a vedere bene, le mani i piedi e una lunga veste bianca splendente, ma il volto non si vedeva perchè era illuminato da questa grande luce.

A un certo punto quell'uomo pieno di luce, alzò la mano destra e con il dito indice, mi fece segno di no.

In quel momento, mi risentì risucchiare al'indietro, ripercorrendo tutta la strada che feci per andare verso la luce, ma con maggior velocità, fin che mi risvegliai in un lettino dell'ospedale, con atroci dolori in tutto il corpo.

Dopo venti giorni circa, che incominciai a stare meglio, raccontai il fatto accadutomi al medico di turno, e lui mi rispose, con pagatezza:

Si ti capisco, ma vedi gli effetti della anestesia non a tutti agiscono nello stesso modo, per cui non ti preoccupare, è una cosa naturale.

Io mi tranquillizzai, ma solo in quel momento, perchè cercavo di ricordarmi tutto quello che avevo visto durante quella esperienza.

Il giorno dopo, il medico a cui avevo raccontato la mia esperienza, tornò davanti al mio lettino,ed io subito approfittai per fargli un'altra domanda:

"Dottore mi dica, dietro la grande lampada della sala operatoria, ci sono degli adesivi a forma di figure geometriche, cioè un triangolo giallo, un cerchio rosso, e un quadrato blu?

Questo non lo so, rispose il dottore, però posso informarmi.

Dopo qualche ora tornò e mi desse:

"Si ci sono quelle figure geometriche con quei colori che tu mi hai indicato, però non domandarmi come hai fatto a vederle, perchè non saprei proprio come risponderti."

Infatti sono passati circa venti anni che il mio amico e io, ci domandiamo come ha fatto a vedere quegli adesivi di figure geometriche colorate sopra la grande lampada della sala operatoria, se quella esperienza era solo effetto della anestesia?

Se qualcuno sa rispondermi, me lo dica, che io riferirò con molto piacere. Lella
GEMELLO76
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Re: C'E VITA DOPO LA MORTE?

Messaggio da GEMELLO76 »

Alcuni interessanti paragrafi tratti dal libro del prof. Bacchiocchi: Immortalità o risurrezione?

Esperienze ravvicinate con la morte
Un altro sviluppo significativo del nostro tempo, che ha contribuito a
diffondere la popolare sopravvivenza dell’anima, è da ricercarsi nello
studio delle «esperienze ravvicinate con la morte» (Nde da Near death
esperience). Questi studi sono basati su racconti di persone, uscite dal
coma e da medici e infermieri che hanno registrato le esperienze sul
letto di morte di alcuni loro pazienti. Queste esperienze spesso si confrontano
con ciò che molti credono sia la vita dell’anima in paradiso.
Benché ogni racconto mantenga una propria originalità, alcune caratteristiche
sono comuni: l’impressione di tranquillità, la sensazione di
essere attratti molto velocemente attraverso un tunnel buio, la sensazione
di possedere un corpo spirituale che galleggia senza peso, la consapevolezza
di essere in presenza di un essere spirituale, un incontro
con una luce folgorante, spesso identificata con Gesù Cristo o un angelo
e la visione di una città piena di luce.169 Questi racconti sono considerate
prove che, al momento della morte, l’anima lasci il corpo e continui
a vivere, ma non costituiscono una novità; nella letteratura classica
si trovano tracce simili: La storia della chiesa del popolo inglese, la
fede venerabile, il Libro tibetano dei morti, cultura primitiva di Sir E. B.
Taylor, e la Repubblica di Platone.170
Nella Repubblica, Platone offre il racconto straordinario di una
esperienza ravvicinata con la morte, che utilizza per confermare la credenza
nell’immortalità dell’anima.
«La storia di un valoroso, Er figlio di Armenio, di razza panfilia.
Costui era morto in guerra e quando dopo dieci giorni si raccolsero i
cadaveri già putrefatti, venne raccolto ancora intatto. Portato a casa,
nel dodicesimo giorno stava per essere sepolto. Già era deposto sulla
pira quando risuscitò e, risorto, prese a raccontare quello che aveva
veduto nell’aldilà.
Ed ecco il suo racconto. Uscita dal corpo, l’anima aveva camminato
insieme con molte altre ed erano arrivate in un luogo meraviglioso,
dove si aprivano due voragini nella terra, contigue, e di fronte a queste,
alte nel cielo, altre due. In mezzo sedevano dei giudici che, dopo il
giudizio, invitavano i giusti a prendere la strada di destra che saliva
verso il cielo, dopo aver loro apposto davanti i segni della sentenza; e
gli ingiusti invece quella di sinistra, in discesa. E anche questi avevano,
ma sul dorso, i segni di tutte le loro azioni passate. Quando era
avanzato lui, gli avevano detto che avrebbe dovuto descrivere agli
uomini il mondo dell’aldilà, e che lo esortavano ad ascoltare e contemplare
tutto quello che c’era in quel luogo…»
«Per dove e come avesse raggiunto il suo corpo non sapeva. Sapeva
solo che d’un tratto aveva aperto gli occhi e s’era veduto all’alba giacere
sulla pira».171
Platone conclude la sua storia con questo commento: «E così,
Glaucone, s’è salvato il mito e non è andato perduto. E potrà salvare
anche noi, se gli crediamo… Se mi darete ascolto e penserete che l’anima
è immortale, che può soffrire ogni male e godere ogni bene».172
Qualcuno potrebbe porre la domanda: che tipo di salvezza offre la
credenza dell’immortalità dell’anima? La sopravvivenza dell’anima o
di uno spirito disincarnato in un mondo etereo difficilmente può essere
paragonata alla speranza biblica della risurrezione della persona
nella sua globalità a una vita reale sulla terra rinnovata nella sua perfezione
originale. Su questo punto, ritorneremo nell’ultima parte dove
vedremo il concetto biblico del mondo futuro.

