Re: Yeshùa, oggi
Inviato: lunedì 1 giugno 2020, 1:21
Bgalupi cercherò di sintetizzare il piu possibile con dei punti chiavi:
1) Dario il medo potrebbe essere stato Gubaru il vice re di Ciro e questo vuol dire che la profezia origina da Daniele ma fu messa per iscritta in un unico corpus da un redattore del II secolo a.c., forse pensando che quello era l'adempimento. La profezia doveva essere sigillata. Se la profezia orogina post-eventum da un anonimo redattore che senso avrebbe apporre un sigillo?
2) I 70 anni di Geremia erano il dominio di Babilonia sulle nazioni ed era un numero letterale dal 609ac (caduta dell'Assira e inizio dell'ascesa di babilonia) al 539 ac. Come 70 anni di supremazia babilonese furono 70 anni esatti cosi anche le 70 settimane di anni potrebbero essere state 490 anni. Cosi l'hanno intese anche Rashi e Maimonide anche se questi non credevano in Gesu.
3) È vero che il verbo della lxx significa primariamente quello che dici, ma secondariamente anche rovinare, distruggere. Per esempio In 1 Corinzi 3,17 e Giuda 1,10 l'impressione è che qui si parla di guastare e rovinare completamente. L'altro verbo che hai citato inveve significa piu specificamente distruggere e andrebbe a restringere il campo semantico del verbo ebraico in questione che significa quello e quello. Ma la traduzione greca della lxx è solo una ipotesi; non costituisce una prova certa perché è una traduzione. Gesu poi non parlava in greco. Il verbo greco di Matteo 24 è una traduzione in greco delle parole di Gesu nella sua lingua. È possibile che il vangelo di Matteo fu redatto dopo la distruzione del tempio e alla luce dei fatti i redattori resero la parola di Gesu col verbo greco più propriamente distruggere. È possibile anche che il vangelo di Matteo sia stato redatto poco prima del 70dc e chi lo mise per iscritto attribui quel senso alle parole di Gesu perche sapevano la parola di Gesu ''non rimarrà pietra su pietra''. Gesu parlava nella sua lingua e l'unico dato di fatto nel vangelo e che parlò di un immimente abominio nel luogo santo riconducendo il fatto ad una profezia di Daniele. Utilizzò il verbo ebraico presente in Daniele 9,26 o un verbo aramaico cillegato, ma sembra che intendeva una distruzione totale per via del famoso ''non rimarrà pietra su pietra''. Come ebreo era impossibile che non conosceva la sua lingua e probabilmente l'abominio che intendeva lui era proprio quello di Daniele 9,26 dando al verbo shachat un senso di distruzione completa ed è possibile perche il verbi significa quello e quello.
4) Il senso di shachat in Daniele 9,26 come corrompere o profanare può applicarsi anche ai Romani perché l'insediamento militare della citta e del tempo fu certamente un atto di profanazione agli occhi dei giudei indipendentemente dal fatto che il tempio sarebbe caduto o meno.
Prima parte ...
1) Dario il medo potrebbe essere stato Gubaru il vice re di Ciro e questo vuol dire che la profezia origina da Daniele ma fu messa per iscritta in un unico corpus da un redattore del II secolo a.c., forse pensando che quello era l'adempimento. La profezia doveva essere sigillata. Se la profezia orogina post-eventum da un anonimo redattore che senso avrebbe apporre un sigillo?
2) I 70 anni di Geremia erano il dominio di Babilonia sulle nazioni ed era un numero letterale dal 609ac (caduta dell'Assira e inizio dell'ascesa di babilonia) al 539 ac. Come 70 anni di supremazia babilonese furono 70 anni esatti cosi anche le 70 settimane di anni potrebbero essere state 490 anni. Cosi l'hanno intese anche Rashi e Maimonide anche se questi non credevano in Gesu.
3) È vero che il verbo della lxx significa primariamente quello che dici, ma secondariamente anche rovinare, distruggere. Per esempio In 1 Corinzi 3,17 e Giuda 1,10 l'impressione è che qui si parla di guastare e rovinare completamente. L'altro verbo che hai citato inveve significa piu specificamente distruggere e andrebbe a restringere il campo semantico del verbo ebraico in questione che significa quello e quello. Ma la traduzione greca della lxx è solo una ipotesi; non costituisce una prova certa perché è una traduzione. Gesu poi non parlava in greco. Il verbo greco di Matteo 24 è una traduzione in greco delle parole di Gesu nella sua lingua. È possibile che il vangelo di Matteo fu redatto dopo la distruzione del tempio e alla luce dei fatti i redattori resero la parola di Gesu col verbo greco più propriamente distruggere. È possibile anche che il vangelo di Matteo sia stato redatto poco prima del 70dc e chi lo mise per iscritto attribui quel senso alle parole di Gesu perche sapevano la parola di Gesu ''non rimarrà pietra su pietra''. Gesu parlava nella sua lingua e l'unico dato di fatto nel vangelo e che parlò di un immimente abominio nel luogo santo riconducendo il fatto ad una profezia di Daniele. Utilizzò il verbo ebraico presente in Daniele 9,26 o un verbo aramaico cillegato, ma sembra che intendeva una distruzione totale per via del famoso ''non rimarrà pietra su pietra''. Come ebreo era impossibile che non conosceva la sua lingua e probabilmente l'abominio che intendeva lui era proprio quello di Daniele 9,26 dando al verbo shachat un senso di distruzione completa ed è possibile perche il verbi significa quello e quello.
4) Il senso di shachat in Daniele 9,26 come corrompere o profanare può applicarsi anche ai Romani perché l'insediamento militare della citta e del tempo fu certamente un atto di profanazione agli occhi dei giudei indipendentemente dal fatto che il tempio sarebbe caduto o meno.
Prima parte ...