Colossesi 2:14,15

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Gianni
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da Gianni »

Marco, ad esempio in 1Cor 5:8: "Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità". Qui Paolo non solo esorta a celebrare la Festa degli Azzimi, ma indica anche il modo corretto di farlo, che non è quello legalistico dei farisei.
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Perché Gesù non rispetta la legge? Doveva confermare la Torah, dicendo fate ciò che essa prevede.
Vero. Ma leggiamo con attenzione:

“Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna colta in adulterio; e, fattala stare in mezzo, gli dissero: «Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio. Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?» Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra. E, siccome continuavano a interrogarlo, egli, alzato il capo, disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva in terra. Essi, udito ciò, e accusati dalla loro coscienza, uscirono a uno a uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo. Gesù, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: «Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?» Ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neppure io ti condanno; va' e non peccare più».” — Gv 8:3-11

Innanzitutto i versetti da 7:53 a 8:11 non compaiono in tutti i manoscritti del vangelo di Giovanni. Tuttavia, molti studiosi concordano non nell'ipotesi che sia spurio, ma che appartenga a Luca e sia stato inserito successivamente. Questo solo per essere precisi. Vediamo cosa dice.

Innanzitutto, per gli adùlteri colti in flagrante non mi risulta fosse prevista la lapidazione, ma semmai il soffocamento. Infatti, nella Torah non è specificato il modo d'esecuzione della pena in riferimento all'adulterio:

“Se uno commette adulterio con la moglie di un altro, se commette adulterio con la moglie del suo prossimo, l'adultero e l'adultera dovranno essere messi a morte.” — Lv 20:10

“Quando si troverà un uomo coricato con una donna sposata, tutti e due moriranno: l'uomo che si è coricato con la donna, e la donna. Così toglierai via il male di mezzo a Israele.” — Dt 22:22

Rashì commenta che nei casi in cui la Torah non specifica il tipo di esecuzione, la pena era sempre il soffocamento [Torath Kohanim 20:106, Sanh. 52b]. E poi, davvero tale pena veniva applicata in tutti i casi? Ed è possibile che la Torah, non specificando la modalità d'esecuzione e quindi non comandando esplicitamente l'esecuzione fisica stessa, faccia davvero o solo riferimento alla morte fisica? Domande a cui sarebbe interessante rispondere. Quindi, torniamo al vangelo:

“Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio. Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?» Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare.”

Nota che Giovanni specifica che l'intento era quello di accusare Yeshùa, cogliendolo in fallo; infatti, chi trascinò la donna davanti a Yeshùa non avrebbe certo avuto bisogno della sua approvazione per mettere a morte quella donna. A me pare, dunque, che quegli scribi e farisei, dicendo che la donna doveva essere lapidata "secondo la legge di Mosè", stavano mentendo. Perché mentire? Per cogliere in fallo Yeshùa. L'intento non era quello di mettere in atto la legge e condannare una peccatrice, anche perché, assieme a lei, avrebbe dovuto esserci anche l'uomo che commise il presunto adulterio con lei. Ma l'uomo non c'era.

Tutta quella sceneggiata, dunque, serviva ad un solo scopo: cogliere in fallo Yeshùa. Yeshùa, dal canto suo, non solo non si lascia cogliere in fallo, ma con la sua risposta mette doppiamente i suoi contendenti di fronte alla loro ipocrisia: lapidatela, se siete senza colpa! Inoltre, non dice loro che un reo di adulterio non dovrebbe essere messo a morte, contraddicendo la Torah, ma risponde precisamente alla loro domanda provocatoria. La donna non fu lapidata perché la Torah non comanda la lapidazione in caso di adulterio, e Yeshùa, evidentemente, lo sapeva bene; quegli uomini fallirono miseramente nel loro intento e ricevettero una lezione su cui meditare.
noiman
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da noiman »

bqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqq
Ultima modifica di noiman il domenica 12 febbraio 2017, 10:26, modificato 1 volta in totale.
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Grazie caro Noiman. Pian piano, liberandosi dalle idee fortemente radicate in noi come verità (quello di cui parlava Gianni con l'esempio degli avventisti), si impara a leggere le cose con oggettività. Questo vale in tutte le cose, naturalmente, anche al di fuori della Scrittura. È un lungo e bellissimo cammino.
AKRAGAS
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da AKRAGAS »

Sto leggendo da qualche minuto (ultimamente ho veramente scarso tempo di leggere se non frettolosamente ciò che più mi interessa) e devo lodare Antonio per i suoi progressi.
Bravo, Antonio, sono contento, continua sempre così. :YMAPPLAUSE: grazie.
:YMHUG:
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Gianni
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da Gianni »

Io vorrei tornare su 1Cor 5:8: "Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità".
Se analizziamo più a fondo questo passo scopriamo che la celebrazione della Festa degli Azzimi è data assolutamente come scontata e quindi come pratica abituale. Ciò si deduce dall’avverbio “dunque” (ὥστε, òste). Paolo non sta semplicemente esortando a celebrare la Festa, cosa è data per scontata, ma dice come va celebrata.

Chiarito ciò, si può fare un’altra deduzione. Siccome non avrebbe senso che fosse stata mantenuta solo quella Festa, è del tutto ovvio che anche le altre sei continuarono ad essere rispettate da parte della prima chiesa.

Quanto ai pochi cenni che troviamo nelle Scritture Greche, anche questo depone a favore (la Bibbia insegna anche quando non dice). Infatti, se le Feste non fossero state più osservate, troveremmo al riguardo delle chiare dichiarazioni, come nel caso della circoncisione. Esse, perciò, vengono date per scontate.