Studi su esperienze ravvicinate con la morte
Lo studio intorno alle esperienze ravvicinate con la morte è stato compiuto
da uno psichiatra americano, Raymond A. Moody. I suoi due libri
La vita oltre la vita (1975) e Nuove ipotesi sulla vita oltre la vita (1977)
hanno dato il via alla pubblicazione di numerosi altri libri, articoli e
dibattiti che affrontano le esperienze extracorporee.173
«Recentemente è stata pubblicata una bibliografia di libri e di articoli di rilievo sulle esperienze ravvicinate con la morte. Il catalogo contava
duemilacinquecento titoli».174
Raymond A. Moody ha studiato 150 persone che hanno avuto esperienze
ravvicinate con la morte e, in certi casi, di persone clinicamente
morte. La domanda è: come devono essere interpretati questi dati?
L’editore di Moody sostiene che i racconti «sono casi reali e che rivelano
una vita dopo la morte».175
Moody stesso, comunque, è molto più cauto. Egli nega esplicitamente
di aver cercato «di produrre una prova di sopravvivenza a seguito
della morte del corpo», anche se è del parere che i dati siano «altamente
significativi» per chi vi crede.176 Egli lascia aperta la possibilità
di concepire le esperienze ravvicinate con la morte come annunci di
immortalità o solo come il risultato di eventi fisiologici terminali.
Non si intende qui esaminare il preteso valore probativo delle
esperienze ravvicinate con la morte sulla convinzione della sopravvivenza
dell’anima. L’autorità normativa per definire la natura umana
non può essere data da esperienze soggettive ravvicinate con la morte
delle persone, ma con la rivelazione di Dio contenuta nella sua Parola
(2 Pt 1:19). Per questa ragione, prenderemo in considerazione solo tre
osservazioni di fondo circa le esperienze ravvicinate con la morte.
In primo luogo, si tratta di definire cos’è la morte. L’editore di
Lancet, una rivista che si interessa di ricerche mediche, ha ribadito:
«Solo un uso deliberato di vocaboli obsoleti per definire la morte può
permettere a qualcuno di pretendere che in certe condizioni cliniche,
possa essere tornato per raccontarci ciò che esiste oltre la morte; perché,
per definizione periodicamente aggiornata, la morte è da situarsi
poco oltre il punto dal quale qualcuno possa ritornare per farne un racconto
».177 Anche il professore Paul Kurts commenta: «Non abbiamo
alcuna prova concreta che i soggetti in questione siano di fatto morti.
Questa prova non è impossibile ottenerla: la rigidità cadaverica è un
segno e la morte del cervello ne è un altro. Ciò che i racconti veramente
descrivono è la procedura del morire e l’esperienza ravvicinata
con la morte, non la morte stessa».178
In seconda istanza va ricordato, come osservano Paolo e Linda
Badham, che «chiunque stia passando tra la vita e la morte vive una
profonda tensione fisica e psicologica. Un cervello privo di ossigeno,
sotto l’effetto di farmaci antidolorifici e allucinatori o sotto l’effetto
della febbre, difficilmente funziona bene e chi sa di quali visioni non
sia capace a causa delle sue perturbate condizioni?».179
Alcune ricerche hanno dimostrato la similitudine tra le esperienze
ravvicinate con la morte e gli effetti causati dalle droghe psichedeliche.
«Le recenti ricerche sull’autocoscienza hanno mostrato che queste
somiglianze possono essere riprodotte con l’uso di droghe in sedute
psichedeliche. Si tratta dunque di esperienze che fanno parte del processo
continuo dell’esperienza psichica e che hanno dimostrato non
tanto l’esistenza di una vita oltre la morte, quanto piuttosto che la relazione
tra l’Io conscio e l’Io incarnato è molto più complessa di quanto
si ritenesse in precedenza».180
In sintesi, in che modo è possibile stabilire che queste esperienze
ravvicinate con la morte siano «esperienze reali», e non un prodotto
della mente stessa del paziente? E perché quasi tutti i racconti di Nde
riguardano la felicità e le beatitudini del cielo e non c’è nessuna
occhiata fugace ai tormenti dell’inferno? È evidente che le persone che
stanno morendo preferiscano sognare un destino colorato a tinte rosee
piuttosto che pensare alle tenebre e alle pene dell’inferno; la visione
delle cose sublimi dipende grandemente dallo stereotipo culturale e
religioso della persona.
Karlis Osis e Erlendur Haraldsson hanno valutato i racconti di più
di 1.000 esperienze Nde sia negli Stati Uniti, sia in India. Hanno trovato
che la visione dei pazienti di religione indù era tipicamente indiana,
mentre quella degli americani era occidentale o cristiana. Per esempio,
una donna indù, studentessa universitaria, sentiva d’esser portata in
cielo su una mucca, mentre una paziente americana cattolica devota di
S. Giuseppe ha incontrato il suo santo protettore.181
Questi racconti su esperienze dopo la morte, riflettono le convinzioni
personali dei pazienti. Si dovrà ricordare che le esperienze sul
letto di morte o di incontri ravvicinati con la morte, sono esperienze di
persone ancora vive o le cui menti hanno ripreso coscienza. Qualunque
cosa sperimentino in queste circostanze fa ancora parte della loro
vita presente e non della vita dopo la morte. La Bibbia riporta la risurrezione
di sette persone (cfr. 1 Re 17:17,24; 2 Re 4:25,37; Lc 7:11,15;
8:41,56; At 9:36,41; 20:9,11) ma nessuna di esse ha elaborato un racconto
di un’esperienza di vita ultraterrena.
Lazzaro è risuscitato dopo essere stato clinicamente morto per
quattro giorni e non ha raccontato nessuna esperienza vissuta fuori dal
corpo. La ragione è semplice: la morte, secondo la Bibbia, è la cessazione
della vita per l’intera persona, corpo e anima. Non c’è nessuna
forma di esistenza consapevole tra la morte e la risurrezione. I morti
riposano nelle loro tombe nella completa incoscienza fino a quando
Cristo li richiamerà all’esistenza nel giorno glorioso del suo ritorno. [ pagg. 151-155]

