In Es 4:16 leggiamo: "Egli [Aaronne] ti servirà come bocca, e tu [Mosè] gli servirai come Dio". In questo versetto, Mose' viene chiamato Dio: Aaronne servira' Mose' parlando per lui e Mose' sara' per lui Dio. Allora anche Mose' e' Dio? Certo che no, l'ermeneutica ci consente di comprendere cosa dice il testo. La stessa cosa, va fatta con i passi in cui Crito viene chiamato Dio.
Scrive Gianni:
Non dimentichiamoci che gli apostoli, pur scrivendo in greco, pensavano in ebraico, come io, se vado a New York, parlo inglese ma penso in italiano. Un esempio pratico. Eb 1:8, dove il Padre dice: "al Figlio invece dice: Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo". Qui il redattore cita da Sl 45:6: “Il tuo trono, o Dio, dura in eterno”, dove il titolo “dio” si riferisce al re di Israele (v. 1), il Messia. Subito dopo, il re viene distinto dal Dio unico: “Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto d’olio di letizia; ti ha preferito ai tuoi compagni” (v. 7).Ora, è un fatto che il linguaggio greco non faceva grande distinzione tra l’umano e il divino, per cui i filosofi di valore, i re e i soldati eroici potevano essere chiamati “figli di Dio”, “Signori” e anche “Dio”. Il re seleucida Antioco IV fece coniare delle monete su cui era chiamato “Signore e Dio”. Le affermazioni che riguardano Yeshùa come “Dio” vanno valutate nel contesto delle Scritture Ebraiche, dove – pur asserendo il monoteismo in modo molto forte – esseri particolari sono chiamati “figli di Dio”, “Signori” e anche “Dio”. Questo è stato confermato anche dai manoscritti di Qumràn. Ed è inutile giocare sul maiuscolo e sul minuscolo (“dio” e “Dio”) come fa TNM; l’ebraico non ha lettere maiuscole (proprio non esistono) e il greco dei manoscritti non le distingue (pur avendo il greco le maiuscole).