Infine non va trascurato At 21:17-20. Quando Paolo fece visita a Giacomo, a Gerusalemme, Luca (che era con lui) narra: “Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente. Il giorno seguente, Paolo si recò con noi da Giacomo; e vi si trovarono tutti gli anziani. Dopo averli salutati, Paolo si mise a raccontare dettagliatamente quello che Dio aveva fatto tra i pagani, per mezzo del suo servizio. Ed essi, dopo averlo ascoltato, glorificavano Dio. Poi, dissero a Paolo: «Fratello, tu vedi quante migliaia di Giudei hanno creduto; e tutti sono zelanti per la legge»”.

I discepoli di Yeshùa, in tutte le comunità o chiese, osservarono le Festività bibliche proprio come osservarono scrupolosamente il resto della santa Toràh di Dio.
marco
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da marco »

Gianni ha scritto: Qui Paolo non solo esorta a celebrare la Festa degli Azzimi, ma indica anche il modo corretto di farlo, che non è quello legalistico dei farisei.
Con tutto il rispetto che si deve, posso affermare che chiunque utilizza il testo biblico per far dire ciò che lui vuole.
In Cor 5,8 Paolo non dice affatto di celebrare la festa degli azzimi ma utilizza il richiamo biblico in modo da poter esprimere meglio l'uso dottrinale del termine azzimo.
Nel testo, così come in tutte le altre lettere, non c'è nessun richiamo o attestazione di partecipazione alle Feste bibliche.
Le Feste bibliche hanno validità fintantoché il contenuto le riempie. Svuotate del loro essenza resta solo un guscio inutile che evidenzia semmai la mancanza della sostanza. [ciò che è stabilito da Dio nelle varie epoche, attraverso la Sua parola, non è mai vuoto e privo di sostanza. questa frase è offensiva nei confronti della Scrittura]
E' Cristo nostra Pasqua! E' Cristo la primizia! E' Cristo la nostra redenzione mediante il suo sangue!

Torniamo al testo di Cor 5.
Non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi
Paolo paragona lo stato dei corinzi ad una pasta che ha permesso ad un lievito d'ipocrisia e di peccato di gonfiare la massa e quindi la chiesa di Corinto. Anche nella lettera ai galati utilizza il simbolo del lievito: un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta.

Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità.
Non con lievito vecchio! Cos'è questo lievito vecchio?
E' forse questo ciò che Paolo intende: le Feste bibliche hanno validità fintantoché il contenuto le riempie. Svuotate del loro essenza resta solo un guscio inutile che evidenzia semmai la mancanza della sostanza. [ibidem]
Essendo stata riempita di Cristo, automaticamente viene svuotata della sua ritualità (cibi, usanze) e non può essere rimpiazzata dato che i Cristiani non hanno tempio, non hanno religiosità, non hanno usanze.

Invece di andare avanti, incontro al Signore, ci voltiamo indietro desiderosi di raccogliere gusci vuoti? [ibidem]
marco
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto: Innanzitutto i versetti da 7:53 a 8:11 non compaiono in tutti i manoscritti del vangelo di Giovanni. Tuttavia, molti studiosi concordano non nell'ipotesi che sia spurio, ma che appartenga a Luca e sia stato inserito successivamente. Questo solo per essere precisi.
Non credo che nella Parola di Dio si usi il "copia incolla"!
bgaluppi ha scritto:
Innanzitutto, per gli adùlteri colti in flagrante non mi risulta fosse prevista la lapidazione, ma semmai il soffocamento. Infatti, nella Torah non è specificato il modo d'esecuzione della pena in riferimento all'adulterio:
Rashì commenta che nei casi in cui la Torah non specifica il tipo di esecuzione, la pena era sempre il soffocamento [Torath Kohanim 20:106, Sanh. 52b].
[moderazione]

Con queste due premesse caro Antonio certo che ti sei meritato il "bravissimo".

Andiamo alla mia domanda: "Perché Gesù non rispettava la legge? Doveva confermare la Torah, dicendo fate ciò che essa prevede.

Questa è la mia esegesi del passo:
Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
Gesù dopo la domanda dei farisei, consapevole del suo compito, cosa fa? Chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
Cosa scriveva? La condanna della donna che lui di li a poco avrebbe pagato al posto suo.
Gesù sottomesso alla legge per riscattare coloro che erano sottoposti alla legge.
Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Quante volte desideriamo sentire queste parole!
Siamo tutti rappresentati da quella donna, perché senza Cristo la condanna è scritta e certa.

Questo scrissi dopo la frase in questione (Perché Gesù non rispetta la legge? Doveva confermare la Torah, dicendo fate ciò che essa prevede.) "Non penserete che al tempo di Mosè tutti erano senza peccato così da poter tranquillamente scagliare le pietre.
La legge mosaica andava bene fino alla venuta di Cristo. Perché tutto muore davanti a Lui."
Anche la sentenza di condanna.
mariarosadel49
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da mariarosadel49 »

Buongiorno a tutti---- :-)
Vorrei porre se possibile una domanda,è una curiosità:
In caso di adulterio oggi gli ebrei come si comportano nei confronti degli accusati? :-\
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Gianni
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da Gianni »

Marco, ho una sola domanda. Se io dico "circoncisione", tu puoi portarmi - e a ragione - i passi biblici che mostrano che la prima chiesa smise di praticarla. Ma se dico "Feste bibliche", quali passi biblici puoi citarmi a comprova che divennero, per usare un tuo brutto termine, dei gusci vuoti?
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