NOTE
169 Queste caratteristiche sono tratte da uno studio dello psichiatra americano Raymond
A. Moody, che ha scritto due libri fondamentali su questo soggetto: Life after Life (1976)
e Reflections on Life after Life (1977). Lo studio di Moody è citato da Hans Schwarz (note
14), pp. 40,41. R.A, Moody, La vita oltre la vita, (trad. A.L. Zozo), Mondadori, Milano,
1997 e Nuove ipotesi sulla vita oltre la vita, Mondadori, Milano, 1998.
170 Per un approfondimento riguardante esperienze ravvicinate con la morte nel
corso della storia, cfr. H. SCHWARZ, Beyond the Gates of Death: A Biblical Examination
of Evidence for Life After Death, Minneapolis, 1981, pp. 37,48.
171 PLATONE, Opere complete, vol. VI: Clitofonte, Repubblica, Timeo, Crizia, Laterza, Bari, 1982, Repubblica X, 614, p. 337.
172 Repubblica X, 621, op.cit., p. 345.
173 Cfr. C.S. KING, Psychic and Religious Phenomena, New York, 1978. Per approfondireulteriormente l’argomento consigliamo STANISLAV GROF e CHRISTINA GROF, Beyond Death: the Gates of Consciousness, New York, 1989; M. RAWLINGS, Beyond Death’s Door, New York, 1981; J. HEANEY, The Sacred and the Psychic: Parapsychology and the Christian Theology, New York, 1984; H. Schwarz, Beyond the Gates of Death: A Biblical Examination of Evidence for Life After Death, Minneapolis, 1981.
174 P. BADHAM e L. BADHAM, Op. cit., p. 88.
175 Sulla copertina di R.A. MOODY, Life after Life, New York, 1975.
176 Ibidem, p. 182.
177 Editorial, Lancet, June 24, 1978.
178 P. Kurtz, Is There Life After Death? Una pubblicazione presentata durante l’ottava conferenza internazionale sull’unità delle scienze, Los Angeles, Novembre, 1979.
179 P. BADHAM and L. BADHAM, op. cit., p. 81.
180 R.S. ANDERSON, Op. cit., p. 140. Cfr. A. GOUNELLE, F. VOUGA, Dopo la morte?,Claudiana, Torino, 1995, pp. 14-17. «Malgrado l’interesse di queste esperienze, è difficile fondarsi su di esse per descrivere quel che accade dopo la morte.…» p. 16 (ndr).
181 K. OSIS and E. HARALDSSON, Op. cit., p. 197.
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Michele
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Re: C'E VITA DOPO LA MORTE?

Messaggio da Michele »

prendiamo un personaggio del Vangelo, Lazzaro. era morto da giorni ma non disse proprio nulla.
Lella
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Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 17:56

Re: C'E VITA DOPO LA MORTE?

Messaggio da Lella »

A parte che la storia di Lazzaro, è stata scritta per farci notare la potenza di Dio, e non per farci conoscere l'esperienza di Lazzaro dopo la morte.

E anche se Lazzaro avesse avuto una esperienza dell'aldilà, non vedo il motivo perchè lo scrittore Sacro doveva segnalarla, se il suo compito era quello di scrivere il Vangelo, cioè la storia di Gesù e non quella di Lazzaro.

Anzi il passo che si avvicina molto a tutto quello che abbiamo scritto sin'ora, è la storia del ricco Epulone e il povero Lazzaro, ma voi l'avete presa per una favoletta.

Perciò di che cosa stiamo parlando?

La domanda che ha posto il mio amico, e che mi pongo anche io, non è se esiste l'aldilà più o meno, ma come ha fatto a vedere quei tre adesivi colorati a forma geometrica, e a sapere che sopra al piano dove stava lui c'era la sala parto, e ancora più sopra, la sala riunioni dei medici, se non era mai stato in quell'ospedale? Lella
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Michele
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Re: C'E VITA DOPO LA MORTE?

Messaggio da Michele »

ora non posso consultare testi, ma mi sembra che di Lazzaro si dica che non ricordava nulla.
Lella
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Re: C'E VITA DOPO LA MORTE?

Messaggio da Lella »

Giovà,.....fa comodo a chi more! Lella
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